lunedì 6 febbraio 2023


SIRAXTA 

Titolo originale: Siraxta
Gruppo: Eluveitie 
Album: Spirit 
Anno: 2006
Genere: Heavy metal, musica celtica 
Sottogenere: Folk metal, Celtic metal
Paese: Svizzera 
Lingua: Gallico 
Etichetta: Fear Dark Records 
Formato: CD 
Formazione Eluveitie (2006):
    Chrigel Glanzmann – voce, mandolino, chitarra acustica,
        cornamusa 
    Rafi Kirder - basso 
    Merlin Sutter - tamburi 
    Ivo Henzi - chitarra 
    Simeon Koch - chitarra 
    Linda Sutter - violino 
    Meri Tadic - violino 
    Sevan Kirder - flauto irlandese, cornamusa  
    Sarah Wauquiez - ghironda, crumhorn, fisarmonica    
    Toby Roth - fisarmonica
Etimologia del nome del gruppo: dall'antroponimo etrusco Eluveitie, adattamento del nome celtico degli Elvezi. 
Link: 


Testo in gallico: 

SIRAXTA 

Immi daga uimpi geneta
Lana beđđos et' iouintutos
Blatus cetli, cantla carami
Menuan ambi caron soueti
Mimi, sedumi in disouniIe
Lana oiniciIas in cridiIe
Ate-, iege, -rigasisi?
To- moi đera -bibrasisis?
Nu noxs todiqueuode
Nu papos samos d'elleloge
TauiIa inter tegisa
Dirobata tenisa
Mimi, sedumi in disouniIe
Lana oinicilas in cridiIe
Menuan ambi caron soueti
Samito-ne urit- me -piseti?
Nu etnoi penna roceltont
Uo atanobi ro- sa -celtont
Cauannos ardu gariti
Critus ougros me gabiti
Auelos in dolias sueteti
No moi suetlon de tu bereti
Ate-, iege, -rigasisi?
To- moi dera -bibrasisis?
Papon, papon in samiIe
Papon, papon in tauiIe
Auelos sueteti uor magisi 
Đera ougra loucint in nemisi  
Papon, papon in samiIe  
Papon, papon in tauiIe  
Auelos sueteti uor magisi  
Đera ougra loucint in nemisi  
Papon, papon in samiIe
Papon, papon in tauiIe  
Nu etnoi penna roceltont
Uo atanobi ro- sa -celtont
Cauannos ardu gariti
Critus ougros me gabiti
Auelos in dolias sueteti
No moi suetlon de tu bereti
Ate-, iege, -rigasisi?
To- moi dera -bibrasisis?
Papon, papon in samiIe
Papon, papon in tauiIe
Auelos sueteti uor magisi  
Đera ougra loucint in nemisi  
Papon, papon in samiIe  
Papon, papon in tauiIe  
Auelos sueteti uor magisi  
Dera ougra loucint in nemisi  
Papon, papon in samiIe
Papon, papon in tauiIe  
Immi daga uimpi geneta
Dallos immi dacroun
Immi daga uimpi geneta
Dallos immi dacroun 

Testo in inglese (reperito dal Web e con alcune traduzioni distorte; i versi mancanti, da me integrati, sono in corsivo e tra parentesi <>): 

I'm a good, pretty girl
full of custom and full of youth.
I love flowers and songs. 
My thinking is about the loved one.
But I, I sit without sleep
complete solitude in the heart.
Say, will you come back?
Will you bring me the stars?
Now the night has come, 
Now everyone has gone to rest.
Silence between the houses,
the fires are extinguished.
But I, I sit without sleep 
complete solitude in the heart.
My thinking is about the loved one.
Is he waiting for me?
Now the birds have hidden their heads 
they have hidden under the wings.
An owl hoots loudly.
Cold shudder seized me. 
The wind is blowing between the leaves.
It brings no news of you.
Say, will you come back?
Will you bring me the stars?
All is quiet, all is silent
The wind is wailing on the field
Unnamed stars blister cold on the canopy 
All is quiet, all is silent
The wind is wailing on the field
Unnamed stars blister cold on the canopy. 
All is quiet, all is silent   
Now the birds have hidden their heads 
they have hidden under the wings.
An owl hoots loudly.
Cold shudder seized me. 
The wind is blowing between the leaves.
It brings no news of you.
Say, will you come back?
Will you bring me the stars?
All is quiet, all is silent
The wind is wailing on the field
Unnamed stars blister cold on the canopy. 
All is quiet, all is silent
The wind is wailing on the field
Unnamed stars blister cold on the canopy. 
All is quiet, all is silent
<I'm a good, pretty girl> 
<I'm blinded by tears> 
<I'm a good, pretty girl>
<I'm blinded by tears> 

Testo in italiano (tradotto dal gallico): 

STRUGGIMENTO  

Sono una pura, bella ragazza,
Piena di virtù e giovinezza.
I fiori della foresta e le canzoni io amo. 
Sto pensando all'amato. 
Ma sto seduta nell'insonnia,
Piena di solitudine nel cuore. 
Dimmi, ritornerà? 
Mi porterà le stelle? 
Ora è giunta la notte. 
Ora ognuno è andato a riposare.
Il silenzio è tra le case,
I fuochi sono estinti. 
Ma sto seduta nell'insonnia,
Piena di solitudine nel cuore. 
Sto pensando all'amato.
Lui mi aspetterà? 
Ora gli uccelli nascondono le teste,
Sotto le ali le nascondono. 
Una civetta urla forte, 
Un tremore freddo mi prende. 
Il vento nelle foglie soffia, 
Non mi porta notizie su di te. 
Dimmi, ritornerà? 
Mi porterà le stelle? 
Ogni cosa, ogni cosa è in pace,
Ogni cosa, ogni cosa è in silenzio,
Il vento soffia sul campo,   
Le stelle fredde splendono nel cielo. 
Ogni cosa, ogni cosa è in pace,
Ogni cosa, ogni cosa è in silenzio,
Il vento soffia sul campo,  
Le stelle fredde splendono nel cielo. 
Ora gli uccelli nascondono le teste,
Sotto le ali le nascondono. 
Una civetta urla forte, 
Un tremore freddo mi prende. 
Il vento nelle foglie soffia, 
Non mi porta notizie su di te. 
Dimmi, ritornerà? 
Mi porterà le stelle?  
Ogni cosa, ogni cosa in pace,
Ogni cosa, ogni cosa in silenzio,
Il vento soffia sul campo,  
Le stelle fredde splendono nel cielo. 
Ogni cosa, ogni cosa in pace,
Ogni cosa, ogni cosa in silenzio,
Il vento soffia sul campo,  
Le stelle fredde splendono nel cielo. 
Ogni cosa, ogni cosa in pace,
Ogni cosa, ogni cosa in silenzio.
Sono una pura, bella ragazza,
Sono accecata dalle lacrime. 
Sono una pura, bella ragazza,
Sono accecata dalle lacrime. 

Recensione: 
Toccante e di un lirismo assoluto! Purtroppo il pubblico non sembra avere i mezzi per apprezzare contenuti così sublimi. Sia la forma che la sostanza sfuggono a chi non ha rudimenti di filologia celtica. Mi prodigo quindi per rendere questo materiale accessibile a tutti - cosa che, spero, ne aumenterà il successo.   
Dopo il primo demo, Vên (2003), la band ha firmato un contratto con l'etichetta Fear Dark Recors. Nel 2004, Vên viene pubblicato come Extended Play a tutti gli effetti. Il primo album è proprio Spirit, registrato sul finire del 2005. In Vên i testi erano in una forma abbastanza consumata di celtico, che potremmo considerare addirittura altomedievale, diversa dal cristallino gallico di canzoni come Siraxta, che rende bene la lingua parlata ai tempi di Cesare.  
Peccato che i critici e i recensori non colgano l'importanza di quest'opera. Parlano di virtuosismi musicali, di influenze di altri gruppi, spesso del tutto dissimili come ispirazione, ma non dedicano una sola parola alla lingua in cui sono scritti i testi. Dal mio punto di vista, la lingua è invece la cosa più importante. Si può comprendere che per la massa dei metallari, tutto si mescoli in un immenso calderone come una specie di pastone indistinto, in cui latino, norreno, celtico e lingue di Tolkien sono indistinguibili. Credo tuttavia che sia necessario tentare di porre rimedio a questa condizione di marasma. 

Glossario gallico: 

ambi caron "sull'amato" 
   ambi "intorno, attorno" 
ardu gariti "urla forte" 
  ardu "altamente" 
  gariti "egli urla" 
ate- rigasisi? "ritornerai?"
auelos "vento" 
beđđos "di virtù" (genitivo) 
  lana beđđos "piena di virtà" 
bereti "egli porta" 
cantla "canzoni" (neutro plurale) 
  cantlon "canzone"
carami "io amo" 
cauannos "civetta" 
cet[l]i, sta per ceti "del bosco", "della foresta" 
  L'errore è stato emendato nel testo di Omnos del 2009 (vedi).
  blatus ceti "i fiori del bosco" 
  blatus è un accusativo plurale
critus "tremore" 
  critus ougros "tremore freddo", i.e. "brivido"
dacroun "delle lacrime" (genitivo plurale di dacru "lacrima") 
daga "buona" (femminile di dagos "buono") 
  L'aggettivo è usato per indicare qualità morali;
  nel caso di una ragazza fa riferimento alla purezza. 
dallos "cieco" (l'aggettivo è maschile, anche se sembra riferirsi
   a geneta "ragazza"; un elvezio capirebbe che si parla dell'amato) 
d'elleloge "egli si distese" 
   Il verbo è formato dai prefissi de- "da", ex- "da" e da leloge
   "egli giacque", perfetto di leg- "giacere" 
de tu "da te", "su di te"
đera ougra "stelle fredde"  
  Il carattere đ-, ossia un'affricata dentale, è stato equivocato
  per d-; meglio sarebbe stato scrivere ðera o  dsera
  đera 'stelle' (plurale di đeron "stella")
  ougros 'freddo', neutro plurale ougra 
dirobata "estinti" (aggettivo neutro) 
et' "e" (abbreviazione di etic)
etnoi "uccelli" 
geneta "ragazza" 
iege "dimmi"
immi "io sono" 
in cridiIe "nel cuore" 
   Il carattere -I-, ossia una -i- semiconsonantica, è stato equivocato 
   per -l-; meglio sarebbe stato scrivere in cridiie.
   cridiIe è un locativo; si può usare anche il dativo, in cridiIu 
in disouniIe "senza sonno" 
   Il carattere -I-, ossia una -i- semiconsonantica, è stato equivocato
   per -l-; meglio sarebbe stato scrivere in disouniie
in nemisi "nel cielo" 
in samiIe "in pace", "in tranquillità"
   Il carattere -I-, ossia una -i- semiconsonantica, è stato equivocato
   per -l-; meglio sarebbe stato scrivere in samiie
in tauiIe "in silenzio" 
   Il carattere -I-, ossia una -i- semiconsonantica, è stato equivocato
   per -l-; meglio sarebbe stato scrivere in tauiie.
   In altri testi si ha tausiia "silenzio", con una sibilante
   qui scomparsa. 
iouintutos "di gioventù" (genitivo)
lana oiniciIas "piena di solitudine" 
   Il carattere -I-, ossia una -i- semiconsonantica, è stato equivocato
   per -l-; meglio sarebbe stato scrivere lana oiniciias
   lanos "pieno", femminile lana "piena" 
loucint in nemisi "splendono in cielo" 
  loucint "splendono" (da loucos "bianco, splendente")
  in nemisi "in cielo" 
in dolias "nelle foglie" (l'uso dell'accusativo implica una 
  sfumatura di moto a luogo)
inter tegisa "tra le case"  
me gabiti "mi prende" 
   Nel testo inglese il verbo è tradotto come un passato (seized),
   ma è un presente. 
menuan "pensiero" 
mimi "ma io", "proprio io" 
moi "a me" 
  no moi "non a me" (con assimilazione, ci si aspetterebbe ne moi)
noxs "notte" 
nu "ora" 
papon "tutto", "ogni cosa" 
papos "ognuno", "ogni uomo" 
penna roceltont "le teste hanno nascosto"
  penna "teste"
  roceltont "hanno nascosto" 
ro- sa celtont "le hanno nascoste" 
  (sa è un pronome infisso, neutro plurale, riferito a penna "teste") 
samito- "egli" (pronome enfatico)
samos "tranquillo" (la vocale -a- è lunga /'sa:mos/)
sedumi "siedo" 
siraxta "struggimento", "nostalgia"  
   (è un derivato dell'aggettivo siros "lungo")
soueti "si muove"
sueteti "soffia", "sta soffiando" 
   Matasović ricostruisce la protoforma *swizd- "soffiare" a partire
   dall'antico irlandese -fet e dal gallese medio chwythu
suetlon "storia", "racconto" 
tenisa "i fuochi" 
todiqueuode "è condotto", "è portato" 
  La forma verbale agglutina i prefissi to- "a"; di- "da", co(n)-
  "con" a ueuode "condusse", perfetto di ued- "condurre".
to- moi -bibrasisis "a me porterai" 
uimpi "bella" (femminile) 
  uimpi geneta "bella ragazza" 
  uimpis "bello" (maschile)
uo "sotto" 
uo atanobi "sotto le ali" 
uor "su, sopra" 
  La forma più comune è uer.
uor magisi "sul campo" 
urit- me - piseti "mi aspetta" 
  ne urit- me -piseti? "non mi sta aspettando"
    urit- "contro, verso" 
    me "me" 
    piseti "vede" 
    La band pronuncia qui urit- come un bisillabo; in realtà
    meglio sarebbe stato scrivere vrit-, come avviene in altri testi.

Note: 
Mi è subito balzato all'occhio che i primi tre versi del testo in gallico ricorrono nella successiva canzone Omnos, (Evocation I - The Archane Dominion, 2009), che tuttavia si sviluppa in modo molto diverso. 
Non posso fare a meno di evidenziare qualche bizzarria. 
Nella versione inglese, in nemisi "nel cielo", è stato tradotto con on the canopy, che alla lettera significa "sul baldacchino". Evidentemente la parola canopy "baldacchino" è qui usata come una kenning per "cielo". 
Con una grande fantasia, đera ougra loucint "le stelle fredde splendono" viene tradotto in inglese come "Unnamed stars blister cold", ossia "Stelle senza nome sporgono come vesciche, fredde". Non si capisce da dove sia saltato fuori l'aggettivo unnamed, né quale sia stata l'ispirazione non meno stravagante della forma verbale blister

sabato 4 febbraio 2023


Á SPRENGISANDI

Gruppo: Islandica
Paese: Islanda 
Lingua: Islandese 
Album: Íslandsklukkur - Icelandic Folk Music -
       Rhythms Of The North 
Anno: 1994 
Produttori: Magnús Þór Sigmundsson,
       Rafn Ragnar Jónsson 
Cantante: Bergþór Pálsson 
Autore del testo: Grimur Thomsen (1820 - 1896) 
Genere: Folk 
Stile: Nordic 
Link: 


Testo:

Á sprengisandi  

Ríðum, ríðum og rekum yfir sandinn,
rennur sól á bak við Arnarfell,
hér á reiki er margur óhreinn andinn,
úr því fer að skyggja á jökulsvell;
Drottinn leiði drösulinn minn,
drjúgur verður síðasti áfanginn.
Drottinn leiði drösulinn minn,
drjúgur verður síðasti áfanginn.
 
Þey þey! þey þey! þaut í holti tófa,
þurran vill hún blóði væta góm,
eða líka einhver var að hóa
undarlega digrum karlaróm;
útilegumenn í Ódáðahraun
eru kannske að smala fé á laun.
útilegumenn í Ódáðahraun
eru kannske að smala fé á laun.
 
Ríðum, ríðum, rekum yfir sandinn,
rökkrið er að síða á Herðubreið,
álfadrottning er að beisla gandinn,
ekki er gott að verða á hennar leið;
vænsta klárinn vildi ég gefa til
að vera kominn ofan í Kiðagil
vænsta klárinn vildi ég gefa til
að vera kominn ofan í Kiðagil

Traduzione in italiano:

Sullo Sprengisandur 

Cavalchiamo, cavalchiamo e arranchiamo sulla strada 
Il sole tramonta dietro Arnarfell 
Qui vagherà lo spirito molto impuro 
Dopo che avranno iniziato a calare le ombre sul ghiacciaio
Il Signore guida il mio cavallo
Si fa dura l'ultima tappa
Il Signore guida il mio cavallo
Si fa dura l'ultima tappa
 
Ssh, zitto! Ssh, zitto! Una volpe è corsa sulla collina
Il palato secco vuole inzuppare di sangue
Oppure era qualcuno che urlava
Con una voce maschile stranamente profonda
Fuorilegge nell'Ódáðahraun 
Stanno forse radunando le pecore in segreto
Fuorilegge nell'Ódáðahraun
Stanno forse radunando le pecore in segreto
 
Cavalchiamo, cavalchiamo, arranchiamo sulla strada
Il crepuscolo cala accanto al Herðubreið 
La regina degli elfi sta bardando il cavallo
Non è buona cosa trovarsi sulla sua strada
Il mio fedele destriero donerei volentieri
Per giungere fin dentro il Kiðagil 

Note:
1. Strada che fin dal medioevo attraversa lo Sprengisandur
2. Arnarfell: città nella pianura Þingvellir
3. Ódáðahraun: grande deserto freddo vulcanico ai confini dello Sprengisandur
4. Herðubreið: vulcano situato nell'Ódáðahraun
5. Kiðagil: gola che segnava l'arrivo nella zona sicura della via dello Sprengisandur e la prossima fine del viaggio 


Glossario islandese-italiano:  

að vera kominn "per giungere" 
   koma "venire", "giungere" 
andinn "lo spirito" (forna articolata di andi "spirito") 
Arnafell, lett. "Montagna delle Aquile" 
    arna "delle aquile" + fell "montagna";
    arna è il genitivo plurale di örn "aquila". 
á "su" (preposizione + dativo) 
á bak "dietro" 
á hennar leið "sulla sua strada" 
   hennar "di lei"; leið "strada"  
á jökulsvell "sulla superficie del ghiacciaio" 
   jökull "ghiacciaio" + svell "superficie ghiacciata" 
á laun "in segreto", "segretamente" 
á reiki "sta vagando" 
    reika "vagare" 
á Sprengisandi "sullo Sprengisandur" 
áfanginn "la tappa" (forma articolata di áfangi "fase",  
    cfr. áfang, alla lettera "tocco rozzo o violento", ma
    anche "multa") 
álfadrottning "regina degli elfi" 
    álfur "elfo" + drottning "regina" 
beisla "bardare" (lett. "fornire di briglia")
Drottinn "Il Signore" 
drösulinn minn "il mio cavallo" (accusativo, 
    da drösull, cfr. norreno drasill "cavallo, stallone") 
drjúgur "sostanziale, considerevole" 
Herðubreið, lett. "Ampio di spalle", 
    da herðar "spalle" + breið "ampia, larga" (femminile
    di breiður "ampio, largo") 
hér "qui" 
eða "o", "oppure" 
einhver var "era qualcuno" 
   einhver "qualcuno", var "fu, era"
ekki "non", "niente" 
ekki er gott "non è cosa buona" 
er "è" 
er að síða "sta calando" 
gandinn "cavallo, cavalcatura" (accusativo,
     da gandur, che significa anche "bacchetta magica";
     cfr. norreno gandr "lupo, bestia pericolosa",
     "spirito immondo") 
hóa "chiamare ad alta voce" 
í holti "sulla collina" (lett. "nella collina") 
kannske "forse" (prestito dal danese, lingua coloniale;
     già dall'aspetto si capisce che non è un termine nativo) 
karlaróm "voce di uomo", "voce maschile" 
    digrum karlaróm "con grossa voce maschile", 
    digur "grosso" (detto ad es. di voce) 
Kiðagil, lett. "Burrone dei Capretti" 
    kiða "dei capretti" + gil "burrone"; 
    kiða è il genitivo plurale di kið "capretto" 
klárinn "il destriero" (forma articolata di klár "destriero",
    da non confondersi con l'omofono aggettivo klár
    "intelligente") 
leiði "che guidi" (tradotto con "guida") 
líka "anche", "allo stesso modo" 
margur óhreinn "molto impuro" 
    ó-, prefisso negativo; hreinn "puro" 
ofan í "fin dentro" 
og "e" (dal norreno ok
Ódáðahraun, lett. "Campo di lava delle atrocità" 
    ódáða "delle atrocità" + hraun "campo di lava"; 
    ódáða è il genitivo plurale di ódáð "atrocità, delitto"; 
    il toponimo spesso è tradotto con "Campo di lava 
    dei fuorilegge". 
rekum "arranchiamo" 
    reka "costringere", "condurre"; "far andare alla deriva",
    etc. 
rennur "corre" (il sole corre dietro ad Arnafell =
     il sole tramonta dietro ad Arnafell)
ríðum "cavalchiamo" 
    ríða "cavalcare" 
rökkrið "crepuscolo" 
síðasti "l'ultimo" 
skyggja "fare buio", "calare" (detto dell'oscurità)
smala fé "radunare le pecore" 
   eru kannske að smala fé "stanno forse radunando
   le pecore" 
Sprengisandur, lett. "Sabbia su cui si balza in fretta" 
sól "sole" 
til "a", "verso" (preposizione + genitivo)
tófa "volpe" (plurale tófur
undarlega "stranamente" 
úr því fer "da quando va", "da quando inizia"   
    fara "andare" 
útilegumenn "banditi", "fuorilegge" 
verður "diventa" 
    verða "divenire" 
við "vicino, presso"; con" (preposizione + accusativo) 
vildi ég gefa "donerei", "dare" 
vill hún "lei vuole" 
    vilja "volere", hún "lei, essa" 
vænsta "volentieri" 
væta "inumidire", "inzuppare" 
   væta blóði "inzuppare col sangue" 
yfir sandinn "sulla sabbia" (tradotto con "sulla strada") 
þaut "saltò su" 
   þjóta "saltar su", "affrettarsi" 
þey! "zitto!" 
þurran góm "il palato secco" (accusativo maschile,
   da þurr "secco", gómur "palato")

Recensione: 

Per apprezzare appieno questo bellissimo brano, è necessario conoscere qualcosa della storia su cui si fonda il testo. Quando l'Islanda fu popolata da coloni giunti dalla Norvegia, col significativo contributo di schiavi importati dall'Irlanda e dalla Scozia, i centri abitati più popolosi si svilupparono nella parte sudoccidentale dell'isola. In particolare, a Þingvellir (lett. "Prati dell'Assemblea", ortografia anglicizzata Thingvellir) si riuniva ogni anno il Parlamento (Alþingi), cuore palpitante delle istituzioni democratiche islandesi. Nonostante la parte settentrionale dell'isola fosse poco favorevole dal punto di vista del clima e delle risorse, vi si trovavano diverse comunità. I loro notabili avevano necessità di raggiungere la sede del Parlamento per discutere le cause: l'isolamento era un lusso che nessuno poteva permettersi. La via più sicura per giungere a destinazione prevedeva un lungo viaggio tramite nave, costeggiando i fiordi. C'era il rischio concreto che ad essere avvantaggiato fosse chi arrivava prima, perché poteva contare su più tempo per trovare sostenitori. Per questo motivo qualcuno ebbe l'ardire di compiere un viaggio molto più breve ma denso di pericoli mortali, che prevedeva di attraversare la parte interna dell'isola servendosi della strada detta Sprengisandur (nei testi delle saghe era conosciuta semplicemente come Sandr "Sabbia" o Sandleið "Strada sabbiosa"). La desolazione era spaventosa: non si trovavano sorgenti e non cresceva nemmeno un filo d'erba, per circa 200 chilometri! Erano terre senza vita, inospitali come Marte. Per questo, si doveva percorrere la via nel più breve tempo possibile. Si procedeva su un carro trainato da un cavallo. Si doveva portare acqua e cibo. Se il cavallo moriva era la fine: si restava abbandonati nel deserto. Fiorivano leggende funeste. Si narrava che nell'area impervia chiamata Ódáðahraun trovassero rifugio numerosi fuorilegge, che avrebbero trovato modo di nascondervi quanto necessario a sopravvivere. Poi c'erano i fantasmi di coloro che avevano fallito la traversata, condannati a rimanere tra le gelide sabbie per l'Eternità. Tale era il terrore che a un certo punto nessuno ebbe più il coraggio di mettersi in viaggio lungo lo Sprengisandur, di cui si finirono col perdere le tracce, anche se non fu mai dimenticato. Oggi è una strada sterrata F26, utilizzata dagli amanti dell'avventura.

In questi tempi degenerati, il Folk è una necessità. Musica di questo tipo è sommamente utile e meritoria, in qualche modo aiuta a contrastare l'Oblio, almeno finché dura in noi un barlume di vita. Se ne può trarre un grande diletto.   

giovedì 2 febbraio 2023


LORD OF AGES 

Gruppo: Blood Axis
Album: Blót: Sacrifice in Sweden
Paese: Stati Uniti d'America 
Anno: 1998 
Genere: Neofolk, Experimental, Modern Classical, 
    Dark Ambient 
Sottogenere: Martial Neofolk 
Ispirazione: Ricostruzionismo  
Etichetta: Cold Meat Industry – CMI.X  
Formato: CD, Album, Repress, DBS Discbox Slider 
Link: 

(seconda parte: inno mitraico)

(video completo)

Tracklist dell'Album: 
   Sarabande Oratoria - 4:03
   Herjafather - 7:09
   Seeker - 3:35
   Electricity - 6:09
   Lord Of Ages - 6:44
   The March Of Brian Boru - 3:49
   The Gospel Of Inhumanity - 4:48
   Eternal Soul - 4:04
   Between Birds Of Prey - 8:50
   Reign I Forever - 7:21
   The Hangman And The Papist - 4:11
   Storm Of Steel - 8:54

Formazione: 
   Michael J. Moynihan 
   Robert Ferbrache 
   Annabel Lee

Testo: 

Lord of Ages 

Fertile earth Pallas who procreates everything
Rock-bound spring that fed the twin brothers with nectar
This young bull that he carried on his shoulders
According to his ways - and I have received it
I have borne on my shoulders the greatest things of the gods
Sweet are the livers of the birds but care reigns over
He who is piously reborn and created by sweet things
You must conduct the right through clouded times - together
And here, as the first the ram runs exactly on his course
And you saved us after having shed the eternal blood
Accept oh holy Father
Accept the incense-burning lions
Through whom we offer the incense
Through whom we ourselves are consumed

And hail to the lions
For many a new years
Hail to the lions 

Mithras, god of the Morning - our trumpets waken the world
Rome is above the nations, but Thou art over all
Now as the names are answered and the guards are marched away
Mithras, also a soldier, give us strength for the day!

Mithras, god of the Noontide - the heather swims in the heat
Our helmets scorch our foreheads, our sandals burn our feet
Now in the ungirt hour, now as we blink and drowse
Mithras, also a soldier, keep us true to our vows!

Mithras, Lord of Ages, below You we march!
Invincible Sun, the flame of Life, You dwell within our hearts

Mithras, god of the Sunset - low on the western main
Thou descending immortal, immortals arise again
Now as the watch has ended, now as the wine is drawn
Mithras, also a soldier, keep us pure till the dawn! 

Mithras, lord of the Midnight - here where the great bull dies
Look on Thy children in darkness, oh take our sacrifice
Many roads Thou hast fashioned, all of them lead to the light
Mithras, also a soldier, teach us to die aright!

Mithras, Lord of Ages, below You we march!
Invincible Sun, the flame of Life, You dwell within our hearts

Mithras, Lord of Ages, below You we march!
Unconquerable Sun, the flame of Life, You dwell within our hearts

Traduzione: 

Signore delle Età 

Fertile Terra Pallade che procrea ogni cosa
Sorgente rocciosa che ha nutrito i fratelli gemelli con il nettare
Questo giovane toro che egli portava sulle spalle
Secondo i suoi modi - e l'ho ricevuto
Ho portato sulle mie spalle le cose più grandi degli dei
Dolci sono i fegati degli uccelli ma la cura regna su
Colui che è rinato piamente e creato da cose dolci
Devi condurre il giusto attraverso tempi nuvolosi - insieme
E qui, come il primo l'ariete corre esattamente sul suo corso
E ci hai salvati dopo aver versato il sangue eterno
Accetta, o Padre santo
Accetta i leoni che bruciano incenso
Attraverso i quali offriamo l'incenso
Attraverso i quali noi stessi siamo consumati

E ave ai leoni
Per molti anni nuovi
Ave ai leoni

Mithra, Dio del Mattino, le nostre trombe destano il mondo!
Roma sovrasta le Nazioni, ma Tu sei al di sopra di tutto!
Ora che abbiamo risposto all’appello e smontato la guardia
Mithra, che come noi sei un soldato, donaci la forza per affrontare la giornata!

Mithra, Dio del Mezzogiorno, l’erica ondeggia nella calura.
I nostri elmi ci scottano la fronte, i nostri sandali ci bruciano i piedi.
Adesso in questa ora oziosa, quando le palpebre si fanno pesanti di sonno,
Mithra, che come noi sei un soldato, tienici saldi ai nostri giuramenti! 

Mithra, Signore delle Età, sotto di Te marciamo! 
Sole Invincibile, Fiamma della Vita, Tu abiti nei nostri cuori 

Mithra, Dio del Tramonto, che cali ad Occidente
Tu che immortale discendi, per risorgere di nuovo immortale!
Ora che il turno di guardia è finito, ora che il vino è spillato,
Mithra, che come noi sei un soldato, mantienici puri fino all’alba!

Mithra, Dio della Mezzanotte, qui dove muore il grande toro,
proteggi i Tuoi figli nell’oscurità. Oh accetta il nostro sacrificio!
Molte sono le strade che Tu hai tracciato e tutte conducono alla Luce!
Mithra, tu che come noi sei un soldato, insegnaci a morire nel giusto 

Mithra, Signore delle Età, sotto di Te marciamo! 
Sole Invincibile, Fiamma della Vita, Tu abiti nei nostri cuori 

Mithra, Signore delle Età, sotto di Te marciamo! 
Sole Inconquistabile, Fiamma della Vita, Tu abiti nei nostri cuori 


Recensione: 

Questo brano, di una potenza incredibile, fa sentire in ogni fibra lo spirito stesso dei Misteri di Mithra, come se si potesse ancora parteciparvi. È un'opera ricostruzionista, che si prefigge lo scopo di riportare in vita un mondo scomparso. La trovo interessantissima anche dal punto di vista filologico. Il ricostruzionismo può essere grossolano o fine, a seconda dei mezzi impiegati, che possono essere grossolani o fini. Va preso per quello che è. Come chiunque si può rendere conto, non è possibile risalire all'intero patrimonio rituale e mitologico di una religione scomparsa da tanto tempo soltanto a partire dalla sua iconografia e dalle scarse testimonianze degli autori antichi. La musica è un campo ancora più problematico, specie in assenza di una notazione, dal momento che non lascia traccia. La lingua latina ha una struttura metrica molto diversa da quella della lingua inglese: mal si adatta ai ritmi della musica Neofolk. Tuttavia sarebbe molto interessante cercare di produrre e di musicare testi in latino. Riporto un primo tentativo, un abbozzo:  

Mithra, Domine Saeculorum, sub te gradimur! 
Sol Invicte, Flamma Vitae, vivis in cordibus nostris 

Purtroppo non si riuscirà mai a confrontare con la realtà effettiva ciò che è stato ricostruito (verosimile o meno che sia). 

Origini del testo

Il testo dei Blood Axis è composto da due parti distinte. La prima è connessa all'iniziazione al grado di Leone: sembra un testo unico, originale, di cui non sono riuscito a reperire la fonte nel Web. La seconda è un inno mitraico, in sostanza una musicazione della poesia di Rudyard Kipling A Song to Mithras ("Un canto a Mitra"), dal libro Puck of Pook’s Hill! ("Puck il folletto"), 1906. Sono state effettuate alcune modifiche, ad esempio l'uso della parola world "mondo" anziché Wall "Vallo". In tre occorrenze è anche usato il pronome You anziché Thou, il che accade nei versi aggiunti a quelli di Kipling. Il testo originale della poesia è consultabile nel sito della Kipling Society:


L'autore inglese, notoriamente affiliato alla Massoneria, aveva un particolare interesse per i Misteri di Mithra. Il nesso è senza dubbio profondo, anche se controverso. La menzione della divinità persiana ricorre spesso nei testi iniziatici della Libera Muratoria. Rimando a una pagina del sito The New Mithraeum, che riporta dati molto utili (Simeoni, 2021):  


Una possibile ispirazione di Kipling 

Daniel Hadas (King's College London) docente di latino medievale, è dell'idea che l'ispirazione di Kipling sia da ricercarsi in quattro inni di Sant'Ambrogio, che sono noti con questi titoli: 

1) Aeterne rerum conditor
2) Splendor paternae gloriae
3) Iam surgit hora tertia
4) Deus creator omnium

I componimenti di Sant'Ambrogio, un tempo molto noti e ora quasi del tutto dimenticati, ovviamente sono dedicati a Cristo. Ebbene, Kipling dovette immaginare che esistessero i loro corrispondenti mitraici (Mackenzie, Holberton, 2020). La cosa non è di per sé improbabile, anche perché l'universo culturale dell'Impero Romano traeva i prodotti più disparati da concetti comuni, che costituivano un sostrato oltremodo fecondo. 


Elementi autobiografici 

David Walsh, della Durham University (2021), nota che in diversi racconti di Kipling ambientati nell'Impero Romano, gli adepti di Mithra erano dipinti come modelli di lealtà, etica ed eroismo, in netto contrasto con i personaggi cristiani, descritti come problematici e conflittuali. Questo potrebbe essere derivato dalle cattive esperienze avute dall'autore con i missionari evangelici in India, che con la loro intolleranza alimentavano tumulti. 


Mithra e il taurobolium

Si noterà che la religione di Mithra non comportava la reale uccisione di vittime taurine in sacrifici, a dispetto di quanto è popolarmente creduto. La Tauroctonia, che è il fondamento mitologico del culto, non coincideva con il taurobolium, che era invece il sacrificio di un toro nell'ambito del culto della Dea Cibele. Del resto, si deve sempre aver presente un fatto: i mitrei erano luoghi angusti, che nella maggior parte dei casi potevano ospitare una ventina o una trentina di persone al massimo, quindi non era materialmente possibile molta libertà di movimento. La menzione all'uccisione del Toro Cosmico nel testo di Kipling e in quello dei Blood Axis è un riferimento alla mitologia mitraica, non  necessariamente a un atto compiuto da umani. Dall'analisi dei rifiuti sepolti nei pressi di numerosi mitrei, si è scoperto che la dieta degli adepti in occasione dei conviti era costituita prevalentemente da carne di porco e di pollo (Battisti, 2017). 



Curiosità: 

Lo sfondo del video pubblicato su YouTube nel canale Konsaliki (2010) è una ricostruzione del mitreo di Carrawburgh, situato sul Vallo di Adriano. Per maggiori informazioni si rimanda a questa pagina, che riporta un interessante articolo della studiosa Flora M. Kirk:

martedì 31 gennaio 2023


SPRINGTIME DEPRESSION
 

Gruppo: Forgotten Tomb 
Album: Springtime Depression  
Paese: Italia 
Regione: Emilia-Romagna 
Città: Piacenza
Lingua: Inglese
Anno: 2003 
Genere: Depressive black metal
Tematiche: Disperazione, Vuoto, Annientamento,
     Solitudine  
Etichetta: Adipocere Records
Link: 


Formazione:
  Ferdinando Marchisio (Herr Morbid) - voce, chitarra
  Alessandro Comerio (Algol) - basso
  Gianmarco "Kyoo Nam" Rossi (Asher) - batteria
Ex componenti: 
  Andrea Ponzoni (A.) - chitarra
  Tiziano Scassa (Razor SK) - chitarra
  Torment - basso
  Gabriele Minuti (Wudang) - chitarra turnista
  Henrik Björkk (Nordvargr) - effetti 

Tracklist: 
  Todestrieb – 8:50
  Scars – 7:12
  Daylight Obsession – 7:22
  Springtime Depression – 4:50
  Colourless Despondency – 7:02
  Subway Apathy – 11:30

Colourless Despondency

Testo: 

Kill me - Take me to the place
where my cries will stop forever
And where my memories
will drown in the sickness of dusk
The shadows of the noose on the wall
crosses that of my neck
The weight of this sorrow
The need to end it now
This useless existence
The will to end every shadow of my past
A life drowned in misery
A life stained by nausea
No other reason to hang on
to a life without a meaning
Every dream has fallen to ashes
At one with despondency
Alive but so far away
Left alone in a shallow life
Without remorse - without a reason
All my happiness now disappeared
My soul descends into darkness
As Her distant smile appears through the fog
No one was here to dry my tears
No one will cry
A colourless reflection of despondency 

Traduzione: 

Sconforto incolore 

Uccidimi - Portami nel posto
dove i miei pianti si fermeranno per sempre
E dove i miei ricordi
annegheranno nella malattia del crepuscolo
Le ombre del cappio sul muro
attraversano quella del mio collo
Il peso di questo dolore
La necessità di porvi fine ora
Questa esistenza inutile
La volontà di porre fine a ogni ombra del mio passato
Una vita annegata nella miseria
Una vita macchiata dalla nausea
Nessun'altra ragione per aggrapparsi
a una vita senza senso
Ogni sogno è caduto in cenere
Tutto insieme allo sconforto
Vivo ma così lontano
Lasciato solo in una vita superficiale
Senza rimorso - senza una ragione
Tutta la mia felicità ora è scomparsa
La mia anima scende nell'oscurità
Mentre il suo sorriso lontano appare attraverso la nebbia
Nessuno era qui per asciugare le mie lacrime
Nessuno piangerà
Un riflesso incolore dello sconforto

Subway Apathy 

Testo: 

As a desolated subway
As an empty city street
It takes me a way
Towards oceans of concrete

A grey walk into the void
Through faceless humans
Nauseating melancholy
Suburban distress

Lifeless as your jaded eyes...

Pitch black misery
Dead leaves in rainy afternoons
Cold - Cold sidewalks at night
Frozen by bleak neon lights

Lifeless as your jaded eyes

Our sight is broken by a train
This time I know it will be at last one
A reflection of the subway
inside your eyes
Waiting for the last train
of this endless night

Lifeless as your jaded eyes...

To fade into the dark
To run away towards another
Grey - Another greay suicidal day
Subway Apathy crawls in me
Subway Apathy crawls in me

Blackness
Pale grey walls
Dark landscapes of iron
Deep inside my soul

Traduzione: 

Apatia della metropolitana 

Come una metropolitana desolata
Come una strada di città vuota
Mi ci vuole una strada
Verso oceani di cemento

Una camminata grigia nel vuoto
Attraverso umani senza volto
Malinconia nauseante
Disagio suburbano 

Senza vita come i tuoi occhi stanchi...

La miseria nera come la pece
Foglie morte nei pomeriggi piovosi
Freddo: marciapiedi freddi di notte
Congelati da luci al neon cupe 

Senza vita come i tuoi occhi stanchi 

La nostra vista è interrotta da un treno
Questa volta so che sarà finalmente l'una
Un riflesso della metropolitana
dentro i tuoi occhi 
Aspettando l'ultimo treno
di questa notte senza fine 

Senza vita come i tuoi occhi stanchi...

Per svanire nel buio
Per scappare verso un altro 
Grigio — Un altro grigio giorno suicida
L'apatia della metropolitana striscia in me 
L'apatia della metropolitana striscia in me 

L'oscurità
Pareti grigio chiaro
Oscuri paesaggi di ferro
Nel profondo della mia anima 

Recensione: 

Un Abisso assoluto, Tenebra totale in cui non riesce a fare il suo corso nemmeno una singola particella di Luce. I fotoni emessi da qualsiasi sorgente luminosa si disperdono, si ammalano di Morte Ontologica e si sfaldano, si annichiliscono, scompaiono nel Nulla. Un Nulla che non è la semplice negazione dell'Esistenza! Siamo in una dimensione di alterità totale, indescrivibile con le parole di qualsiasi lingua concepibile da mente umana, ineffabile come ciò che si trova oltre l'orizzonte degli eventi di un buco nero divoratore di macrogalassie!  

Dante Alighieri descrisse l'Inferno, dotandolo di una complessa struttura di gironi e bolge. Eppure, i dannati che egli incontrò nel suo viaggio abissale conservavano un privilegio di non poco conto: avevano intatta la loro identità e la memoria della loro esistenza terrena. Quando il Fiorentino incontrava qualcuno e gli chiedeva chi fosse, questi sapeva rispondergli come se fosse ancora vivo e aveva ben chiara la propria natura. Invece, nell'universo dei Forgotten Tomb il destino è infinitamente peggiore: non è un semplice danno sensoriale inflitto a chi è in grado di conservare integra la memoria e la definizione. L'Annientamento dell'Essere è un morbo sempiterno, quantistico, multidimensionale! 

domenica 29 gennaio 2023


CSÖNDBEN 

Gruppo: Öröm 
Album: Dolmen 
Paese: Ungheria 
Contea: Borsod-Abaúj-Zemplén 
Città: Kazincbarcika
Lingua: Ungherese 
Anno: 2003 
Genere: Dark Ambient, Gothic, Doom Metal 
Tematiche: Vuoto, Disperazione, Evocazione dei Demoni 
Formato: CDr, EP, Enhanced, Limited Edition
Etichetta: l'album è stato autoprodotto 
Link: 

   Vízió (chitarra, basso, narratore)
   Holdh (tastiere, programmazione) 
   Myst (tastiere)

Tracklist:  
   1. Vágyódás - 1:55
   2. Csöndben - 9:28
   3. A Tó - 4:50 
   4. Hangok - 9:32
   5. Mélyel legbelül - 10:12
   6. Betejesedés - 6:45
   Video  Csöndben - 8:52

Testo: 

CSÖNDBEN 

Egy tisztáson ülve... s várva
Lelkemben tél... s mély csend
Körös körül a nyugalom lágy hangja
Az elmúlás megérintett
A távolból hallom kiszáradt patakok, elfeledett csobogását
Haldokló testem néma sikoltását
És érzek valamit magamban legbelül
Idegen érzés mely a testemben elvegyül
S közben árnyak násztáncát látom, és a hó csak hull... és hideg
Egy test a tisztáson ülve... s várva
Vár az elbomlásra
Lelkemben tél... s mély csend, És semmi... körös körül 

Traduzione: 

NEL SILENZIO 

Seduto in una radura... e in attesa
Inverno nella mia anima... e silenzio profondo
Il dolce suono della calma circonda tutto 
La scomparsa mi ha toccato
In lontananza sento il mormorio dimenticato dei ruscelli secchi
L'urlo silenzioso del mio corpo morente
E sento qualcosa dentro di me
Una strana sensazione che si mescola nel mio corpo
Intanto vedo la danza nuziale delle ombre, e la neve continua a cadere... e fa freddo
Un corpo seduto nella radura... in attesa
In attesa di crollare
Inverno nella mia anima... e silenzio profondo,
E niente... tutt'intorno 

Glossario ungherese-italiano 

A távolból "in lontananza", "da lontano"
az "il", "che" 
árnyak "ombre" 
csak "soltanto" 
csend "silenzio" 
  csöndben "nel silenzio" 
  -ben è il suffisso del locativo 
csobogását "balbettando" 
egy tisztáson "in una radura" 
  egy "uno" 
  tisztás "radura" 
elbomlásra "decadere" 
elfeledett "dimenticato" 
elmúlás "morendo" 
elvegyül "si mescola"
érzek "sento", "percepisco" 
érzés "sensazione" 
és "e" 
haldokló "moribondo" 
hallom "sento", "odo"  
hangja "la sua voce" (hang "voce, suono") 
hideg "freddo" 
"neve"  
hull "cade" 
idegen "strano", "estraneo", "straniero"
kiszáradt "prosciugato", "disseccato"   
körös körül "tutto intorno" 
  körül "in giro" 
lágy "morbido" (sinonimo: puha
látom "vedo" 
legbelül "nel profondo" 
lelkemben "nella mia anima" 
  lelkem "la mia anima" 
  lélek "anima" 
  -m è il suffisso possessivo di I pers. sing. 
magamban "in me stesso" 
  -ban è il suffisso del locativo (cfr. -ben)
megérintett "mi ha toccato" 
mely "quale"
mély "profondo" 
násztáncát "danza nuziale" 
néma "attutire" 
nyugalom "calma, tranquillità" 
patakok "flussi", "ruscelli" 
semmi "niente" 
sikoltását "il suo grido" 
s közben "e nel frattempo" 
test "corpo" 
  testem "il mio corpo" 
  testemben "nel mio corpo" 
tél "inverno" 
ülve "seduto" 
valamit "qualcosa" 
vár "in attesa", "aspettare" 
  s várva "in attesa" 

Curiosità: 

La parola ungherese öröm significa "gioia". Un nome piuttosto inatteso per un gruppo di questo genere. Cosa ancor più bizzarra, in mongolo esiste una parola che ha lo stesso suono, öröm, ma il significato è molto diverso: indica un latticino cremoso.  

Gli Öröm non vanno confusi con i quasi omonimi Korai Öröm, un gruppo ungherese del tutto dissimile, che fa musica definita come psichedelica e progressiva.

Recensione: 

Un mondo grigio, in cui il sole è soltanto un vago chiarore incapace di penetrare le nubi sempiterne, compatte. Non ci sono colori. Due evocatori di demoni camminano sotto la pioggia finissima, in un bosco infestato, il cui suolo esala una foschia densa, pervasiva, che entra nelle ossa. I necromanti procedono sul tappeto di foglie cadute e macerate. Quando si fermano, irrompe una manifestazione del Nero Assoluto. Poi riprendono la loro marcia, fino a fermarsi davanti ai resti di un altare che conserva i resti pietrificati del sangue sacrificale di vittime sconosciute, il cui nome non può essere pronunciato. Posso quasi avvertire in me i pensieri dei due officianti, formulati in una lingua dimenticata da millenni. Pensieri che sono in grado di comprendere, come se fossi l'unico superstite di quella realtà spettrale, ridotta al brusio di un Nulla vibrante, remotissimo eppure più solido del nucleo di una stella collassata di neutroni!