mercoledì 29 agosto 2018


FRANKENHOOKER

Titolo originale: Frankenhooker
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: USA
Anno: 1990
Durata: 85 min
Genere: Commedia, orrore, fantascienza  
   Sottogenere: Black comedy, necrofilia 
Regia: Frank Henenlotter
Sceneggiatura: Robert "Bob" Martin, Frank
   Henenlotter
Produttore: James Glickenhaus
Formato: 1,66:1 - Dolby - 35 mm
Fotografia: Robert M. Baldwin
Montaggio: Kevin Tent
Effetti speciali: Matt Vogel
Musiche: Joe Renzetti
Trucco: Dan Frye
Interpreti e personaggi   
    James Lorinz: Jeffrey Franken
    Patty Mullen: Elizabeth Shelley
    Louise Lasser: La madre di Jeffrey
    Helmar Augustus Cooper: Detective Anderson
    Joanne Ritchie: Mrs. Shelley
    Joseph Gonzalez: Zorro il Pappone
    Carissia Channing: Dolores
    Heather Hunter: Chartreuse
    Charlotte Helmkamp: Honey
    Lia Chang: Crystal
    Kimberly Tayloro: Amber
    Susan Napoli: Anise
    Ari M. Roussimoff: Cliente di Zorro
    John Zacharie: Presentatore meteo grottesco
Budget: 2,5 milioni di dollari USA
Titoli alternativi/traduzioni:
   Spagna: Frankenputa - Vicios diabólicos 
   Russia: Франкеншлюха (Frankenšljuka) 


Trama:

Jeffrey Franken è un medico che per hobby fa lo scienziato pazzo e nei ritagli di tempo coltiva allegramente in vitro un cervello rosso dotato di un grande occhio centrale come Polifemo. La sua vita è tutto sommato abbastanza felice: ama la sua prosperosa fidanzata Elizabeth Shelley e conta di sposarla presto. Purtroppo durante una festa di compleanno accade qualcosa di spaventoso. L'appariscente Elizabeth sta mostrando il regalo al futuro suocero. Si tratta di una grossa falcatrice, uno di quegli aggeggi infernali che tanto piacciono agli americani. Non appena la ragazza aziona la macchina, questa avanza e la fa a pezzi, facendo piovere sugli invitati sangue e pezzi di carne. Jeffrey è annichilito e si chiude in se stesso. Ha raccolto i resti della sua amata e li conserva in una grande vasca piena di un fluido rosa. In particolare nutre una vera e propria adorazione per la testa mozzata. Di notte la toglie dal liquido conservante, la bacia sulle labbra e le parla, poi la porta a tavola assieme ad altre membra tranciate e le fa bere del vino. Ovviamente il nettare passa attraverso l'esofago reciso e si spande sulla tovaglia. Quando l'uomo si mette a mangiare, vicino a lui c'è un piede della ragazza in bella mostra. La scena è un capolavoro della necrofilia fantascientifica moderna. A un certo punto a Jeffrey viene un'idea folgorante. Pensa di costruire un corpo femminile perfetto su cui innestare la testa di Elizabeth, assemblandolo a partire dalle membra di diverse prostitute, che naturalmente devono sacrificare la propria vita per fornire la materia prima. Animato da questo mostruoso proposito, l'emulo del dottor Victor Frankenstein si immerge negli angiporti della vicina città alla ricerca di quanto gli occorre per riportare in vita la sua defunta Venere. Le cose non andranno precisamente secondo i suoi piani...

Recensione:

Film di un trash assoluto, cosa non sorprendente per un regista come Frankenlotter - ehm, pardon - Henenlotter, già autore dell'inguardabile Brain Damage (1988), di cui avremo modo di occuparci in un'altra occasione. Non possiamo aspettarci una perfetta aderenza alle leggi fisiche che governano l'Universo, così vediamo il giovane Jeffrey Franken rilassarsi infilandosi ripetutamente un trapano nel cranio senza che dal foro d'entrata esca una sola goccia di sangue. Cosa pericolosa, vista la natura emulativa dell'Homo americanus, senza dubbio tra le più stupide varietà di primati glabri comparsi su questo pianeta infernale. Il punto è che non esiste nemmeno la ricerca di una vaghissima verosimiglianza nella narrazione, tanto che è tutto un susseguirsi di situazioni che definire assurde è ancora poco, più grottesche che comiche. Quando le prostitute attirate dal giovane scienziato pazzo trovano un grande sacchetto pieno di cristalli di un crack speciale, subito cominciano a sgranocchiare e a fumare la droga, finendo col surriscaldarsi in modo insostenibile e con l'esplodere come se fossero pupazzetti di cartapesta. I loro corpi scoppiano come petardi giganti e dalle ferite non esce il sangue. Le loro membra semplicemente piovono per tutta la stanza in cui si è svolta l'orgia di droga, quasi per una strana magia pirotecnica. In totale spregio di ogni principio della biologia, Jeffrey attacca insieme le membra scelte delle sue vittime usando la colla e pretendendo che la cosa possa funzionare, come se i corpi umani fossero giocattoli di plastica, senza vasi sanguigni e terminazioni nervose. Gli effetti speciali sono volutamente grossolani, specialmente quando si vedono i fulmini in cielo e le scariche elettriche negli apparecchi. La creatura con la testa di Elizabeth, che dovrebbe essere la ragazza rediviva, è orrenda e contrae il volto in smorfie insopportabili. Stupisce che possa andarsene in giro impunemente e che riesca persino a sedurre un anziano impiegato. Il cliente adescato finirà col pagare con la vita la sua condizione di abbrutimento, folgorato dall'inaspettata amante cadaverica. Guardando le sequenze ho compreso che esiste nella trama un presupposto di una fragilità logica molto spinta. Dove sono le forze dell'ordine? Possibile che si possa andare in giro per una città, scatenare casini spaventosi, far esplodere puttane, occultare cadaveri, far scaturire fulmini e quant'altro, senza che nessun poliziotto muova nemmeno un dito per vedere cosa succede?


Reazioni nel Web e recensioni altrui 

Al giorno d'oggi Frankenhooker sembra aver evitato lo sprofondamento nell'Oblio soltanto in America, mentre in Italia è sostanzialmente sconosciuto. Ho reperito poche recensioni in italiano tramite Google. Di queste, soltanto due hanno una certa lunghezza e contengono qualche spunto interessante. La prima è di Francesco Ceccamea ed è comparsa sul sito Nocturno.it. Ecco l'indirizzo url: 


La seconda è di Paolo Chemnitz ed è comparsa sul blog Cinema Estremo. Questo è l'indirizzo url:


Sul sito Mymovies.it si trova un'utile informazione: l'accoglienza del film di Henenlotter è stata tiepida persino in America e non si è ancora verificato quel mirabile processo che trasforma persino autentiche merdate in oggetti di adorazione, chiamati per questo motivo "cult movies" o anche semplicemente "cult". Una domanda: siamo poi sicuri che questa trasformazione in feticcio un giorno coinvolgerà proprio Frankenhooker?

Influenza del film sullo slang

Con mia grande sorpresa, ho scoperto che esiste la voce frankenhooker nello slang urbano americano. Il sito Urbandictionary.com la glossa così: 

"A female that looks as if she was constructed from parts that came from different bodies. Common features are (an)unnormally long or large arms, legs, torso, or neck. This ofcourse has to be in contrast to the female's body."


Mi pare ovvio che il vocabolo gergale sia entrato nell'uso proprio a causa del film di Henenlotter. Trovo molto difficile credere che si tratti di una creazione indipendente.

L'etimologia del termine hooker "prostituta" è apparentemente semplice. Si tratta di un derivato di hook "uncino" con un suffisso agentivo -er, quasi "che trascina <gli uomini> con un unicino", ossia "che adesca i passanti". La parola è un tipico americanismo. Come spesso accade, sconosciuti popolani ignoranti hanno creato nel corso dei decenni false etimologie, ad esempio associando la denominazione della prostituta al generale "Fighting Joe" Hooker, che guidò l'Armata del Potomac all'epoca della Guerra Civile. 


In Italia nell'epoca pre-internet si ignorava l'esistenza della parola hooker. La sua conoscenza si è diffusa a causa dei siti pornografici e di una discutibile iniziativa di Annie Lobert, un'ex pornodiva che ha fondato l'organizzazione internazionale Hookers for Jesus, alla lettera "Puttane per Gesù". Nulla da ridire: capisco perfettamente che in pieno regime di idiocrazia si possa concepire una stringa concettuale come "Hookers for Jesus" senza nemmno sospettare qualche doppio senso, cosa che per un cristiano dovrebbe essere blasfema.


Un'interessante profezia

Un anno dopo l'uscita del film si è scoperto che un altro Jeffrey, questa volta realmente esistente, aveva la macabra costumanza di conservare parti del corpo delle sue vittime, che tuttavia erano uomini e ragazzi. Il suo cognome non era Franken: era Dahmer. Il serial killer in questione era un sodomizzatore violento, sadico, antropofago e necrofilo, tanto efferato da essere soprannominato Mostro di Milwaukee (Milwaukee Monster) e Cannibale di Milwaukee (Milwaukee Cannibal). Dal 1978 al 1991 commise 17 omicidi. Fu condannato a 16 ergastoli. Nel 1994 fu massacrato a sprangate da un altro detenuto, Christopher Scarver. Che vite atroci e dannate!   


Un finale annichilente

Il protagonista viene decapitato dal pappone Zorro, che intende vendicarsi della perdita delle sue ragazze. Contro ogni aspettativa, ecco che Elizabeth riesce ad assemblargli un nuovo corpo e a resuscitarlo. C'è soltanto un piccolo problema: dal momento che la rianimazione sembra funzionare soltanto su tessuti di persone di sesso femminile, la testa di Jeffrey è stata innnestata su un corpo tumefatto ottenuto cucendo assieme ed incollando le membra delle prostitute defunte. Con sommo orrore e raccapriccio, l'uomo si ritrova così sprovvisto di fallo, con una vagina tra le gambe! Non è improbabile che questa trovata sia stata ispirata a Henenlotter da un fatto realmente accaduto, per quanto non attinente alla chirurgia e alla rianimazione dei cadaveri. A quanto riporta il Ceccamea, la protofemminista Mary Wollstonecraft, madre di Mary Shelley, era rimasta sommamente infastidita quando aveva appreso quello che Jean-Jacques Rousseau pensava della donna, da lui definita "creatura destinata al piacere e alla seduzione". Tutto il film sembra echeggiare queste parole dell'autore ginevrino: in più di un'occasione Jeffrey Franken dichiara il suo intento di innestare la testa di Elizabeth su un corpo perfetto, in modo tale da poterlo usare un oggetto per il proprio godimento sessuale. Proprio per questo Elizabeth avrà la sua vendetta, trasformando l'amato Jeffrey in una creatura non virile, mossa da un collage impazzito di genomi di prostitute. 


L'uomo con la figa 

Esiste davvero un uomo privo di genitali maschili e dotato di vagina. Si chiama Buck Angel ed è conosciuto per l'appunto come Uomo con la Figa o Uomo con la Vagina. Quando mi è giunta voce di questa bizzarria non ci volevo credere, ma poi sono riuscito a trovare un documento che non lascia adito a dubbi. Si tratta di un filmato in cui Buck Angel fa sesso con Valentina Nappi. Si trova in molti luoghi del Web, come ad esempio in questa pagina pornografica:   

https://www.realeporno.com/leggendario-
uomo-con-una-figa-buck-angel-si-scopa-
con-valentina-nappi-4827/

Non aggiungo il collegamento ipertestuale, dato che tali siti sono spesso poco puliti e possono trasmettere infezioni e cookies. Vediamo quest'individuo bizzarro mettere le mani sulla testa della Nappi e spingersela tra le gambe per farsi leccare. La Nappi appare molto docile e remissiva. A quanto pare all'Uomo con la Vagina piace più ricevere il cunnilingus che praticarlo. Non sembra amare il rimming: non solo evita di leccare il buchino posteriore della pornodiva campana, ma non le fa nemmeno lambire il proprio. Per quanto mi riguarda ho trovato il filmato abbastanza deludente.

Da qualche ricerca ho presto appreso che in realtà Buck Angel è nato donna ed ha acquisito caratteri maschili con trattamenti, conservando però intatta la sua natura genitale. Come spiega lui stesso, si considera un uomo. Tecnicamente parlando, è un FtM, ossia un female to male transex, una donna transessuale diventata uomo. La Scienza però ha un'altra opinione. Avendo Buck due cromosomi X, la definizione che si attribuisce è in netto contrasto con le leggi della biologia, così si deve ritenere che egli sia di sesso femminile. Ovviamente tutti i fautori della retorica dell'orientamento sessuale insorgeranno, ma nemmeno loro sono in grado di possedere una bacchetta magica in grado di trasformare un cromosoma Y in un cromosoma X. In un'intervista apparsa sul sito Gay.tv, l'Uomo con la Figa ci parla della sua esperienza:


A dispetto delle apparenze, il caso di Buck Angel è molto diverso da quello di Jeffrey Franken. Lo scienziato pazzo della pellicola di Henenlotter finisce col diventare una creatura chimerica, né uomo né donna, epppure sia uomo che donna. Il suo corpo, fatto di membra femminili e di una testa maschile, contiene due cromosomi X nella maggior parte delle sue cellule, ma ha un cromosoma X e un cromosoma Y in tutte le cellule della sua testa.

sabato 25 agosto 2018


IDIOCRACY

Titolo originale: Idiocracy
Paese di produzione: USA
Lingua originale:
Inglese
Anno: 2006
Durata: 84 min
Rapporto: 1,85:1
Genere: Commedia, fantascienza
   Sottogeneri: Distopia, fantascienza satirica,
   commedia cinica, demenziale
Regia: Mike Judge
Soggetto: Mike Judge
Sceneggiatura: Mike Judge, Etan Cohen
Produttore: Mike Judge, Elysa Koplovitz
Produttore esecutivo: Michael Nelson
Casa di produzione: 20th Century Fox
Fotografia: Tim Suhrstedt
Montaggio: David Rennie
Musiche: Theodore Shapiro
Scenografia: William Ladd Skinner
Costumi: Debra McGuire
Interpreti e personaggi    
    Luke Wilson: Joe Bauers/Non Sicuro
    Maya Rudolph: Rita
    Terry Crews: Presidente Dwayne Camacho
    Dax Shepard: Frito Pandejo
    Justin Long: Dr. Lexus
    Sara Rue: Segretario alla Giustizia
    Michael McCafferty: Generale Collins
    Thomas Haden Church: Capo della produzione
        Brawndo
    Brad Terrence "Scarface" Jordan: Upgrayedd
    Andrew Wilson: Beef Supreme
    Ryan Melton: Tecnico dell'ospedale
    Eli Muñoz: Uomo arrapato
    Brendan Hill: Segretario dell'Energia
    Earl Mann: Narratore    
Doppiatori italiani   
    Massimiliano Manfredi: Joe Bauers/Non Sicuro
    Cristiana Lionello: Rita
    Fabrizio Vidale: Frito
    Claudio Fattoretto: Presidente Dwayne Camacho
    Oliviero Dinelli: Generale Collins
    Franca D'Amato: Segretario alla Giustizia
    Luigi Ferraro: Capo della produzione
          Brawndo
    Loris Loddi: Dr. Lexus
    Oreste Rizzini: Narratore
Traduzioni:   
   Finlandia: Idioluutio
   Messico: La Idiocracia
   Polonia: Idiocracja
   Repubblica Ceca: Absurdistán
   Spagna: Idiocracia
   Turchia: Ahmaklar

Trama:

Il film inizia con la spiegazione dettagliata e chiarissima della Verità. Le persone intelligenti hanno difficoltà ad accoppiarsi. Anche se ci riescono, tendono a non procreare. Questo perché valutano ogni cosa e trovano alla fine che le conseguenze nefaste di una simile scelta superino di gran lunga quelle desiderabili. Quanto più una persona è stupida, tanto più riesce ad accoppiarsi. Essendo nient'altro che enormi genitali deambulanti, questi individui deleteri sono perennemente infiammati dalla libidine e sentono l'impulso incoercibile di far sì che il liquido seminale sia versato in sede feconda. L'idiozia li spinge a non valutare le conseguenze dei loro atti criminali, da cui nasceranno figli in gran numero. Questi figli erediteranno l'idiozia assoluta dei loro sciagurati genitori e saranno sempre più numerosi, si riprodurranno come conigli, dando origine alla più stupida progenie immaginabile. Così nelle sequenze iniziali della pellicola sono mostrate due coppie, una di persone intelligenti e l'altra di idioti. Viene quindi descritta la loro situazione nel tempo. La prima coppia rimanda continuamente la procreazione e alla fine il marito ha un infarto letale. Risultato: nessun figlio. Mentre accade tutto questo la seconda coppia ha dato origine a una linea genetica ramificata in modo impressionante, tramandando il proprio inutile genoma. L'Involuzione della Specie è reale! 

Siamo nel 2005. L'esercito americano seleziona due soggetti per un esperimento di ibernazione: il nullafacente archivista Joe Bauers e la prostituta Rita. Quest'ultima è stata ceduta dal suo ganzo e pappone Upgrayedd, finanziato allo scopo da un generale che frequentava gli angiporti. Sia l'archivista che la peripatetica sono privi di parenti stretti, cosa opportuna per evitare complicazioni legali in caso di fallimento. La durata programmata per l'esperimento doveva essere di un anno, ma il generale amante dei postriboli finisce indagato e le capsule di ibernazione vengono dimenticate. Dopo cinquecento anni, le capsule contenenti Joe e Rita, che nel frattempo erano finite in una gigantesca montagna di immondizia, vengono smosse da una frana e si aprono, restituendo i corpi alla vita. L'ex-archivista rianimato, ignaro della sorte della donna, scivola tra i rifiuti e si viene a trovare nella casa di Frito, un decerebrato che passa il suo tempo davanto al televisore a guardare un programma i cui partecipanti fanno soltanto una cosa: si assestano poderosi calci nei coglioni! Per Joe è l'inizio di un incubo ad occhi aperti. Scopre ben presto che la popolazione versa in condizioni spaventose. La demenza è generalizzata: anche le persone più intelligenti sono ben al di sotto del quoziente intellettivo medio degli inizi del XXI secolo. Come conseguenza di questa diffusione del ritardo mentale, tutte le scienze e le arti sono decadute. Parlare di imbarbarimento sarebbe ancora poco. Solo per fare un esempio, le masse vanno al cinema per guardare un film che si intitola CULO, che mostra soltanto il lato B di un uomo intento a scorreggiare tutto il tempo, il sonoro consistendo negli inverecondi crepitii provocati dall'espulsione dei gas intestinali dall'ano.

Nel 2505 la Giustizia in America non è soltanto cieca, è anche ritardata - ci ricorda la voce narrante. Presto Joe si mette nei guai e si ritrova proprio con Frito come avvocato difensore, Inutile dire che un simile demente non possiede le facoltà mentali per assumere un simile incarico. Anzi, vendicandosi dell'interruzione del programma sui calci nelle palle, fa condannare il suo assistito. Non avendo il codice a barre tatuato, Joe viene portato davanti a una macchina identificatrice. Il punto è che anche le macchine sono idiote: l'uomo risponde a una domanda della macchina "non sono sicuro" (I'm not sure) e anziché essere registrato come Joe Bauers si ritrova appioppato il nominativo Non Sicuro (Not Sure), scritto sul tatuaggio identificativo e indelebile! La macchina ha interpretato I'm not sure come I'm Not Sure. Viene portato in galera, dove ha solo due alternative: trovare una via di fuga o rassegnarsi a leccare l'ano a un gigantesco grassone che passa il tempo seduto sulla faccia dei prigionieri. Data l'infinita stupidità delle guardie, riesce ad evadere. La girandola di eventi è così frenetica che si fa fatica a focalizzarsi sui dettagli. La prostituta Rita scopre di trovarsi molto meglio nel nuovo contesto, dato che le è facilissimo ingannare i gonzi che incontra per strada, facendosi pagare compensi stratosferici senza concedere neanche un pompino o una carezza sul glande. Bauers/Non Sicuro e la fallofora si ritrovano e vengono a sapere da Frito dell'esistenza di una macchina del tempo. Subito l'uomo frigge dal desiderio di ritornare al suo tempo e cerca di convincere l'avvocato ebete a condurlo alla macchina. La sua compagna di sventure non è così convinta, anche perché teme la vendetta del suo pappone. Mentre la donna si attarda in una latrina, la situazione precipita: un meccanismo di riconoscimento dei tatuaggi identifica Joe, che viene prontamente catturato dalle forze dell'ordine. Anziché essere condotto in cella a lambire lo sfintere del terribile galeotto obeso, contro ogni aspettativa l'ex-archivista viene condotto alla Casa Bianca, al cospetto del Presidente degli Stati Uniti e del Consiglio. 

Il Presidente Dwayne Camacho è un mostruoso energumeno, un colossale mandingo che si vanta delle sue qualità di wrestler e di pornoattore. Spaventoso è il fasto barbarico della sua corte. Il Consiglio è un consesso di bruti che dimostrano esultanza o disapprovazione sparando in alto raffiche di mitra. Bauers/Non Sicuro è stato condotto alla Casa Bianca perché il test intellettivo a cui si è sottoposto in carcere lo ha identificato come l'uomo più intelligente del pianeta. Gli viene quindi affidato il Ministero dell'Interno (o meglio, delle Interiora), con l'incarico di far cessare le tempeste di polvere, di sistemare l'economia e di risolvere il problema delle carenze di vivere - il tutto in una settimana. Joe capisce subito che la terra è sterile perché irrigata con Brawndo il tronca-sete, una bibita verdastra che ha sostituito completamente l'acqua. Ordina così di usare l'acqua dei cessi, l'unica reperibile, per irrigare i terreni. Questa decisione ha una conseguenza funesta: la società Brawndo, produttrice del diabolico beverone, dà lavoro a metà della popolazione statunitense. Così l'economia precipita e iniziano le rivolte. Le masse chiedono la testa di Joe, che viene condannato ad essere gettato nell'arena a combattere inerme contro macchine trapanatrici. L'esecutore Beef Supreme è sul punto di bruciarlo col lanciafiamme, quando Frito trasmette in diretta le immagini dei germogli che crescono nei campi. Per quanto dotato di un cervello di gallina, l'Homo erectus Camacho è costretto a riconoscere l'efficacia dell'irrigazione con l'acqua e a graziare Joe. 

Joe sceglie di non avvalersi della macchina del tempo e di restare ad aiutare gli americani involuti a ritornare a livelli di intelligenza accettabili. Diventa il nuovo Presidente e sposa Rita, con cui genera tre bambini dall'intelletto vivace. Camacho rimane come Vicepresidente, si mette a copulare come un mandrillo e fa sfornare alle sue otto mogli ben trentadue bambini stupidissimi, al cui confronto una bertuccia potrebbe sperare di ambire al Nobel. La macchina del tempo, che Joe vuole visitare per curiosità, si rivelerà un grossolano lunapark tematico sulla seconda guerra mondiale, in cui Charlie Chaplin ha sostituito Adolf Hitler. Solo dopo la fine dei titoli di coda si vede che il lenone Upgrayyed, anche lui ibernato per nascondere lo scandalo, si risveglia dal suo sarcofago criogenico, mettendosi subito alla ricerca di Rita... 


Recensione:

Pur avendo tutte le caratteristiche del film demenziale, Idiocracy mostra la realtà nuda e cruda delle cose e trasmette allo spettatore una grande conoscenza sulla vera natura del genere umano e sulla sua storia. Come un rullo compressore annienta ogni illusione, fa piazza pulita di tutti i moralismi. Diogene di Sinope sarebbe fiero della pellicola di Mike Judge e la reputerebbe eccellente, se potesse vederla: vi vedrebbe confermato il suo sentire sulla nullità delle istituzioni che queste scimmie glabre hanno prodotto nel corso dei millenni, faticando come Sisifo per lasciare un solco nella merda, subito coperto da nuove defecazioni. Consiglio a tutti la visione di Idiocracy. Coloro che ne rideranno ritenendolo un semplice film comico, avranno fornito la conferna più eloquente delle sue tesi fondanti.


Selezione genetica idiocratica!

L'intelligenza non è il fine ultimo dell'Universo. Poche dottrine sono più false del teleologismo cristiano, che reputa il mondo materiale creato tramite il Logos. A voler ben vedere, la tanto declamata Natura non ha alcunché di divino ed è tutto fuorché puffesca: non solo stritola gli esseri viventi e li condanna a esistenze atroci, ma ritiene che la merda sia infinitamente più utile dell'intelletto. Il sesso femminile è ciò che determina le caratteristiche di una specie, non soltanto stabilendo quelle che emergeranno e si diffonderanno, ma anche decretando quelle destinate a scomparire perché giudicate inutili o dannose. Possiamo pertanto dire che la demiurgia che plasma la storia umana si esprime nella lotteria degli atti sessuali, che premia alcuni maschi ammettendoli alle gioie dell'accoppiamento e dell'emissione dello sperma nel corpo femminile, condannandone altri a vite di solitudine e di emarginazione. Se il XIX secolo pullulava di scienzati, di filosofi, di letterati e di poeti, è perché a un certo punto si sono determinate le condizioni per la loro produzione, la loro crescita e il loro successo. Poi il genere femminile ha ritenuto che scienziati, filosofi, letterati e poeti fossero estremamente noiosi e privi d'interesse, così ne ha decretato l'estinzione: i successivi accoppiamenti hanno introdotto nel folle teatrino dell'esistenza una pletora infinita di dementi e di imbecilli, autentici bruti senz'anima, poco più che golem di fango mossi dal solo desiderio di copulare selvaggiamente. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Scomparsi gli ultimi intelletti degni di nota, quelli prodotti nella prima metà del XX secolo, i segni dell'Involuzione della Specie sono diventati più che evidenti. Quello che Arthur Schopenhauer chiamava Genio della Specie ha sancito e benedetto questa trasformazione, che agli occhi di chi conserva una spirito è sommamente deleteria! In fondo l'umanità ha avuto un'esistenza assai breve su scala geologica, e già sta distruggendo l'omeostasi planetaria, compromettendo le capacità della Terra di ospitare una biosfera. I dinosauri, corpi titanici alti come un palazzo e dotati di un cervello grande come un pacchetto di sigarette, hanno regnato per un periodo incredibilmente più lungo dell'intera storia del genere umano, prosperando proprio grazie alla loro pochezza intellettiva. 


La democrazia involve in idiocrazia

A quanto si dice, la democrazia è la legge dei numeri. Se i numeri sono dettati da una popolazione ritardata, sarà inevitabile il cambiamento involutivo: le istituzioni democratiche si trasformeranno in istituzioni idiocratiche. La democrazia aveva validità e vigore nell'antica Atene, presso quell'inclita stirpe di Elleni nobili e di grande intelletto, ricolmi dei doni di Atena. Valeva ed era all'avanguardia tra tutte le forme di governo di quei tempi, perché esercitata da uomini liberi che passavano il loro tempo a studiare, liberi dal lavoro servile e dall'abbrutimento. Gli schiavi non appartenevano al demos. Se si pretende di applicare la democrazia a una massa di bruti, di corpi privi di spirito in cui non splende la fiammella della Conoscenza, si ottengono ineluttabilmente risultati catastrofici: sarà la brutalità della massa acefala a prevalere, giugendo a perseguitare l'intelletto, a usare la legge per schiacciare ogni opinione critica e ogni dissenso. La pullulazione dei bruti ignoranti è un effetto collaterale della democrazia a suffragio universale. Va da sé che ogni partito desideri avere il maggior numero possibile di elettori, in modo tale da prevalere e da imporre le proprie determinazioni. Così ogni partito favorirà gli accoppiamenti, la procreazione e quindi la produzione di sempre nuovi imbecilli. Il voto di una persona intelligente varrà sempre come il voto di uno stolto. Il punto è che per ogni persona intelligente ci sono migliaia di stolti, le cui opinioni di sterco riusciranno sempre a prevalere in virtù del numero. Le istituzioni di Sparta non avevano in sé un simile vulnus.    

    

Idiocrazia e mutamento linguistico 

La voce narrante ci spiega che in cinque secoli la lingua si era deteriorata in un "ibrido di dialetto campagnolo, slang da ragazzina bene, gergo dei quartieri poveri e grugniti vari", aggiungendo che Joe riusciva anche a comprendere le persone, ma che quando parlava come era abituato a fare, a loro sembrava "pomposo ed effeminato". La catena di ristoranti Fuddruckers col passar del tempo aveva modificato il proprio nome fino a diventare BUTT:FUCKERS, ossia "Fottitori di Chiappe"! In realtà le cose non sarebbero così semplici. Se il genere umano potrà sopravvivere davvero per altri cinque secoli, cosa che reputo a dir poco improbabile, si registrerebbero tali cambiamenti linguistici da rendere irriconoscibili le lingue derivate dalle varietà di inglese parlate oggi in America. Bastano alcuni mutamenti nelle vocali e nei dittonghi per generare una lingua nuova quanto incomprensibile. 


Idiocrazia e omosessualità

Nell'America decerebrata del XXVI secolo l'omosessualità maschile è ritenuta una grave colpa e viene schernita con ferocia assieme alla cultura in ogni sua forma. Così se un uomo legge è ritenuto un frocio, un finocchio, e può anche subire aggressioni fisiche per strada. Ciò non toglie che Beef Supreme, il glorioso eroe dell'arena in stile Mad Max, ostenti atteggiamenti e mosse ben poco virili. Senza contare gli occhi da cerbiatta. Tutto in lui porta a concludere che il suo comportamento sia quello di una giumenta con gli stalloni, per usare l'idiomatica dei Vichinghi. Un personaggio simile sarebbe arrestato persino a Sodoma per oltraggio al pudore e alla morale pubblica! A quanto pare nessuno nella platea oceanica si accorge che il campione è effeminatissimo e ama sedersi sui falli eretti. Per forza: si tratta di un pubblico composto interamente da deficienti! 


Un conversazione illuminante

Joe: "Per l'ultima volta, sono più che sicuro che a uccidere le coltivazioni è quella roba della Brawndo."
Ministro falso magro: "Ma Brawndo ha quello che vogliono le piante, ha gli elettroliti".
Ministra vamp (disgustata): "Aspetta un attimo. Tu stai dicendo che dovremmo praticamente usare l'acqua sui campi?!"
Joe: "Sì"
Ministra vamp: "Acqua?! Cioè quella del cesso?"
Joe: "Be', insomma, non dev'essere per forza presa dal cesso. Ma sì, questa è l'idea."
Ministro falso magro: "Ma Brawndo ha quello che vogliono le piante..."
Ministra vamp: "Sì, ha gli elettroliti."
Joe: "Ok, allora. Le piante non stanno crescendo, perciò sono sicuro che Brawndo non funziona. Io non sono un botanico, ma so che se innaffi le piante con l'acqua, quelle crescono".
Ministro bambino fulvo (sprezzante): "Be', io non ho mai visto delle piante crescere nel cesso!"
Ministro falso magro: "Buona questa! Sei tu l'uomo più sveglio del mondo?"
Ministro obeso (sghignazzante): "Già!"  
Joe: "Sentite, voi volete risolvere il problema, io voglio ottenere la mia grazia, perciò perché non ci proviamo? Ok? E non pensiamo a quello che vogliono le piante."
Ministra vamp: "Brawndo ha quello che vogliono le piante!"
Ministro bambino fulvo: "Sì, ha gli elettroliti!!"
Joe (furibondo): "Che cosa sono gli elettroliti? Lo sapete almeno?!"
Ministro falso magro: "Sono... quelli che usano per fare Brawndo."
Joe (esagitato): "Sì, ma per quale ragione li usano per fare Brawndo?"
Ministro obeso (inebetito): "Perché Brawndo ha gli elettroliti." 

Efficacia degli argomenti di Joe: ZERO. Riuscirà a convincere i suoi interlocutori soltanto quando affermerà di avere poteri stregonici e di essere in grado di parlare con le piante! 


Una banconota profetica

Quando la meretrice Rita si trova in mano una banconota del XXXVI secolo, vi scorge sopra un faccione non dissimile da quello di Donald Trump, con tanto di chioma color zabaione e di sguardo allucinato. Sulla carta moneta campeggia la HAULIN' ASS GETTIN' PAID, in apparenza enigmatica. In realtà la locuzione "to haul ass" (alla lettera "trascinare il culo") in slang urbanoide significa semplicemente "muoversi in fretta": la scritta esprime il concetto di pronto pagamento, come sarebbe formulato dal chiomuto personaggio. La cosa mi pare notevole, visto che il film risale a tempi non sospetti, ben dieci anni prima dell'ascesa del famoso Tycoon alla presidenza degli States. Non si creda però che Donald Trump possa essere etichettato come causa dell'Idiocrazia incipiente. Quando un paziente ha la meningite, bisogna combattere gli agenti patogeni che l'hanno provocata, non pensare che il disastro sia colpa di un sintomo come la febbre.


Un residuo di un'epoca più libera

Inutile nascondere una realtà scomoda. Al giorno d'oggi un film come Idiocracy non potrebbe essere girato. Si può dire che la pellicola di Judge sia una fossile, ereditato da tempi più civilizzati. Va contro il buonismo politically correct e potrebbe essere visto come una forma di dileggio nei confronti di persone "diversamente intelligenti". L'essenza della peste chiamata political correctness è l'eufemismo, ossia la pretesa di rimuovere qualcosa di scomodo dandogli un nuovo nome. I primi segni della pestilenza eufemistica li vidi già quando ero giovane. Tutto cominciò con la sostituzione della parola "cieco" con "non vedente". Le masse non amavano queste novità e le criticavano con vigore. Eppure questa tendenza crebbe e si affermò dovunque. Accadde così che gli invalidi divennero dapprima disabili e poi "diversamente abili". L'uso dell'avverbio "diversamente" è fuorviante. Non soltanto non si rimuovono i limiti di questi infelici, ma si suggerisce la possibilità che siano dotati di poteri come la telepatia o la telecinesi. Il prossimo passo sarà dunque chiamarli "X-men"? Oggi schernire chi ha problemi fisici è giustamente considerata una cosa ripugnante. Un domani potrebbe però innescarsi un processo eufemistico per sostituire termini come "idiota", edulcorandoli fino a sdoganare il concetto stesso di idiozia. Non si potrà più avversare un idiota e si sarà costretti a chiamarlo "diversamente genio"? Mi auguro di no! Un'altra cosa che non sarebbe accettata è la scena in cui si parla della terribile dittatura di Charlie Chaplin. Infatti essa afferma in sostanza la vanità della Memoria e l'impossibilità di impedirne l'estinzione, proprio mentre i superstiti dell'Olocausto e i membri delle Waffen-SS si stanno spegnendo uno dopo l'altro. Idiocracy ci mostra come l'entropia cognitiva domina e si accresce senza rimedio. Il ricordo degli eventi storici, per quanto terribili, si distorce e si disperde nell'Oceano dell'Oblio. Al massimo resta qualche eco irriconoscibile. Non esiste alcuna possibilità di contrastare questa forza cosmica, con buona pace di coloro che vedono Hitler sotto ogni sasso e che strepitano come se fosse ancora vivo ed operante. Cioran diceva: "Il tempo, complice degli sterminatori, atterra la morale. Chi, oggi, ce l'ha più con Nabocodonosor?" Il punto è che l'idiozia è proprio il principale motore della macchina entropica che dissolve ogni ricordo degli eventi storici. Come si può credere che si possa conservare un qualsiasi barlume di memoria in un'umanità di idioti? 

Le cinque leggi fondamentali della stupidità umana

Lo storico pavese Carlo M. Cipolla (1922-200) ha dato contributi di somma importanza allo studio della stupidità umana. Egli ha diviso le persone in quattro categorie:

1) Gli intelligenti: avvantaggiano se stessi e gli altri;
2) I banditi: avvantaggiano se stessi e danneggiano gli altri;
3) Gli sprovveduti: avvantaggiano gli altri e danneggiano se stessi;
4) Gli stupidi: danneggiano gli altri senza conseguire vantaggi per se stessi, o provocandosi danni. 

Queste sono le famose Cinque Leggi che governano la stupidità umana, descrivendone il funzionamento: 

i) Prima Legge Fondamentale: Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.
ii) Seconda Legge Fondamentale: La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.
iii) Terza (ed aurea) Legge Fondamentale: Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un'altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita.
iv)
Quarta Legge Fondamentale: Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.
v) Quinta Legge Fondamentale: La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista.
Corollario: Lo stupido è più pericoloso del bandito.

Sarebbe un gran bene meditare senza sosta su queste parole!  

Altre recensioni e reazioni nel Web

Esiste persino una voce della Wikipedia in siciliano che parla dell'opera di Judge:

"Idiocrazzia jèni nu firmi miricanu di lu 2006 direttu ri Mike Judge unni l'attura principali sunu Luca Wilson, Maya Rudolph. Lu firmi ni cunta a storia ri dui pirsuni nurmali ca pigghianu a fàri parti di nu spirimentu militari sicrètu di ibbernazioni. Duoppu ca vènu ibbirnati s'arrisbigghianu ruoppu 500 anni 'nta nu munnu unni aisisti na sucitati distopica cìna cìna ri gghienti gnuranti ca nun sapi ni lieggiri e ni scriviri e, si u sapi fari, nun u sapi fari bonu. A pubbricitati e l'odiu ppi l'intillittuali raggiungìu livedda virèmanti prioccupanti e si vinìu a criàri na sucitati sdùbbida unni a nuddu ci antiressa nènti ri cosi curturali, rispunzabbilitati suciali, cuncetti cuirènti, principi ri gghiustizzia."

Su Filmup.leonardo.it abbiamo un certo numero di pagine piene di commenti su Idiocracy. Alcuni hanno una certa utilità. 


Paolo di Cavezzo definisce il film FUTURISMO ASSOLUTO e scrive:

"Bellissimo film, non annoia affatto anzi, la questione della commedia e della possibile comicità all'interno passa in secondo piano purtroppo. Andrebbe fatto vedere a scuola a tutti i ragazzi, perchè le nuove generazioni, andando avanti, saranno sempre più composte da soggetti completamente lobotomizzati e incretiniti dagli esempi e dagli strumenti di massificazione, grossi inibitori di sentimenti e individualità. Meditate gente, perchè "Idiocracy" è la nostra prossima fine, come uomini di spirito e di arte, e non arriverà un ragazzo di cuore dal passato per salvarci."

Riporto infine il link a un'interessante recensione in spagnolo: 

martedì 21 agosto 2018


THE TRUMAN SHOW

Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1998
Lingua: Inglese
Durata: 103 min
Rapporto: 1,85 : 1
Genere: Commedia, drammatico, fantascienza,
    satirico
Regia: Peter Weir
Soggetto: Andrew Niccol
Sceneggiatura: Andrew Niccol
Produttore: Edward S. Feldman, Andrew Niccol,
     Scott Rudin, Adam Schroeder
Produttore esecutivo: Lynn Pleshette
Casa di produzione: Paramount Pictures, Scott
     Rudin Productions
Fotografia: Peter Biziou
Montaggio: William M. Anderson, Lee Smith
Effetti speciali: Larz Anderson
Musiche: Philip Glass, Burkhard von Dallwitz
Scenografia: Dennis Gassner

Colonna sonora: 
   1) Sonata per Piano n°11 in La maggiore K331 - Rondò alla turca - Wolfgang Amadeus Mozart
   2) Twentieth Century Boy - The Big Six
  3) Concerto per Piano n°1 in Mi minore, Opus 11 - Secondo tempo - Fryderyk Chopin
  4) Concerto per corno n°1 in Re maggiore - Wolfgang Amadeus Mozart
  5) Love Is Just Around the Corner - Jackie Davies
  6) Wiegenlied - Johannes Brahms
Interpreti e personaggi   
    Jim Carrey: Truman Burbank
    Ed Harris: Christof
    Laura Linney: Hanna Gill/Meryl Burbank
    Noah Emmerich: Marlon
    Natascha McElhone: Lauren/Sylvia
    Holland Taylor: Angela Burbank, madre di
        Truman
    Brian Delate: Kirk Burbank, padre di Truman
    Peter Krause: Lawrence
    Blair Slater: Truman da piccolo
    Paul Giamatti: direttore della sala di controllo
    Ron Taylor: Ron
    Don Taylor: Don
    Ted Raymond: Spencer
    Philip Baker Hall: direttore del Network
    Lorin Moore: bigliettaio al molo
    Kevin D. Ross: voce annunciatore in TV
    Kevin James: operatore televisivo
Doppiatori italiani   
    Roberto Pedicini: Truman Burbank
    Adalberto Maria Merli: Christof
    Francesca Guadagno: Meryl Burbank
    Roberto Draghetti: Marlon
    Lorena Bertini: Lauren/Sylvia
    Paila Pavese: Angela Burbank, madre di Truman
    Luca Dal Fabbro: direttore sala di controllo
    Massimo Rinaldi: bigliettaio al molo
    Sergio Matteucci: voce annunciatore in TV
    Bruno Conti: poliziotto

Budget: 60 milioni di dollari (USA)
Incassi al botteghino: 264,1 milioni di dollari (USA)

Trama: Truman Burbank di Seehaven sorride sempre e non sospetta nulla. È un uomo sulla trentina, pieno di entusiasmo, sposato a una tipica americana bionda. In realtà egli è il protagonista di un reality show e tutto il mondo sa tutto di lui, ma proprio tutto: ogni singolo individuo sul pianeta può guardare tramite la TV anche quando il poveretto siede sulla tazza del cesso e si pulisce il buco del culo. Se scruta la carta igienica sporca per vedere se il colore della merda è nella norma o se c'è sangue, anche il più infimo contadino del Mid West può assistere alla scena. Le sue masturbazioni sono di pubblico dominio: anche se Truman non se lo immagina, ogni sua eiaculazione è argomento di chiacchiere in circoli di carampane da New York a Los Angeles. Il villaggio in cui il giovane uomo conduce la sua vita, Seehaven, è artificiale, situato sotto una cupola asettica in cui ogni dettaglio è simulato, persino il clima. Il demiurgo di questa mostruosità è un plutocrate di nome Christof. Questo produttore di Hollywood ha pensato a tutto: per impedire a Truman di mettere il naso fuori da Seehaven gli ha indotto il terrore del mare e dei voli aerei, arrivando a far tappezzare la locale agenzia di viaggi di manifesti che esasperano i pericoli delle tempeste, di attacchi terroristici e via discorrendo. Il trauma che tiene la cavia mediatica lontano dalle acque salate è il ricordo dell'affogamento del padre, che ritorna periodicamente come un flash a squassargli il cranio. La moglie bionda di Truman è una demente futilissima con un cervello così piccolo da far sembrare soprannaturale l'intelligenza di una gallina. Ha il compito di impedire al marito di pensare, e a quanto pare ci è sempre riuscita senza neanche fargli i pompini: a Seehaven ci sono soltanto mariti e mogli che copulano una volta all'anno nella posizione del frate all'unico scopo di procreare. Il punto è che il protagonista non è affatto innamorato della fatua bionda. C'è un'altra nel suo cuore, una ragazza sensuale e ammiccante di nome Lauren, che emerge dai suoi ricordi giovanili. La sua assenza non smette mai di tormentarlo. All'epoca lui era inesperto e per una serie di sfortunate circostanze ha mancato un incontro magico, trovandosi con la vita diretta suo malgrado lungo un corso ben diverso da quello desiderato. In realtà è stato Christof ad architettare tutto, facendo rimuovere Lauren dal suo show ed appioppando al poveruomo un'insipida deficiente. Ovviamente qualcosa va storto nella programmazione e all'improvviso qualcosa cambia. Truman Burbank acquista la Conoscenza e diventa un eroe, inquieto come Odisseo, incurante della sua stessa vita. Audace come un polinesiano, sfiderà il Fato per riuscire nel titanico scopo che si è prefisso: fuggire da un mondo che ormai sa essere fittizio.


Recensione:

Certo, è una bella commediola satirica innervata di fantascienza distopica, anche se il faccione ghignante di Jim Carrey disturba un po' con le sue smorfie. Va detto che non si tratta di un'idea così originale come può sembrare a prima vista. Sono consapevole del rischio di attirarmi la furia di molti fantascientisti dall'encefalo squadrato e livellato come un cubetto di porfido, ma non tacerò. Se ben vogliamo vedere, il prototipo di questa pellicola e di altre simili è chiaramente identificabile: La fuga di Logan (Logan's Run), diretto da Michael Anderson (1976), che avremo modo di recensire a suo tempo. Derivati dalla stessa fonte sono anche The Island, diretto da Michael Bay (2005) e Moon, diretto da Duncan Jones (2009). Mi si obietterà che le trame di queste opere sono molto diverse tra loro. In realtà questo non corrisponde a verità. Diverse sono le ambientazioni e i dettagli, mentre identica è l'idea portante. Ecco la sua articolazione: 

1) Un ambiente artificiale retto da un'intelligenza demiurgica e menzognera che nasconde la realtà vera;
2) Un individuo che si rende conto di qualcosa che non quadra;
3) La presa di coscienza graduale del protagonista, che finisce col capire di essere stato ingannato;
4) La fuga del protagonista e la sua immissione nella realtà vera, a lui completamente sconosciuta;
5) La nemesi del demiurgo dell'inganno (questo punto può mancare). 

Guardate come questo schema si adatta bene a tutti i film da me menzionati.

La fuga di Logan

1) Una città sotto una cupola, che fa credere ai cittadini di essere i soli superstiti di una catastrofe nucleare. Impone la morte di ogni individuo al compimento dei 30 anni, facendo credere che i morti rinasceranno nei bambini, tutti prodotti tramite clonazione.
2) Logan 5 sa che ci sono fuggitivi e che questi sfuggono per necessità al ciclo delle rinascite; si accorge però che i fuggitivi troppo numerosi. 
3) Logan 5 capisce che il bilancio non torna: nessuno è mai rinato e tutti i morti sono perduti per sempre.
4) Logan 5 approfitta di una missione per evadere dalla città: si rende conto che tutti i fuggitivi sono morti, poi vede che non c'è stata alcuna catastrofe nucleare e trova un uomo anziano.
5) Logan 5 ritorna nella città, con la sola forza della sua volontà manda in tilt il computer-demiurgo; poi conduce il vecchio alle ragazze, che lo accolgono festanti, lo palpano, esprimono con la loro gioia il desiderio di masturbarlo e di fellarlo. 

The Island 

1) Una popolazione vive in un ambiente alienante ed artificiale, dove un'intelligenza demiurgica fa credere alle persone di essere i superstiti di una catastrofe batteriologica; mette in palio in una lotteria un posto nella fantomatica Isola, ultimo ambiente privo di patogeni.
2) Lincoln-6-Echo dubita dell'ambiente in cui vive. Nota il continuo arrivo di "superstiti" da un ambiente esterno di cui non sa nulla. 
3) Lincoln-6-Echo trova un insetto in un'area riservata e capisce che la contaminazione è una balla colossale.
4) Lincoln-6-Echo riesce a trovare il pretesto di una riparazione ed evade con successo. Si trova in un mondo simile a quello in cui viviamo. Apprende con sgomento la verità sul suo luogo di origine: lui e i suoi simili sono cloni creati per fornire organi per i trapianti, richiesti dalla gente del mondo esterno.
5) La sporca faccenda dei cloni creati come produttori di organi da trapiantare diventa di pubblico dominio e l'azienda demiurgica va in rovina: alla gente del mondo esterno era stato fatto credere che non venissero prodotti esseri senzienti.

Moon

1) Sam Bell è l'unico abitante di una base lunare adibita da una potente multinazionale all'estrazione di elio-3. Un'intelligenza artificiale demiurgica gli fa credere che alla scadenza del suo contratto ritornerà dalla sua famiglia. In realtà il protagonista è un clone, la sua famiglia non esiste, allo scadenza del contratto sarà terminato e sostituito da un altro clone. 
2) In seguito ad un incidente, Sam Bell sperimenta forti mal di testa e allucinazioni. Per caso ascolta una comunicazione dell'intelligenza artificiale, che vuole impedirgli di recarsi in una certa area del campo minerario. Cominciano i dubbi.
3) Sam Ball si reca proprio nell'area interdetta e scopre un altro se stesso privo di coscienza. Riporta il clone alla base e lo fa risvegliare. A un certo punto lui e il suo simile capiscono l'arcano: sono entrambi cloni del vero Sam Bell.
4) I due Sam Bell elaborano un complesso piano. Mentre il clone più anziano, ormai prossimo alla morte, subisce un grave incidente per far trovare il proprio corpo agli inviati della multinazionale, il clone più giovane si mette in un bidone e si fa sparare verso la Terra, scalpitando come un moccioso decerebrato. 
5) Il Sam Bell sparato sulla Terra arriva a destinazione, dice tutto ai giornalisti e fa scoppiare uno scandalo che travolge la multinazionale demiurgica, che finisce sotto inchiesta.


Arriviamo dunque a The Truman Show

1) Truman Burbank è a sua insaputa il protagonista di un reality show, prodotto dal demiurgo Christof. Tutto ciò che vive e sperimenta nella sua nativa Seehaven è illusione. La sua esistenza è un fake che serve solo ad incrementare l'audience del programma.
2) Truman Burbank si rende conto che alcuni dettagli sembrano artificiali, come ad esempio una donna con una carrozzina e un maggiolino giallo ammaccato che percorrono all'infinito la stessa via, quasi rincorrendosi.
3) Dopo numerosi tentativi fallimentari di fuga, Truman Burbank capisce l'arcano. Vede ricomparire suo padre, che credeva morto. Uscito da Seehaven, si rende conto che vengono scatenati incendi e addirittura un incidente nucleare pur di fermarlo. Quando una guardia a lui del tutto ignota lo chiama per nome, il protagonista ha la conferma più chiara della natura illusoria della sua esistenza.  
4)
Rubata un'imbarcazione, Truman Burbank si dirige al largo e trova letteralmente i confini dello studio cinematografico, con una porta attraverso cui passa nel mondo vero.
5)
Christof non subisce nemesi, si limita a riorganizzare il suo reality show.

Non vedete che si tratta sempre della stessa identica storia?


Indebita attribuzione di paternità 

A quanto ho appreso nel Web, la paternità del soggetto di The Truman Show è attribuita all'episodio 23 della prima serie della fortunata serie televisiva The Twilight Zone, conosciuta in Italia come Ai confini della realtà. L'episodio in questione si intitola L'avventura di Arthur Curtis (l'originale è A World of Difference) e risale al 1960. Riporto sinteticamente la trama.

Un manager di successo, Arthur Curtis, è felicemente sposato e ha una figlia. La sua vita è piena e non è turbata nemmeno da un'ombra. Un giorno, mentre sta trafficando per prenotare un viaggio a San Francisco con la sua amatissima famiglia, quando si accorge che il telefono non funziona (all'epoca non esistevano gli smartphone!). Alzata la cornetta sente una voce imperiosa che urla "STOP!" (nella versione originale "CUT!"). Di colpo le pareti della stanza si dissolvono e il manager ha davanti a sé il set di un film. Il regista aggressivo lo apostrofa. Tutti si rivolgono a lui chiamandolo Gerald (Gerry) Raigan e lo considerano un attore. A quanto pare è così, anche se lui trasecola in preda allo shock: l'intera vita di Arthur Curtis è soltanto il copione di un film! Ecco che arriva una donna fascinosa e volitiva, una bionda amazzone che si scaglia come una furia contro l'uomo ancora in preda al trauma: è Nora, l'ex moglie di Gerry Raigan, che pretende da lui la firma di un assegno milionario. A quanto pare l'uomo è un alcolizzato terminale e la sua vita sta andando a rotoli. Cerca di fare di tutto per dimostrare di essere Arthur Curtis, ma alla fine dave cedere. Il suo agente gli mostra il copione del film Il mondo privato di Arthur Curtis, cosa che annichilisce gli ultimi barlumi di forza dell'uomo già annichilito. L'untuoso agente dice anche che la produzione è stata cancellata e che lo studio sta per essere smantellato. In preda alla disperazione, Curtis si siede, si abbandona al torpore e... sparisce. Ritorna per incanto nel suo mondo, lasciandosi l'incubo alle spalle.

Come si può vedere, c'è soltanto un elemento in comune con The Truman Show: l'idea di un uomo la cui stessa vita è in realtà uno spettacolo televisivo. Le differenze sono abissali. Le elenco: 

- Christof ha gestito l'esistenza di Truman fin dal concepimento, guidandone scientemente ogni passo dalla nascita, per anni. Lo ha coltivato come una piantina ornamentale, o come un pollo.
- Il regista del film su Arthur Curtis, l'agente e i produttori non manipolano in alcun modo Gerald Raigan. Anzi, si stupiscono moltissimo del fatto che si identifichi nel protagonista del film. 

- Truman sospetta che il suo mondo è finto e cerca di uscirne.
- Arthur Curtis si trova catapultato in un mondo che non è il suo, senza il minimo preavviso. Non c'è alcun processo di acquisizione della Conoscenza. Anzi, il salto in un altro mondo rischia di annientarlo.

- La salvezza per Truman è l'uscita da Seehaven e l'ingresso nel mondo vero.
- Per Arthur Curtis il mondo in cui si gira il film sulla sua vita è dannazione, è Inferno. La Salvezza è il ritorno a casa, dalla propria famiglia.

- Truman fino a un certo punto ignora l'inganno, mentre lo spettatore sa tutto su Christof e sulle sue diavolerie.
- L'intera vicenda di Arthur Curtis è oscurissima e potrebbe spiegarsi scientificamente in due modi:
  i) Dal punto di vista del mondo di Curtis, il mondo di Raigan è un'esperienza onirica insolitamente vivida, un incubo denso che alla fine si conclude.
  ii) Dal punto di vista del mondo di Raigan, il mondo di Curtis è un'allucinazione unita a profonde amnesie dovuta all'alcolismo: possono essere sintomi di sindrome di Korsakov. La scomparsa di Raigan si può spiegare facilmente, visto che molte persone colpite da demenza scompaiono e non le si riesce a trovare più.

Come si può vedere, The Truman Show non c'entra proprio nulla con A World of Difference. Se paragoniamo il soggetto di Niccol a un virus, al massimo l'episodio 23 della prima serie di The Twilight Zone ha dato qualcosa alla guaina proteica, non certo al corredo genetico.

Banalità varie

Salta subito all'occhio che Truman è semplicemente un True Man, ossia "Uomo Vero", "Uomo Sincero" - probabilmente anche nell'accezione di "sempliciotto". Per contro il nome del Demiurgo Christof è stato analizzato come Christ-Off. La vulgata corrente, un po' tirata per i capelli, interpreta questa singolare formazione come un sinonimo di Antichrist "Anticristo".

Spunti gnostici e occasioni perse 

L'idea della realtà come inganno prodotto da un potente demone è alla base del credo degli Gnostici dell'epoca antica. Proprio il cinema l'ha sfruttata in non poche occasioni, ma purtroppo senza comprenderla appieno. Tutti i film che abbiamo menzionato hanno una caratteristica assai fastidiosa, che ricorre molto di frequente nel cinema. Si tratta di una fede ingenua nelle capacità umane. Tutto si fonda sull'idea che non soltanto l'aver compreso gli inganni del Demiurgo porti all'invulnerabilità, ma che addirittura possa provocare la fine del suo Regno. Nel mondo dei Puffi funzionerebbe di certo, dato che la minaccia più terribile è Gargamella. In realtà Christof avrebbe trovato un modo estremamente semplice ed efficace per lobotomizzare Truman e rendergli impossibile la fuga. Con il suo immensa potere lo avrebbe potuto fermare subito o correggere senza farlo sapere al pubblico, al primo insorgere di una qualsiasi stravaganza. Ovvio, su queste basi il film non sarebbe stato girato. Anche The Island e Moon hanno un finale di una stupidità sconvolgente: davvero si può credere che possa scoppiare uno scandalo in grado di fermare un organismo complesso e potente come una multinazionale? A quanto pare i vari registi non sanno che esistono i killer aziendali! 

giovedì 16 agosto 2018


PI GRECO - IL TEOREMA DEL DELIRIO

Titolo originale: Π
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: USA
Anno: 1998
Durata: 84 min
Dati tecnici: B/N
Genere: Thriller
Regia: Darren Aronofsky
Soggetto: Darren Aronofsky, Sean Gullette, Eric
     Watson
Sceneggiatura: Darren Aronofsky
Produttore: Darren Aronofsky, Eric Watson, Scott
     Vogel
Fotografia: Matthew Libatique
Montaggio: Oren Sarch
Musiche: Clint Mansell
Animazione: Dan Moss
Costumi e guardaroba: Eric "Shorty" Meyerson
Interpreti e personaggi:
    Sean Gullette: Maximillian Cohen
    Mark Margolis: Sol Robeson
    Ben Shenkman: Lenny Meyer
    Pamela Hart: Marcy Dawson
    Stephen Pearlman: Rabbino Cohen
    Samia Shoaid: Devi
    Ajay Naidu: Farrouhk
    Kristyn Mae-Anne Lao: Jenna (la bambina)
    Espher Lao Nieves: La madre di Jenna
    Joanne Gordon: La Signora Ovadia
    Lauren Fox: Jenny Robeson
    Stanley B. Herman: L'uomo senza baffi
    Clint Mansell: Fotografo
    Tom Tumminello: Ephraim
    Henri Falconi: Studente della Kabbalah
    Iisaac Fried: Studente della Kabbalah
    Ari Handel: Studente della Kabbalah
    Oren Sarch: Studente della Kabbalah
    Lloyd J. Schwartz: Studente della Kabbalah
    Richard Lifschutz: Studente della Kabalah
    David Strahlberg: Studente della Kabbalah
    Peter Cheyenne: Brad
    David Tawil: Jake
    J.C. Islander: Uomo che presenta la valigia
    Abraham Aronofsky: Uomo che consegna la
         valigia
    Ray Seiden: Vigile
    Scott Franklin: Voce del Vigile
    Chris Johnson: Guidatore di Limousine
    Sal Monte: Re Nettuno
Doppiatori italiani:   
    Massimo Rossi: Maximillian Cohen
    Enrico Di Troia: Lenny Meyer
    Anna Cesareni: Marcy Dawson
Colonna sonora:    
    Clint Mansell - πr2
    Orbital - P.E.T.R.O.L.
    Autechre - Kalpol Introl
    Aphex Twin - Bucephalus Bouncing Ball
    Roni Size - Watching Windows
    Massive Attack - Angel
    Clint Mansell - We Got The Gun
    David Holmes - No Man's Land
    Gus Gus - Anthem
    Banco de Gaia - Drippy
    Psilonaut - Third from the Sun
    Spacetime Continuum - A Low Frequency
          Inversion Field
    Clint Mansell - 2πr
Premi:
1) Thessaloniki Film Festival - premio FIPRESCI con menzione speciale (1998)
2) Sundance Film Festival - Premio alla regia (1998)
3) Málaga International Week of Fantastic Cinema - Premio come menzione speciale (1999)
4) Independent Spirit Awards 1999: miglior sceneggiatura d'esordio
5) Independent Spirit Awards - Miglior film di debutto
6) Gotham Awards - Premio Open Palm al regista (1999)
7) Gijón International Film Festival - Grand Prix Asturia al regista (1999)
8) Florida Film Critics Circle Awards - premio FFCC rivelazione dell'anno al regista (1999) 

9) Fant-Asia Film Festival - terzo posto come miglior film internazionale (1999)
10) Deauville Film Festival - Candidato come Grand Special Prize (1999)
11) Chlotrudis Awards - candidato al premio Chlotrudis Award come miglior film

Budget: 68.000 dollari USA
Incassi al botteghino: 3.221.152 dollari USA

Trama:
Quando era bambino, Maximilian Cohen fu sempre avvertito dalla madre, che gli diceva in continuazione di non fissare mai il sole. A sei anni disobbedì, fissò a lungo l'astro diurno e ne ebbe un grave trauma. Fu invaso dalla luce solare diretta e sperimentò una cecità temporanea. Riacquistò la vista, ma fu cambiato per sempre: da allora i suoi pensieri ebbero un corso diverso, che lo separava dal resto del genere umano. Si ritrovò capace di compiere calcoli complicatissimi col solo aiuto della sua mente. Cominciò a soffrire di emicranie atroci. Per mitigare l'insopportabile dolore, acquisì l'abitudine di assumere dosi massicce di antidolorifici di ogni tipo. Crescendo divenne un genio della matematica, ma a causa delle allucinazioni e dei lampi di dolore che gli laceravano il cranio, ebbe la vita di un sociopatico paranoico, ai confini con la pazzia furiosa. In queste condizioni lo vediamo già nelle scene iniziali della pellicola, immerso in una tenebra densa e assoluta. La vita di Max Cohen è dominata da un'ossessione che non gli concede un solo attimo di respiro, privandolo anche del sonno. Egli è convinto che ogni singolo evento, ogni singolo ente nel vasto Universo sia codificato tramite il linguaggio della matematica: a questo punto basterebbe comprendere gli schemi numerici che emergono dall'analisi di qualsiasi situazione per avere la Conoscenza suprema. Non essendo religioso, il protagonista si dedica a qualcosa di molto concreto e materiale: la predizione delle quotazioni di Wall Street. Frustrato dal suo insuccesso, il matematico si reca in un bar, dove si imbatte in un ebreo ortodosso della setta dei Chassidim, che lo intrattiene con alcuni semplici giochetti numerici volti a dimostrare che la Torah è un codice che contiene tutti i segreti della Creazione. Prima di collassare, il suo computer vomita una sequenza di 216 cifre, senza alcun significato discernibile. Molti si interessano a questa scoperta. L'unica persona che possa aiutare Max è l'attempato amico Sol Robeson, anch'egli un matematico. Preoccupato per la salute mentale del giovane, Sol cerca di convincerlo ad abbandonare ogni tentativo di trovare schemi nell'Universo; eppure gli confida di essersi imbattuto nello stesso numero di 216 cifre da giovane, nel corso delle sue ricerche. A questo punto i Chassidim rapiscono Max, conducendolo al cospetto del loro capo, un rabbino che di cognome fa Cohen proprio come il nostro matematico. A questo punto viene svelato l'arcano: il numero di 216 cifre rappresenta il Vero Nome di Dio, la cui conoscenza permetterebbe alla setta di studiosi della Kabbalah di ricostruire il Tempio di Gerusalemme e di ripristinare l'Ebraismo sacerdotale, arrivando quindi a dominare il mondo. Disgustato da questi deliri, Max Cohen riesce a fuggire. Ritiratosi nel suo bagno si perfora il cranio con un trapano.     

Recensione:  
Nonostante questo film sia stato prodotto con grande scarsità di mezzi, lo trovo senz'alcun dubbio eccellente. La scelta del bianco e nero proietta in un universo di disperazione, in cui nemmeno una singola particella di luce può trovare la sua via senza perdersi negli Inferi. Come rivelazioni agghiaccianti, compaiono immagini di un cervello nudo e zeppo di coaguli, finito in mezzo all'immondizia, poi nel lavandino, le sinapsi e i neuroni agonizzanti eppure incapaci di morire! La materia grigia viene dilaniata, quasi una premonizione del trapano che penetrerà in una tempia del protagonista. La matematica, con gli inquietanti misteri delle infinite cifre del Pi greco e della sequenza di Fibonacci, è la vera protagonista di questo thriller scientifico che a quanto ne so non ha precedenti nella storia del cinema. Proprio la matematica si dimostra capace di squarciare il tessuto stesso della realtà, aprendo una fessura da cui fa la sua irruzione il Mostro della Follia. Non per niente Sean Gullette, l'attore che ha interpretato Max Cohen, è stato segnato dalle riprese e ha dichiarato che il film è "una storia di Faust digitale".       

Il Nome di Dio

Se la sequenza di cifre mostrata nel film fosse davvero il Vero Nome di Dio, a rigor di logica, seguendo i princìpi della Kabbalah, potremmo convertirlo in lettere - ossia in consonanti dell'alfabeto ebraico. Questo dovrebbe essere immediato, dato che ad ogni consonante dell'alfabeto ebraico è associato un valore numerico univoco. Una volta compiuta quest'opera, dovremmo vocalizzare le 216 lettere così ottenute. Non dovrebbe essere un'impresa molto difficile. A questo punto, dato che i cultori della Kabbalah chiamano Dio l'Artefice di questo mondo, sapremmo come bestemmiarlo al meglio, coprendo il suo Vero Nome di maledizioni senza fine, ogni volta che ci alziamo e ogni volta che ci corichiamo. Perché, vedete, sarebbe proprio a quella sequenza di sillaba che potremmo attribuire ogni Male, ogni abominazione, ogni aberrazione che costituisce la sostanza di questo mondo schifoso. Questo sarebbe il nome cifrato del Boia Cosmico: 

94 143 243 431 512 659 321 054 872 390 486 828 512 913 474 876 027 671 959 234 602 385 829 583 047 250 165 232 525 929 692 572 765 536 436 346 272 718 401 201 264 314 754 632 945 012 784 726 484 107 562 234 789 626 728 592 858 295 347 502 772 262 646 456 217 613 984 829 519 475 412 398 501

A parte il fatto che sono 218 cifre, non 216, vediamo che c'è una difficoltà non da ridere. Lo zero non era concepibile quando l'alfabeto cananeo fu inventato. La conversione dei numeri in lettere non è così banale: occorre fare il calcolo delle unità, delle decine, delle centinaia e delle migliaia partendo dalla fine del numero, tanto grande da non poter avere radici nell'intuizione umana. A un certo punto nel film vediamo sullo schermo di un computer antidiluviano alcune sequenze numeriche convertirsi in brani della Torah in caratteri della scrittura rabbinica quadrata, con tanto di vocalizzazione masoretica delle parole. Non sembra però trattarsi della stessa sequenza numerica identificata con il Nome di Dio, che vediamo vomitata dalla macchina poco dopo, in un punto successivo del film. Ovviamente Aronofsky ha inventato tutti questi numeri di sana pianta, sarebbe vano cercarvi significati profondi.  

Discontinuità ineliminabile 

Il protagonista si chiama Cohen, parola che in ebraico significa "sacerdote". Lo stesso cognome, comunissimo tra gli Israeliti, è portato dal Rabbino Capo, che sogna la restaurazione del culto officiato dai Kohanim, i Sacerdoti, nel Tempio di Gerusalemme. Nonostante la grande diffusione del cognome Cohen, i segreti dell'Ebraismo sacerdotale sono andati perduti con la distruzione del Secondo Tempio ad opera di Tito nel 70 d.C.: l'Ebraismo rabbinico non ne è la continuazione diretta. Ciò che i Cabalisti possono fare è soltanto esercitarsi in costruzioni esoteriche in apparenza sorprendenti, ma in realtà fondate su una logica estremamente fragile. In pratica il loro lavoro consiste nel cavare sangue dalle rape. Il sogno messianico dei settari cultori della Kabbalah che vediamo nel film è irrealizzabile. È una futile velleità, proprio come il sogno dei Neopagani, che negli ultimi secoli si illudono di poter ripristinare gli antichi culti politeisti. Solo per fare un esempio, in Islanda e altrove esiste una congrega chiamata Ásatrú, che afferma di avere una continuità diretta con la religione precristiana. Tuttavia vediamo che questi non sono veri devoti degli Asi: sono persino incapaci di sacrificare un ariete a Thor! Il loro è un panteismo di sapore New Age, che considera gli Dei manifestazioni simboliche dell'Uno-Tutto, concetto che gli Islandesi non avevano. Tra le genti del Nord, Thor era concepito come un essere reale fatto di carne e di ossa, che ingurgitava montagne di cibo e defecava producendo masse di stronzi fumanti, un essere dotato di un colossale fallo in grado di penetrare e di eiaculare. Un essere che esigeva sangue di vittime, anche umane. Senza i blót, ossia i sacrifici, la religione antica non ha il benché minimo senso. Cosa sono dunque questi pseudopagani che si cagano addosso dalla paura di fronte alla furia isterica degli animalisti? Nonostante gli Israeliti siano molto rigorosi nel separarsi dai Gentili e dai culti idolatrici, il ragionamento che si può applicare loro non è affatto diverso da quello appena esposto. Se un rito, quale che esso sia, non è tramandato da persona di carne a persona di carne, è privo di qualsiasi valore. La trasmissione diretta è irrinunciabile. Non si può rabberciare qualcosa a partire da testi antichi o meno antichi, pretendendo poi di aver rifondato un culto estinto. Se il fuoco del Santuario di Vesta è stato spento, il culto di Roma è estinto. Se il Secondo Tempio è stato distrutto, non si può edificare il Terzo Tempio profetizzato da Ezechiele. Inutili sono i sogni pantocratici di futuribili Kohanim. Se l'Eterno risiedeva nel Primo Tempio, com'è possibile che Nabucodonosor abbia raso al suolo una così augusta dimora? Nabucodonosor mangiava e smerdava, era un semplice uomo di carne. Se l'Eterno risiedeva nel Secondo Tempio, com'è possibile che Tito abbia raso al suolo una così augusta dimora? Tito mangiava e smerdava, era un semplice uomo di carne. La verità è ben chiara: l'Eterno non può far tornare liquido un uovo rassodato o far rivivere un fuoco estinto, come non lo può fare Thor, come non lo può fare Vesta.

L'illusione della Ghematria

I miti biblici come quello della Torre di Babele sono soltanto creazioni di uomini che vissero millenni fa. L'ebraico è una lingua derivata, come tutte le altre lingue di questo mondo, antiche e moderne. Non contiene codici preferenziali in grado di codificare numericamente la realtà: qualsiasi schema vi si trovi ha la stessa consistenza della pareidolia che mi fa vedere i teschi nei disegni caotici delle venature del marmo. L'ebraico è una lingua cananea come il fenicio, è un parente stretto della lingua di Cartagine. In pratica i Moabiti e gli Ammoniti, mortali nemici di Israele, parlavano dialetti dell'ebraico. Le sue vocali hanno subìto una rotazione, alcune sue consonanti finali si sono affievolite e sono scomparse, altre consonanti sono mutate secondo regole ben precise. Ecco una lista di parole ebraiche con le protoforme semitiche ricostruite su basi solidissime, da cui vediamo come i trucchetti ghematrici e cabalistici cessino di funzionare non appena andiamo un po' indietro nel tempo:

'abh "padre" deriva dalla protoforma *ɁABBU
'em "madre" deriva dalla protoforma *ɁIMMU 
yeled "bambino" deriva dalla protoforma *WALDU
'el "Dio" deriva dalla protoforma *ɁILHU 
'eloah "Dio" deriva dalla protoforma *ɁILA:HU
yayin "vino" deriva dalla protoforma *WAINU
shor "bue" deriva dalla protoforma *ΘAURU
shalom
"pace" deriva dalla protoforma *ŠALA:MU
kerem
"vigna" deriva dalla protoforma *KARMU 

Come può dunque una lingua derivata essere la cifra la Creazione? Semplice: non può. Guardate bene, se non ci credete. La consonante iniziale w- è diventata y-: ebr. yayin "vino" deriva da una protoforma semitica *WAINU-, che è molto simile a quella che troviamo in indoeuropeo occidentale, *WOINO-. Evidentemente si tratta di un prestito (con ogni probabilità protosemitico e protoindoeuropeo occidentale hanno preso la parola da una terza lingua non identificata). Così vediamo che la fricativa postalveolare Š del protosemitico e la fricativa interdentale Θ si sono confuse in Š nell'ebraico. La protoforma semitica ΘAURU "bue" è molto simile a quella che troviamo in indoeuropeo occidentale, *TAURO- / *(S)TEURO- "toro". Evidentemente si tratta di un prestito (con ogni probabilità protosemitico e protoindoeuropeo occidentale hanno preso la parola da una terza lingua non identificata). La potenza della filologia smaschera i Cabalisti! 

NDE

Il trapano che buca la scatola cranica di Max Cohen non è la fine di tutto. Almeno non del film. Il matematico si ritrova con la figlia di una vicina di casa, una vivace bambina che lo tedia senza requie chiedendogli di eseguire a mente una moltiplicazione. Con sua grande sorpresa, la sua mente, un tempo acutissima, è ridotta all'impotenza. Non gli riesce nemmeno più di fare operazioni banali. Un silenzio assoluto è calato su di lui come un maglio dal cielo. La sua afflizione lo abbandona, così riesce a sorridere, per la prima volta nel corso della sua infernale esistenza. Queste sensazioni sono forse le ultime reazioni dei neuroni morenti? Il film si conclude con un ultimo quesito della bambina invadente e molesta: quanto fa 748 diviso per 238. Il risultato non viene rivelato, ma è proprio il Pi greco!

Cineforum Fantafilm

Il presente film di Aronofsky è stato proiettato al Cineforum Fantafilm dell'amico Andrea "Jarok" Vaccaro il 10 ottobre 2005. Purtroppo non sono riuscito ad esserci in quell'occasione e ho potuto vedere il film soltanto nell'agosto 2018.