lunedì 8 maggio 2023

 
SOGNI 
 
Titolo originale: Yume (
Titolo in inglese: Dreams 
Lingua originale
: Giapponese, Francese, Inglese
Paese di produzione
: Giappone
Anno
: 1990
Durata
: 119 min
Rapporto
: 1,85:1
Genere
: Surreale, drammatico, biografico 
Tipologia: Film a segmenti  
Regia
: Akira Kurosawa 
Collaborazione alla regia: Ishirō Honda (non accreditato)   
Soggetto
: Akira Kurosawa
Sceneggiatura
: Akira Kurosawa
Produttore
: Seikichi Iizumi, Yasuo "Mike" Inoue,
     Hisao Kurosawa, 
Allan H. Liebert
Produttore esecutivo: Steven Spielberg
Casa di produzione
: Warner Bros. Pictures,
      Akira Kurosawa 
USA
Distribuzione in italiano: Warner Bros. Italia,
     Warner Home 
Video
Fotografia: Kazutami Hara, Takao Saitō, Masaharu Ueda
Montaggio
: Tome Minami
Effetti speciali
: Mark Sullivan, Peter Takeuchi,
     Michael Meier
Musiche
: Shinichirô Ikebe
Scenografia
: Yoshirō Muraki, Akira Sakuragi
Costumi
: Emi Wada
Trucco
: Tameyuki Aimi, Yumiko Fujii, Yamada Katsura, 
     Sakai Nakao, Norio Sano, Shoshichiro Ueda 
Interpreti e personaggi: 
    Akira Terao: "Io" *
    Mitsuko Baishō: La madre
    Toshie Negishi: Madre con bambino
    Mieko Harada: La Donna della Neve 
    Misato Tate: La Fata del Pesco 
    Mitsunori Isaki: "Io" adolescente
    Toshihiko Nakano: "Io" bambino
    Yoshitaka Zushi: Soldato Noguchi
    Hisashi Igawa: Ingegnere nucleare
    Chōsuke Ikariya: Il demone piangente
    Chishū Ryū: Vecchio uomo
    Martin Scorsese: Vincent van Gogh
    Mieko Suzuki: Sorella di "Io" 
    Masayuki Yui: Scalatore 
    Sakae Kimura: Scalatore 
    Shu Nakajima: Scalatore 
    Tessho Yamashita: Secondo luogotenente 
    Catherine Cadou: Donna nei campi
   * Nella versione inglese è "I": è proprio il pronome  
   di prima persona singolare, che si riferisce al regista.
Doppiatori italiani:
    Luca Biagini: "Io"
    Franco Zucca: Ingegnere nucleare
    Gianni Musy: Il demone piangente
    Sandro Sardone: Vecchio uomo
    Dario Penne: Vincent van Gogh 
Titoli in altre lingue: 
   Tedesco: Akira Kurosawas Träume 
   Francese: Rêves 
   Spagnolo: Los sueños de Akira Kurosawa 
   Portoghese: Sonhos de Akira Kurosawa 
   Svedese: Akira Kurosawas drömmar 
   Russo: Сны Акиры Куросавы 
   Polacco: Sny 
   Sloveno: Sanje 
   Serbo: Snovi 
   Ucraino: Сни 
   Lituano: Akiros Kurosavos sapnai 
   Ungherese: Álmok 
   Finnico: Kurosawan unet 
   Greco (moderno): Όνειρα 
   Rumeno: Vise 
   Turco: Düşler 
   Cinese (Mandarino): 梦 
Data di uscita: 10 maggio 1990 (Festival di Cannes) 
Budget: 12 milioni di dollari US 
Box office: 3 milioni di dollari US

Elenco degli segmenti: 
 1) Raggi di sole nella pioggia (日照り Hideri)
 2) Il pescheto (桃畑 Momobata) 
 3) La tormenta (雪あらし Yuki Arashi)
 4) Il tunnel (トンネル Tonneru)
 5) Corvi (鴉 Karasu)
 6) Fuji in rosso (赤富士 Akafuji)
 7) Il demone che piange (地獄 Jigoku)
 8) Il villaggio dei mulini (水車のある村 Suisha no aru mura
Nota: 
Il sesto segmento è intitolato Fujiama in rosso nell'edizione italiana in VHS della Warner. 

Titoli in inglese: 
  1) Sunshine Throug the Rain
  2) The Peach Orchard 
  3) The Blizzard 
  4) The Tunnel 
  5) Crows 
  6) Mount Fuji in Red 
  7) The Weeping Demon 
  8) The Village of the Water Mills 


Descrizione dei segmenti: 

1) Raggi di sole nella pioggia 
Una madre ordina al figlio di rimanere a casa durante un giorno in cui il sole splende attraverso la pioggia. Lo avverte che le Volpi (Kitsune) celebrano i loro matrimoni quando ci sono queste condizioni atmosferiche e non amano essere viste. Il ragazzino sfida la volontà materna: vaga in una foresta e assiste al lento corteo nuziale delle Volpi. Viene visto da loro e corre via, verso casa. Sua madre lo incontra sulla porta d'ingresso. Gli sbarra la strada e gli dice che una volpe adirata è passata di lì, lasciando dietro di sé un coltello (tantō). Gli consegna quindi l'arma, dicendogli che deve andare a implorare il perdono delle Volpi. Si rifiuterà di lasciarlo tornare a casa se non le obbedirà, aggiungendo che qualora la richiesta di perdono non verrà accolta, sarà tenuto a suicidarsi. Prendendo il coltello, il ragazzino si dirige verso le montagne, in cerca del luogo sotto l'arcobaleno dove si dice che si trovi la casa delle Volpi. 

2) Il pescheto 
Nel giorno primaverile della la Festa delle Bambole (雛祭り Hinamatsuri), un ragazzo vede in casa sua una bambina vestita di rosa. La segue fuori, dove un tempo sorgeva il frutteto di pesche della sua famiglia. Alcune bambole viventi gli appaiono sui pendii, rivelando di essere gli spiriti dei peschi. Poiché la famiglia del ragazzo ha abbattuto gli alberi del frutteto, le bambole lo rimproverano. Tuttavia, dopo aver capito che il ragazzo amava i fiori e non voleva che gli alberi venissero abbattuti, accettano di fargli dare un'ultima occhiata al frutteto com'era un tempo. Eseguono una danza melodica (越天楽 Etenraku), che fa riapparire gli i peschi in fiore. Il ragazzo vede la misteriosa bambina camminare nel frutteto-fantasma e le corre dietro, ma lei e gli alberi scompaiono improvvisamente. Il ragazzo cammina tristemente dove un tempo c'era i frutteto e alla fine scorge un singolo ramo in piena fioritura che spunta da un ceppo.

3) La tormenta 
Un gruppo di quattro alpinisti si arrampica su un sentiero di montagna durante una terribile bufera di neve. Nevica da tre giorni, senza sosta. Gli uomini ormai sono scoraggiati e pronti ad arrendersi. Uno dopo l'altro si fermano, cedendo alla neve e alla morte certa. Il capo si sforza di proseguire, ma anche lui si blocca nella neve. La Donna delle Nevi (雪女 Yuki-onna) appare dal nulla e cerca di convincere l'ultimo uomo cosciente ad abbandonarsi alla morte per ipotermia. Lui resiste, scrollandosi di dosso il torpore e non ascoltando le suppliche del demone femminile: scopre che la tempesta si è placata e che il loro accampamento è a pochi metri di distanza. 


4) Il tunnel 
Il comandante di una compagnia militare giapponese in congedo sta camminando lungo una strada deserta al tramonto, reduce dai combattimenti della Seconda Guerra Mondiale. Giunge fino a un grande tunnel pedonale in cemento, da cui emerge un cane anticarro che abbaia e ringhia. L'animale ha il ventre insanguinato. Il comandante procede per la sua strada, attraversa il tunnel buio e ne esce dall'altra parte. A questo punto si accorge di essere seguito dal fantasma (幽霊 yūrei) di uno dei suoi commilitoni, il soldato semplice Noguchi, morto tra le sue braccia per le gravi ferite riportate. Il volto di Noguchi appare bluastro e con gli occhi anneriti. Noguchi non sembra credere di essere morto. Indica una luce che emana da una casa su una montagna vicina, che identifica come la dimora dei suoi genitori. È affranto, sapendo di non poterli rivedere mai più, pur continuando a mostrare rispetto al comandante. Seguendo il desiderio del comandante di accettare il suo destino, Noguchi torna nel tunnel. 
L'intero plotone, guidato da un giovane tenente che brandisce la spada di un ufficiale, esce a passo di marcia dal tunnel, si ferma e presenta le armi, salutando il comandante. Tutti hanno il volto livido. Il comandante si sforza di dire loro che sono morti, uccisi in combattimento. Afferma di essere lui stesso il responsabile, per averli mandati in una battaglia inutile. I soldati rimangono in silenzio. Il comandante ordina loro di voltarsi e li saluta in segno di addio mentre rientrano nel tunnel. Crollando per il dolore, il comandante balza subito in piedi quando ricompare il cane anticarro, che è Garmr!

5) Corvi 
Uno studente d'arte si ritrova immerso nel mondo delle opere di Vincent van Gogh, dove incontra l'artista in un campo e conversa con lui. Il pittore olandese racconta che il suo orecchio sinistro gli aveva causato problemi durante un autoritratto, così se lo era tagliato. Lo studente perde le tracce dell'artista e viaggia attraverso diverse sue opere cercando di trovarlo, concludendo col famoso Campo di grano con corvi

6) Fuji in rosso 
Una grande centrale nucleare vicino al Monte Fuji è in criticità, ha iniziato a fondere. Il cielo è pieno di fumi rossi e milioni di cittadini giapponesi fuggono terrorizzati verso l'oceano. Alla fine, due uomini, una donna e i suoi due bambini piccoli vengono visti soli in riva al mare. L'uomo più anziano, in giacca e cravatta, spiega al più giovane che il resto della popolazione si è annegato nell'oceano. Poi afferma che i diversi colori delle nuvole sul paesaggio disseminato di rifiuti indicano diversi isotopi radioattivi: il rosso indica il Plutonio-239, che causa il cancro ("ne basta un decimilionesimo di grammo"); il giallo indica lo Stronzio-90, che causa la leucemia ("ti entra nelle ossa"); e il viola indica il Cesio-137, che causa malformazioni congenite ("le creature che nasceranno saranno tutte mostruose"). Poi sottolinea l'assurda futilità di codificare a colori gas così pericolosi. La donna, sentendo queste atroci descrizioni, indietreggia inorridita prima di maledire con rabbia i responsabili e le rassicurazioni sulla sicurezza che avevano dato prima del disastro. L'uomo in giacca e cravatta si mostra contrito, dicendo di essere in parte responsabile del disastro. L'altro uomo, vestito casual, osserva le nubi radioattive multicolori avanzare verso di loro. Quando si gira, vede la donna piangere: l'uomo in giacca e cravatta si è lanciato verso la morte. La folla non c'è più, ha scelto il suicidio tra le onde, come la credenza popolare vuole che facciano i lemming. Una nuvola di polvere rossa la coppia superstite, facendo indietreggiare la madre terrorizzata. L'uomo rimasto cerca di proteggere la donna e i suoi figli usando la giacca nel futile tentativo di allontanare le nubi radioattive.

7) Il demone che piange 
Un uomo si ritrova a vagare in un oscuro territorio montuoso, avvolto nella nebbia e desolato. Incontra una specie di demone (鬼 oni), che in realtà è un umano mutato con un solo corno in testa. Questo essere mostruoso spiega che un olocausto nucleare ha causato la scomparsa di piante e animali; dopo la catastrofe sono spuntati imponenti denti di leone più alti degli umani. Si sono diffusi animali deformi e alle persone sono cresciute le corna. Al tramonto, le corna causano i dolori del cancro; tuttavia, i mutanti non possono morire, quindi si limitano a urlare in agonia durante la notte. Molti di questi dannati erano miliardari e funzionari governativi, che ricoprivano ruoli apicali nella società, ma ora stanno soffrendo l'Inferno degno dei loro peccati, per tutta l'Eternità. Il demone intima all'uomo di fuggire. Quando l'uomo gli chiede dove dovrebbe andare, il demone chiede se vuole diventare come lui. L'uomo, inorridito, fugge dalla scena con il demone che lo insegue per dilaniarlo.

8) Il villaggio dei mulini 
Un uomo entra in un tranquillo villaggio attraversato da un ruscello, dove vede dei bambini deporre fiori su una grande pietra. Incontra un anziano saggio che sta riparando una ruota rotta di un mulino ad acqua. L'anziano informa il più giovane che gli abitanti chiamano  semplicemente quel luogo "il villaggio", mentre gli stranieri lo chiamano "il villaggio dei mulini ad acqua". Quando il più giovane chiede spiegazioni sulla mancanza di elettricità, l'anziano spiega che gli abitanti del villaggio hanno deciso molto tempo fa di abbandonare la tecnologia moderna; si lamenta poi delle comodità moderne e dell'inquinamento che contamina la Natura. 
Il giovane chiede all'anziano informazioni sulla pietra su cui i bambini stavano deponendo dei fiori. L'anziano gli racconta che, molto tempo fa, un viaggiatore malato morì in quel luogo. Gli abitanti del villaggio lo seppellirono lì e vi posero la pietra come lapide. Da allora, è diventata consuetudine nel villaggio portarvi fiori. I due sentono i suoni di un corteo funebre per un'anziana donna. Invece di piangere la sua morte, i partecipanti celebrano con gioia la fine serena della sua lunga vita. L'anziano si unisce al corteo e il giovane lascia dei fiori sulla pietra prima di andarsene dal villaggio.


Recensione: 
Ho particolarmente apprezzato la natura surreale e apocalittica di questa pellicola dai colori psichedelici, che ho avuto occasione di vedere quando è stata trasmessa alla televisione (non ricordo su quale canale), poi noleggiando diverse volte la videocassetta. Adesso tutto è a portata di click e questi problemi non ci sono più. 
Fortissimo è il messaggio ecologista veicolato in modo efficace. In particolare, questo è uno dei tre film del geniale Kurosawa che mettono in guardia dai tremendi pericoli insiti nell'uso dell'energia nucleare. Gli altri due sono Testimonianza di un essere vivente (生きものの記録 Ikimono no kiroku, 1955) e Rapsodia in agosto (八月の狂詩曲 Hachigatsu no kyōshikyoku, 1991). I segmenti "Fuji in rosso" e "Il demone che piange" possono essere considerati veementi manifesti contro il Potere dell'Atomo, simili a schegge ardenti il cui scopo è quello di traumatizzare, ferendo i neuroni e le sinapsi: sono concreti come il ferro, perché sbattono davanti agli occhi dello spettatore l'Inferno che si prepara, senza ricorrere a vani mezzi retorici. Contro la realtà dei fatti, le ideologie non possono nulla.  
La tecnofobia del regista giapponese è particolarmente evidente nel segmento "Il villaggio dei mulini", imperniato su un idilliaco rapporto tra una minuscola comunità e la Natura. Nemmeno un singolo meccanismo perturba la loro vita. Il mondo opprimente delle megalopoli è lontano anni luce, come se non appartenesse nemmeno allo stesso pianeta. Sembra di respirare un'atmosfera taoista, in cui il moribondo si abbandona, si prepara a dissolversi nell'Energia del Cosmo, perdendo per sempre la propria individualità. Il piccolo abitato ha l'aspetto di un estremo rifugio, eppure il visitatore alla fine lo rifugge, pensa che sia il caso di non turbarlo con la propria presenza. Queste sono le parole fortemente antimoderne e antiscientifiche che l'anziano gli aveva rivolto: 

"Quello che cerchiamo di fare è vivere in modo naturale, come del resto aveva sempre vissuto prima la gente. Oggi la gente si sta scordando il fatto che anche loro fanno parte della Natura come tutto il resto. Gli esseri umani devono la loro vita alla Natura, però la trattano senza nessuna considerazione: sono convinti di poter creare qualcosa di meglio, loro! Specialmente i signori scienziati: magari hanno delle intelligenze superiori, ma il male è che ignorano completamente quello che c'è nel profondo del cuore della Natura, e inventano solo cose che alla fine rendono la gente infelice, e sono orgogliosi delle loro invenzioni. E quello che è peggio è che la maggior parte della gente da grande valore a quelle invenzioni: e le considerano come se fossero dei miracoli, e adorano quelli che le hanno fatte, e non si rendono conto che quelle cose guastano la natura e di conseguenza anche loro alla fine saranno distrutti. Non occorrono gli scienziati per dirci che le cose più necessarie alla nostra vita son l'aria e l'acqua pulite, che producono per noi gli alberi e il verde. Però la gente continua ad avvelenare tutto, e a perdere tutto allegramente."  

Nel segmento "Il demone che piange", è denunciata la mostruosità del capitalismo, che in nome del profitto contamina e distrugge ogni cosa, lasciando solo terra bruciata. Questo dice il dannato, torturato da un rimorso perenne quanto vano:

"Quando ero un essere umano, avevo un'azienda di prodotti agricoli. Ricordo, quando i prezzi calavano, che facevo scaricare tonnellate di latte dentro il fiume. Facevo spiaccicare cipolle, patate, cavoli e frutta con i bulldozer. Che cosa insensata!"


Contenuti profetici

Il segmento "Fuji in rosso" ha preconizzato il disastro nucleare di Fukushima Dai-ichi, avvenuto nel 2011, ben 21 anni dopo l'uscita del visionario film di Kurosawa. 
Il Monte Fuji (富士山 Fuji-san), chiamato impropriamente Fujiyama, è un enorme vulcano alto 3.776 m, situato sull'isola di Honshū. Essendo tuttora attivo e capace di imponenti eruzioni, è temutissimo dalla popolazione nipponica - oltre che oggetto di un devoto culto Shintō. La decisione degli scienziati materialisti di costruire un'imponente centrale nucleare sulle sue pendici è doppiamente colpevole: 
1) Non tiene in alcun conto i problemi di sicurezza;
2) Viola la sacralità del luogo.
Quindi, secondo i dettami della religione ancestrale Shintō, l'opera è un sacrilegio e coloro che lo hanno reso possibile sono contaminati dalla Colpa Ontologica (穢れ kegare). Quello che accade è colpa loro e ricade su tutta la popolazione dell'Arcipelago, che ha accettato un simile abominio. 
Le stesse cose si possono dire a proposito di coloro che hanno costruito l'impianto di Fukushima Dai-ichi in una posizione estremamente fragile e critica, proprio in riva all'Oceano. In un Paese in cui i maremoti sono molto comuni, questa è stata la più sciagurata tra le scelte possibili! Il Giappone è piccolo, dice l'ingegnere nei momenti più allucinati del segmento "Fuji in rosso": non esiste un luogo in cui fuggire, in cui trovare un sicuro riparo, l'unica via che resta è affogare nelle acque marine. Questo può essere detto anche della Terra, un pianeta che è come un minuscolo grumo di polvere alla deriva nello spazio interstellare. Il genere umano si è riprodotto a dismisura, ha soffocato ogni cosa col suo brulicare e non c'è più speranza alcuna. Ora cosa si farà? 


L'Estremo Transito 

L'idea taoista e indifferenziata del segmento "Il villaggio dei mulini" è in nettissima contraddizione con l'angosciante realtà narrata nel segmento "Il tunnel", che si ispira alla cupissima visione dell'Oltretomba tipica dell'Occidente precristiano. Sequenza dopo sequenza ci immergiamo in quello che i Greci chiamavano Ade e che per i Vichinghi era Hel. Gli elementi ci sono tutti. I Morti sono autentiche larve, spettri che conservano soltanto una vaga forma di ciò che sono stati in vita, quando erano fatti di carne, ossa e sangue. Un predatore mostruoso dall'aspetto di cane feroce ha il compito di impedire alle ombre dei trapassati di ritornare nel mondo dei vivi. Non è possibile sfuggirgli. Si capisce che il soldato Noguchi voleva abbandonare gli Inferi, allucinando il vago lucore della sua casa natale. Segue l'eruzione del plotone, che viene rimandata da dove è venuta, con difficoltà. Tuttavia alla fine è proprio il comandante a rendersi conto di dover seguire lo stesso cammino dei suoi uomini! Non può essere ammesso alcun Ritornante nella Terra dei Vivi!  Kurosawa ha trovato in Occidente ciò che gli serviva per fabbricare questo potentissimo flusso di immagini contro la guerra. Ne espongono in modo radicale l'insensatezza! 


La Colpa Ontologica 

I primi due segmenti, "Raggi di sole nella pioggia" e "Il pescheto", non sono stati capiti dalla critica occidentale, superficialissima e portata per natura a trascurare tutto ciò che non è interpretabile in chiave politica. Così tutto ciò che non è banale metafora o  litigiosa partigianeria viene liquidato come "folklore", senza alcuna possibilità di approfondimento. La Volpi (Kitsune) non sono ovviamente canidi fulvi come ci immaginiamo: sono Demoni. Il ragazzino che ha la sventura di vederle assume su di sé un peccato che non è connesso in modo lineare alla sua volontà e alla fantomatica proprietà del libero arbitrio (la disobbedienza consapevole). Egli vede le Volpi e questo atto gli trasmette la colpa; le Volpi, a causa di questa trasmissione, si adirano. La colpa sarebbe stata trasmessa anche a un viandante casuale, privo di qualunque intenzione. Così, nel segmento "Il pescheto", il bambino riesce tramite percorsi tortuosi ad espiare la colpa che ha ereditato in quanto figlio degli abbattitori del pescheto. Anche nel segmento "La tormenta" compare questo concetto ostico per un abitante del Bel Paese: la Donna delle Nevi è un demone che compare per colpa di chi la vede. Per il solo fatto di vederla e di udire le sue parole, lo scalatore commette qualcosa di male. Eppure riesce a liberarsi dalla maledizione, in un modo oscuro. Se ne accorge soltanto quando la neve sparisce ed avvista il campo. Non si sa bene perché questo succede. 


Produzione 

Kurosawa ebbe notevoli difficoltà a ottenere finanziamenti dagli studi cinematografici giapponesi, tra cui quello con cui lavorava di solito, Toho. Il regista attribuiva gran parte della colpa alla sua critica politica al programma nazionale di energia nucleare, che caratterizzava il suo film ed era considerata antipatriottica. Per fortuna non si diede per vinto e cercò aiuto negli States: inviò una copia della sua sceneggiatura a Steven Spielberg, che la apprezzò e contribuì a fargli ottenere un contratto tramite la Warner Bros, mentre George Lucas (già finanziatore di Kagemusha - L'ombra del guerriero), fece in modo che la sua società Industrial Light & Magic (ILM) fornisse gli effetti speciali al prezzo di costo. Il film è stato coprodotto dal figlio di Kurosawa, Hisao, e da suo nipote, Yasuo "Mike" Inoue. La costumista Emi Wada è stata aiutata dalla figlia di Kurosawa, Kazuko. 
Ishirō Honda è stato consulente creativo per il film. Negli anni si è diffusa l'idea infondata che Honda abbia diretto "Il tunnel" e per alcuni anche "Il demone che piange". In realtà, a quanto appare accertato, Kurosawa gli ha chiesto di istruire gli attori nel segmento "Il tunnel" su come marciare e tenere le loro pistole. Gli sembrava la persona più qualificata per farlo, data della sua esperienza nell'esercito. 


Van Gogh, Scorsese e i corvi

Martin Scorsese si prese una pausa dalle riprese di Quei bravi ragazzi (Goodfellas, 1990) per partecipare a Sogni, interpretando il ruolo di Vincent Van Gogh. Le sue scene furono girate in un solo giorno. A detta di Teruyo Nogami, il cineasta americano era estremamente nervoso per le troppe battute che gli erano state attribuite. In seguito, lo stesso Scorsese affermò di aver ricevuto molte istruzioni meticolose e di averle imparate a memoria anche se di solito faceva affidamento sulle sue capacità di recitazione. Akira Kurosawa era un fan di Vincent van Gogh; sia lui che sua moglie apprezzavano Le lettere a Theo dell'artista olandese e ritoccarono personalmente molte delle riproduzioni delle sue opere viste nella scena della mostra. Un anno prima delle riprese, la troupe aveva ripiantato un campo d'orzo con del grano per riprodurre "Campo di grano con corvi". Circa 100 corvi catturati dagli abitanti di Hokkaido furono tenuti in gabbie nascoste nel campo ai lati dell'inquadratura e liberati su comando di Scorsese. Secondo l'assistente alla regia Takashi Koizumi, la musica che notoriamente gli uccelli detestano veniva suonata per farli volare all'interno dell'inquadratura. Sono anche stati aggiunti digitalmente alcuni corvi fittizi. Tutto ciò è notevole, anche se ritengo che sia necessario evitare di infastidire i corvi, animali intelligentissimi, dotati di prodigiosa memoria e molto vendicativi. 
Nota: 
Spinto da una specie di precognizione, Kurosawa aveva immaginato che il ruolo di Vincent van Gogh sarebbe stato interpretato da Martin Scorsese quando scrisse il film per la prima volta, basandosi sul suo primo incontro con lui sette anni prima.


L'influsso atnoferico

Kurosawa dichiarò in un'occasione: "I tipi di tempo in ogni segmento creano l'atmosfera o hanno un significato simbolico, che si tratti della pioggia-arcobaleno in "Sole attraverso la pioggia" e del suo significato tradizionale basato sul folklore, oppure della tempesta di neve in "La tormenta" che rappresenta i momenti difficili della vita in cui bisogna perseverare per raggiungere il proprio obiettivo, delle raffiche di vento in "Fuji in rosso" che danno al segmento il tono del caos e della turbolenza, e infine del contrasto tra le pesanti nuvole di "Il demone che piange" e il sereno clima soleggiato di "Il villaggio dei mulini". A prima vista parrebbe che il cineasta nipponico, conoscendo la natura futile dei suoi intervistatori, abbia volutamente evitato di fare riflessioni troppo filosofiche e impegnate. Tuttavia, è risaputo che le genti del Sol Levante hanno una cura maniacale dei particolari paesaggistici: vivono in un mondo tutto loro, fatto di equilibri e di armonie sottilissime che noi facciamo molta fatica a cogliere. 

 
Segmenti cancellati 

In origine, il film di Kurosawa doveva essere composto da 11 segmenti, ridotti a 9 prima che le riprese iniziassero. Circa tre mesi dopo, anche il nono segmento fu abbandonato. Secondo la direttrice di produzione Teruyo Nogami, le ragioni di questa scelta sarebbero state di natura economica: si stimava che il nono segmento e le riprese in esterni negli Stati Uniti avrebbero avuto un costo di circa 3 milioni di dollari sui 14 milioni di dollari del budget del film (di cui ne sono stati usati 12). Una spesa giudicata insostenibile. Con buona pace della Nogami, penso che sia più plausibile una diversa spiegazione: siccome il film dura due ore già con otto episodi, la sua lunghezza sarebbe stata eccessiva realizzandone anche soltanto uno in più. 
Ecco la sommaria descrizione dei tre segmenti cancellati: 
1) Il protagonista vola assieme a un angelo, sfrecciando attraverso il cielo e lo spazio. La realizzazione delle scene di volo, troppo difficile con i mezzi tecnologici dell'epoca, avrebbe avuto costi proibitivi.
2) Una divinità del Buddhismo giapponese punisce i bonzi di un importante tempio di Kyoto a causa della loro protesta per le tasse troppo alte. La tematica dei bonzi avidi e corrotti ritornerà in Madadayo - Il compleanno (1993), facendomi sospettare che il regista fosse un discendente dei Kirishitan, i cristiani perseguitati durante l'Epoca Edo. A quanto pare, il regista fu convinto a non realizzare il segmenti perché gli fu detto che al mondo non interessava nulla della situazione dei templi di Kyoto e delle rogne dei bonzi!  
3) Mentre "Io" fa colazione in un hotel straniero, una trasmissione televisiva annuncia la fine di tutte le guerre. Il genere umano è riuscito a scongiurare la catastrofe nucleare. Irrompe la Pace e tutti gettano via le armi, urlando di gioia. Il titolo in inglese doveva essere "A Wonderful Dream"In una mossa simile alla scena della rottura della quarta parete di un altro film del regista, Una meravigliosa domenica (素晴らしき日曜日 Subarashiki nichiyobi1947), il pubblico nel finale doveva essere invitato a unirsi agli applausi.

Un sorprendente caso di effetto Dunning-Kruger 

Con mio grande stupore, mi sono imbattuto in un blog che rinomina quasi tutti i segmenti del film di Kurosawa in un modo completamente arbitrario, di pura invenzione; soltanto due sono uguali all'originale. Ecco l'elenco:

1) Le nozze delle volpi
2) Il pescheto
3) La tormenta e la speranza
4) La follia della guerra
5) La sindrome di Stendhal
6) Premonizioni
7) Demoni
8) Il villaggio dei mulini.

Poi il blogger, che non nominerò, afferma candidamente: "Per comodità ho titolato i vari sogni: sono piuttosto diversi da quelli che ho trovato nomenclati da alcuni critici."
No! Non si possono nominare ad mentulam canis i segmenti come si vuole, pensando che i titoli originali siano un'invenzione dei critici! Questo è un esempio lampante di effetto Dunning-Kruger: chi sa poco crede di sapere tutto e nega che si possa sapere di più di ciò che sa; può anche diventare aggressivo. 

giovedì 4 maggio 2023


PINK FLOYD - THE WALL

Titolo originale: Pink Floyd - The Wall
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Regno Unito
Anno: 1982
Durata: 95 min
Genere: Drammatico, musicale, animazione 
Sottogenere: Dramma surrealista, opera rock 
Tematiche: Alienazione, solipsismo, autismo, 
    fascismo, rapporto uomo-donna 
Regia: Alan Parker
Soggetto: Roger Waters (dall'album The Wall)
Sceneggiatura: Roger Waters
Produttore: Alan Marshall
Casa di produzione: MGM 
Distribuzione: United International Pictures 
Fotografia: Peter Biziou
Montaggio: Gerry Hambling
Musiche: Pink Floyd, Bob Ezrin, Michael Kamen
Scenografia: Gerald Scarfe
Interpreti e personaggi:
    Bob Geldof: Pink
    Kevin McKeon: Pink adolescente
    David Bingham: Pink bambino
    Christine Hargreaves: La madre iperprotettiva
       e asfissiante di Pink

    Eleanor David: La moglie fulva e cornificatrice
       di Pink

    Alex McAvoy: Il maestro di scuola frustrato
       dalla moglie megera

    Bob Hoskins: Il manager
    Michael Ensign: Il direttore dell'albergo
    James Laurenson: J.A. Pinkerton, padre di Pink
    Jenny Wright: Una groupie statunitense
         senza cervello

    Margery Mason: La moglie oppressiva
         del maestro coglione

    Ellis Dale: Il medico inglese sadico
    James Hazeldine: L'amante israelita della moglie
         di Pink

    Ray Mort: Il padre al parco giochi
    Robert Bridges: Il medico statunitense
    Joanne Whalley: Una groupie senza cervello
    Nell Campbell: Una groupie senza cervello
    Emma Longfellow: Una groupie senza cervello
    Lorna Barton: Una groupie senza cervello
    Marie Passarelli: La cameriera spagnola
    Iain Owen Moor: Un testimone di nozze
    Roger Kemp: Un testimone di nozze
    Joanna Andrews: Una testimone di nozze
    Diana King: Una testimone di nozze
    Marilyn Thomas: Insegnante sadica
    Brenda Cowling: Insegnante sadica
    Michael Burrell: Insegnante sadico
    Malcolm Rogers: Insegnante sadico
    John Broughton: Insegnante sadico
    Albert Moses: La guardia che si fa fellare
        dalla sporcacciona 
    Vincent Wong: Un paramedico
    Marc Atwood: Un paramedico

    Non identificati:
       La sporcacciona succhiante *
       Neonazista autentico: Squadrista 1 
       Neonazista autentico: Squadrista 2 
       Neonazista autentico: Squadrista 3 
       Neonazista autentico: Squadrista 4 
    * Sarà compresa tra le attrici sopra riportate,
    ma non mi è stato possibile capire chi fosse.
Budget: 10-12 milioni di dollari US 
Box office: 22,3 milioni di dollari US
Premi: 
    2 BAFTA Film Awards 

Tracce musicali: 
   1) When the Tigers Broke Free 
   2) The Little Boy that Santa Claus Forgot
   3) In the Flesh? 
   4) The Thin Ice 
   5) Another Brick in the Wall, Part 1 
   6) Goodbye Blue Sky
   7) The Happiest Days of Our Lives 
   8) Another Brick in the Wall, Part 2 
   9) Mother 
   10) Empty Spaces 
   11) What Shall We Do Now?
   12) Young Lust 
   13) One of My Turns 
   14) Don't Leave Me Now
   15) Another Brick in the Wall, Part 3
   16) Goodbye Cruel World 
   17) Is There Anybody Out There 
   18) Nobody Home 
   19) Vera 
   20) Bring the Boys Back Home 
   21) Comfortably Numb 
   22) In the Flesh 
   23) Run Like Hell 
   24) Waiting for the Worms 
   25) 5:11 AM (The Moment of Clarity)
   26) Stop 
   27) The Trial 
   28) Outside the Wall 
N.B.
Rispetto all'album The Wall, è stato omesso il brano Hey You, considerato "ridondante". Avrebbe dovuto essere prima di Comfortably Numb; la scena è stata girata e poi non inclusa.


Trama:

La vita del giovane Pink è una Tragedia della Natura. Suo padre è caduto ad Anzio durante la Seconda Guerra Mondiale. Sua madre, una donna paranoide, lo ha cresciuto da sola. Un giovane Pink scopre alcune reliquie del servizio militare e della morte del padre. Un'animazione mostra la guerra e l'assoluta inutilità della morte delle persone, il cui sangue cola in un tombino e finisce nelle fogne. A scuola, Pink viene sorpreso a scrivere poesie e umiliato dall'insegnante, che legge alla classe una sua poesia affinché i bulli possano schernirlo, quindi lo punisce duramente. Tuttavia, presto si scopre che il trattamento iniquo riservato agli studenti è dovuto all'infelicità del matrimonio dell'insegnante, sposato a un'arpia ripugnante che lo tormenta senza sosta. 
A distanza di anni, Pink ricorda un sistema scolastico oppressivo, immaginando i bambini che cadono in un tritacarne, finendo macinati. I loro lineamenti sono indistinti, come quelli di pupazzi, per via delle maschere che indossano. Pink fantastica, immaginando i bambini che si ribellano e bruciano la scuola prima di gettare l'insegnante tra le fiamme. 
Da adulto, Pink ricorda la madre iperprotettiva. Ricorda il proprio matrimonio in crisi. Sua moglie, una donna dai capelli rossi come il fuoco, gli provoca immense sofferenze. Durante una telefonata, Pink si rende conto che lei lo tradisce, nel momento stesso in cui un uomo risponde al telefono. Le esperienze traumatiche del protagonista sono rappresentate come mattoni nel muro che costruisce intorno a sé e che lo separa emotivamente dalla società e dal mondo. 
Pink, diventato una rockstar depressa, torna nella stanza d'albergo con una stupida groupie. Cade in preda a un furore da berserk e distrugge ogni cosa, scagliando i mobili contro le pareti e fracassandoli. Esasperato, pensa a sua moglie che lo cornifica e si sente intrappolato nella sua stanza. Poi ricorda ogni mattone del suo muro, che si rivela finalmente completo. La sua segregazione è totale. 
Intrappolato nel suo muro, Pink non esce dalla stanza d'albergo e inizia a perdere la testa delirando di metaforici "vermi". Si rade tutti i peli del corpo, ferendosi fino a sanguinare, poi guarda la televisione, in particolare l'epico film di guerra, I guastatori delle dighe (The Dam Busters, Michael Anderson, 1955). Immerso nel delirio, il giovane Pink cerca nelle trincee, ritrovando infine se stesso adulto. Sconvolto, fugge terrorizzato e raggiunge una stazione ferroviaria, dove i soldati si riuniscono ai loro cari. Non riesce a vedere suo padre e la gente chiede che i soldati tornino a casa. Sprofonda nell'incoscienza. Infine Pink viene trovato dal suo manager nella stanza d'albergo distrutta, completamente privo di sensi. Un paramedico gli inietta dei potenti farmaci per fargli riprendere i sensi e permettergli di esibirsi. 
In questo stato di alterazione, Pink allucina di essere un dittatore fascista e plasma il suo concerto come un raduno neonazista, in cui i suoi seguaci attaccano neri, omosessuali ed ebrei. Si riuniscono in squadre d'assalto e si scatenano, portando devastazione! Compaiono i cani feroci: sono i mastini da guerra, che vengono scagliati contro gli immigrati. Scoppiano scontri tra gli squadristi e le Forze dell'Ordine. Poi il cantante organizza un raduno a Londra, dove al culmine del delirio vede con i propri occhi centinaia di giganteschi martelli da guerra incrociati che marciano al passo dell'oca tra le rovine. Quando smette di avere allucinazioni da droga ed è sconvolto da una lucidità improvvisa, urla come se gli fosse stato infilato nel cranio un aculeo incandescente: "Stop!" Prende l'inesplicabile decisione di non voler più rimanere intrappolato dietro il muro. Si rintana in una latrina, in mezzo agli escrementi, canticchiando a bassa voce mentre una guardia giurata gli passa accanto. 
Come una bambola di pezza animata e inerme, Pink si sottopone a processo infernale per "aver mostrato sentimenti di natura quasi umana". Il suo insegnante stronzo e la moglie aguzzina lo accusano e lo consigliano per le sue azioni, mentre sua madre asfissiante cerca di riportarlo a casa perché "non vuole che si metta nei guai"
Il gigantesco giudice, un cazzone moscio antropomorfo che tuona dall'orifizio urinario sopra i testicoli immensi, simili a dirigibili rosacei, condanna Pink "ad essere esposto davanti ai suoi coetanei", così dà l'ordine di abbattere il muro. Dopo un lungo silenzio, il muro viene smantellato, proprio come il Mudo li Merlino! Pink urla di terrore! Il destino finale di Pink rimane sconosciuto, ma si sa per certo che sarà ben misero, più o meno come quello di uno spurgatore di fogne nell'India profonda. Una domanda pressante: Non sarebbe stato meglio rimanere un dittatore fascista? In ogni caso si scorge un vaghissimo segno di speranza: alcuni bambini puliscono un mucchio di detriti e raccolgono mattoni, con uno di loro che svuota una molotov. Un oscuro augurio sorge a questo punto nello spettatore: possano questi bimbi diventare altrettanti Pink! 


Recensione:
Questo film ha meriti immensi. Ne vidi per la prima volta alcune sequenze in un bar non distante dalla sede di Fisica in Via Celoria, a Nuova Sodoma, pardon, a Milano. Sorgeva nei pressi del Neurologico, dove talvolta avevo l'audacia di entrare per usare il telefono pubblico. In quel bar, il cui nome era Pink Floyd, avevo trovato un rarissimo succo di frutta di banana, il cui sapore ricordo ancora. È difficilissimo ridurre la banana a un succo, per questo il prodotto è quasi irreperibile e prezioso. Mentre gustavo quel nettare, un grande schermo stava proiettando proprio Pink Floyd: The Wall. Da quel momento, per me quel film è stato una vera e propria ossessione. Spesso lo noleggiavo in videocassetta e me lo guardavo (ai tempi i mezzi tecnologici erano primitivi, rudimentali). 
Ricordo i commenti di un'anziana signora sul treno, che esprimeva la sua angoscia a un'amica: aveva visto il film di Parker e ne era rimasta sconvolta. Diceva che in quelle sequenze vedeva la negazione totale dell'essere umano, la sua degradazione, una disperazione assoluta e pervasiva. Mi è subito parso chiaro che quella donna fosse una convinta sostenitrice dell'idea teleologica dell'Uomo come fine dell'Universo, come metro e misura di tutte le cose. Un'idea data per scontata nel corso di lunghi, era stata sfidata apertamente. La cosa mi ha fatto gongolare! 
Dai banchi di memoria stagnante dell'epoca universitaria ogni tanto riemerge il ricordo di Jacopo D., figlio del più famoso Valentino D., un pittore abbastanza quotato e defunto da tempo. Jacopo D. cercava in tutti i modi di distogliermi dalle immagini mentali che saturavano il mio essere. In particolare, provava un genuino orrore per Pink Floyd - The Wall. In un'occasione mi disse che erano gli incubi di drogati. Non aveva tenuto conto di una cosa: sono uno spirito ribelle! 


Una sinistra profezia

Mia madre (RIP), quando alle medie avevo gravi problemi di socializzazione, si sentiva molto inquieta e un giorno mi disse che le sembrava che io stessi costruendo un muro tra me e il mondo. La causa di ciò erano i professori maligni, che si lamentavano della mia fortissima tendenza ad isolarmi, a chiudermi in me stesso, persino della mia incapacità di sorridere. A sentire queste canaglie, avrei dovuto stare con i bulli e farmi da loro giulivamente massacrare. Avrei dovuto essere felice di subire persecuzione! All'epoca non si parlava di autismo, era un argomento tabù. Semplicemente lo si rimuoveva. I genitori e i professori aderivano alla funesta dottrina cattolica del libero arbitrio, così davano ai perseguitati la colpa di ciò che accadeva loro. Dicevano che era necessario "modificarsi". Dentro di me brillava un solo desiderio: la vendetta! Vendetta contro il genere umano! 
Tutto ciò accadde prima dell'uscita del film di Parker, di cui mia madre non poteva sapere assolutamente nulla. Quando potei visionare la pellicola, mi resi conto all'istante del contenuto profetico delle parole che erano state da lei pronunciate! 

  
L'essenza della scuola 

Pink rivela al genere umano una delle Verità Ultime: il sistema scolastico è stato inventato da Mefistofele! La scuola semina demenza, accresce in modo esponenziale le sofferenze dei dannati che la subiscono e merita l'annientamento. Non c'è nulla di buono in tale istituzione abominevole: è un immenso meccanismo stritolatore, una vite senza fine che riduce gli studenti in poltiglia. Queste vittime, che sono come fantocci svuotati del tutto privi di ontologia, una volta ridotti a carne macinata somigliano in modo straordinario a masse di vermi. Questa è la scuola! L'ideale sarebbe colare su ogni scuola un sarcofago di cemento come quello di Chernobyl, ovviamente murandovi dentro docenti e bulli. 


L'animazione di Gerald Scarfe: 
Empty Spaces

L'essenza del rapporto tra uomo e donna è terrore, è sopraffazione, è morte ontologica! Il sesso è merda. Ne siamo attratti, certo, ma resta comunque merda. Il maschio non è il predatore, è la preda. La femmina agisce come una mantide. Ghermisce il maschio, lo annienta, lo divora, lo condanna a una vita che è come un dente cariato, una maledizione di cancrena. Il frutto di pochi attimi di piacere costa strazi indicibili. Questa raccapricciante dinamica, di cui le genti sono vittime, è illustrata in modo splendido nella famosa sequenza di animazione in cui due fiori combattono una feroce battaglia. Il fiore maschile sembra un grosso pistillo eretto che si conficca tra i petali del fiore femminile. Ha inizio una lotta tremenda e alla fine il fiore femminile si chiude sul fiore maschile e lo fagocita! A questo punto il vincitore si trasforma in un immenso dragone, nero come la pece! 


La sporcacciona succhiante  

Il protagonista cerca conforto gettandosi a capofitto in una vita all'insegna del famoso trinomio sesso-droga-rock'nroll, sperando così di obliare i suoi dolori e il suo passato di repressione. Lasciarsi dietro la moglie. Lasciarsi dietro la madre. Come facevano i Lotofagi, Pink vuole rimuovere la realtà avversa, troppo dura per essere sopportata. A un certo punto si unisce a una festa orgiastica e canta "I need a dirty woman". Il titolo del brano è Young Lust, ossia "Giovane lussuria". Arrivano le troie, si sentono i loro tacchi che battono sul corridoio mentre avanzano impettite. Una ragazza china la sua testa sull'inguine di una guardia giurata, un poderoso mandingo, e gli accoglie in bocca il glande sporco di smegma, poppandolo. Questa sequenza mi è rimasta particolarmente impressa. 
L'abbandonarsi a feste orgiastiche non è comunque di alcun aiuto: le speranze di Pink sono vane, perché il dolore ha preso dimora in lui e non lo lascia nemmeno per un istante, come un verme che rosicchia una terminazione nervosa particolarmente sensibile. Il punto è che la libertà sessuale, per com'è intesa, non è la libertà di amoreggiare, di avere relazioni soddisfacenti con donne libere (e fantomatiche): è invece la libertà di andare con le puttane. Si risolve con il pagamento delle marchette. L'istituzione del matrimonio ha rovinato i rapporti umani a tal punto da fare terra bruciata al di fuori di sé, riducendo ogni cosa allo squallore! 


L'animazione di Gerald Scarfe: 
Don't Leave Me Now  

Mentre scorrono le note di Don't Leave Me Now, ha inizio una potente animazione. Mentre Pink, sfinito dalla droga che si è iniettato, giace su una poltrona nella sua stanza spettrale e solitaria, compare dietro di lui l'ombra della moglie. La silhouette femminile avanza e muta, fino a trasformarsi in una mostruosa mantide religiosa, che si ingigantisce e si scaglia contro il cantante terrorizzato. La Moglie-Mostro ha una bocca che ha la forma di una vagina irta di zanne, pronta a dilaniare la vittima! Mentre l'assalto procede, si sovrappongono le scene dell'amante che penetra con ardore la donna! Tutto ciò è agghiacciante! Ecco la natura del rapporto uomo-donna! Ecco la natura del matrimonio! 
La mia mente è fervida e veloce. Riempie tutti i buchi narrativi dei film ogni volta che lo guardo. Questa capacità mi rivela tutti gli arcani, li mette a nudo come se fosse un potere magico. Pink veniva deriso dalla moglie perché aveva un esiguo falletto ed eiaculava troppo in fretta. Così lei lo umiliava e si rifiutava di praticargli la fellatio, concessa  invece al suo nerboruto amante, che quindi procedeva a penetrarla, ad arare il suo ventre, a zapparlo. Questo amante era un israelita: ecco il seme da cui nasce e si sviluppa l'antisemitismo furioso del futuro Signore dei Vermi. 


L'Aguzzina e la causa di tutto 

La Moglie-Predatrice ricompare durante il Processo: è uno scorpione terrificante che trafigge col suo aculeo il povero Pink, regredito a livello di feto informe, cieco e paralitico, completamente incapace di opporre la benché minima resistenza. Rievoca gli eventi passati, quando ha iniettato nel pover'uomo un potentissimo veleno ontologico, che ha innescato la sua trasformazione. Sua è la colpa di tutto ciò che è accaduto in seguito! 
L'altra figura tremenda che si mostra al Processo è la Madre.  Il suo ruolo è ancor più cruciale di quello della Moglie-Predatrice: ha procreato Pink per egoismo e ignoranza. Avrebbe potuto lasciarlo nel Ventre del Nulla, in pace, invece ho la scaraventato nella realtà sensibile, in questa fucina di colori violenti e di rumori insopportabili, in cui si viene torturati senza sosta! 


Solipsismo 

Non c'è nessuno là fuori. L'Universo, abisso infernale, è tenuto lontano da una barriera impenetrabile: il Muro. Catatonia. Autismo profondo. Bisogna imparare a cadere nel baratro interiore, se si vuole riemergere. Il mondo non è un insieme di opportunità da cogliere, come si sente dire fin troppo spesso in questa società futile. Il mondo è un luogo ostile, a cui ci si deve opporre con tutte le forze, con ogni mezzo, ma le forze mancano, non ci sono i mezzi. Resta soltanto l'inerzia assoluta. Lo splendido e commovente brano Comfortably Numb descrive questa condizione, in cui viene raggiunta la massima vicinanza con il Non Essere. Il manager, uomo gretto e avidissimo, è interessato unicamente al guadagno che potrebbe trarre dall'esibizione di Pink. Non gliene frega nulla del cantante come essere umano: se sapesse che non potrà più portargli soldi, lo lascerebbe morire. I manager sono esseri privi di scrupoli e ripugnanti, meritevoli di essere gettati in Malebolge e torturati dai diavoli con la pece incandescente, per l'Eternità! Pink sembra già trapassato, non si riesce a sentire il suo respiro. "H
ello? Is there anybody in there?", chiede il manager.


Metamorfosi, rinascita  

Come un grosso bruco, Pink si impupa. Il suo essere si dissolve in un brodo primordiale e si riorganizza. Quindi rinasce in una forma completamente rinnovata, sfarfallando dal bozzolo! Non è più inerme. Irrompe nella realtà come un genocida, il cui scopo ultimo è uno solo: annientare il genere umano, annientare la vita nel Cosmo! Come un cristallo di tenebra assoluta, irradia la Luce Nera dell'Odio Eterno. Questa è la sua seconda nascita, l'unica vera. È invulnerabile! Nell'atto di emergere dal bozzolo, egli è come il Dio della Guerra degli Aztechi, Huitzilopochtli, che scaturì dal grembo di sua madre Coatlicue già adulto e armato con una spada dai denti di ossidiana!    


Il Signore dei Vermi

Gli squadristi sono denominati "Vermi" dal loro stesso capo. Non è un insulto o un termine di dileggio, come in apparenza potrebbe sembrare. Non ha nulla a che fare con appellativi come "topi di fogna", che nel Web sono spesso rivolti ai militanti dell'estrema destra. Un cagnotto è una creatura in apparenza fragile, dal corpo molle e cedevole, ma è dotato di prodigiose mascelle, di una forza incredibile. Una massa di cagnotti spolpa con facilità l'enorme carogna di un bufalo. 
La Marcia dei Martelli procede verso una destinazione spaventosa: la Guerra Totale! Proprio quando l'ordine costituito minaccia di collassare, ecco il prodigioso "Stop!" di Pink, urlato a pieni polmoni. Roger Waters suggerisce che il Dittatore, folgorato da una visione apocalittica delle conseguenze mostruose della sua propaganda, abbia voluto fermare tutto, far ritornare indietro il tempo, annullando il proprio stesso Essere. Ciò non è possibile in un Universo dominato dall'Irreversibilità. Per l'illusione di Waters, c'è stato un prezzo da pagare...


I Fascisti di Pink

Il ruolo dei Fascisti di Pink, descritti come i devastanti Vermi che imperversano nelle strade di un Regno Unito annientato, è stato rimosso a tal punto che nel vasto Web non si riesce nemmeno a trovare i nominativi degli attori che hanno interpretato questi squadristi! Follia del politically correct? Censura? Niente di tutto questo. Sono riuscito a reperire qualche informazione soltanto dopo una lunga ricerca. 
Ebbene, molte delle comparse nelle sequenze di Run Like Hell e Waiting for the Worms erano autentici neonazisti, robusti e fanatici, scelti per garantire un alto grado di realismo. A un certo punto Gerald Scarfe si spaventò a morte, temendo che la situazione stesse degenerando: un giorno, durante le riprese, diversi di questi squadristi d'assalto si erano presentati sfoggiando con fierezza l'emblema di Pink ai lati del cranio rasato. In seguito, alla fine degli anni '80, nacque un bellicoso gruppo neonazista chiamato Hammerskins, il cui simbolo era costuito proprio dai due martelli da guerra incrociati. Grande fu la costernazione di Scarfe, Parker e Waters, le cui intenzioni erano di rendere la rappresentazione antifascista. Invece resero affascinante e travolgente la violenza organizzata, come se avessero evocato lo spirito della Sturmabteilung. Beh, non si può spargere un seme e poi cercare di rintuzzare il raccolto che ne nasce! 


Il caso di Ian Stuart  

Ian Stuart Donaldson (1957 - 1993) era un musicista e cantante britannico molto controverso, i cui generi di appartenenza erano il punk rock e il rockabilly. Era un neonazista. Era amico di Lemmy dei Motörhead. Tuttavia, Lemmy non volle più avere niente a che fare con lui quando dichiarò pubblicamente le sue simpatie hitleriane, temendo un devastante danno d'immagine. Ian Stuart arrivò a fondare un gruppo politico neonazista, Blood & Honour. Morì in seguito alle lesioni riportate in un incidente d'auto. Sul letto di morte chiese ai suoi sostenitori di rifondare la Gioventù Hitleriana. Tutto ciò ha sorprendenti analogie con le vicende di Pink. Sono convintissimo che proprio il film Pink Floyd - The Wall abbia influenzato in modo decisivo la formazione di questo singolare elemento della galassia dei fascisti inglesi


Una leva solleva il mondo 

Roger Waters ha avuto un'intuizione degna di nota: visto che i comizi incendiari sono stati banditi dalla politica e dalla vita pubblica, una personalità inquietante come Adolf Hitler potrebbe avere successo e trascinare le masse soltanto presentandosi come una rockstar. Tecnicamente parlando, il discorso è ineccepibile. Archimede disse: "Datemi una leva e vi solleverò il mondo." Facciamo un passo oltre: non è nemmeno necessario che questa rockstar esista veramente. Sarebbe tuttavia un grave errore pensare che si tratti di un problema meramente politico. Le radici sono profonde come l'Abisso
Quando nasce anche soltanto un individuo in cui si accende, per qualsiasi motivo, il desiderio di distruzione della propria specie, è come se si creasse una grave discontinuità ontologica. Nel mondo è stata immessa una scintilla mortifera che non scomparirà con la morte di quell'individuo. Troverà la sua via, in qualche modo: trasmigrerà in altri individui, si presenterà in altre forme e in altri contesti, fino a che non sarà riuscita a portare l'Estinzione. 


L'ombra di Syd Barrett 

Bob Geldof era terrorizzato dal sangue e ha trovato la scena della lametta estremamente difficile da girare. Era previsto che avrebbe dovuto radersi soltanto le sopracciglia. Sentendosi preso dal ruolo, si è galvanizzato e ha improvvisato la scena, passandosi il rasoio anche sul torace; si è però rifiutato di decalvarsi. Come gran parte dell'album The Wall, questa sequenza è stata ispirata dal fondatore dei Pink Floyd, Syd Barrett (1946 -  2006), che fu colpito da una malattia mentale e lasciò la band alla fine degli anni '60. A quanto è riportato, Barrett una volta si allontanò da una cena affollata, andò a casa, si rasò malamente la testa e tornò sanguinante alla tavolata, comportandosi come se fosse la cosa più normale del mondo. Alcune delle persone vicine a lui durante il suo straziante declino, sono uscite dal cinema quando hanno visto la scena interpretata da Bob Geldof, trovandola estremamente inquietante. 


Critica

Questo è riportato nel Lexikon des Internationalen Films (1995):  

"Grell-monströse Illustrationen zum gleichnamigen Rock-Oratorium der englischen Popgruppe Pink Floyd: Ein Rockmusiker durchlebt in einem Hotelzimmer in Los Angeles Stationen seiner tristen Kindheit, seines gescheiterten Privatlebens und seiner steilen Karriere. Die visionären Fragmente seines Deliriums fügen sich zu einer Mauer, die ihn in völliger Kommunikationsunfähigkeit einschließt. Auf optische wie akustische Reizüberflutung angelegt und mit unausgegorenen Symbolismen überladen, beeindruckt der wirre Film allein durch die konsequente Verbindung von Musik und Bild im Stil moderner Videoclip-Ästhetik." 

Traduzione: 

"Illustrazioni vistosamente mostruose per l'omonimo oratorio rock del gruppo pop inglese Pink Floyd: un musicista rock rivive le fasi della sua triste infanzia, della sua vita personale fallita e della sua fulminea carriera in una stanza d'albergo di Los Angeles. I frammenti visionari del suo delirio si combinano per formare un muro che lo rinchiude in una totale incapacità di comunicare. Progettato per una sovrastimolazione visiva e acustica e sovraccarico di un simbolismo incompleto, il film confuso colpisce solo per la sua coerente combinazione di musica e immagini nello stile dell'estetica moderna dei videoclip." 

Questo ha scritto Norbert Stresau (1983): 

"Realität und Phantasie mischen sich immer weiter ineinander: […] Ein symbolischer Abschluß […] entläßt den Zuschauer, je nach Fassungsvermögen überwältigt oder erdrückt, aus einer Flut surrealer Sequenzen […] Alan Parker praktiziert hier die Überladung der Sinne in einer Perfektion, gegen die sich Ken Russell wie ein Adept dritten Grades ausnimmt. Rapide folgen die Schnitte aufeinander, der Dialog beschränkt sich auf ein Minimum, die Songs sprechen für sich. Auch technisch nützt der Film die Ressourcen des Kinos in höchstem Maß, es ist beinahe ein Muß, The Wall in der 70-mm-Dolby-Fassung zu sehen. Die Schauspieler kommen in der Kakophonie des Lichts recht gut weg: Bob Geldof etwa, der Leadsänger der Boomtown Rats, schöpft aus eigener Erfahrung und macht Pink zu einer verstörenden Figur. […] The Wall ist auch ein Film, der beim Sezieren mit dem Kritikmesser wie eine schillernde Seifenblase zerplatzt; den man entweder als extravaganten Audiovisionstrip akzeptiert oder als sinnlosen und sinnbeleidigenden Mischmasch ablehnt. Verfilmung der gleichnamigen Pink-Floyd-LP: Ein Rockmusiker am Rande des Wahnsinns treibt in den Halluzinationen seiner Ängste, Sehnsüchte und Erinnerungen und bewältigt sie zum Schluß. Die aufgebaute Schutzmauer bricht zusammen. Eine technisch brillante Kakophonie aus Licht und Ton überschüttet hier den Zuschauer und beraubt ihn jeglicher Möglichkeit der Verarbeitung des Gesehenen. So kaschiert der Film gekonnt seinen Mangel an echter Relevanz, eine Analyse im Nachhinein versucht man besser nicht." 

Traduzione: 

"Realtà e fantasia continuano a fondersi: [...] Una conclusione simbolica [...] libera lo spettatore, sopraffatto o schiacciato, a seconda delle sue capacità, da un'ondata di sequenze surreali [...] Alan Parker pratica qui il sovraccarico sensoriale con una perfezione che fa sembrare Ken Russell un adepto di terzo grado. I tagli si susseguono rapidamente, i dialoghi sono ridotti al minimo, le canzoni parlano da sole. Anche tecnicamente, il film sfrutta al meglio le risorse del cinema; vedere The Wall nella versione Dolby 70mm è quasi d'obbligo. Gli attori si distinguono piuttosto bene nella cacofonia di luci: Bob Geldof, il cantante dei Boomtown Rats, ad esempio, attinge alle proprie esperienze e trasforma Pink in una figura inquietante. […] The Wall è anche un film che scoppia come una bolla di sapone scintillante quando viene sezionato con un coltello critico; o lo si accetta come un viaggio audiovisivo stravagante o lo si rifiuta come un miscuglio insensato e offensivo. Un adattamento cinematografico dell'omonimo LP dei Pink Floyd: un musicista rock sull'orlo della follia vaga nelle allucinazioni delle sue paure, dei suoi desideri e dei suoi ricordi e alla fine li supera. Il muro protettivo che ha costruito crolla. Una cacofonia di luci e suoni tecnicamente brillante travolge lo spettatore e lo priva di ogni possibilità di elaborare ciò che ha visto. In questo modo, il film nasconde abilmente la sua mancanza di reale rilevanza; è meglio non tentare alcuna analisi retrospettiva." 


Roger Waters e il Mudo li Merlino

Ho assistito in diretta televisiva al concerto The Wall - Live in Berlin, tenuto da Roger Waters e da numerosi artisti ospiti a Berlino il 21 luglio 1990, per commemorare la caduta di quello che l'ineffabile Luca Giurato chiamava il Mudo li Merlino - e, direi, per sancirne lo smantellamento fisico, all'epoca quasi completato. Per la precisione, l'evento ha avuto luogo in Potsdamer Platz ed è stato trasmesso in diretta in ben 52 Paesi. In Italia la trasmissione è avvenuta su Canale 5 (in leggera differita); bisogna riconoscere che persino Berlusconi pochissime cose buone in vita sua le ha pur fatte :). Sono stati momenti molto emozionanti e ho visto anche la replica su Italia 1 l'anno successivo. 
Questi sono gli ospiti che hanno partecipato: Scorpions, Ute Lemper, Bryan Adams, Cyndi Lauper, Sinéad O'Connor, Van Morrison, Joni Mitchell, Paul Carrack, The Runfunk Orchestra & Choir, The Military Orchestra of the Soviet Army, The Bleedin Heart Band, Marianne Faithfull, Albert Finney, Tim Curry, Thomas Dolby. Tramite il concerto sono stati raccolti fondi per il Memorial Fund for Disaster Relief, un'organizzazione inglese che si occupa di assistere le vittime di disastri e calamità. Sono molto scettico sulla reale efficacia di iniziative di questo genere. Chi garantisce che i soldi non finiscano in tasca a qualche malfattore? Non è fornito alcun resoconto consultabile sul loro effettivo utilizzo benefico e sui risultati ottenuti.