domenica 4 dicembre 2016


L'AMORE AL TEMPO DEI MORTI

Titolo originale: Born with the Dead
Autore: Robert Silverberg
Lingua originale: Inglese
Genere: Fantascienza, Dark Science Fiction

Composizione:
 un romanzo breve + un racconto
Anno:
 1974
I pubblicazione in Italia: 1993*
   (Casa Editrice Nord)
II pubblicazione in Italia: 2006
Casa editrice: Fazi Editore

Collana: Le Strade
Numero collana: 111 
Numero pagine: 206
Codice ISBN: 978-8881127740
Traduttori: Carla Vannuccini, Marco Pittoni 
Premi:
   Nebula Award for Best Novella, 1974
   Locus Award for Best Novella, 1975

*Si tratta dell'antologia intitolata Oltre il limite. Nella pagina della Biblioteca Galattica è datata 1971, ma questo è assurdo: sarebbe un caso di pubblicazione nell'universo tachionico, in cui l'effetto precede la causa e i libri possono essere dati alle stampe prima di essere scritti. In realtà è un refuso. Solo uno dei racconti che compongono la raccolta è datato 1971: questa data è stata estesa all'intero volume.  

Sinossi:

Il libro è composto da un romanzo breve e da un racconto: 
1) L'amore al tempo dei morti (Born with the Dead,
    1974)
2) La Partenza (Going, 1971) 

L'amore al tempo dei morti parla di una improbabile fine del XX secolo (ormai è il passato), in cui chiunque lo voglia può essere resuscitato dalla morte tramite la tecnologia. Questi morti vivono in luoghi loro destinati, le Città Fredde, conducendo una vita apparentemente normale, mangiando, defecando, pensando, andandosene a spasso e avendo persino qualche rudimentale attività sessuale. Un uomo, Jorge (no, non è il famoso Pompeo Bergoglio), soffre per la dolorosa perdita della moglie, che ama moltissimo. La donna aveva lasciato come sua ultima volontà quella di essere riportata in vita, così dopo il trapasso è stata portata in una Città Fredda e il suo desiderio è stato realizzato. Una volta resuscitati, questi morti hanno una personalità diversa da quella che avevano in vita, il loro comportamento è difficilmente comprensibile. Il punto è che Jorge continua ad essere innamorato follemente della moglie e cerca in tutti i modi di contattarli, nonostante siano vietati contatti tra vivi e morti. La insegue in capo al mondo e si rivela un fastidiosissimo stalker (molesto persino per il lettore costretto a sopportarne l'idiozia). Questo fino all'inatteso colpo di scena... 

La Partenza parla di un mondo in cui la medicina ha fatto tali progressi da prolungare la vita degli esseri umani. Siccome le persone vivono ben oltre il secolo, la demografia è fortemente controllata, in modo tale da evitare al pianeta di soffocare. Il problema è che perché qualcuno nasca, qualche anziano deve rinunciare a tirare avanti per altri decenni. Si è così sviluppata una nuova religione di sapore nettamente dianetico, affine alle tante sette americane cosiddette del "potenziale umano". Il fondamento di questa forma di condizionamento mentale è il concetto di Partenza. Il vocabolo è un eufemismo e allude con grande chiarezza all'eutanasia, presentata come un atto di somma generosità nei confronti delle nuove generazioni. Il verbo eufemistico Andare, scritto con la maiuscola, assume quindi una valenza mistica. Il racconto è imperniato sulla figura e sulla vita di Henry Staunt, un compositore ultracentenario di fama mondiale, che pur essendo ancora perfettamente sano, all'improvviso è colpito da un'ispirazione inspiegabile e decide di essere portato alla Casa del Commiato per Andare, ossia per essere terminato. 

Recensione:

Pur avendo grande stima per Robert Silverberg e apprezzatondo molte sue opere, devo ammettere che questo libro non mi è piaciuto affatto. Il primo racconto, L'amore al tempo dei morti, l'ho trovato noiosissimo, al punto che ho fatto una gran fatica a finirlo. Quando comincio a leggere un libro capisco subito se mi piacerà o se farà schifo, a volte già dalle prime righe. Mi guida una specie di intuizione. Forse ho sbagliato a non immergermi nella lettura portandola a termine in breve tempo. Si tratta infatti di uno scritto paragonabile a un bicchiere pieno di kefir o di pulque: bisogna berlo tutto d'un fiato. Forse a indisporre è l'ambientazione così stonata, in cui eventi mirabolanti avvengono in anni che sono ormai alle nostre spalle. Si è come presi da una specie di indefinibile amarezza. Questo scritto non appartiene al nostro tempo. Infatti è stato concepito in un'epoca che ancora guardava all'anno 2000 come a un faro in cui si sarebbe realizzato come per incantesimo tutto ciò che la mente umana avrebbe potuto sognare. Le cose sono andate in modo ben diverso. Adesso tutto ci appare chiaro, ma negli anni '70 dello scorso secolo non era così. Si tendeva ad accelerare il progresso scientifico e tecnologico nell'immaginario, facendolo impennare negli anni '90, materializzando dal nulla cose che sono ancor oggi del tutto irrealizzabili. Allo stesso modo alcuni autori dipingevano la fine del secolo come teatro di viaggi interstellari o come luogo pieno di robot. Robert Silverberg in quel lasso di tempo ha addirittura resuscitato i morti. Siamo ormai nel dominio dell'archeofantascienza


Il secondo racconto, La Partenza, avrebbe potuto chiamarsi Geriatric Park, proprio come le esilaranti sequenze nate dalla fantasia di Leslie Nielsen e incorporate nel film Una Pallottola Spuntata 331/3 - L'insulto finale. Si respira un'aria pesantissima, anche se dolciastra come l'asfissia da monossido di carbonio. Il racconto, nel perfetto stile americano della "story of my life", è lento ed estenuante, anche se nettamente migliore di Born with the Dead. Pur essendo ben più plausibile di un mondo in cui i cadaveri resuscitati deambulano, parlottano e fanno safari per cacciare i dodo e i moa, resta comunque un parto dei reami dell'improbabilità. Si fonda infatti sull'assunto che gli esseri umani trovino il modo di controllare su tutto il globo l'impulso di pullulare come cagnotti. Questo è il punto. Il dato ineliminabile e tragico della sovrappopolazione del globo terracqueo viene bellamente ignorato, come se tutto potesse essere risolto con qualche trovata propagandistica. Pensare che questo sia possibile è pericoloso. Nessuno slogan, nessun condizionamento scolastico si è mai dimostrato capace di spingere le masse acefale a tenere a freno i propri deleteri impulsi sessuali. Si capisce che senza un controllo della sessualità e della procreazione a livello planetario - non solo in Occidente, ma soprattutto nelle aree a più elevato tasso di incremento demografico - l'idea di una civiltà umana stabile e pacifica può ritenersi una puerile utopia. 

Moltissimi concordano sul fatto che con questo volume Silverberg abbia anticipato i temi della bioetica e i loro deprimenti sviluppi. Si tratterebbe di uno scritto profetico. Eppure leggendolo si ha l'impressione che sia tutto stonato, che nulla corrisponda davvero a ciò che dobbiamo vivere ai nostri giorni, dove la quasi immortalità è concessa ai topi di laboratorio, ormai immuni da qualsiasi malattia e persino in grado di riparare cancri e fratture della schiena, mentre tali brillanti risultati faticano molto a essere trasferiti agli umani. L'amarezza è inevitabile: nel mondo reale del presente i sofferenti continuano a soffrire e il loro trapasso viene ostacolato dall'ingerenza di ecclesiastici incartapecoriti. Anche le previsioni che si possono trarre concordano poco con il placido mondo di Going. Quando il pungiglione di Thanatos avrà preso uno dopo l'altro tutti i porporati, quando l'invecchiamanto dell'Occidente avrà raggiunto livelli insostenibili, inizierà una sistematica rimozione di tutti i degenti non assistibili, che saranno implacabilmente eliminati. Saranno distribuiti kit per l'eutanasia e decine di milioni di persone subiranno rimozione dalla società - e questo senza che sia cambiata una virgola nelle carte costituzionali delle nazioni. Il Grande Genocidio avverrà in condizioni di piena ed effettiva democrazia, la stessa che oggi impedisce ai paralizzati di porre termine ai loro giorni. La popolazione che sostituirà gli estinti occidentali verrà da zone in cui i feti vengono prodotti con ritmi di accrescimento tipici delle mosche carnarie.     

Isaac Asimov ha dichiarato: "Silverberg va oggi dove la fantascienza andrà domani". Una sentenza brillante, certo, anche se ho i miei dubbi che si possa considerare veritiera. La fantascienza langue come una pozza stagnante destinata a inaridirsi, esponendo all'implacabile sole girini morenti. Il mondo reale procede verso la sua Nemesi a passi da gigante e quanto sognato da Silverberg appare persino idilliaco. In ogni caso, potendo scegliere, troverei splendido poter lasciare la desolazione della Terra dei Morti per trasferirmi su Majipoor. 

Reazioni nel Web

A quanto pare questo libro è come il piatto nazionale scozzese detto haggis, composto da uno stomaco di agnello ripieno di interiora macinate con cipolla e altri ingredienti: o è amatissimo o è odiatissimo, senza mezze misure. Queste sono le brevi recensioni riportate su Anobii.


Si nota che i navigatori SpeakingParts e Karmillion commentano anche un terzo racconto, intitolato Thomas l'araldo (1972), che era incluso nell'antologia Oltre il limite (1993) e che non è stato pubblicato nel volume di Fazi Editore del 2006.

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