I Cimbri si spostarono a meridione assieme ai Teutoni e ad altre genti, giungendo nel Norico nel 113 a.C., invadendo quindi le Gallie, l'Iberia e il territorio della Repubblica Romana, finendo distrutti nella battaglia di Vercelli (101 a.C.).
Il loro etnonimo sopravvive fossilizzato nel toponimo danese Himmerland (antico Himbersysel), cosa che prova la ricostruzione di un proto-germanico *ximbraz, dove /x/ esprime il suono fricativo velare o uvulare. Secondo alcuni autori il nome sarebbe celtico, passato in germanico come antico prestito, ed è possibile che all'epoca dell'incontro dei Cimbri con i Romani la consonante iniziale non fosse ancora sottoposta alla Prima Rotazione Consonantica (Legge di Rask-Grimm), e suonasse quindi come una occlusiva velare /k/.
Lascia perplessi il fatto che un piccolo popolo giunto assieme a Cimbri e Teutoni portasse il nome Charudes, con le varianti Charydes e Harudes, che mostra la consonante /x/ con tendenza a passare a semplice /h/ come nelle lingue germaniche storiche. Evidentemente a quei tempi la Prima Rotazione Consonantica non aveva colpito tutte le genti germaniche contemporaneamente e allo stesso modo. È possible che i Cimbri conservassero l'antica /k/, mentre i Charudes già l'avessero mutata in /x/. In modo simile a quanto visto per i Cimbri, anche i Charudes hanno lasciato il loro nome al loro distretto di origine, la regione norvegese di Hordaland (Hörðaland in norreno).
Secondo un'ipotesi il suono fricativo /x/ non avrebbe trovato adeguata trascrizione in latino, rimanendo così assimilato a un suono occlusivo velare. Questa possibilità è stata ovviamente formulata senza tener conto dell'etnonimo Charudes, in cui risulta evidente che una trascrizione sensata esisteva. D'altro canto i Greci, che pure avrebbero potuto trascrivere il nome dei Cimbri con una consonante aspirata, hanno scelto la lettera Κ, chiamandoli Κίμβριοι e riportando come Κιμβρική Χερσόνησος il nome di quello che oggi è lo Jütland. Per contro Charudes si trova trascritto con una Χ: Χαροῦδες.
L'origine ultima dell'etnonimo Cimbri non è conosciuta e sono state fatte numerose ipotesi. Accennerò appena ad alcuni tentativi paretimologici, come l'assurda correlazione tra il nome dei Cimbri e quello dei Cimmeri (già formulata nell'antichità), o l'assonanza con il nome Cymru del Galles - che viene invece dal britannico *Kombrogion (< *kom- "insieme" + *broga: "paese"). Parimenti è annosa la diatriba tra coloro che vogliono i Cimbri un popolo di lingua germanica e coloro che li vogliono di lingua celtica. È ben possibile che fossero Germani e che avessero acquisito durante la migrazione una grande dimestichezza con la lingua celtica per motivi di prestigio. Secondo Festo nella lingua gallica cimbri significava "ladri", ma è possibile che il vocabolo fosse derivato dall'etnonimo anziché fornirne l'etimologia.
Quello che mi interessa notare in questa sede sono pochi semplici fatti certi:
1) Il nome dei Cimbri importato in latino aveva una consonante occlusiva velare /k/;
2) I Romani hanno preso questo etnonimo scrivendolo con la lettera C.
Coloro che sostengono assurdamente che in latino i suoni palatali sarebbero sempre esistiti, non possono spiegare perché i Romani non abbiano scelto sistematicamente K o CH per trascrivere un'importante voce germanica con /k/ davanti alla vocale anteriore /i/. Una simile scelta avrebbe potuto evitare qualsiasi ambiguità e sarebbe stata comodissima. È evidente: i Romani hanno trascritto Cimbri con la lettera C perché questa all'epoca esprimeva sicuramente il suono /k/ davanti a qualsiasi vocale, con buona pace di qualche insegnante di latino non aggiornato.
Lascia perplessi il fatto che un piccolo popolo giunto assieme a Cimbri e Teutoni portasse il nome Charudes, con le varianti Charydes e Harudes, che mostra la consonante /x/ con tendenza a passare a semplice /h/ come nelle lingue germaniche storiche. Evidentemente a quei tempi la Prima Rotazione Consonantica non aveva colpito tutte le genti germaniche contemporaneamente e allo stesso modo. È possible che i Cimbri conservassero l'antica /k/, mentre i Charudes già l'avessero mutata in /x/. In modo simile a quanto visto per i Cimbri, anche i Charudes hanno lasciato il loro nome al loro distretto di origine, la regione norvegese di Hordaland (Hörðaland in norreno).
Secondo un'ipotesi il suono fricativo /x/ non avrebbe trovato adeguata trascrizione in latino, rimanendo così assimilato a un suono occlusivo velare. Questa possibilità è stata ovviamente formulata senza tener conto dell'etnonimo Charudes, in cui risulta evidente che una trascrizione sensata esisteva. D'altro canto i Greci, che pure avrebbero potuto trascrivere il nome dei Cimbri con una consonante aspirata, hanno scelto la lettera Κ, chiamandoli Κίμβριοι e riportando come Κιμβρική Χερσόνησος il nome di quello che oggi è lo Jütland. Per contro Charudes si trova trascritto con una Χ: Χαροῦδες.
L'origine ultima dell'etnonimo Cimbri non è conosciuta e sono state fatte numerose ipotesi. Accennerò appena ad alcuni tentativi paretimologici, come l'assurda correlazione tra il nome dei Cimbri e quello dei Cimmeri (già formulata nell'antichità), o l'assonanza con il nome Cymru del Galles - che viene invece dal britannico *Kombrogion (< *kom- "insieme" + *broga: "paese"). Parimenti è annosa la diatriba tra coloro che vogliono i Cimbri un popolo di lingua germanica e coloro che li vogliono di lingua celtica. È ben possibile che fossero Germani e che avessero acquisito durante la migrazione una grande dimestichezza con la lingua celtica per motivi di prestigio. Secondo Festo nella lingua gallica cimbri significava "ladri", ma è possibile che il vocabolo fosse derivato dall'etnonimo anziché fornirne l'etimologia.
Quello che mi interessa notare in questa sede sono pochi semplici fatti certi:
1) Il nome dei Cimbri importato in latino aveva una consonante occlusiva velare /k/;
2) I Romani hanno preso questo etnonimo scrivendolo con la lettera C.
Coloro che sostengono assurdamente che in latino i suoni palatali sarebbero sempre esistiti, non possono spiegare perché i Romani non abbiano scelto sistematicamente K o CH per trascrivere un'importante voce germanica con /k/ davanti alla vocale anteriore /i/. Una simile scelta avrebbe potuto evitare qualsiasi ambiguità e sarebbe stata comodissima. È evidente: i Romani hanno trascritto Cimbri con la lettera C perché questa all'epoca esprimeva sicuramente il suono /k/ davanti a qualsiasi vocale, con buona pace di qualche insegnante di latino non aggiornato.