Il nome del koala (pronuncia /kəʊˈɑːlə/, /ˈkwɑːlə/) proviene dal Dharruk (Dharug) gula, con la variante gulawany. Date le difficoltà nel vocalismo, si è tentati di ipotizzare che il vocabolo a noi tutti ben noto si sia in realtà originato in una lingua diversa, anche se evidentemente imparentata con il Dharruk, o da un particolare dialetto di quest'ultimo. Infatti una vocale /u/ non avrebbe potuto evolgersi fino a dare /wa:/ nell'inglese dei coloni. Esiste l'idea che koala possa essere nato da gula tramite un errore di trascrizione di un copista e che poi ne sia derivata una pronuncia ortografica: il dittongo grafico oa sarebbe servito a trascrivere il suono di parole inglesi come toad, load, goal e via discorrendo, finendo quindi equivocato. Se devo essere franco, trovo questa ipotesi piuttosto improbabile, data anche la prevalenza dell'analfabetismo tra il volgo che concretamente usava vocaboli di questo genere. Come ha potuto il dittongo grafico oa finire pronunciato /wa:/ a dispetto del fatto che in un'infinità di parole inglesi suona /oʊ/, /əʊ/? Resta il fatto che in altre varianti grafiche riscontrate, come colah, colo e kaola, il suono è di certo /oʊ/, con ogni probabilità un tentativo di rendere /o:/. Forme come coolah, kula e kulla trascrivono invece pronunce con /u:/ o con /ʊ/. Come risolvere la questione? Eureka! Basta partire dalla forma gulawany, dove la -y finale trascrive una semivocale che si appoggia alla nasale /n/. Ecco svelato l'arcano. Da gulawany si è avuta una forma metatetica *guwalany, donde *guwala, *kuwala!
La stessa forma gula del Dharruk si trova anche nella lingua Ngunnawal, tipica della regione di Canberra. Troviamo poi svariate trascrizioni di forme molto simili e di certo collegate, come cullawine (Nuovo Galles del Sud, Blue Mountains) e koolewong (Nuovo Galles del Sud, regione costiera centrale). Denominazioni più distanti si trovano in altre lingue. Alcune, come karbor (Regione di Murray, forse da *kwal-bor), gooda (forse da un precedente *gula) e kooraban (forse da *gulawan), potrebbero appartenere alla famiglia del Dharruk gula, mentre altre sono senza dubbio formate a partire da radici diverse. Così abbiamo una varietà di forme attestate:
bangaroo
gumbawur
narnagoon pucawan
burrunda
barrandang
boorabee
tugaree
toongool
yarri
gumbawur
narnagoon pucawan
burrunda
barrandang
boorabee
tugaree
toongool
yarri
Vediamo all'istante che alcune sono tra loro imparentate: si può ricostruire un'origine comune per coppie come bangaroo - gumbawur e come burrunda - barrandang. Nella regione di Brisbane, nel Queensland, troviamo altre denominazioni altrettanto stravaganti:
dumbirrbi (lingue Yugara e Turubul)
marrambi (lingua Yugarabul)
borobi (lingua Yugambeh)
marrambi (lingua Yugarabul)
borobi (lingua Yugambeh)
Veniamo ora a un diffuso mito, anche se non certo dannoso come quello di kangaroo tradotto con "non ti capisco". Secondo moltissime persone, il termine koala significherebbe "senz'acqua" o "che non beve". In inglese le glosse più comuni sono "no water" e "no drink", ma non ne mancano di più bizzarre, come "thirst" e "water deficiency". Questa interpretazione non si fonda su evidenze scientifiche di sorta: si tratta di un'ingegnosa falsa etimologia formatasi dalle abitudini potorie del simpatico marsupiale, che ricava la maggior parte dell'acqua che gli serve masticando senza sosta enormi quantitativi di foglie di eucalipto. In realtà è stato constatato che se si dà all'animale dell'acqua in un trogolo, questo la trangugia senz'altro. L'etimologia più plausibile è dalla radice gali-, galu-, gala-, gula- "arrampicarsi", che ricorre nelle lingue della regione di Sidney. Una documentazione molto interessante è riportata in un post del blog Sidney Aboriginal Language Insights, ospitato da Blogspot e ormai morente:
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