Titolo originale: Rabid
Paese di produzione: Canada
Anno: 1977
Durata: 90 minuti
Genere: Orrore
Regia: David Cronenberg
Soggetto: David Cronenberg
Sceneggiatura: David Cronenberg
Produttore: John Dunning
Fotografia: René Verzier
Montaggio: Jean LaFleur
Interpreti e personaggi
Marilyn Chambers: Rose
Frank Moore: Hart
Joe Silver: Murray Cypher
Howard Rysphan: Dr. Dan Keloid
Patricia Cage: Dr. Roxanne Keloid
Susan Roman: Mindy Kent
Roger Periard: Lloyd Walsh
Lynne Deragon: Infermiera Louise
Terry Schonblum: Judy Glasberg
Victor Désy: Claude LaPointe
Julie Anna: Infermiera Rita
Gary McKeehan: Smooth Eddy
Terence G. Ross: Il fattore
Allan Moyle: Giovane uomo nella loggia
Paese di produzione: Canada
Anno: 1977
Durata: 90 minuti
Genere: Orrore
Regia: David Cronenberg
Soggetto: David Cronenberg
Sceneggiatura: David Cronenberg
Produttore: John Dunning
Fotografia: René Verzier
Montaggio: Jean LaFleur
Interpreti e personaggi
Marilyn Chambers: Rose
Frank Moore: Hart
Joe Silver: Murray Cypher
Howard Rysphan: Dr. Dan Keloid
Patricia Cage: Dr. Roxanne Keloid
Susan Roman: Mindy Kent
Roger Periard: Lloyd Walsh
Lynne Deragon: Infermiera Louise
Terry Schonblum: Judy Glasberg
Victor Désy: Claude LaPointe
Julie Anna: Infermiera Rita
Gary McKeehan: Smooth Eddy
Terence G. Ross: Il fattore
Allan Moyle: Giovane uomo nella loggia
Trama:
Rose è una motociclista che ha un grave incidente mentre viaggia col suo ragazzo, Hart. I due giovani vengono portati d'urgenza alla clinica del Dottor Keloid (nomen omen derivato da cheloide, ossia cicatrice indurita), che si trova nei pressi del lugo dello schianto. Questo Keloid è un chirurgo estetico che conduce studi poco ortodossi sul trapianto di cute prelevata dai morti. La sua ossessione sono i batteri che pullulano sulla pelle. Il realtà la pelle non è il luogo più carico di germi, come crede Keloid, che pare dimenticarsi dell'intestino e di quella pasta batterica marrone chiamata merda. Siccome la bellissima Rose è in pericolo di vita e rischia di rimanere sfigurata, il Dottor Keloid decide di effettuare su di lei un rischiosissimo trapianto di cute prelevata da alcuni cadaveri e conservata. Così facendo, la parte inferiore del corpo di Rose riceve una pelle nuova. Il trapianto sembra riuscito, eppure la paziente non riprende i sensi. Quando si sveglia, qualcosa in lei è mutato in modo irreversibile. Il suo corpo è splendido come prima dell'incidente, perfetto in ogni dettaglio... tranne che per un particolare: sotto un'ascella le è spuntato un ano preternaturale, dalla corona infiammata, da cui fa capolino uno stronzo rosso come il sangue e armato di un terribile aculeo. Sconvolta dalla sete di sangue, Rose si alza dal letto e si allontana nella notte per predare. È l'inizio di un incubo atroce che dilaga come una pestilenza, dato che ogni persona morsicata dalla donna si trasforma in uno zombie-vampiro. Presto la contrada si riempi di cadaveri deambulanti dal volto sporco di sangue e la situazione sfugge al controllo delle autorità. Rose, che oltre a essere il "paziente zero" è una portatrice sana, si reca a Montreal da sua sorella, innescando la catena di eventi che porterà il genere umano alla rovina.
Recensione:
Questo film, uscito due anni dopo Shivers - Il demone sotto la pelle, ne ricalca molto la struttura e presenta ambientazioni simili. Utilizza anche alcuni attori, al punto che sembra quasi che tra le due narrazioni esista una continuità sostanziale. Troviamo ad esempio Murray Cypher, lo pseudo-Asimov interpretato da Joe Silver, che in Shivers veniva aggredito da uno stronzo semovente, corroso dall'acido e infine ucciso a sprangate. Anche qui lo stesso personaggio fa una fine orribile e in qualche misura assimilabile: entrato nel proprio appartamento, viene aggredito e ucciso in modo atroce dalla moglie mutata in zombie-vampiro, subito dopo aver scoperto che il suo figlio piccolo era stato dilaniato. Sembra il medesimo geroglifico d'orrore nei due film: lo scienziato che nel cuore della notte fa il suo ingresso in una casa e trova la sua orrenda nemesi. Lo stronzo paonazzo che emerge dall'orifizio formatosi sotto un'ascella di Rose-Marilyn Chambers è talmente simile agli stronzi di Shivers da apparire formato usando lo stesso materiale scenico, a cui è giusto stato applicato un aculeo.
La pornodiva di Providence
Magistrale l'interpretazione di Marilyn Chambers (1952-2009), che - non dimentichiamolo - era una pornodiva originaria in quella stessa Providence che diede i natali all'immortale H.P. Lovecraft. L'attrice raggiunse la fama nel 1970 con il film hard Behind the Green Door (Dietro la porta verde), dei fratelli Mitchell, che fu il primo porno ad essere distribuito regolarmente negli Stati Uniti. Quello fu anche il primo film in assoluto a mostrare una scena di sesso interrazziale tra la stessa Chambers e il pugile mandingo Johnny Keyes - cosa che recò immenso scandalo nella stessa industria del cinema hard, che evidentemente applicava le leggi di Jim Crow. Negli USA è assai raro che una pornodiva possa ricoprire ruoli di qualche importanza nel cinema non hard. Questo è accaduto alla Chambers, che in Rabid ha ottenuto il ruolo di protagonista. Il produttore Ivan Reitmann, probabilmente in stato di bizzarria, ha deciso che il film avrebbe avuto un grande successo all'estero se fosse stato interpretato da una famosa pornodiva. Sappiamo a posteriori che la sua trovata si è dimostrata vincente, così in genere viene definita "astuta". Cronenberg non conosceva la Chambers e aveva scelto come protagonista Sissy Spacek, che fu tuttavia scartata dai dirigenti dello studi per via del suo accento, giudicato inidoneo. Probabilmente si trattò di un singolare contrattempo, visto che la Spacek ebbe però successo interpretando Carrie - Lo sguardo di Satana, proprio nello stesso periodo in cui Rabid veniva prodotto. In ogni caso il regista fu impressionato dall'impegno e dalle doti drammatiche dell'attrice hard e fu presto entusiasta della sua recitazione. È stato un vero peccato che dopo Rabid la ragazza di Providence sia tornata a interpretare pellicole pornografiche, a partire da Insaziabile (Insatiable), del 1980, uscendo così dal genere cosiddetto "mainstream": avrebbe potuto dare altri contributi interessanti al cinema horror e drammatico.
Eros e Thanatos
Come già nel suo film gemello Shivers, in Rabid emerge il tema profetico del contagio dell'AIDS. Mentre Shivers trattava l'associazione tra il sesso e le feci, qui si approfondisce l'associazione tra il sesso e il sangue: sono due aspetti complementari dello stesso connubio tra Eros e Thanatos. Il tema della contaminazione venerea si intreccia in modo indissolubile con quello dell'alterazione del corpo, che si esprime nella comparsa di un nuovo ano sotto un'ascella della protagonista (non somiglia affatto a una piccola vagina, come alcuni sostengono). Il pungiglione di Thanatos che emerge da questa apertura è un simbolo della predazione insita in ogni attività sessuale. Siamo lontani anni luce dall'idea melensa che le masse hanno del connubio tra i sessi come espressione di un sentimento idilliaco: qui si mette a nudo la vera natura della copula, uno scontro tra forze ferali che plasmano l'Inferno chiamato "vita", questa mostruosa anomalia cosmica, questo sfregio pestilenziale inferto alla quiete della Non Esistenza. Eccola la Verità: il sesso è merda, è conflitto, è terrore. Per alcuni, Cronenberg ci vuole parlare dell'impossibilità di accedere all'amore sessuale. "L'atto amoroso, impossibile altrimenti, è sublimato nell'atto di succhiare il sangue alle malcapitate vittime, maschi o femmine che siano." (Fonte: Wikipedia, 10/2017). A me pare piuttosto che l'atto amoroso sia descritto servendosi della metafora vampirica perché è un'aberrazione che contiene in sé il seme della Mors Ontologica.
Origini del vampirismo
Gli zombie assetati di sangue che vediamo in Rabid non presentano nessun elemento soprannaturale. Sono semplicemente le vittime di un morbo, il cui corpo agisce spinto dai comandi del patogeno che li ha infettati. Non si ha alcuna intrusione nel vasto reame della demonologia. Pur assimilando entrambi sangue umano per sopravvivere, i contagiati descritti da Cronenberg e il Nosferatu di Murnau sono tassonomicamente del tutto diversi. Si nota la profonda influenza del film La notte dei morti viventi (Night of the Living Dead), di George A. Romero (1968). Com'è a tutti chiaro, i morti viventi non hanno alcuna necessità di riuscire affascinanti. "Generalmente, la figura del vampiro tradizionalmente mostrata al cinema, aveva come tratto distintivo (eccetto rari casi) la componente seduttiva. In questo film invece la soddisfazione sessuale, e di conseguenza anche l'amore, sono resi impossibili dalla condizione stessa dell'essere vampiro." (Fonte: Wikipedia 10/2017). In una luttuosa epoca come quella in cui viviamo, afflitta dalla melensaggine di infiniti vampiri innamorati, sarebbe proprio il caso di ritornare all'esempio di Rabid e di mostrare personaggi disumanizzati, ridotti a cadaveri deambulanti che brancolano alla ricerca di sangue per placare la loro bramosia.
Batteri e virus
Il contagio che trasforma in zombie-vampiri è attribuito dai medici e dalle autorità a una variante della rabbia, pur presentando una sintomatologia molto differente. La rabbia è una malattia virale tipica dell'essere umano e di numerosi animali a sangue caldo. Può essere trasmessa da cani, lupi, volpi e persino procioni. Causa un'infiammazione acuta del cervello e se conclamata porta quasi ineluttabilmente alla morte. Tuttavia nel film, la causa della pandemia di vampirismo zombificante sembra essere piuttosto un batterio. Ci viene mostrato un campione della cute impiantata a Rose analizzato al microscopio e pullulante di batteri simili alla spirocheta della sifilide (Treponema pallidum). Sembra che il regista non avesse ben chiara la differenza tra virus e batteri, che appartengono a rami molto distanti dell'Albero della Vita.
Exitus
Il terrificante epilogo, che è la gioia per ogni estinzionista come me, segna la Fine dell'Umanità. Vediamo che la pandemia di vampirismo zombificante si è sparsa su tutto il pianeta e che i pochissimi superstiti non colpiti dal morbo lottano duramente per sopravvivere. Rose, il cui stato privilegiato di portatrice sana è venuto meno in seguito al morso di un malato, giace in mezzo all'immondizia in un vicolo, lo sguardo pietrificato. Non si capisce bene se il suo corpo sia senza vita o se invece sia semplicemente colpito da paralisi. Arriva il camion con gli addetti allo smaltimento, paludati in pesanti tute anticontaminazione, con maschere in grado di evitare il benché minimo contatto col materiale infetto. Afferrano l'immobile corpo di Rose e lo gettano senza tanti complimenti nella macchina che tritura i rifiuti.