NASCITA DI UNA NAZIONE
Titolo originale: The Birth of a Nation
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1915
Durata: 190 minuti
Colore: Bianco e nero
Sonoro: Film muto
Genere: Drammatico, storico, propaganda del
Ku Klux Klan
Regia: David Wark Griffith
Aiuto regia (non accreditati):
Monte Blue,
Christy Cabanne,
Elmer Clifton,
Jack Conway,
Donald Crisp,
Allan Dwan,
Howard Gaye,
Fred Hamer,
Robert Harron,
Joseph Henabery,
Thomas E. O'Brien,
Herbert Sutch,
W.S. Van Dyke,
Erich von Stroheim,
Baron von Winther,
Raoul Walsh,
Henry B. Walthall,
Tom Wilson
Capo assistente al regista: George Siegmann
(non accreditato)
Soggetto: Thomas F. Dixon Jr.
1) The Clansman: An Historical Romance of the
Ku Klux Klan (romanzo);
2) The Clansman (lavoro teatrale);
3) The Leopard's Spots (romanzo).
Sceneggiatura: David W. Griffith, Frank E. Woods
Produttore: David W. Griffith
Produttore esecutivo: H.E. Aitken (non accreditato)
Casa di produzione: Epoch Producing Corporation;
David W. Griffith Corp.
Fotografia: Billy Bitzer
Montaggio:
D. W. Griffith,
Joseph Henabery,
James Smith,
Rose Smith,
Raoul Walsh
Effetti speciali:
'Fireworks' Wilson (non accreditato),
Walter Hoffman (supervisore, non accreditato)
Musiche: Joseph Carl Breil, D.W. Griffith
Costumi: Robert Goldstein, Clare West
(non accreditati)
Interpreti e personaggi:
Lillian Gish: Elsie Stoneman
Mae Marsh: Flora Cameron
Henry B. Walthall: colonnello Ben Cameron
Mary Alden: Lydia Brown
Miriam Cooper: Margaret Cameron
Ralph Lewis: Austin Stoneman
George Siegmann: Silas Lynch
Walter Long: Gus
Robert Harron: Tod Stoneman
Wallace Reid: Jeff (fabbro)
Joseph Henabery: Abraham Lincoln
Elmer Clifton: Phil Stoneman
Josephine Crowell: signora Cameron
Spottiswoode Aitken: dottor Cameron
George Beranger: Wade Cameron
Maxfield Stanley: Duke Cameron
Jennie Lee: Mammy
Donald Crisp: Ulysses Grant
Howard Gaye: Robert E. Lee
Monte Blue:
Harry Braham: il servo di Cameron
Bob Burns: il leader del Klan
Edmund Burns: uomo del Klan
Edward Burns: uomo del Klan
Fred Burns: uomo del Klan
David Butler: soldato del Nord / soldato del Sud
Peggy Cartwright: bambina nella capanna
Dark Cloud: generale
Lenore Cooper: la cameriera di Elsie
Sam De Grasse: senatore Charles Sumner
John Ford:
D.W. Griffith:
Walter Huston:
Elmo Lincoln: fabbro
Eugene Pallette: soldato dell'Unione
Erich von Stroheim: uomo che cade dal tetto
Raoul Walsh: John Wilkes Booth
Luoghi delle riprese:
Pianura di Fox Hills a State Island, New York - USA (guerra civile americana)
Lasky Ranch, California - USA (battaglia di Gettysburg)
San Fernando Valley, Los Angeles - USA (battaglia di Petersburg)
Calexico, California - USA (schieramento delle truppe, discorso di Lincoln)
San Bernardino National Forest, California - USA (altopiani, boscaglie)
Forest Lawn a Burbank, California - USA (querceti)
Ojai, California - USA (incendio di Atlanta)
Whittier, California - USA (scene del Ku Klux Klan)
Fine Arts Studios, Hollywood - USA (rarissime scene in interni)
Riconoscimenti artistici:
Natiional Film Preservation Board - USA
1992 - Restaurazione e conservazione della pellicola
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1915
Durata: 190 minuti
Colore: Bianco e nero
Sonoro: Film muto
Genere: Drammatico, storico, propaganda del
Ku Klux Klan
Regia: David Wark Griffith
Aiuto regia (non accreditati):
Monte Blue,
Christy Cabanne,
Elmer Clifton,
Jack Conway,
Donald Crisp,
Allan Dwan,
Howard Gaye,
Fred Hamer,
Robert Harron,
Joseph Henabery,
Thomas E. O'Brien,
Herbert Sutch,
W.S. Van Dyke,
Erich von Stroheim,
Baron von Winther,
Raoul Walsh,
Henry B. Walthall,
Tom Wilson
Capo assistente al regista: George Siegmann
(non accreditato)
Soggetto: Thomas F. Dixon Jr.
1) The Clansman: An Historical Romance of the
Ku Klux Klan (romanzo);
2) The Clansman (lavoro teatrale);
3) The Leopard's Spots (romanzo).
Sceneggiatura: David W. Griffith, Frank E. Woods
Produttore: David W. Griffith
Produttore esecutivo: H.E. Aitken (non accreditato)
Casa di produzione: Epoch Producing Corporation;
David W. Griffith Corp.
Fotografia: Billy Bitzer
Montaggio:
D. W. Griffith,
Joseph Henabery,
James Smith,
Rose Smith,
Raoul Walsh
Effetti speciali:
'Fireworks' Wilson (non accreditato),
Walter Hoffman (supervisore, non accreditato)
Musiche: Joseph Carl Breil, D.W. Griffith
Costumi: Robert Goldstein, Clare West
(non accreditati)
Interpreti e personaggi:
Lillian Gish: Elsie Stoneman
Mae Marsh: Flora Cameron
Henry B. Walthall: colonnello Ben Cameron
Mary Alden: Lydia Brown
Miriam Cooper: Margaret Cameron
Ralph Lewis: Austin Stoneman
George Siegmann: Silas Lynch
Walter Long: Gus
Robert Harron: Tod Stoneman
Wallace Reid: Jeff (fabbro)
Joseph Henabery: Abraham Lincoln
Elmer Clifton: Phil Stoneman
Josephine Crowell: signora Cameron
Spottiswoode Aitken: dottor Cameron
George Beranger: Wade Cameron
Maxfield Stanley: Duke Cameron
Jennie Lee: Mammy
Donald Crisp: Ulysses Grant
Howard Gaye: Robert E. Lee
Monte Blue:
Harry Braham: il servo di Cameron
Bob Burns: il leader del Klan
Edmund Burns: uomo del Klan
Edward Burns: uomo del Klan
Fred Burns: uomo del Klan
David Butler: soldato del Nord / soldato del Sud
Peggy Cartwright: bambina nella capanna
Dark Cloud: generale
Lenore Cooper: la cameriera di Elsie
Sam De Grasse: senatore Charles Sumner
John Ford:
D.W. Griffith:
Walter Huston:
Elmo Lincoln: fabbro
Eugene Pallette: soldato dell'Unione
Erich von Stroheim: uomo che cade dal tetto
Raoul Walsh: John Wilkes Booth
Luoghi delle riprese:
Pianura di Fox Hills a State Island, New York - USA (guerra civile americana)
Lasky Ranch, California - USA (battaglia di Gettysburg)
San Fernando Valley, Los Angeles - USA (battaglia di Petersburg)
Calexico, California - USA (schieramento delle truppe, discorso di Lincoln)
San Bernardino National Forest, California - USA (altopiani, boscaglie)
Forest Lawn a Burbank, California - USA (querceti)
Ojai, California - USA (incendio di Atlanta)
Whittier, California - USA (scene del Ku Klux Klan)
Fine Arts Studios, Hollywood - USA (rarissime scene in interni)
Riconoscimenti artistici:
Natiional Film Preservation Board - USA
1992 - Restaurazione e conservazione della pellicola
Trama:
Il film si divide in due parti:
1) La prima parte ci mostra la vita di due famiglie in un periodo di poco precedente alla Guerra Civile: i nordisti Stoneman e i sudisti Cameron. Austin Stoneman è un importante politico del Nord, abolizionista e noto per le sue idee radicali. La sua figura è ispirata a quella di Thaddeus Stevens, con cui ha diversi punti in comune, ma anche significative differenze. Austin ha un'amante mulatta, proprio come Stevens. Tuttavia mentre Stevens non ha avuto discendenti legittimi, Austin ha due figli, Phil e Tod, e una figlia, Elsie. I figli maschi del politico unionista sono amici dei sudisti Cameron e li vanno a trovare nella loro tenuta a Piedmont, South Carolina. Durante l'idilliaca vacanza, Phil, il primogenito Stoneman, si innamora di Margaret Cameron e la corteggia con insistenza. Nel frattempo, Ben Cameron guarda un ritratto di Elsie Stoneman e pur senza averla mai vista di persona ne rimane incantato. Il punto di non ritorno è l'inizio delle ostilità, che cambierà in modo irrimediabile le esistenze dei protagonisti. Le nuvole temporalesche della guerra si addensano sulle due famiglie, che si ritrovano su fronti opposti. Il più giovane degli Stoneman e due fratelli Cameron cadono in battaglia. Ben Cameron, soprannominato "The Little Colonel", combatte con grande ardimento e resiste fino all'ultimo al nemico, ma viene fatto prigioniero e deportato nel Nord. Il suo eroismo gli vale una condanna a morte come ribelle. La madre giunge nel luogo in cui Ben è tenuto prigioniero e supplica con successo il Presidente Abramo Lincoln di graziarlo, riuscendo così a salvargli la vita in extremis. Lincoln si dimostra amico del Sud sconfitto e rifiuta di compiere rappresaglie, operando per una pacifica ricostruzione. Così facendo, desta le ire del radicale Stoneman, il cui motto è "schiacciare il Sud bianco sotto il tallone del Sud nero". Siccome il Presidente non vuole cedere, viene ucciso da un sicario, che si sospetta sia stato assoldato dallo stesso Stoneman. Per il Sud è l'inizio di un incubo.
2) La seconda parte si svolge nell'immediato dopoguerra, in quella che è nota come Era della Ricostruzione. Il Sud è sprofondato nell'anarchia e devastato dagli ex-schiavi, che minacciano la stessa esistenza dei loro antichi padroni, ormai ridotti a insignificante minoranza angariata dal governo unionista. Austin Stoneman ha infatti inviato il suo protetto, il mulatto Silas Lynch, a governare con pugno di ferro i territori della distrutta Confederazione. Dopo drammi di orrore e accadimenti mortificanti, Ben Cameron inizia la riscossa del suo Paese, inventando una confraternita segreta chiamata Ku Klux Klan, che cercherà di capovolgere le sorti della guerra e di ottenere vendetta per i torti inflitti dagli occupanti e dagli ex-schiavi insorti. La tensione culmina quando il rinnegato Gus, un colossale mandingo, fanatizzato dalle dottrine di Stoneman, insidia Flora, la sorella minore di Ben Cameron. Preso dalla passione per la giovane, non riesce a tenere a freno la sua natura puramente genitale e vuole accoppiarsi. Così si avventa su di lei, inseguendola. La ragazza inorridita, non trovando alcuna via di fuga e non volendo sottostare alla lascivia del gigante, si butta in un burrone, schiantandosi contro le rocce. Il fratello la trova moribonda, col sangue che le cola dalla bocca. Poco dopo, la giovane vittima spira tra le braccia dell'uomo. Distrutto dal dolore e bramoso di vendetta, Cameron riunisce il Klan, riuscendo infine a catturare Gus, a sottoporlo a giudizio e a impiccarlo. Dopo una strenua battaglia in cui i reduci della Confederazione combatteranno assieme ai soldati del'Unione contro le orde, il finale segnerà l'apoteosi del Klan, descritto come l'artefice del miracoloso ritorno della pace. La nascita della Nazione Americana sarà sancita da un ballo di trionfo i cui protagonisti sono assorbiti nella luce di una figura di Cristo di netto sapore wagneriano.
Recensione:
Una cosa è chiara. Questa pellicola non può essere giudicata con il metro del XXI secolo. La sua narrazione dista mille anni luce da quanto insegnato nelle scuole della nostra epoca. Mostra infatti la Storia vista con gli occhi dei perdenti, non con quelli dei vincitori. Il punto è che i perdenti alterano i fatti in modo molto diverso da come li alterano i vincitori, e questa impronta è riconoscibile a colpo d'occhio. Proprio l'idealismo di cui l'opera di Griffith è pervasa porta a processi di distorsione e a falsi storici che è nostro dovere sviscerare, dato che hanno prodotto conseguenze concrete e destinate a durare nei decenni. The Birth of a Nation è un film controverso e va preso per quello che è, come un importante documento antropologico, ma senza nascondere che si è rivelato tutt'altro che innocuo.
Un falso storico:
le origini degli Stati Uniti
le origini degli Stati Uniti
Nella prima parte si fa riferimento al potere sovrano ceduto da Lord Cornwallis ai singoli stati delle Colonie nel 1781, dando ad ognuno di essi il diritto di governarsi secondo le proprie leggi. Questo potere sarebbe stato minacciato e attaccato dalla nuova amministrazione ai tempi di Lincoln. In pratica, secondo il film non sarebbero mai esistiti gli Stati Uniti d'America prima della Guerra Civile. Sarebbe invece sussistito un insieme di stati indipendenti, legati tra loro da vincoli assai labili e coalizzati in due schieramenti soltanto per via del contrasto che ha opposto gli abolizionisti del Nord agli schiavisti del Sud. Secondo Griffith, il termine "secessione" non avrebbe quindi mai avuto alcun senso: Unione e Confederazione sarebbero state due entità politiche sorte all'improvviso per reazione e non ci sarebbe mai stata la separazione di alcuni stati da un precedente corpo nazionale coerente. Una visione delle cose che è senza dubbio alterata, al punto di poter essere etichettata come revisionista.
Un falso storico:
le origini del Ku Klux Klan
le origini del Ku Klux Klan
L'originale Ku Klux Klan fu fondato il 24 dicembre 1865 a Pulaski, in Tennessee, ad opera del generale Nathan Bedford Forrest. Quello che al giorno d'oggi le genti ignorano è che la setta nacque come creatura ed emanazione della Massoneria e del Partito Democratico, accanito sostenitore dello schiavismo. Nel film, Ben Cameron vaga in preda alla depressione, quando all'improvviso ha un'intuizione geniale. Vede infatti alcuni bambini bianchi terrorizzare dei loro coetanei neri travestendosi da fantasmi con dei lenzuoli. Sapendo della superstizione diffusissima tra i neri, ecco che il reduce pensa subito di fondare una società segreta i cui adepti si mascherino da spettri. In realtà, sappiamo che la storia del generale Forrest è assai diversa. A Memphis, egli incontrò un reduce che era stato suo commilitone, l'ex brigadiere generale George Washington Gordon. Costui era affiliato alla società segreta dei Figli di Malta, di chiara matrice paramassonica, e aveva fondato una nuova conventicola allo scopo di organizzare la resistenza agli occupanti nordisti, di terrorizzare i neri liberati e di opporsi al Partito Repubblicano. Si dice che Forrest, folgorato da tanta inventiva, la ritenesse "una fottuta buona idea". Fu proprio così che nacque il Klan, molto diverso da quello che conosciamo. Forrest fu il primo Grande Mago (Grand Wizard) della confraternita dedita alla violenza politica per espellere gli unionisti e i loro alleati dal Sud. Il nome Ku Klux è un'alterazione stravagante del greco kyklos "cerchio", mentre Klan (in origine scritto Clan) fa riferimento ai Clan scozzesi, molto popolari per via della diffusione dei romanzi di Sir Walter Scott. Nella trama del film di Griffith non si riesce a capire da dove possa aver tratto ispirazione Ben Cameron per dare un nome alla setta da lui creata: sembra che il nome si giunto senza un perché né un'etimologia nella mente del Piccolo Colonnello per scienza infusa.
Un falso storico:
il ruolo unificante del Ku Klux Klan
il ruolo unificante del Ku Klux Klan
Secondo le tesi di Griffith e - non dimentichiamolo - di Thomas F. Dixon Jr. - il Ku Klux Klan sarebbe stato non soltanto il salvatore del Sud, ma anche il vero artefice dell'unità nazionale e addirittura il fondatore degli Stati Uniti d'America. Ora, tutto questo è difficilmente credibile, dal momento che la congrega degli Incappucciati, che durò poco più di dieci anni dalla sua fondazione, fu trattata come un'organizzazione terroristica, combattuta con determinazione irriducibile dal generale Ulysses Grant e infine annientata. Quello che va detto è che il KKK radunava ogni sorta di malfattori, di sadici e di psicopatici, che si abbandonavano a innumerevoli eccessi e atrocità. In una dozzina di volumi superstiti, scritti in modo fitto, ci sono numerose testimonianze di queste azioni cruente. Lo stesso fondatore della confraternita, il generale Forrest, nel 1869 decise di scioglierla, dopo pochi anni dalla sua fondazione - essendosi a suo dire allontanata dagli scopi patriottici per cui era stata creata. La realtà è che a causa della sua natura incontrollabile, il Klan non era più spendibile politicamente nemmeno per i democratici. Dal canto loro, i Klansmen non si curarono dello scoglimento e continuarono nelle loro attività violente fino a che non incontrarono la loro nemesi. Imprigionati, coperti da centinaia di capi di gravi accusa e puniti con multe salatissime, non poterono impedire la disintegrazione della loro setta, a cui fu spezzata la schiena. Questa è la realtà dei fatti storicamente documentabile.
Griffith e la popolazione afroamericana
Quando il film fu girato, erano in vigore le leggi di segregazione di Jim Crow. Per questo motivo la maggior parte degli attori che interpretavano ruoli di neri erano in realtà bianchi truccati, il più delle volte in modo irrealistico e grottesco. Il regista ci mostra la liberazione degli schiavi come il prevalere del Caos, fomentato dalle dottrine radicali di Stoneman, che consistevano non soltanto nell'attribuire a tutti gli esseri umani uguale dignità (cosa già di per sé scandalosa per l'epoca), ma anche e soprattutto nel sovvertire, nell'incoraggiare il crimine, nell'istigare i peggiori malfattori a infierire su un popolo sconfitto, nel propugnare le unioni miste consumate attraverso lo stupro. Così vediamo sciamare a orde questi terribili energumeni, come colossali mostri dotati di encefali primitivi, interamente dominati da passioni violente e incoercibili, incapaci di qualsiasi forma di vivere civile. La loro importazione in America dall'Africa è descritta all'inizio del film come elemento di divisione ed è condannata senza se e senza ma per via delle disgrazie che ha provocato nel corso dei secoli. In altre parole la schiavitù è il peccato originale dell'America, non tanto per la sua disumanità, quanto per il suo potere disgregante, sola causa della Guerra Civile e di tutto il sangue che è stato sparso. Dal momento che il regista era figlio di un reduce della Guerra Civile, possiamo immaginare che abbia tratto ispirazione da racconti terribili uditi durante l'infanzia. Il marasma e il disastro che colpirono il Sud furono reali: il conflitto fu durissimo e il carico di tensioni sociali spaventoso. Interessantissima è la scena della prima riunione postbellica della Camera dei Rappresentanti nella Carolina del Sud nel 1871: gli ex-schiavi, in netta maggioranza nell'assemblea, si abbandonano agli eccessi. Schiamazzano, mangiano, si ubriacano. Il presidente insorge soltanto quando alcuni di loro si tolgono le scarpe ed espongono i piedi olezzanti. D'altro canto, Griffith descrive anche alcuni schiavi fedeli, che rimangono devoti ai loro padroni anche quando la ribellione infuria intorno a loro. Si tratta di un uomo e una donna, per l'esattezza una mammy, che ricevono l'epiteto di "anime fedeli" (faithful souls). Nelle furiose polemiche che impazzano nel Web, molti urlano allo stereotipo razzista - come così facendo i crimini si possano mutare in azioni giuste. Quest'arma politica non può in alcun modo nascondere quella che reputo un'infamia assoluta e un'aberrazione demoniaca: quando il film fu mostrato a un pubblico di sole persone di colore a Washington D.C., i presenti acclamarono e gioirono quando Flora Cameron si gettò nel baratro per sfuggire a Gus!
Black English
Il film è muto, ma nonostante questo è di grande utilità per l'analisi linguistica. Riporta alcune frasi della parlata degli afroamericani, spesso usando un'ortografia bizzarra nel tentativo di descriverne i suoni.
"Yo' northern low down black trash, don't try no airs on me."
"Dem free-niggers f'um de N'of am sho crazy."
"Ef I doan' get 'nuf franchise to fill mah bucket, I doan' want it nohow."
"Wait, missie, I won't hurt yeh."
Cosa dobbiamo dedurre? Semplice. Il neoamericano che tante volte ho stigmatizzato, compreso l'ermetico idioma neotexano, è stato profondamente infuenzato dai dialetti del Black English che nel secondo dopoguerra hanno esteso alcune loro peculiarità fonetiche al resto della popolazione, fino a generalizzarle - con buona pace di chi crede alla baggianata dell'American Standard fatto risalire addirittura a Shakespeare. Eppure, nonostante questo importante cambiamento linguistico che ha plasmato i dialetti degli americani bianchi, gli afroamericani spesso parlano in un modo che risulta totalmente incomprensibile al resto della popolazione. Dobbiamo dedurne che i processi evolutivi del Black English sono andati avanti per conto proprio, fino a produrre nel giro di pochi decenni nuove varietà dalla fonetica alquanto evolutiva e consunta.
"Yo' northern low down black trash, don't try no airs on me."
"Dem free-niggers f'um de N'of am sho crazy."
"Ef I doan' get 'nuf franchise to fill mah bucket, I doan' want it nohow."
"Wait, missie, I won't hurt yeh."
Cosa dobbiamo dedurre? Semplice. Il neoamericano che tante volte ho stigmatizzato, compreso l'ermetico idioma neotexano, è stato profondamente infuenzato dai dialetti del Black English che nel secondo dopoguerra hanno esteso alcune loro peculiarità fonetiche al resto della popolazione, fino a generalizzarle - con buona pace di chi crede alla baggianata dell'American Standard fatto risalire addirittura a Shakespeare. Eppure, nonostante questo importante cambiamento linguistico che ha plasmato i dialetti degli americani bianchi, gli afroamericani spesso parlano in un modo che risulta totalmente incomprensibile al resto della popolazione. Dobbiamo dedurne che i processi evolutivi del Black English sono andati avanti per conto proprio, fino a produrre nel giro di pochi decenni nuove varietà dalla fonetica alquanto evolutiva e consunta.
Ariosofia, razzismo e politica
In questo film si ha quella che potrebbe essere la prima attestazione della parola Aryan "ariano" nella storia del cimena. Si deve notare che il film uscì nel febbraio del 1915. La Grande Guerra era scoppiata nel 28 luglio del 1914. Hitler era stato sorpreso dalla notizia mentre era a Monaco di Baviera ed era corso subito ad arruolarsi. Il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi (NSDAP) non esisteva ancora. Il sistema scolastico in Italia e altrove ha fatto sì che l'ideologia razzista fondata sulla superiorità della razza ariana sia identificata biunivocamente con la politica di Adolf Hitler. In realtà esisteva già prima. Quando ancora il giovane austriaco di Braunau am Inn era un soldato in trincea e il suo avvenire gli appariva tutto fuorché chiaro, l'uso del termine Aryan aveva già una lunga tradizione non soltanto in Europa, ma anche nella stessa America. Proprio Griffith ci offre testimonianza di questo fatto. Se a qualcuno venisse in mente di definire "nazifascista" la setta descritta nel film, oppure il contesto che diede origine al film stesso, violerebbe l'ordine causale degli eventi e la sua proposizione non sarebbe storicamente accurata. Il Nazionalsocialismo tedesco e il Fascismo italiano hanno tuttavia influenzato il Klan in seguito, dopo la sua rifondazione e diffusione (vedi nel seguito).
Linguaggio esoterico
Per passare ad argomenti meno spinosi, merita una menzione una frase molto poetica e commovente che accompagna la morte di Flora Cameron: "For her who had learned the stern lesson of honor, we should not grieve that she found sweeter the opal gates of death". I Cancelli di Opale della Morte hanno un'origine esoterica, ne sono certo, anche se non è facile individuarla. Secondo alcuni la locuzione potrebbe risalire alla setta di Swedenborg, ma non ho potuto trovarne la prova. Google non è di alcun aiuto: si trovano soltanto furiosi dibattiti ideologici e buonisti, che al colmo dell'assurdità vedono nell'opale un offensivo riferimento al colore della pelle degli africani - che come tutti sanno è opalescente. Posso menzionare il fatto che l'opale era ritenuta fino a non troppo tempo fa una pietra funesta in grado di attrarre la malasorte.
Allusioni sessuali maliziose?
Nella seconda parte del film, Ben Cameron dona una colomba come pegno d'amore alla sua adorata Elsie, che l'accoglie con gioia. A questo punto i due innamorati, tengono la colomba tra le mani e la baciano ritualmente. Tornata nella sua stanza, la ragazza continua a coprire di baci il volatile con grande sensualità, quindi dedica le sue attenzioni a un pomolo del letto, accarezzandolo e posandovi le labbra, quasi fosse un gigantesco simulacro fallico. Difficile non ravvisare in queste cose un significato sessuale abbastanza palese e per l'epoca sicuramente ardito. Come interpretare tutto questo? Una possibile spiegazione è che in realtà Griffith non intendesse insinuare nessun contenuto anche solo lontanamente erotico e che lo stesso pubblico dell'epoca non riscontrasse traccia alcuna di allusioni ai genitali: agli inizi del XX secolo il piacere sessuale era ritenuto vergognoso oltre ogni dire. Saremmo dunque noi contemporanei, che abbiamo visto tonnellate e tonnellate di immagini e di filmati di pompini, a scorgere l'erotismo in ogni dettaglio. Siamo dunque colpevoli di anacronismo?
Conseguenze del film:
la nascita del secondo Ku Klux Klan
la nascita del secondo Ku Klux Klan
William Joseph Simmons creò il secondo Ku Klux Klan traendo ispirazione proprio dal film di Griffith, nel 1915, più di trent'anni dopo che il primo Klan non esisteva più. Quindi si può dire che la causa prima dell'esistenza del secondo Klan sia proprio Griffith con la sua opera, il cui soggetto era stato preso da Thomas F. Dixon Jr.: senza il film e le sue fonti l'argomento non sarebbe nemmeno esistito e oggi il KKK sarebbe misconosciuto, niente più di una piccola nota a piè di pagina su qualche vetusto manuale accademico. Griffith non operò soltanto la riesumazione di una confraternita paramassonica ormai praticamente estinta: fece sì che si compisse il trasferimento del nome KKK a una confraternita paramassonica fondata ex nihilo e introdotta nel tumulto della Storia. Quello che mi preme evidenziare è la frattura tra i due Klan, pur essendo entrambi le sette caratterizzate da un'estrema violenza. Non esiste alcuna concreta linea di continuità tra il Klan di Forrest e il Klan di Simmons. In altre parole, si può dire che il secondo Klan annoveri il primo Klan tra le proprie origini leggendarie. Il secondo Klan si fonda in massima parte su materiale letterario e cinematografico, ossia su invenzioni. Non a caso, non destò alcun entusiasmo tra i pochissimi superstiti del primo Klan. Questo nonostante Simmons cercasse con ogni mezzo di enfatizzare la continuità, arrivando a iniziare Nathan Bedfrod Forrest II, nipote dell'omonimo generale confederato.
Cappucci e Croci di Fuoco
Nel film di Griffith i Klansmen sono raffigurati nel film con abiti molto simili a quelli a tutti ben noti. Alcuni hanno un'esile e lunghissima punta sul capo, mentre altri hanno il tipico cappuccio che tutti conosciamo. Pochi sanno che questi cappucci sono stati copiati dalle confraternite penitenziali cattoliche del Messico, che tuttora trovano corrispondenza nell'Italia Meridionale. Questo elemento è stato preso a prestito dalla religione cattolica nelle sue manifestazioni più tradizionaliste, a dispetto del fierissimo antipapismo del Klan. Questa creazione è interamente opera di Dixon e di Griffith: non ha alcuna rispondenza con i costumi del primo Klan, quello fondato a Pulaski. Allo stesso modo, il film è anche la fonte che ispirò a Simmons la famigerata Croce di Fuoco (Fiery Cross), che era sconosciuta al Klan di Forrest. Nelle intenzioni di Griffith, si trattava di un segno di convocazione. In origine la Croce di Fuoco era un segno di comunicazione tra Clan della Scozia. Il suo nome gaelico è Crann Tara (anche Crann-tara, Cranntara, Croistara) ed è descritta da Sir Walter Scott nei suoi romanzi e nelle sue poesie. Le parole del rito di iniziazione al Klan che compiaiono nel film sono le seguenti: "Here I raise the ancient symbol of an unconquered race of men, the fiery cross of old Scotland's hills........ I quench its flames in the sweetest blood that ever stained the sands of Time!". Penso che sia molto interessante notare che la Fiery Cross si è evoluta nel Klan di Simmons sia nelle forme che nei significati, nel giro di pochi anni, divenendo gigantesca ed essendo usata come mezzo di intimidazione.
Innovazioni tecniche importanti
Per quanto problematico possa essere questo film per l'attuale spettatore, è in ogni caso una pietra miliare nella storia del cinema, al punto che senza di esso il modo di fare film si sarebbe evoluto molto diversamente. Fu introdotto per la prima volta il montaggio analitico, che faceva uso di tre tipi di raccordo delle inquadrature: il raccordo sull'asse, il raccordo di sguardo e il raccordo di movimento. Fu introdotto anche il montaggio alternato, oltre alla tecnica del primo piano, che oggi ci appare scontata. Si segnala l'influenza dell'industria cinematografica italiana, che all'epoca era all'avanguardia e produceva opere molto interessanti. A quanto pare, prima di The Birth of a Nation, i film americani erano soltanto insiemi di sequenze di inquadrature fisse montate secondo un ordine spesso confuso.
Altre recensioni:
Segnalo queste interessanti recensioni:
Una citazione da incorniciare, tratta dal sito Treccani.it:
"In termini culturali, Griffith è un uomo del diciannovesimo secolo; se il suo modello di riferimento estetico è il melodramma teatrale, quello filosofico è un utopismo millenarista segnato da una risoluta negazione della Storia, anche quando essa è presa a modello di verità eterne. La sua concezione del mondo rifiuta i concetti di progresso e di dinamica sociale, e oppone ad essi una realtà tragica e immutabile, la cui unica speranza di redenzione è legata alla supremazia del cuore e del vincolo di sangue sulle forze del caos. Non deve sorprendere che Griffith si dimostri sorpreso e ferito dalle accuse di razzismo in The Birth of a Nation, né serve indignarsi per la sua idealizzazione della figura muliebre in un giardino dell'Eden che non ha ancora conosciuto il peccato: l'identità razziale e la separazione fra i sessi sono per lui inevitabili dati di natura, comunque meno importanti della diuturna lotta contro un ordine sociale repressivo e dell'amore come unica risposta possibile alla crudeltà della condizione umana."