domenica 29 gennaio 2023


CSÖNDBEN 

Gruppo: Öröm 
Album: Dolmen 
Paese: Ungheria 
Contea: Borsod-Abaúj-Zemplén 
Città: Kazincbarcika
Lingua: Ungherese 
Anno: 2003 
Genere: Dark Ambient, Gothic, Doom Metal 
Tematiche: Vuoto, Disperazione, Evocazione dei Demoni 
Formato: CDr, EP, Enhanced, Limited Edition
Etichetta: l'album è stato autoprodotto 
Link: 

   Vízió (chitarra, basso, narratore)
   Holdh (tastiere, programmazione) 
   Myst (tastiere)

Tracklist:  
   1. Vágyódás - 1:55
   2. Csöndben - 9:28
   3. A Tó - 4:50 
   4. Hangok - 9:32
   5. Mélyel legbelül - 10:12
   6. Betejesedés - 6:45
   Video  Csöndben - 8:52

Testo: 

CSÖNDBEN 

Egy tisztáson ülve... s várva
Lelkemben tél... s mély csend
Körös körül a nyugalom lágy hangja
Az elmúlás megérintett
A távolból hallom kiszáradt patakok, elfeledett csobogását
Haldokló testem néma sikoltását
És érzek valamit magamban legbelül
Idegen érzés mely a testemben elvegyül
S közben árnyak násztáncát látom, és a hó csak hull... és hideg
Egy test a tisztáson ülve... s várva
Vár az elbomlásra
Lelkemben tél... s mély csend, És semmi... körös körül 

Traduzione: 

NEL SILENZIO 

Seduto in una radura... e in attesa
Inverno nella mia anima... e silenzio profondo
Il dolce suono della calma circonda tutto 
La scomparsa mi ha toccato
In lontananza sento il mormorio dimenticato dei ruscelli secchi
L'urlo silenzioso del mio corpo morente
E sento qualcosa dentro di me
Una strana sensazione che si mescola nel mio corpo
Intanto vedo la danza nuziale delle ombre, e la neve continua a cadere... e fa freddo
Un corpo seduto nella radura... in attesa
In attesa di crollare
Inverno nella mia anima... e silenzio profondo,
E niente... tutt'intorno 

Glossario ungherese-italiano 

A távolból "in lontananza", "da lontano"
az "il", "che" 
árnyak "ombre" 
csak "soltanto" 
csend "silenzio" 
  csöndben "nel silenzio" 
  -ben è il suffisso del locativo 
csobogását "balbettando" 
egy tisztáson "in una radura" 
  egy "uno" 
  tisztás "radura" 
elbomlásra "decadere" 
elfeledett "dimenticato" 
elmúlás "morendo" 
elvegyül "si mescola"
érzek "sento", "percepisco" 
érzés "sensazione" 
és "e" 
haldokló "moribondo" 
hallom "sento", "odo"  
hangja "la sua voce" (hang "voce, suono") 
hideg "freddo" 
"neve"  
hull "cade" 
idegen "strano", "estraneo", "straniero"
kiszáradt "prosciugato", "disseccato"   
körös körül "tutto intorno" 
  körül "in giro" 
lágy "morbido" (sinonimo: puha
látom "vedo" 
legbelül "nel profondo" 
lelkemben "nella mia anima" 
  lelkem "la mia anima" 
  lélek "anima" 
  -m è il suffisso possessivo di I pers. sing. 
magamban "in me stesso" 
  -ban è il suffisso del locativo (cfr. -ben)
megérintett "mi ha toccato" 
mely "quale"
mély "profondo" 
násztáncát "danza nuziale" 
néma "attutire" 
nyugalom "calma, tranquillità" 
patakok "flussi", "ruscelli" 
semmi "niente" 
sikoltását "il suo grido" 
s közben "e nel frattempo" 
test "corpo" 
  testem "il mio corpo" 
  testemben "nel mio corpo" 
tél "inverno" 
ülve "seduto" 
valamit "qualcosa" 
vár "in attesa", "aspettare" 
  s várva "in attesa" 

Curiosità: 

La parola ungherese öröm significa "gioia". Un nome piuttosto inatteso per un gruppo di questo genere. Cosa ancor più bizzarra, in mongolo esiste una parola che ha lo stesso suono, öröm, ma il significato è molto diverso: indica un latticino cremoso.  

Gli Öröm non vanno confusi con i quasi omonimi Korai Öröm, un gruppo ungherese del tutto dissimile, che fa musica definita come psichedelica e progressiva.

Recensione: 

Un mondo grigio, in cui il sole è soltanto un vago chiarore incapace di penetrare le nubi sempiterne, compatte. Non ci sono colori. Due evocatori di demoni camminano sotto la pioggia finissima, in un bosco infestato, il cui suolo esala una foschia densa, pervasiva, che entra nelle ossa. I necromanti procedono sul tappeto di foglie cadute e macerate. Quando si fermano, irrompe una manifestazione del Nero Assoluto. Poi riprendono la loro marcia, fino a fermarsi davanti ai resti di un altare che conserva i resti pietrificati del sangue sacrificale di vittime sconosciute, il cui nome non può essere pronunciato. Posso quasi avvertire in me i pensieri dei due officianti, formulati in una lingua dimenticata da millenni. Pensieri che sono in grado di comprendere, come se fossi l'unico superstite di quella realtà spettrale, ridotta al brusio di un Nulla vibrante, remotissimo eppure più solido del nucleo di una stella collassata di neutroni! 

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