THE ASPHYX (1973)
Alias:
Spirit of the Dead
The Horror of Death (USA)
Regia di
Peter Newbrook
Scritto da (in ordine alfabetico)
Christina Beers story
Laurence Beers story
Brian Comport
Cast (in ordine dei titoli) verified as complete
Robert Stephens .... Sir Hugo Cunningham
Robert Powell .... Giles Cunningham
Jane Lapotaire .... Christina Cunningham
Alex Scott .... Sir Edward Barrett
Ralph Arliss .... Clive Cunningham
Fiona Walker .... Anna Wheatley
Terry Scully .... Pauper
John Lawrence .... Mason
David Grey .... Vicar
Tony Caunter .... Warden
Paul Bacon .... 1st Member
Prodotto da
John Brittany .... producer
Maxine Julius .... associate producer
Musiche originali di
Bill McGuffie
Fotografia di
Freddie Young
Montaggio di
Maxine Julius
Scenografie di
John Stoll
Arredatore
Arthur Taksen
Costumi di
Evelyn Gibbs
Trucco
Jimmy Evans .... makeup artist
Stephanie Kaye .... hair stylist
Direttore di produzione
Ted Sturgis .... production manager
Aiuto regista
Roger Simons .... assistant director
Sonoro
Peter Bond .... sound editor
John Cox .... sound supervisor
Bob Jones .... sound re-recordist
Ken Ritchie .... sound recordist
Effetti speciali
Ted Samuels .... special effects
Camera and Electrical Department
Chris Holden .... camera operator
Mike Roberts .... focus puller (uncredited)
Altro personale
Ron Bareham .... production accountant
Phyllis Crocker .... continuity
TRAMA:
Hugo è un brillante scienziato vittoriano, amato e rispettato dalla famiglia e dagli amici, ammirato dai colleghi. Presto però le sue ricerche sulla morte lo ossessionano. Assieme al suo assistente scatta fotografie ai moribondi, e nota che un'apparizione simile a una macchia nera sfocata rimane sempre impressa. Egli si domanda che cosa possa essere. All'inizio, influenzato dal clima positivista, crede che sia l'anima che si distacca dal corpo... Un fine settimana porta la famiglia a una scampagnata e sperimenta una macchina di sua invenzione che gli permette di filmare. La festa finisce in un disastro: il figlio dello scienziato batte la testa contro un ramo mentra va in barca, cade nel fiume e affoga. Quando guarda il filmato, Hugo si rende conto che una spettrale macchia nera vola verso il figlio prima dell'incidente, svanendo nel suo corpo. La scoperta prende corpo: ognuno ha un proprio Spirito della Morte, che egli chiama Asphyx. Quando qualcuno sta per morire, l'Asphyx viene a reclamare la vittima e si nutre del suo essere. A questo punto Hugo si chiede se è possibile raggiungere l'immortalità catturando questo spirito immondo e impedendogli ogni via di fuga. È l'inizio di un incubo, che lo porterà alla peggiore di tutte le condanne: vivere in eterno l'esistenza degradata di un divoratore di cadaveri...
RECENSIONE:
Un film che non si può dimenticare. Il suo grande merito è quello di presentare Thanatos come un'essenza funesta che non è pura e semplice mancanza di vita. Ogni Asphyx è un essere ben definito, un demone che esiste al solo scopo di ghermire l'essenza della sua preda. Nell'impianto narrativo, appare evidente che la comparsa di un essere vivente nel teatro dell'Universo - sia egli uno scienziato o un criceto - porta alla contemporanea creazione di un principio letale condensato che costituisce la sua Nemesi. Tutto ciò è sublime, perché si pone in rotta di collisione con le religioni e con le filosofie che prevalgono tra le genti. Atroce è lo strazio del protagonista quando si accorge che l'ombra nera fotografata vicino al figlio prossimo alla morte è qualcosa che converge su di lui, che non è l'anima che lascia il corpo. Tutte le costruzioni mentali e culturali che danno un'idea positiva della condizione mortale umana sono così annientate. Più in generale, si afferma l'esistenza di un'oscurissimo cosmo di orrore assoluto, di una spaventosa vastità, al cui confronto il nostro mondo non è altro che un gioco di luci illusorie.
Se le cose stessero come affermava Epicuro, non ci sarebbe alcun terrore della Morte. Infatti, secondo i suoi argomenti, quando la Morte arriva, noi non esistiamo più, mentre quando ci siamo noi, non c'è la Morte. Cos'è quindi il terrore in questione? Possiamo senz'altro dire che sia come il terrore di un mostruoso predatore che giunge per dilaniarci, dandoci molto dolore. In realtà è presente la consapevolezza che la Morte non è che l'inizio di un processo di degradazione dell'Essere, come se di noi sopravvivesse la traccia di un'ombra dannata e incapace di estinguersi. Una condizione di tenebra assoluta, al cui confronto persino l'Inferno dantesco sarebbe considerato paradisiaco.
Nel film si fa riferimento agli Asphyx come a creature della mitologia greca e in un punto viene mostrato un vaso antico che li rappresenta. Si tratta di una'ispirata creazione degli sceneggiatori, su questo non c'è alcun dubbio. La parola Asphyx deriva dal greco antico. Il suo inventore vuol comunicare il concetto di "cessazione della vita". Questa è la famiglia di vocaboli ellenici che sono alla base della sua formazione:
ἀσφυξία "cessazione del polso"
ἀσφυγμία "mancanza del polso"
ἀσφυκτέω "essere senza pulsazione"
ἄσφυκτος "senza pulsazione, senza vita"
In ultima analisi si tratta di parole ottenute tramite il ben noto prefisso negativo a partire dal seguente verbo di origine ignota:
σφύζω "palpitare, battere violentemente" (dorico σφύσδω)
Noi usiamo il termine asfissia col senso di "cessazione del respiro", ma si tratta di un equivoco moderno. Nel XVIII secolo, quando asphyxia cominciava ad essere attestato nel latino medico, esisteva l'idea di simultaneità assoluta tra cessazione del polso e cessazione del respiro, dimostratasi poi errata: il polso continua per un breve tempo una volta venuta meno la respirazione.
Dal capolavoro di Peter Newbrook hanno tratto il nome gli Asphyx, un gruppo musicale death doom metal olandese che canta la morte, la dannazione, l'incubo e l'occulto. La fondazione degli Asphyx, ad opera di Bob Bagchus e di Tony Brookhuis, risale al lontano 1987. Nel corso degli anni numerosi componenti sono cambiati, ma intatta resta la carica distruttiva e anticosmica della musica del gruppo. Il terzo album in studio, risalente al 1994, si intitola proprio Asphyx. Per far capire quanto profondo sia il legame col film omonimo, riportiamo i titoli dei brani dell'album in questione:
1) Prelude of the Unhonoured Funeral
2) Depths of Eternity
3) Emperors of Salvation
4) 'Til Death Do Us Apart
5) Initiation into the Ossuary
6) Incarcerated Chimaeras
7) Abomination Echoes
8) Back into Eternity
9) Valleys in Oblivion
10) Thoughts of an Atheist
Hugo è un brillante scienziato vittoriano, amato e rispettato dalla famiglia e dagli amici, ammirato dai colleghi. Presto però le sue ricerche sulla morte lo ossessionano. Assieme al suo assistente scatta fotografie ai moribondi, e nota che un'apparizione simile a una macchia nera sfocata rimane sempre impressa. Egli si domanda che cosa possa essere. All'inizio, influenzato dal clima positivista, crede che sia l'anima che si distacca dal corpo... Un fine settimana porta la famiglia a una scampagnata e sperimenta una macchina di sua invenzione che gli permette di filmare. La festa finisce in un disastro: il figlio dello scienziato batte la testa contro un ramo mentra va in barca, cade nel fiume e affoga. Quando guarda il filmato, Hugo si rende conto che una spettrale macchia nera vola verso il figlio prima dell'incidente, svanendo nel suo corpo. La scoperta prende corpo: ognuno ha un proprio Spirito della Morte, che egli chiama Asphyx. Quando qualcuno sta per morire, l'Asphyx viene a reclamare la vittima e si nutre del suo essere. A questo punto Hugo si chiede se è possibile raggiungere l'immortalità catturando questo spirito immondo e impedendogli ogni via di fuga. È l'inizio di un incubo, che lo porterà alla peggiore di tutte le condanne: vivere in eterno l'esistenza degradata di un divoratore di cadaveri...
RECENSIONE:
Un film che non si può dimenticare. Il suo grande merito è quello di presentare Thanatos come un'essenza funesta che non è pura e semplice mancanza di vita. Ogni Asphyx è un essere ben definito, un demone che esiste al solo scopo di ghermire l'essenza della sua preda. Nell'impianto narrativo, appare evidente che la comparsa di un essere vivente nel teatro dell'Universo - sia egli uno scienziato o un criceto - porta alla contemporanea creazione di un principio letale condensato che costituisce la sua Nemesi. Tutto ciò è sublime, perché si pone in rotta di collisione con le religioni e con le filosofie che prevalgono tra le genti. Atroce è lo strazio del protagonista quando si accorge che l'ombra nera fotografata vicino al figlio prossimo alla morte è qualcosa che converge su di lui, che non è l'anima che lascia il corpo. Tutte le costruzioni mentali e culturali che danno un'idea positiva della condizione mortale umana sono così annientate. Più in generale, si afferma l'esistenza di un'oscurissimo cosmo di orrore assoluto, di una spaventosa vastità, al cui confronto il nostro mondo non è altro che un gioco di luci illusorie.
Mors Ontologica
Se le cose stessero come affermava Epicuro, non ci sarebbe alcun terrore della Morte. Infatti, secondo i suoi argomenti, quando la Morte arriva, noi non esistiamo più, mentre quando ci siamo noi, non c'è la Morte. Cos'è quindi il terrore in questione? Possiamo senz'altro dire che sia come il terrore di un mostruoso predatore che giunge per dilaniarci, dandoci molto dolore. In realtà è presente la consapevolezza che la Morte non è che l'inizio di un processo di degradazione dell'Essere, come se di noi sopravvivesse la traccia di un'ombra dannata e incapace di estinguersi. Una condizione di tenebra assoluta, al cui confronto persino l'Inferno dantesco sarebbe considerato paradisiaco.
Etimologia di Asphyx
Nel film si fa riferimento agli Asphyx come a creature della mitologia greca e in un punto viene mostrato un vaso antico che li rappresenta. Si tratta di una'ispirata creazione degli sceneggiatori, su questo non c'è alcun dubbio. La parola Asphyx deriva dal greco antico. Il suo inventore vuol comunicare il concetto di "cessazione della vita". Questa è la famiglia di vocaboli ellenici che sono alla base della sua formazione:
ἀσφυξία "cessazione del polso"
ἀσφυγμία "mancanza del polso"
ἀσφυκτέω "essere senza pulsazione"
ἄσφυκτος "senza pulsazione, senza vita"
In ultima analisi si tratta di parole ottenute tramite il ben noto prefisso negativo a partire dal seguente verbo di origine ignota:
σφύζω "palpitare, battere violentemente" (dorico σφύσδω)
Noi usiamo il termine asfissia col senso di "cessazione del respiro", ma si tratta di un equivoco moderno. Nel XVIII secolo, quando asphyxia cominciava ad essere attestato nel latino medico, esisteva l'idea di simultaneità assoluta tra cessazione del polso e cessazione del respiro, dimostratasi poi errata: il polso continua per un breve tempo una volta venuta meno la respirazione.
Eredità musicale
Dal capolavoro di Peter Newbrook hanno tratto il nome gli Asphyx, un gruppo musicale death doom metal olandese che canta la morte, la dannazione, l'incubo e l'occulto. La fondazione degli Asphyx, ad opera di Bob Bagchus e di Tony Brookhuis, risale al lontano 1987. Nel corso degli anni numerosi componenti sono cambiati, ma intatta resta la carica distruttiva e anticosmica della musica del gruppo. Il terzo album in studio, risalente al 1994, si intitola proprio Asphyx. Per far capire quanto profondo sia il legame col film omonimo, riportiamo i titoli dei brani dell'album in questione:
1) Prelude of the Unhonoured Funeral
2) Depths of Eternity
3) Emperors of Salvation
4) 'Til Death Do Us Apart
5) Initiation into the Ossuary
6) Incarcerated Chimaeras
7) Abomination Echoes
8) Back into Eternity
9) Valleys in Oblivion
10) Thoughts of an Atheist
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