Lingua originale: Italiano
Paese di produzione: Italia
Anno: 1981
Durata: 85 min
Genere: Orrore
Sottogenere: Zombesco, etruscologico, incestuoso
Regia: Andrea Bianchi (come Andrew White)
Sceneggiatura: Piero Regnoli
Produttore: Gabriele Crisanti
Casa di produzione: Esteban Cinematografica
Distribuzione in italiano: Stefano Film
Fotografia: Gianfranco Maioletti
Effetti speciali: Gino De Rossi
Musiche: Elsio Mancuso, Berto Pisano
Trucco: Rosario Prestopino
Segretario alla produzione: Mirella Cavalloro,
Gianfranco Fornari
Supervisore alla produzione: Marcello Spingi
Reparto artistico: Giovanni Fratalocchi
Tecnico sonoro: Umbreto Picistrelli
Fotografo: Fabio Cavicchioli
Reparto elettrico e telecamera: Paolo Cavicchioli,
Gianni Marras
Continuità: Paola Villa
Interpreti e personaggi:
Wilma Truccolo: Janet
Gianluigi Chirizzi: Mark
Simone Mattioli: James
Antonella Antinori: Leslie
Roberto Caporali: George
Mariangela Giordano: Evelyn
Pietro Barzocchini: Michael (come Peter Bark)
Claudio Zucchet: Nicholas
Anna Valente: Kathryn
Raimondo Barbieri: Professore*
*Secondo IMDb.com sarebbe invece Benito Barbieri,
accreditato come Renato Barbieri, in contrasto con
quanto riportato da Wikipedia in italiano.
Titoli in altre lingue:
Tedesco: Die Rückkehr der Zombies
Francese: Le Manoir de la terreur
Siciliano: Li notti du tirruri
Finlandese: Hautaholvi Helvettiin
Russo: Могильный холм
Trama:
Uno scienziato dalla barba imponente è ossessionato dai segreti degli Etruschi e studia un'antica cripta vicino a una grande villa. Nel corso degli scavi scatena accidentalmente un'antica maledizione malvagia. Il maleficio rianima i morti sepolti nella necropoli e gli zombie risorgono per divorare le interiora di colui che li ha evocati.
Nello stesso giorno, il ricco castellano George visita la sua nobile tenuta di campagna insieme alla sua amante Evelyn e al grottesco figlio adolescente Michael, un essere nanesco e macrocefalo danneggiato dal conflitto di Edipo. Altri ospiti sono due coppie di amici, giunti per trascorrere una vacanza vacanza serena e spensierata. Il gruppo è inizialmente sorpreso dall'assenza del bizzarro scienziato che aveva promesso loro una buona notizia, ma presto prendono la propria strada. Separatamente, nel tardo pomeriggio le coppie fanno lunghe passeggiate nell'adiacente parco del castello.
Nel frattempo, le creature semidecomposte, gravemente lesionate e aggredite dai vermi, si alzano e camminano con decisione, emettendo strani rumori. La loro prima vittima è George, che, nonostante sia armato e opponga una strenua resistenza, viene circondato dalle creature e ucciso nel vicino padiglione. Prima di spirare, era riuscito con abnegazione a distrarre i mostri da Evelyn e Michael, che hanno colto l'occasione e sono fuggiti. Contemporaneamente anche le altre due coppie fanno la "conoscenza" involontaria dei cadaveri vivi, salvandosi per il rotto della cuffia fuggendo verso il parcheggio o nel castello. Lungo la strada l'attraente Janet cade in una tagliola e si ferisce in modo atroce un piede. Il suo amico, il fotografo Mark, dopo aver respinto un attacco di morti viventi, finalmente la libera dalla lama e cerca di condurla in salvo.
Il gruppo si barrica nella villa assieme al personale di servizio. La fuga con le auto sembra impossibile, perché gli zombie, dando prova di un'intelligenza sinistra e inquietante, hanno tagliato le gomme. I morti viventi iniziano il loro assedio dopo il tramonto e mostrano livelli insolitamente alti di cooperazione e d'ingegno, riuscendo ad usare strumenti come le asce per sfondare le porte. Ogni volta che la situazione sembra essersi un po’ calmata, le creature riprendono le loro incursioni con immutata ferocia. Oltre all'uso degli strumenti, questi esseri ripugnanti possiedono anche inaspettate capacità di arrampicata, tanto da fare diverse vittime tra la servitù. Diventa presto chiaro che il rifugio, percepito come sicuro, non può resistere all'assalto dei cadaveri in decomposizione. Il grottesco Michael, dal cranio angoloso e deforme, simile a un'incudine, ha così tanta paura che cerca la vicinanza e l'amore di sua madre. La tocca avidamente, fa di tutto per palparle i seni morbidissimi, per prenderle in bocca i capezzoli e ciucciarli. Al culmine della sua passione incestuosa, le mette le mani tra le gambe, facendosi strada fino a quell'umido e tiepido passaggio da cui tempo prima era uscito come feto! La madre, turbata dalle avance del figlio, gli fa capire che non tollererà in alcun modo questo rapporto incestuoso. Michael rimane sconvolto dal rifiuto della donna che lo ha messo al mondo. Poco tempo dopo, il ragazzo disturbato viene ucciso e cannibalizzato dalla domestica Leslie, che era morta e ora è risorta come zombie, prima di cadere anch'essa vittima di Evelyn, che si vendica fracassandole il cranio. Nel frattempo, l'edificio nobiliare viene invaso da un'orda di zombi, così numerosi da non poter essere fermati. Il gruppo decimato decide di attirare tutti i mostri nell'edificio per ottenere così un vantaggio sufficiente per la fuga imminente. Il loro piano riesce, così scappano.
All'alba, Mark, James, la traumatizzata Evelyn e la ferita Janet raggiungono quello che sembra essere un monastero sicuro, ma a un esame più attento si rivela essere una roccaforte degli zombie: i fratacchioni sono stati contaminati e trasformati in cadaveri deambulanti! In una sala di preghiera, James viene sopraffatto e le sue viscere sono divorate da un'orda di creature demoniache che vestono ancora il saio bruno. Come risultato di questo atto, consumato tra forti urla, anche lui si trasforma in uno zombie affamato di carne, mentre i tre sopravvissuti scappano. La loro odissea li porta in un'opificio lì vicino, anch'esso popolato da zombie. Tra questi esseri dell'Inferno c'è il risorto Michael, che non sembra toccato dalle forze ctonie della decomposizione. Non sembra appartenere a CALU. La sua pelle è rosea e florida. Piena di gioia materna, Evelyn lo prende tra le braccia, credendo che le sia stato davvero restituito dall'Ade. A questo punto Michael le morde il seno, la strazia e la uccide brutalmente. Alla fine delle sequenze, anche Janet e Mark vengono circondati e sommersi da un gran numero di zombie famelici. Non è fornita alcuna informazione su dove si trovino a questo punto.
Citazioni:
"Sembrano corrosi dal tempo!"
"È incredibile: dei mostri viventi!"
"Mamma, questo coso odora di morte!"
Recensione:
Il filone incentrato sugli Etruschi aveva una certa importanza nel complesso universo dei B-movie italiani. Ad affascinare il pubblico era il mistero impenetrabile di questa civiltà scomparsa, percepita come lugubre, rivolta interamente all'Annientamento e proiettata in un Oltretomba incubico, infernale. In altre parole, una civiltà della Morte Eterna. Il lavoro di Andrea Bianchi ha una sua peculiarità degna di nota: a quanto ne so, è l'unico film
"etruscologico" a trattare il tema degli zombie. Inoltre introduce un'ulteriore innovazione. Dà agli zombie una marcia in più, rendendoli in qualche modo
sociali e
tecnologici. Il morto vivente classico non è in grado di comunicare né di aggregarsi ai suoi simili lavorando per un fine comune, così come si dimostra incapace di servirsi di utensili. Ne
Il giorno degli zombi (
Dawn of the Dead, 1985), George A. Romero ci mostra un morto vivente che riesce ad usare una pistola, ma in seguito a un intenso addestramento e con grande fatica. Le notti del terrore pullula di morti viventi in grado di usare spontaneamente falci, asce, forconi e addirittura di cooperare per fondare un portone servendosi di un tronco come ariete. Indubbiamente si è prodotto qualcosa di nuovo, che però non ha potuto svilupparsi. Non è stato capito il genio. I film devono essere classificati per regista, non per genere, come molti si ostinano a fare. Pochi sanno che Andrea Bianchi, a cui si deve questa buona pellicola zombesca, ha diretto anche una ventina di film pornografici. Cosa ha a che fare la produzione porno con una pellicola horror come questa? A unire tutti i film biancheschi è sicuramente lo stile: una particolare luce cupa che pervade ogni meandro della creazione cinematografica. La critica, velenosa, odia mortalmente questo regista ispirato e inveisce, giudicando immondizia le sue opere. Me ne frego delle opinioni di simili mezze calzette e insorgo contro di loro:
Le notti del terrore è un capolavoro immortale! Non m'interessa se i mezzi sono trash e minimalisti (corpi di morti viventi che sembrano di cartapesta, cervelli colanti che sembrano gelato alla fragola squagliato al sole, interiora fatte di liquame di uova marce, etc.). L'idea che anima il tutto è sublime!
Era credenza degli Etruschi che ci fosse la possibilità concreta di ottenere l'immortalità recitando apposite formule. Chi si fosse trovato a dire le giuste parole davanti agli Dei, avrebbe avuto in automatico la Vita Eterna. Non esistevano requisiti morali di alcun tipo: una persona sadica e malvagia che avesse recitato correttamente ogni sillaba, avrebbe vinto la Morte. Queste formule sinistre non ci sono giunte, sappiamo soltanto che sono esistite. Sarebbe stato molto interessante poterle analizzare per amore della Conoscenza e della Filologia. Com'è ovvio, non si può credere che abbiano alcuna efficacia. Del resto, il film di Andrea Bianchi dovrebbe essere un monito sempiterno verso che si illuda di poter far durare oltre ogni limite la condizione dell'esistenza terrena.
Morbosità estrema
Anche se appena abbozzati, i contenuti incestuosi sono sconvolgenti. Una volta che li si è visionati, restano per sempre stampati nella memoria! Pietro Barzocchini (anglicizzato in Peter Bark) è l'attore che ha interpretato il figlio della sensualissima Evelyn, perennemente sconvolto da incalzanti pulsioni edipiche. A dispetto delle apparenze, non era affatto un bambino. In realtà era un adulto affetto da una forma di nanismo ipofisario. All'epoca delle riprese aveva circa 26 anni (è nato nel 1955) e si può ben immaginare che fosse capace di poderose erezioni. Il regista ha fatto ricorso all'utilizzo di un attore adulto perché doveva aggirare leggi che impedivano di impiegare minorenni in scene dai contenuti erotici o violenti. Dal canto suo, sembra che la splendida Mariangela Giordano non abbia particolarmente apprezzato il proprio ruolo basato sulle fantasie d'incesto dell'attore nanesco. In particolare, a proposito della sequenza del seno strappato a morsi, ha dichiarato quanto segue:
"Quella scena era così ridicola. Non riuscivo quasi a mantenere la faccia seria. Avevo un seno di gomma adattato al mio, che sembrava così finto che non posso credere che qualcuno lo prendesse sul serio!"
Mentre la Giordano ha potuto godere di una carriera cinematografica lunga e varia, così non è stato per Barzocchini, che in qualche misura è stato colpito dallo stigma. Se è vero che l'interpretazione nel film di Bianchi gli ha dato una certa notorietà, questa non è stata certo positiva. Il pubblico italiano ha una mentalità molto chiusa e piena di pregiudizi, non apprezza questo genere di cose. Ha il terrore superstizioso. La Giordano è stata considerata una vittima innocente delle attenzioni del figlio malefico, ritenute "disgustose" e in grado di far adirare l'Artefice. La colpa della rappresentazione scenica dell'incesto è quindi ricaduta interamente su Barzocchini. Perché tutto questo? Semplice: il pubblico mostra più facilmente clemenza verso una bella donna che verso un uomo dai tratti inusuali.
Adozione zombesca
L'opinione comune del pubblico e della critica è che gli zombie etruschi a un certo punto si siano travestiti da frati, indossando sai marroni, allo scopo di far cadere in trappola i fuggitivi. Mi stupisce che sia fatta un'ipotesi così contorta. Sono convinto che la spiegazione sia molto più semplice e diretta: gli zombie etruschi hanno contaminato i frati, trasformandoli a loro volta in morti viventi. Sappiamo che le persone uccise dagli zombie etruschi sono destinate ad essere assimilate a loro, a condividerne l'atroce destino. Si può parlare di una vera e propria adozione. Il bambino grottesco e incestuoso, una volta ucciso, diventa a tutti gli effetti uno degli zombie, anche se non sono presenti segni di decomposizione sul suo corpo abnorme, inquietante, orribile. È come se gli zombie, sia quelli etruschi che quelli adottati, formassero un tutt'uno, parti diverse di un unico essere animato dalla volontà dell'Ade!
Le profezie del Ragno Nero
Secondo Renzo Baschera, studioso di paranormale e misteriologia, il Ragno Nero era una persona reale ed era davvero un profeta. Era un oscuro monaco bavarese, vissuto nel XVI secolo; voci sparse lo danno invece per austriaco o addirittura italiano. Il suo vero nome ci è sconosciuto; un commentatore in IMDb.com ipotizza che si chiamasse Federico Martell, senza specificare la fonte della sua illazione. Il soprannome del monaco profetico derivava dalla sua abitudine di siglare ogni foglio da lui manoscritto con il disegno di un ragno nero, sopra al testo. Avrebbe predetto con sorprendente precisione una lunga serie di luttuosi eventi futuri come le due bombe atomiche sganciate sul Giappone a Hiroshima e Nagasaki, il disastro di Chernobyl e la pandemia di AIDS. Le sue previsioni, classificate per anno, arrivano fino al 2042, in cui colloca una "Grande Trasformazione", seguita dall'Era dello Spirito (nello stile di Gioacchino da Fiore). La "profezia" mostrata nel cartello alla fine del film, tuttavia, è apocrifa. Questo è il testo in inglese, che riporto con i refusi originali ("nigths" per "nights"; "profecy" per "prophecy"):
The earth shall tremble...
graves shall open...
they shall come among the living
as messengers of death and there shall be
the nigths of terror...
"Profecy of the Black Spider"
Traduzione:
La Terra tremerà...
le tombe si apriranno...
verranno tra i vivi
come messaggeri di morte, e ci saranno
le notti di terrore...
"Profezia del Ragno Nero"
Va notata una cosa alquanto singolare: delle profezie del Ragno Nero, pubblicate dallo stesso Baschera, che ne sarebbe lo scopritore, ci è ignoto il testo originale. Il mondo accademico le giudica falsi grossolani, della cui reale esistenza non esistono prove concrete - mentre sono numerosi gli indizi che siano una fabbricazione (le profezie sono chiarissime fino all'anno dell'edizione di Baschera, non esatte o incomprensibili per gli anni seguenti; non sembrano essere conosciute nel mondo germanico, etc.). Il nome tedesco del Ragno Nero, che dovrebbe essere Die Schwarze Spinne (Spinne "ragno" è di genere femminile!), viene spesso riportato in modo erroneo e non grammaticale, come Der Schwarze Spinne o addirittura Schwarzer Spinner. Nel Web si trova una gran confusione sull'ordine di appartenenza del monaco: c'è chi lo vuole Cistercense, chi Francescano. Nonostante queste gravi difficoltà, tra i cattolici tradizionalisti esiste la tendenza a considerare autentico il materiale in questione. Si giunge a una desolante conclusione. Andrea Bianchi ha composto un passo apocrifo attribuito a un testo con ogni probabilità a sua volta apocrifo.
Curiosità
Il set del laboratorio visto al culmine del film è presente anche in
Inferno (1980) di Dario Argento, in
Contamination - Alien arriva sulla Terra (1980) di Luigi Cozzi e in
Apocalypse domani (
Cannibal Apocalypse, 1980) di Antonio Margheriti. Era un set di interni situato proprio nei Des Paolis Studios di Roma.
Uno degli zombie indossa chiaramente una maschera di Frankenstein di Boris Karloff con abbondanza di sangue e una parrucca aggiunta per oscurarne le origini.
Il film è stato girato a Villa Parisi, già Villa Taverna Parisi-Borghese, a Monte Porzio Catone, nei pressi di Roma. È una delle dodici Ville Tuscolane. Per molti anni vi abitò Paolina Bonaparte, moglie del principe Camillo Filippo Ludovico Borghese. Se non ricordo male, era quella che ha posato nuda per una statua di Venere, mostrando le tette prosperose. Nel 1966 a Villa Parisi fu girato in gran parte il film La lama nel corpo, diretto da Elio Scardamaglia con lo pseudonimo di Michael Hamilton. Nel 2019 il regista Dean Craig vi ha girato il film Un amore e mille matrimoni, una deprecabile commedia romantica con Sam Claflin, Olivia Munn ed Eleanor Tomlinson.
Le riprese del film bianchesco sono durate in tutto quattro settimane. Il Tricolore è visibile in una delle stanze in cui gli zombie attaccano.
Errori
L'acconciatura della bionda Janet cambia continuamente nel corso del film, anche tra un'inquadratura e l'altra di alcune scene. A volte ha i capelli crespi, a volte sono lisci.
Quando Michael viene mostrato morto, ucciso da Leslie, una delle sue braccia è stata rimossa. Si vede che la stessa assassina sta masticando la carne dell'arto amputato. Tuttavia, quando Michael ritorna come zombie nel finale del film, ha entrambe le braccia intatte.
Ad un certo punto, un personaggio dichiara giustamente che sparare alla testa degli zombie è l'unico modo per ucciderli, anche se non viene spiegato come sia arrivato ad avere questa informazione. Spara e uccide alcuni zombie con un fucile, poi dice che sono rimasti solo due proiettili. Quando gli zombie irrompono nella villa, il fucile e la tattica vengono presto dimenticati. Alla fine del film Mark colpisce gli zombie senza una logica, ma ormai dovrebbe sapere che l'unico modo per ucciderli è distruggere loro la testa.
Quando i sopravvissuti nella villa sono circondati su tutti i lati da zombie mangiatori di carne, in grado di usare strumenti, a un personaggio viene un'idea incongrua. Suggerisce così che gli zombie potrebbero semplicemente volere qualcosa che si trova nella casa. La sua soluzione è quindi aprire le porte e lasciarli entrare. Non che abbia importanza, dato che gli zombie sanno come usare un ariete con cui presto forzano la porta d'ingresso. Inoltre, la teoria secondo cui gli zombie desidererebbero qualcosa oltre a mangiare carne umana non viene mai ulteriormente spiegata.
Ad un certo punto entrambi i gruppi di sopravvissuti si riuniscono davanti al castello con tre zombie visibili. Si sente una donna chiedere "dove andiamo adesso?", e lo zombie più vicino nell'inquadratura alza chiaramente la mano sinistra e indica con entusiasmo nella direzione e tutti corrono in quella direzione.
Critica
Consiglio agli eventuali lettori, giunti in questo antro solitario, la lettura del cut-up ricavato dai commenti apposti sul famoso sito di critica cinematografica Il Davinotti.
"Perla imperdibile del trash italiano che vanta numerosissimi estimatori"
"Il fascino del brutto colpisce ancora, in questo imperdibile B-movie"
"Mega-cult del trash nostrano"
"Se siete in cerca di crasse risate questo è il film che fa per voi"
"i dialoghi ridicoli, gli attori impresentabili, l'inverosimiglianza di alcune situazioni (frutto di una sceneggiatura pessima e grossolana) contribuiscono a renderlo indimenticabile"
"Bianchi infiamma la libido con un'opera zozza e morbosissima, dove salta fuori l'indole del regista di
Cora e
La moglie di mio padre"
"Effetti splatter artigianali ma copiosi, recitazione terribile da parte dell'intero cast, scene di una ridicolaggine quasi ricercata, incesti edipici con attori nani in vece di bimbi, dialoghi che brillano di luce propria"
"il putridume alla Oltretomba è servito con portate di puro weird marcio e puzzolente e l'ossessione incestuosa resta un must"
"squallidissimo, accatastato su una sceneggiatura (di Piero Regnoli) pressoché inesistente"
"Va riconosciuto: per scalcinato che sia l’acting, il necro-serraglio etrusco di Bianchi un timor panico più certo che vago lo incute ancora oggi: un lebbrosario deossoriano, un défilé di putredo che i morituri romerian-fulciani te salutant"
"lo zombi etrusco qui proposto (credo peraltro unico caso nel cinema) per i canoni di allora è assolutamente convincente"
"Risvegliare il sonno dei morti (etruschi in questo caso) non sembra una grande idea"
"Una zombata pazzesca"
"Lo script del matusa dei generi, Piero Regnoli, è carne putrida più che riscaldata, di cui il sig. Bianchi compie perfetto apocalittico macello"
"Zombie-movie all'amatriciana (anzi alla coratella) con un'atmosfera generale fra il demenziale e l'assurdo, ma non priva di qualche attrattiva divertente"
"Uno dei capisaldi dell'horror-trash nostrano"
"Pessimo"
"Bianchi annienta da subito ogni logica ammannendoci (ex abrupto) adolescenti inquieti, copule, magie etrusche e frati zombi putrescenti"
"L'incedere del film, ipnagogico e macilento, è quello stesso degli zombi"
"Con assoluto mestiere Bianchi concilia "alla perfezione" erotismo patinato, pulsioni incestuose ed esplosioni ultra-splatter"
"Esilaranti la pistoletta con ben undici colpi e l'inopinata tagliola. Non male il trucco dei mortacci"
"Allucinante, indifendibile, quindi prezioso"
"Paradossalmente assume un certo fascino malgrado la pochezza che lo caratterizza e la completa assenza di trama"
"Bravo Andrea Bianchi!"
"Il narrato, che appiattisce il fantastico en plein air tra fontane e roseti, è oscenamente pedestre"
"Non lesina in quanto a teste fracassate e smembramenti con tanto di frattaglie sempre in bella vista oltre che a zombi a non finire"
"Mistico"
"È un oggetto che lascia ipotizzare un composto di immagini plasmate secondo idee in libertà di cinema eversivo (a suo modo, ovviamente)"
"Il più assurdo degli zombie-movie made in Italy e quindi, trashisticamente parlando, il più imperdibile"
"la violenza e lo splatter che malgrado tutto nel finale inquietano"
"Qui gli zombi sono evoluti (prima di Romero, chissà?): usano falci, martelli, picconi e addirittura travestimenti"
"I soldi sono pochi e Bianchi non si perde in chiacchiere"
"Bistrattata da molti per l'animo trash e amatoriale, la pellicola lascia invece il segno per questo suo modo di essere che rende le atmosfere più morbose, acide, malsane"
"Conoscendo il pedigree di questo film, perfino all'estero, è impossibile aspettarsi neanche lontanamente un erede di Fulci"
"la pellicola sconfina nello splatter e nell'eccesso di dettagli ripugnanti (zombie con i vermi, banchetti di interiora umane) che inutilmente cercano di coprire la modestia complessiva dell'opera"
"Film imprescindibile per tutti gli amanti del cinema trash italiano"
"Indimenticabile (!) il personaggio del "piccolo" Michael, specialmente nel suo ricongiungimento finale con la madre"
"Il film più trash che i mie occhi abbiano mai visto"
"Il film m'è piaciuto parecchio"