In molte occasioni ho notato un fenomeno ben singolare: non sono rari gli individui che interpretano le dottrine evoluzionistiche di Darwin come una forma di religione vera e propria, tanto da agire come suoi missionari fanatici. Ogni volta che si rende necessario spiegare qualcosa, partono in quarta con le loro esegesi naturalistiche aggressive, enunciate con un tono che non ammette repliche. Pur professandosi atei, questi fieri scientisti sembrano recare in sé il marchio religioso del loro profeta, Charles Darwin, che aveva studiato teologia e voleva consacrarsi alla carriera di pastore protestante. Il punto è questo. Darwin era una persona oltremodo intelligente, che ha capito l'impossibilità di un Dio buono osservando una vespa parassitogena che iniettava le sue uova nei bruchi vivi. In genere i darwinisti di cui sto parlando non hanno tanto spirito di osservazione e non dimostrano tanto acume: sono soltanto gli esecutori di un cieco dogma materialista di cui non comprendono neppure l'origine. Chiamo pierangelismo il loro atteggiamento e la loro ingenua retorica. Che siano italiani o figli di altri paesi, li definisco pierangelisti.
Ecco un esempio che illustra molto bene quanto intendo dimostrare. Anni fa mi capitò di leggere una cosa che mi fece scoppiare dal ridere, tanto era assurda. Volendo spiegare l'origine del seno femminile nella specie umana, alcuni fanatici adepti della religione evoluzionista se ne uscirono con questa strabiliante "spiegazione", che riporto a memoria:
"Quando i primati svilupparono l'andatura eretta, cominciarono a copulare faccia a faccia, abbandonando l'accoppiamento da tergo. Così alle femmine crebbero le mammelle per simulare i glutei e invogliare i maschi a compiere l'atto sessuale."
Ovviamente qualcuno chiederà con fare irritante: "Fonti?"
Si tratta di un buonista, è chiaro. Magari fino a poco tempo fa si beveva anche la diarrea di Obama e adesso, se uno dice "merda", persino davanti all'immagine di un culo ribatterà così: "Fonti?!"
Si tratta di un buonista, è chiaro. Magari fino a poco tempo fa si beveva anche la diarrea di Obama e adesso, se uno dice "merda", persino davanti all'immagine di un culo ribatterà così: "Fonti?!"
Ho capito, si fa prima a fornire i riferimenti che a discutere. Iniziamo con una divertente pagina di Focus.it, che potrebbe essere di Lercio.it:
L'ideatore della teoria delle tette come imitazione delle chiappe ha un nome e un cognome: Desmond Morris. Costui è l'autore del famoso libro La scimmia nuda: Studio zoologico sull'animale uomo (The Naked Ape: a zoologist's study of the human animal), pubblicato nell'ottobre del 1967, sesto mese dell'anno II dell'Era Satanica, due mesi prima che compissi un anno.
Il divulgatore britannico ha costruito i suoi deliri su questo concetto folle, degno di un fumatore di oppio allo stadio terminale: quando le scimmie arboricole camminavano su quattro zampe, la visuale dei loro maschi era occupata dalle chiappe delle femmine. In pratica, ogni esemplare maschio di questi primati aveva davanti agli occhi un gigantesco culo, che concupiva con immensa libidine. Gli bastava allungare un po' le zampe anteriori per stringere le agognate natiche, passando poi a intrudere lo spermodepositore nel canale procreativo, chissà perché senza mai essere tentato dal vaso escrementizio. Tutto andava bene così, con le nostre amate scimmie impegnate nella contemplazione del culo e in infinite pecorine, quando ecco che qualcosa (la Natura? l'Evoluzione? Dio?) avrebbe comandato loro, capricciosamente, di levarsi su due gambe. Così, data la miopia di questi esseri grotteschi, i maschi avrebbero perso di vista le chiappe del culo delle femmine! Che immane tragedia! Ecco che chi di dovere, che fosse la Natura, l'Evoluzione o Dio, avrebbe posto rimedio alla sciagura spingendo i pelosi antenati ad accoppiarsi usando una posizione del tutto nuova, adatta al nuovo concetto, più evoluto, conosciuto come "rapporto di coppia". Ecco il maschio copulare con la femmina non più girata a novanta gradi, ma eretta davanti a lui in posizione frontale, fiera di essere guardata negli occhi. Siccome però al maschio il pirla non tirava bene, ecco che il Dio dell'Evoluzione avrebbe fornito alla femmina delle poppe gigantesche in grado di imitare il culo e fi far funzionare bene l'erezione. Mirabile a dirsi, il processo evolutivo di mammogenesi mimetica sarebbe durato centinaia di migliaia di anni, periodo durante il quale i maschi non avrebbero avuto alcun incentivo erotico, rischiando quindi di diventare quasi frigidi! Incredibile! A nessuno, nemmeno a un singolo esemplare della specie, sarebbe mai venuto in mente di mandare a fare in culo l'Evoluzione e di ritornare a copulare more ferarum. Un imperativo categorico di kantiana memoria e di rara efficacia!
Adesso mi si deve dire come sia possibile anche immaginare qualcosa di questo genere in un serio dibattito scientifico. Il problema è che forse Desmond Morris ignorava alcuni fatti importanti. Primo: il sesso faccia a faccia è praticato dai bonobo (Pan paniscus), che non camminano in posizione eretta e le cui femmine non hanno poppe simili a chiappe. Secondo: la posizione cosiddetta more ferarum o canina non è mai stata abbandonata dal genere umano. Anzi, è tuttora diffusissima, lo è stata senza soluzione di continuità per millenni, ed è volgarmente chiamata pecorina dalle genti italiche. A dire il vero è documentata come posizione più comune tra moltissimi popoli di interesse etnologico. Ad esempio era la norma tra i nativi delle Americhe, che per contro mostravano una viva avversione per la fellatio, con l'eccezione dei Cherokee e forse di pochi altri popoli. L'insignificante posizione faccia a faccia, tanto amata dai fanatici del rapporto di coppia, nella specie umana ha l'aria di essere un'invenzione abbastanza recente, forse addirittura comparsa in epoca storica. Certo, ci sono vasi greci che mostrano amanti impegnati in questa noiosissima attività, ma ci sono anche moltissime testimonianze artistiche del coito da tergo. Nell'antichità pagana non esisteva una posizione comandata dalle leggi umane e religiose a discapito delle altre. La pretesa di rendere assoluto e unico l'amplesso frontale è interamente opera delle religioni abramitiche. La copula faccia a faccia come obbligo è stata concepita come applicazione di elucubrazioni religiose che pretendevano di elevare l'essere umano da un precedente stato bestiale. Tutto è molto chiaro. L'occhio come specchio dell'anima, l'essere umano creato a immagine e somiglianza di Dio, il sesso "secondo natura" e via discorrendo, di aberrazione in aberrazione: ecco l'origine del problema. A differenza dell'antico politeismo, le religioni abramitiche hanno avuto fin da principio un comando virale, quello di imporsi alle genti, cancellando ogni tradizione preesistente. Assieme alla Weltanschauung trapiantata in contesti che la ingnoravano, sono giunti anche i comandamenti relativi all'unica pratica sessuale ammessa. Tale è stato il fervore fanatico con cui la Chiesa Romana ha combattuto per eradicare la pecorina tra i popoli, che la posizione faccia a faccia è stata chiamata posizione del missionario. Tra il volgo romano si usava dire posizione del frate. Il Giudizio universale di Michelangelo destò molto scalpore per le sue "oscenità". Così gli affreschi subirono interventi deturpanti. San Biagio era stato dipinto sopra Santa Caterina nuda e chinata, in una posizione che ricordava a colpo d'occhio quella della copula canina. Così la figura del santo fu ridipinta in modo che il volto guardasse il Salvatore e le allusioni sessuali si affievolissero. Con buona pace della plurisecolare crociata del Papato per imporre a tutti di fare sesso "secondo il progetto divino", Michelangelo aveva fatto emergere il magma di una sessualità incontrollabile e proibita.
Desmond Morris, che più che uno scienziato sembra essere un semplice divulgatore, altera e distorce i dati, interpretandoli in modo malizioso, adattandoli ai propri schemi ideologici. Così cerca di minimizzare l'importanza del coito more ferarum tra le genti, negandone quasi l'esistenza. Questo scrive nel suo libro La scimmia nuda:
Senza dubbio, se per la femmina della nostra specie fosse stato importante presentare i genitali al maschio in modo che questi la montasse posteriormente, ben presto la selezione naturale avrebbe favorito questa tendenza e la femmina ora avrebbe un canale vaginale maggiormente diretto all'indietro. Sembra perciò plausibile che nella nostra specie la copula faccia a faccia sia fondamentale. Naturalmente vi sono diverse variazioni che non eliminano l'elemento frontale: il maschi sopra, la femmina sopra, fianco a fianco, accovacciati, in piedi e così via, ma la più efficace e diffusa è quella in cui i partner stanno orizzontali, col maschio sopra la femmina. Ricercatori americani hanno calcolato che in questa civiltà il 70% della popolazione usa solo questa posizione. Anche quelli che la cambiano, perlopiù usano quella fondamentale. Meno del 10% prova la copula in posizione posteriore. Da un vasto esame riguardante le civiltà di quasi duecento società sparse in tutto il mondo, si è arrivati alla conclusione che la copula con l'uomo che penetra la donna posteriormente non è una pratica diffusa in nessuna delle comunità esaminate.
Il valore delle statistiche riportate da Morris è all'incirca quello delle proposizioni del tipo "mio cugino ha detto che...", "ho saputo da un amico di un amico di mio cugino che...", e via discorrendo. I risultati dello studio sull'America, posto che non siano stati inventati di sana pianta, non hanno valore alcuno: descrivono in ogni caso un popolo dalla spiccatissima tradizione biblica. Negli anni '60 dello scorso secolo, era diffusa l'ossessione per il sesso "secondo natura", e in molti stati erano in vigore leggi draconiane contro le attività sessuali "innaturali". Anche gli studi, non meglio precisati, su non meglio precisate popolazioni di tutto il mondo, hanno meno valore delle cacchine dei moscerini della frutta: o non sono mai stati fatti, oppure si riferiscono a campioni di persone di religione abramitica, per tradizione secolare o per importazione più recente ad opera dei missionari.
Per concludere, faccio notare che al giorno d'oggi non sarebbe difficile, dati gli immensi progressi nella genetica, analizzare qualche sequenza del DNA umano e risolvere una volta per tutte il mistero dell'origine di varie parti anatomiche bizzarre. Sembra tuttavia che nessuno abbia intenzione di farlo e che l'impresa non riscuota alcun interesse nel mondo scientifico.
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