lunedì 8 marzo 2021

 
THE COMPLETE ENOCHIAN DICTIONARY 
 
Titolo originale: The Complete Enochian Dictionary:
    A dictionary of the Angelic Language as Revealed to Dr.
    John Dee and Edward Kelley
Autore: Donald C. Laycock 
Prefazione: Stephen Skinner 
Introduzione: Lon Milo Duquette 
Anno I edizione: 1979
Anno II edizione: 2001  
Editore: 
    Ia ed.: Askin Publishers Ltd  
    IIa ed: Weiser
Lingua: Inglese 
Formato: 
   I ed.: copertina rigida 
   II ed.: copertina flessibile  
Numero pagine: ‎ 272 pagine
Codice ISBN-10: ‎ 
   I ed.: 0905919017 
   II ed.: 1578632544
Codice ISBN-13: ‎ 
   I ed.: 978-0905919010  
   II ed.: 978-1578632541  
Link: 
 
Contenuti: 

Foreword to the 2001
    by Lon Milo DuQuette ...... vii
Preface to the Revised Edition
    by Stephen Skinner ...... 1
Preface
    by Stephen Skinner ...... 7
Enochian
    Angelic language or mortal folly? ...... 19 
       The personalities: John Dee (1527-1608) 
       The personalities: Edward Kelley (1555-1595) 
       The first seances 
       The appearence of the Enochian alphabet  
       The first 'angelical' language 
       Further seances 
       The appearence of the true Enochian language 
       The nature of the Enochian language 
       The pronunciation of Enochian 
       Dee and Kelley - the last years 
       Judgement of the spirits 
       Is Enochian a cipher? 
       The later history of Enochian 
       Conclusion 
Scope and Plan of the Dictionary
...... 65
Part I: ANGELIC-ENGLISH
...... 69
PartII: ENGLISH-ANGELIC
...... 191
Appendix: The Enochian Calls ...... 247 
     The First Call (Ol sonf vors g ...
     The Second Call (Adgt upaah zong om ...
     The Third Call (Micma, goho Piad ...
     The Fourth Call (Othil lasde babage ...
     The Fifth Call (Sapah zimii d diu ...)
     The Sixth Call (Gah s diu em ...)
     The Seventh Call (Raas i salman paradiz ...
     Thee Eighth Call (Bazm, elo, i ta ...
     The Ninth Call (Micaolz bransg prgel ...)
     The Tenth Call (Coraxo chis cormp ...)
     The Eleventh Call (Oxiyal holdo od zirom ...)
     The Twelfth Call (Nomci ds sonf babage ...
     The Thirteenth Call (Napeai babagen ds brin ...)
     The Fourteenth Call (Noromi bagie, pasbs Oiad ...
     The Fifteenth Call (Ils tabaan l ialprt ...
     The Sixteenth Call (Ils viu ialprt salman balt...
     The Seventeenth Call (Ils d ialprt, soba upaah...)
     The Eighteenth Call (Ils micaolz olpirt ialprg ...
     The Call of the Thirty Aethyrs
Bibliography ..... 269
 
Sinossi (tradotta da Hoepli.it): 
"Nel 1581, il dottor John Dee, un consigliere alla corte della regina Elisabetta I, iniziò una serie di esperimenti volti a esplorare la capacità di contattare il mondo degli spiriti. Con Edward Kelley che fungeva da medium in questi esperimenti, Dee è stato in grado di registrare queste comunicazioni mentre venivano trasmesse in Enochiano, il linguaggio degli angeli. Donald Laycock ha analizzato a fondo il lavoro di Dee e Kelley. In questo volume racconta la storia dei loro esperimenti. Il resto del lavoro consiste in una guida alla pronuncia delle ventuno lettere, significative per districare sia il significato che la derivazione dei messaggi tramandati da Dee e Kelley, e un dizionario di base Enochiano-Inglese/Inglese-Enochiano. Il risultato è un'affascinante storia di mistero linguistico e magico, parte integrante di qualsiasi studio sulla tradizione enochiana. La lucida prefazione di Stephen Skinner definisce il tono e il contesto storico per i lettori di oggi."
 
Recensione:  
Non mi risulta che quest'opera meritoria e interessantissima sia mai stata tradotta in lingua italiana. Potrei anche decidere di occuparmene di persona, informandomi sulle questioni legali relative alle traduzioni e ai diritti d'autore. Nella sua prefazione, Skinner ci fa una lunga cronistoria, che fa dal Conte Dracula a Elizabeth Bathory, da Rabbi Loew col suo Golem plasmato nel Ghetto di Praga ai Rosacroce. Si accenna anche al Nuovo Mondo e alla riforma del Calendario Giuliano. Vengono citati esempi di un supposto "Enochiano primitivo", in contrasto a quello pienamente compiuto. Dee è considerato uno studioso che perpetuò la tradizione di Ermete Trismegisto e che tentò di cristianizzare la Cabala. Poco di tutto ciò è a mio avviso degno di essere considerato un gioiello. Sono molto più interessato agli aspetti meramente linguistici, come fonologia, vocabolario, grammatica e semantica, piuttosto che a quelli cabalistici. Trovo oziosi i giochetti criptici e numerici, che non hanno molta attinenza con l'oggetto della mia passione. 
 
La natura della lingua Enochiana 
 
Cos'è ora della fine l'Enochiano? La domanda di Laycock e dei suoi collaboratori è anche la mia. La si può riassumere in questo estratto del paragrafo "Angelic language or mortal folly?":  
 
"Le lingue vanno e vengono. Qualcosa come settemila lingue naturali sono attestate, in una forma o in un'altra, fin dall'inizio della storia registrata; almeno un migliaio di altre lingue sono state inventate dagli esseri umani, per scopi che vanno dalla magia alla comunicazione extraterrestre. Ma nessuna lingua ha una storia più strana di quella della lingua Enochiana documentata in questo dizionario. Forse la cosa più strana di tutte è che noi ancora non sappiamo se è una lingua naturale o se è una lingua inventata - oppure se è, forse, la lingua degli Angeli, come i suoi originatori credettero. In questa introduzione, i dati sono presentati perché il lettore prenda una decisione." 
 
Nel corso di anni di studio, mi sono convinto che l'Enochiano sia una lingua naturale, anche se con ogni probabilità non appartenente a questo piano di realtà, al pari delle lingue che hanno generato i nomi riportati negli scritti degli antichi Gnostici e le iscrizioni nella misteriosa lingua Sethiana, su cui ho avuto occasione di pubblicare un sintetico trattatello. Questo è il link: 
 
 
Quello che a noi può apparire stravagante, abnorme e artificioso, altrove deve essere quotidiano e del tutto naturale. Anzi, deve essere il modo più ovvio e lineare con cui gli intelletti vedono l'Universo. Già avanzavo simili argomentazioni in un mio contributo di qualche anno fa, intitolato Perché la lingua Enochiana è nostratica?, pubblicato su questo stesso portale:
 
 
Lo dico e lo ribadisco. Si tratta di una lingua naturale come quella in cui sto scrivendo, anche se non necessariamente la l'idioma degli Angeli. Si può concludere che non è una lingua di origine glossolalica, come qualcuno ha ipotizzato. Non credo nemmeno che sia stata fabbricata scientemente a partire da una glossolalia. Sono convinto che sia piuttosto una lingua parlata da esseri in carne ed ossa come noi. La mia decisione è stata presa, anche se non piacerà certamente al mondo accademico. Essendo una lingua naturale, l'Enochiano deve essere studiato utilizzando i metodi della Scienza della linguistica, non quelli della Cabala.   
 
L'annoso problema della grammatica dell'Enochiano 
 
Già ho esposto per sommi capi alcune considerazioni sulla natura grammaticale della lingua Enochiana in un mio contributo, notandone la natura profondamente idiosincrasica: 
 

Non è una questione di poco conto ed è ben lungi dall'essere risolta. Discuto alcuni esempi riportati dall'autore.
 
Abbiamo CAOSG "terra" (inglese "earth") con la variante CAOSGA. Nel caso accusativo abbiamo invece CAOSGI. Altre forme che sembrano essere declinate sono CAOSGIN "rispetto alla terra" (inglese "than the earth"), CAOSGO "della terra" (inglese "of the earth"), CAOSGON "alla terra" (inglese "to the earth"). Laycock si chiede se queste siano vere manifestazioni di un paradigma o piuttosto varianti casuali. La sua è una domanda retorica: giunge subito alla conclusione che la seconda ipotesi sia quella giusta. Non sono d'accordo con lui e sono convinto che siamo in presenza di forme sclerotizzate di paradigmi perduti. Sarebbe interessante analizzare in dettaglio i testi per vedere se l'occorrenza di suffissi è realmente casuale o se segue qualche schema. Non mi risulta che finora questo lavoro sia stato fatto. Non posso tuttavia fare a meno di notare un dettaglio di natura fonologica. Nella parola CAOSG la consonante finale è un'affricata postalveolare (come nell'italiano getto, giro, o come nell'inglese general). Lo stesso suono, che noi chiameremmo palatale, si ha in GAOSGI e in  GAOSGIN. Tuttavia c'è il suono occlusivo velare (come nell'italiano gatto, gusto, o nell'inglese God) quando la vocale del suffisso non è anteriore: CAOSGA, CAOSGO, CAOSGON. Laycok fornisce in modo chiaro la pronuncia di queste forme trascrivendole per come gli è possibile, attribuendo però il suono occlusivo velare anche a CAOSG
 
ka-ozg 
ka-oz-ga
ka-oz-ji 
ka-oz-jin
ka-oz-go
ka-oz-gon
 
ka-ozg deve essere un refuso per ka-ozj, visto che nelle istruzioni per la pronuncia l'autore raccomanda correttamente la pronuncia affricata della consonante -G finale di parola: "as j before i, e, in final position, after d, and in clusters of consonants". Pure la parola ABRAMG "preparare" è trascritta foneticamente come a-bramg anziché come a-bramj. Come spiegarci queste variazioni fonetiche nelle forme flesse di CAOSG? Credo che ci sia una sola risposta possibile. Deve essere esistita una radice originale con la consonante finale occlusiva velare, che si è palatalizzata in alcuni casi ma non in altri, seguendo regole precise, che poi sono diventate incomprensibili. 
 
La teoria verbale non è meno controversa e difficile. Così si esprime l'autore: 

"È difficile essere dogmatici sulla grammatica enochiana. I verbi mostrano forme singolare e plurale e presente, futuro e passato, e hanno anche alcune forme participiali e congiuntive; ma lo facciamo non avere una declinazione completa di alcun verbo." 

Il verbo "essere" ha una coniugazione capricciosa che utilizza diverse radici, anche più irregolare di quanto sia la norma nelle lingue indoeuropee.
 
1) radice ZIR-
ZIR "io sono" 
ZIRDO "io sono" 
ZIROP "egli era, egli fu"
ZIROM "essi erano, essi furono" 

2) radice GEH-
GEH "tu sei" 
 
3) radice I-
I "egli è" 
 
4) radice CHIIS-
CHIIS, CHIS, CHISO "essi sono" 
 
5) radice AS-
AS "egli era, egli fu" (sinonimo di ZIROP)
 
6) radice NOA(N)-
NOAN "essere; divenire"  
(varianti: NOAS, NOASMI, NOAR, NOALN
A complicare le cose, quando il senso del verbo è "divenire" anziché "essere", non si hanno forme suppletive e si usa soltanto la radice NOA(N)-.
 
Per questo verbo ci sono poi numerose altre radici per il futuro, il condizonale, l'imperativo e via discorrendo. 
 
Persino le forme negative non sono scontate. Se è riconoscibile la natura negativa del prefisso IP- "non", la radice verbale cambia e si trova AM-

IPAM "non è"
IPAMIS "non può essere" 
 
Lo stesso prefisso negativo IP- lo troviamo in IPURAN "non vede", da URAN "vedere". Non sono sicuro che si possa estendere una simile formazione ad ogni verbo. Sembra un relitto di uso limitato e sclerotizzato, non più vitale.
 
Per contro, il verbo "dire" mostra una radice, GOH-, seguita da suffissi. Ecco un abbozzo di coniugazione:
 
GOHUS "io dico"
GOHE "egli dice" 
GOHO "egli dice" 
GOHIA "noi diciamo" 
GOHOL "dicendo" 
GOHON "essi hanno detto" 
GOHULIM "è detto a te"   
 
In buona sostanza, non sembra possibile estrapolare desinenze valide per tutti i verbi. Non risulta un suffisso universale -US per la prima persona singolare del presente indicativo, oppure -IA per la prima persona plurale, -E o -O per la terza persona singolare, -OL per il gerundio e via discorrendo. In genere i verbi non si coniugano e la loro radice serve anche come nome verbale. Ogni eccezione è come se fosse un caso a sé, con suffissi unici o uso di radici suppletive. Serviranno studi approfonditi per capire meglio come stanno le cose, in ogni caso sono fiducioso. 
 
L'enigmatico sistema numerale 
 
Un aspetto completamente inesplicabile della grammatica è il sistema numerale. Non è fondato come il nostro sul concetto di unità, decine, centinaia e migliaia. Questi sono i numeri da 1 a 10, più lo zero, che però non ha alcuna funzione logica nella numerazione, nulla di paragonabile a quanto accade con le cifre arabe: credo che sia solo unantica parola che significa "nulla" 

0 - T
I - L, EL, L-O, ELO, LA, LI, LIL
2 - Y, VI-I-V, VI-VI
3 - D, R
4 - S, ES
5 - O
6 - N, NORZ
7 - Q
8 - P
9 - M, EM
10 -
 
Andando avanti, il mistero si infittisce: 
 
12 - OS
19 - AF
22 - OP
24 - OL
26 - OX
28 - OB, NI
31 - GA
33 - PD
42 - VK
456 - CLA
1000 - MATB
1636 - QLIAR
3663 - MIAN
5678 - DAOX
6332 - ERAN
6739 - DARG
7336 - TAXS
7699 - ACAM
8763 - EMOD
9639 - MAPM
9996 - CIAL
69636 - PEOAL 
 
Domanda: come si dice 11? Potremmo andare avanti all'infinito: come si dice 25? come si dice 1020? Ignoramus. Spero che non si debba arrivare a definire la questione con le parole ignoramus et ignorabimus.  
 
Desiderata 
 
Credo che sia di somma importanza preparare una grammatica completa dell'Enochiano. Questa impresa non mi risulta sia mai stata fatta fino ad ora. Tocca a me farmene carico. Se gli strali della Sorte non mi colpiranno nel mentre, il mio compito sarà completato. 

Le conclusioni dell'Autore 

Lo scetticismo pragmatico è alla base del giudizio espresso verso la fine di questo volume, pur con qualche apertura alla possibile esistenza di una dimensione trascendente come sorgente ultima del linguaggio degli Angeli. Queste sono le sue parole: 
 
"Credo che nessuno possa permettersi di essere dogmatici in questo campo. Come studioso, sono per temperamento incline al dubbio ovunque sia possibile il dubbio; ma io ho conosciuto bene persone che hanno proseguito lo studio dell'Enochiano dal punto di vista dell'occultismo pratico, e che affermano che, qualunque sia l'origine del sistema, funziona come magia pratica. E non ho motivi particolari per non crederci."
 
L'idea piuttosto ambigua che si è fatto Laycock sull'Enochiano è quella di un'origine ibrida della sua natura, considerata il prodotto di una serie di reali esperienze di trance vissute da John Dee e delle loro successive rielaborazioni, che in alcuni casi si sarebbero spinte fino all'invenzione. In altre parole ci sarebbe un nucleo di rivelazioni genuine alla base delle visioni dell'esoterista inglese, su cui però avrebbero agito manipolazioni più o meno consapevoli. È come se Laycock non volesse scontentare nessuno spingendosi troppo oltre. In particolare, temeva il giudizio del mondo esoterico, a cui si sarebbe esposto se non avesse riconosciuto l'autenticità della complessa opera di Dee.  

Per quanto riguarda le interessanti considerazioni di Laycock sulla magia pratica, posso confermare che l'Enochiano funziona, anche se mi limito a usare questa lingua in imprecazioni, bestemmie e maledizioni. Faccio un esempio. Mentre attraversavo i giardinetti, una laida carampana non ha trattenuto il suo grosso cane e mi derideva perché ne avevo paura. L'ho maledetta, augurandole di essere annientata dal Dragone-Morte. Dopo un paio di mesi ho visto il suo annuncio funebre. Lo strale che le ho lanciato è andato a segno e non me ne pento assolutamente. 

L'obbrobrio delle pronunce alterate 

Non soltanto la pronuncia adottata da Aleister Crowley è assurda e da rigettare, ma ne esistono anche di peggiori. Sul massone e antiquario Wynn Westcott, uno dei fondatori della Golden Dawn, deve essere scagliato un tremendo anatema, visto che ha osato deturpare la lingua Enochiana pronunciando ogni lettera di ogni parola in modo separato, col suo nome inglese (!), creando concatenazioni sconce, ridicole e del tutto prive di senso! Il principale motivo delle pronunce cabalistiche fondate sulle lettere anziché sui suoni è la codardia: chi le propugna ha terrore delle Entità e crede così di usare eufemismi per non scatenare la loro furia distruttiva. Questa è la verità! 
 
Westcott, che ormai è defunto da tempo, sosteneva quanto segue:
"In pronouncing the Names, take each letter separately"
,
"NRFM is pronounced En-Ra-Ef-Em or En-Ar-Ef-Em"
.
Che i sostenitori di queste scempiaggini provino invece a pronunciare /'nṛfṃ/ o /'nərfəm/, se ne hanno il coraggio! 
 
Chiunque dovrebbe essere in grado di comprendere che Westcott ha introdotto un'assurdità, dal momento che i nomi inglesi delle lettere nulla possono avere a che fare con la pronuncia di una lingua che può essere compresa dai Demoni! Già questo potrebbe gettare sulla setta chiamata Golden Dawn un immenso discredito. Esiste però anche un'altra spiegazione possibile. La conoscenza completa dell'Enochiano sarebbe tenuta nascosta, così come la sua pronuncia corretta, per timore che possano giungere danni qualora venisse diffusa tra profani; pronunce fuorvianti sarebbero state quindi fabbricate e propalate a bella posta per confondere le acque, finendo con l'essere raccolte da utenti inconsapevoli e da conventicole in cui domina l'Ignoranza. La trovo una strategia inutile e nociva.
 
Le fonti 
 
Queste sono le fonti considerate da Laycock per il vocabolario: 
 
1) Parole usate da Dee (nei manoscritti originali e nella versione stampata di Casaubon). 
Sono state incluse le parole per cui è possibile attribuire un significato almeno approssimativo, oltre ad alcune di cui si specifica che è ignota la traduzione.
 
2) GD
The Golden Dawn.
I testi delle Invocazioni, con alcune varianti usate nei rituali e qualche nome santo e "angelico".    
 
4) AC:C
La versione di Aleister Crowley delle Invocazioni, con alcuni dati magici aggiuntivi pubblicati in The Equinox (Vol. I, Nos. 7 & 8). 

5) AC:VV 
Parole Enochiane (alcune delle quali non sono dall'opera di Dee), usate da Aleister Crowley nelle sue invocazioni alle Etire in The Vision and the Voice. 
(Nota: in questo libro Crowley usa altre lingue magiche senza connessioni con l'Enochiano. Queste non sono state incluse). 
 
6) AC:G
Varianti di parole enochiane nelle invocazioni goetiche pubblicate da Aleister Crowley come supplemento alla traduzione della Goetia, di MacGregor Mather. 
(Nota: solo raramente queste parole non sono identificabili con parole dell'Enochiano di Dee, ma ci sono molti errori di stampa e di traduzione).  
 
L'autore ha esaminato anche la Bibbia Satanica (Satanic Bible) di Anton Szandor LaVey, constatando che le formule in Enochiano incluse seguono la versione di Aleister Crowley delle Invocazioni (AC:C). A parte due errori di stampa, non si segnalano differenze. Così l'opera di LaVey non è stata considerata come una fonte a sé stante.  

Nessun commento: