A Milano si trova un quartiere detto Ghisolfa, situato nella zona nordoccidentale della città. Non c'è una chiara delimitazione, ma nell'uso popolare si indica con questo toponimo l'area adiacente al cosiddetto cavalcavia Bacula (dal nome di un eroe della Grande Guerra), conosciuto per l'appunto come Ponte della Ghisolfa e noto per ospitare un famoso Circolo Anarchico che ne trae nome, essendo uno dei più attivi e longevi dell'intera Italia. Lo sviluppo del quartiere è avvenuto nei due dopoguerra dello scorso secolo, lungo la massicciata delle Ferrovie dello Stato e delle Ferrovie Nord. Andando indietro nel tempo, si risale a due cascine, denominate per l'appunto Ghisolfa e Ghisolfetta - il nome della seconda è chiaramente un diminutivo di quello del primo.
Una sintetica nota etimologica
Il toponimo in questione deriva da uno stesso nome di persona portato da due proprietari Longobardi. Eccone l'etimologia:
Protogermanico: *Gīslawulfaz
Significato: "Lupo degli Ostaggi"
(< *gīslaz "ostaggio" + *wulfaz "lupo")
Uso: Antroponimo maschile
Esito longobardo: Ghisulf
Protogermanico: *Gīslawulfaz
Significato: "Lupo degli Ostaggi"
(< *gīslaz "ostaggio" + *wulfaz "lupo")
Uso: Antroponimo maschile
Esito longobardo: Ghisulf
Varianti ortografiche: Gisulf
Varianti latinizzate: Ghisulfus, Gisulfus, Gisulphus,
Gisolfus, Gisolphus, Kisulfus, Gysolphus
Morfologia:
Forma plurale: *Ghisulfos, *Ghisolfas
Varianti latinizzate: Ghisulfus, Gisulfus, Gisulphus,
Gisolfus, Gisolphus, Kisulfus, Gysolphus
Morfologia:
Forma plurale: *Ghisulfos, *Ghisolfas
Forma genitiva plurale: *Ghisulfo, *Ghisolfa
N.B.
N.B.
La terminazione di Ghisolfa non può essere un corrispondente femminile dell'antroponimo in -ulf, ed è molto implausibile che possa esserne una derivazione aggettivale. Basta conoscere la morfologia delle lingue germaniche antiche per comprendere che la vera spiegazione deve essere un'altra: l'ipotesi che si tratti di un genitivo plurale, poi fossilizzato, risolve ogni problema.
Peculiarità fonetiche:
Peculiarità fonetiche:
Si nota la dissimilazione, con eliminazione della liquida -l- di *gīslaz cosa che ricorre in numerosissimi antroponimi, in genere come secondo membro di un composto. Gli esiti in longobardo sono questi:
-ghis, -ghisi
-gis, -gisi
-chis, -chisi
-cis, -cisi
-his, -hisi
-gis, -gisi
-chis, -chisi
-cis, -cisi
-his, -hisi
L'unica forma composta femminile attestata sembra essere Adelchisa (e varianti), ma esiste la forma semplice Gisa.
Non concordo con l'interpretazione di Colizzi (2022) ed altri, che ricostruiscono un protogermanico *gīsa- col significato di "germoglio".
Come primo elemento di antropinimi composti abbiamo invece le seguenti varianti:
gisi-, gise-
gisel-, gisil-, gisal-
gisen-
Una variante di Ghisulf, Gisulf è senza dubbio Gisalolfus (con liquida conservata). Rimandiamo ad altra sede l'approfondimento dei dettagli patafisici di questa radice.
Una variante di Ghisulf, Gisulf è senza dubbio Gisalolfus (con liquida conservata). Rimandiamo ad altra sede l'approfondimento dei dettagli patafisici di questa radice.
Trafila semantica:
Possiamo intuire facilmente i processi di slittamento semantico alla base della formazione del toponimo. Eccoli:
"(cascina) dei (due) Ghisolfi" => Ghisolfa
Purtroppo non sappiamo altro di questi due uomini nobili, entrambi chiamati Ghisulf.
Conclusione
Questa etimologia toponomastica mette in luce alcuni elementi che raramente sono studiati: i morfemi della lingua dei Longobardi, che chiaramente derivano dall'evoluzione naturale di quelli del protogermanico e che possono essere ricostruiti a partire dai documenti disponibili. La linguistica ci offre mezzi potenti, che non vengono quasi mai utilizzati appieno per colpa dell'ideologia e della chiusura mentale.
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