domenica 4 maggio 2014

LETTERATURA GOTICA CONTEMPORANEA

In questo contributo non parlo dei vampiri che vanno tanto di moda in questi tempi, ma dell'uso letterario dell'antica lingua dei Goti in epoca moderna. J.R. Tolkien è autore di un interessante testo, la poesia Bagme Bloma, ossia Fiore degli Alberi, che riporto con traduzione.
Fornisco anche la trascrizione nei caratteri fonetici IPA, secondo la pronuncia in uso ai tempi di Wulfila (seconda metà del IV secolo) tra la maggior parte dei Goti. La spiegazione dei caratteri si trova in questo link:

 
BAGME BLOMA

Brunaim bairiþ bairka bogum
laubans liubans liudandei,
gilwagroni, glitmunjandei,
bagme bloma, blauandei,
fagrafahsa, liþulinþi,
fraujinondei fairguni.

Wopjand windos, wagjand lindos,
lutiþ limam laikandei;
slaihta, raihta, ƕeitarinda,
razda rodeiþ reirandei,
bandwa bairhta, runa goda,
þiuda meina þiuþjandei.

Andanahti milhmam neipiþ,
liuhteiþ liuhmam lauhmuni;
laubos liubai fliugand lausai,
tulgus, triggwa, standandei.
Bairka baza beidiþ blaika
fraujinondei fairguni.
 
 
Trascrizione fonetica IPA:

ˈbaγme: ˈblo:ma

ˈbru:nɛ:m ˈbɛriθ ˈbɛrka ˈbo:γum
ˈlͻ:βans ˈl
iŭβans ˈliŭðandi: 
ˈg
ilwaˌgro:ni, glitˈmunjandi: 
ˈbaγme: ˈblo:ma, ˈbl
ͻ:andi: 
ˈfa
γraˌfaχsa, ˈliθuˌlii
ˈfr
ͻ:jiˌno:ndi: ˈfɛrguni.

ˈwo:pjand ˈwindo:s, ˈwaγjand ˈlindo:s 
ˈlu:ti
θ ˈlimam ˈlɛ:kandi: 
ˈsl
ɛχta, ˈrɛχta, ˈχwi:taˌrinda 
ˈrazda ˈro:ði:
θ ˈri:randi: 
ˈbandwa ˈb
ɛrχta, ˈru:na ˈgo:ða  ˈθiŭða ˈmi:na ˈθiŭθjandi:.

ˈandaˌnaχti ˈmilχmam ˈni:piθ 
ˈl
iŭχti:θ ˈliŭχmam ˈlͻ:χmuni 
ˈl
ͻ:βo:s ˈliŭβɛ: ˈfliŭγand ˈlͻ:sɛ: 
ˈtulgus, ˈtr
iggwa, ˈstandandi: 
ˈb
ɛrka ˈbaza ˈbi:ðiθ ˈblɛ:ka
ˈfr
ͻ:jiˌno:ndi: ˈfɛrguni
 
Traduzione:   
 
Fiore degli Alberi

La betulla porta sui rami
belle foglie splendenti, 
cresce verdastra e scintillante,
il fiore degli alberi in fiore,
bionda e dalle morbide membra,
sovrana della montagna. 

I venti chiamano, scuotono dolcemente,
lei china i suoi rami bassi in gioco;
liscia, dritta e bianca corteccia,
tremando parla un linguaggio,
un segno luminoso, un buon mistero,
benedicendo la mia gente. 

La sera cresce scura con le nuvole,
i fulmini risplendono,
le belle foglie volano libere,
ma la betulla bianca, ferma e fedele,
sta nuda e attende, 
governando la montagna.

Esiste poi una bellissima traduzione in gotico del prologo del Signore degli Anelli, che si trova nel Web da diversi anni: 


Þrija figgragulþa faur þans albiska-þiudanans undar þana himin;
Sibun faur þans dwairga-fraujans in rohsnim seinaim stainahaim;
Niun faur mannans diwanans, domidans diwan;
Ain faur þana fraujan riqizeinan ana stola riqizeinamma seinamma,
In þamma landa Maurdauris þarei þai skadjus ligand.
Ain figgragulþ waldan ija alla, ain figgragulþ finþan ija,
Ain figgragulþ briggan ija alla jah in riqiza bindan ija.
In þamma landa Maurdauris þarei þai skadjus ligand.
 
 
Trascrizione fonetica IPA: 

ˈθrija ˈfiŋgraˌgulθa fͻr þans ˌalbiska-ˈθiŭðanans ˌundar θana ˈhimin
ˈsiβun fͻr θans ˌdwɛrga-ˈfrͻ:jans in ˈro:χsnim ˌsi:nɛ:m ˈstɛ:nahɛ:m
ˈniŭn fͻr ˈmannans ˈdiwanans, ˈdo:miðans ˈdiwan
ˈɛ:n fͻr θana ˈfrͻ:jan ˈrikwizi:nan ana ˈsto:la ˈrikwiˌzi:namma ˈsi:namma
in θamma ˈlanda ˈmͻrdͻris
ˈθari: θɛ: ˈskaðjus ˈliγand
ɛ:n ˈfiŋgragulθ ˈwaldan ija ˈalla ɛ:n ˈfiŋgragulθ ˈfinθan ˌija
ɛ:n ˈfiŋgragulθ ˈbriŋgan ija ˈalla jah in ˈrikwiza ˈbindan ˌija
in θamma ˈlanda ˈmͻrdͻris
ˈθari: θɛ: ˈskaðjus ˈliγand. 
 
Traduzione: 

Tre Anelli ai re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai Principi dei Nani nelle loro rocche di pietra
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra nera scende.
Un Anello per domarli, Un anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende.  
 
La prima volta che ho visto questo testo ho pensato che fosse opera dello stesso Tolkien, ma non ho trovato menzione da nessuna parte di un suo tentativo di tradurre il Signore degli Anelli nella lingua di Wulfila: l'autore di questo capolavoro permane tuttora ignoto. Nel lontano 2004 ho inserito questa versione della Poesia dell'Anello in un gruppo da me creato in Yahoo per favorire la traduzione in gotico integrale del Signore degli Anelli e di altre opere di Tolkien. Purtroppo il progetto non è andato a buon fine. L'unico membro del gruppo che prometteva bene si è rivelato un neonazista ed è scomparso all'improvviso: ho subito pensato che fosse finito in prigione per qualche rissa in cui era rimasto coinvolto. Ben presto sono arrivate prostitute in gran numero a lasciare un'infinità di messaggi di spam erotico che ha sommerso ogni cosa. Nonostante questi gravi ostacoli alla mia opera, non intendo arrendermi. Alcuni critici ritengono che la lingua di questi brani si debba chiamare "neogotico" e che sia una lingua artificiale (conlang), ma sono dell'idea che si tratti di una ricostruzione fondata su solide basi scientifiche, che sarebbe stata a tutti gli effetti ben comprensibile allo stesso Wulfila. Posso solo augurare alla letteratura nella lingua dei Goti di fiorire e di produrre sempre nuove fulgide gemme, a dispetto delle condizioni avverse. 

sabato 3 maggio 2014

DIALOGO SULLA FANTASCIENZA, SULLE SUE DERIVE E SULLA SUA PROSSIMA MORTE

Riporto questo notevole thread dagli antri umidi di Facebook, perché lo trovo ricchissimo di spunti:

IVO T.:
"Androidi, Replicanti e Intelligenze Artificiali: la grande bufala che ha fatto deragliare la fantascienza. Essendo decisamente improbabili, se non impossibili, alla fs non è rimasta che la "metafora sociale" e il genere è morto una ventina di anni fa: oggi ci rimane uno zombie sbavante. Fate qualcosa!"

ROBERTO B.:
"beh non so...
hai provato a leggere Peter F. Hamilton, Alastair Reynolds, Robert J. Sawyer, Ken McLeod...?
Per me tanto morta non è..."

SELENE V.
"Richard Morgan..."

IVO T.:
"Non dico che sia morta del tutto. Dico solo che non riesco più a sopportare tante "sottili metafore" legate ai Golem e agli Homunculus. Perché questo sono le riflessioni su replicanti e I.A.: speculazioni su "realtà" scientifiche che non sono affatto tali, ma leggende degne della fantasy. E francamente m'hanno stufato. Sono più scientificamente corrette le "divinità lovecraftiane" degli androidi di Dick o dei robot di Asimov. E sfido qualsiasi fantascienziato a dimostrarmi il contrario."

SELENE V.
"Dipende da che epoca li guardi. Come dice Matt Ruff in Acqua Luce e Gas, quello è il futuro di quell'epoca, allora erano scientificamente credibili. E poi, che cosa conta? Quel che conta è che hanno parlato di schiavitù, di uguaglianza, di nuove forme di vita, di problemi che sono al tempo stesso attuali o che potrebbero sorgere un giorno.
Poco importa se queste forme di vita sono artificiali. Sono comunque alieni, "diversi", vittime di pregiudizi, come qualunque immigrato o omossessuale del giorno d'oggi, metafore sociali, per l'appunto, e che male c'è? Del resto Che differenza c'è fra Laputa e Urras?
E del resto, nessuno può sapere se un giorno, con nuove scoperte e nuove tecnologie, non saranno realizzabili."

IVO T.:
"Appunto, smantellata la credibilità scientifica, rimane la metafora.
Sul fatto che un giorno le IA saranno possibili possiamo dibattere per millenni, e per millenni non vederne una. Perché allora non dibattere direttamente di Puffi, Maghi Oscuri e Spade di Greyskull?
Smettiamo di chiamarla fantascienza e troviamole un altro nome. Non so: fantasy umanista."

MICHELE T.:
"C'è del vero ma il problema non è solo in quel sottogenere che indichi che fine ha fatto intanto l'hard SF spaziale? Io ne sento molto la mancanza forse perchè ho cominciato a disinteressarmi di SF con l'avvento del cyberpunk..."

SELENE V.:
"Guarda, di dibattiti sul nome da dare a queste "cose" ce ne sono a iosa. Direi di smetterla, invece, di cercare nomi tipo "techno-thriller" o "avant-pop". Fantascienza ci sta benissimo.
L'antropologia è una scienza. La meteorologia è una scienza. Anche la filosofia è una scienza, se torniamo all'origine del termine, cioè "conoscenza". E comunque, come diceva Clarke, ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia. E la differenza che io trovo nella fantascienza rispetto al fantasy è la sperimentazione: metti dei topi (i personaggi) in un labirinto (un universo, che però funziona secondo le regole fisiche che conosciamo, e non secondo regole "magiche") e vediamo che cosa succede. Questa E' scienza.
E, se proprio vogliamo essere pignoli, ti ricordo che solo qualche decennio fa c'erano illustri scienziati che sostenevano l'impossibilità di costruire personal computer. Da che cosa sto scrivendo, allora, da un folletto? (no, quello sarebbe un aspirapolvere...)
Ci son più cose in cielo e in terra, caro Orazio.."

IVO T.:
"@Michele: anche io. Considero il cyberpunk il ground-zero della fs.
Privo di contenuti, piatto nella forma, risibile nel suo monocolore ideologico.
La fs astronautica è destinata ovviamente a rivivere. La scopera dei pianeti extrasolari e le nuove frontiere della fisica devono solo essere metabolizzate al meglio dagli scrittori, poi cominceremo di nuovo a divertirci e il cyberpunk apparirà solo come una "fase" di morte apparente di un genere."

"@Selene. Vero, non dico che le IA siano impossibili, bensì altamente improbabili. Presuppongono un numero inenarrabile di basi tecnologiche oggi piuttosto leggendari (superconduttori a temperatura ambiente, nanotecnologie, computer quantici, etc.). Farne uno dei fulcri del genere oggi mi pare solo un ottimo modo per scivolare nella fantasy (come detto).
Sul fatto che la filosofia sia una scienza non mi trovi d'accordo. Non vive di fatti, ma di opinioni. Ok invece sull'antropologia: e qui volevo arrivare... esistono decine e decine di fantaSCIENZE possibili: fantamedicina, fantabotanica, fantafisica delle particelle elementari: c'è una fantascienza per ogni scienza. Però bisogna smetterla con certi luoghi comuni: Robby the robot ha fatto il suo tempo. Era carino, ok (io però gli preferivo Anne Francis), però adesso - please - evolviamo."

MICHELE T.:
"Sono propenso anch'io a non dare troppi nomi a sottogeneri appartenenti tutti ad un insieme che comunque è FANTASCIENZA. Sai poi che palle, quando devi compilare libri enciclopedici anche solo di cinema di SF, trovare giustificazioni per inserire o meno pellicole passibili di appartenenza ad altri generi... Poco tempo fa proprio qui su fb ho scoperto che oggi esistono una miriade di altri generi nominati per SF e Fantasy che neppure mi sognavo, quindi mi sono ritrovato scalzato dalla mia posizione di "esperto" a quella di "ignorante" in un nanosecondo... comunque, ripeto, non vedo solo nell'esasperazione della categoria cibernetica-robotica il blocco dell'innovazione fantascientifica e mi piace la tua definizione per cui c'è fantascienza per ogni scienza. Probabilmente, in contesti meno ripetitivi o modaioli, anche Robby the robot avrebbe ancora qualcosa da dire..."

IVO T.:
"Hai ragione, ma se oggi ci troviamo a dover dare altri nomi alla fs (lo faccio anche io, attraverso il mio blog Wunderkammer, dove porto avanti la definizione "abissale" per distinguere certe metafore antropocentriche locali da altri, e ben più "profondi" discorsi sugli abissi di infinito che ci circondano)... dicevo, se oggi dobbiamo dare altri nomi alla fs è probabilmente anche perché la fs stessa ha tradito la spettacolare "biodiversità" scientifica e si è attaccata come una patella allo scoglio della gadgetteria tecnologica e dei cyberspazi virtuali... Il che è un peccato, cmq."

SELENE V.:
"come dicevo, la parte scientifica della fantascienza io non la vedo tanto nel TIPO di scienza di cui si parla, quanto nell'aspetto sperimentale del genere.
Quanto alla vacuità del cyberpunk, mi sa che qui ne avete letto solo la spazzatura. Ha fatto più Pat Cadigan per il femminismo di dieci Le Guin..."

IVO T.:
"Okay, ma si torna all'umanesimo, Selene. Sembra che parliamo di cose diverse. Alla fs io chiedo più il Sense of Wonder degli abissi che stanno "oltre" me piuttosto che una riflessione sulla condizione umana. A quella pensa già la letteratura mainstream. Del cyberpunk ho letto Gibson e Sterling, soprattutto, e li ho sempre trovati vuoti e banali. Gibson poi - con romanzi come Aidoru e Luce Virtuale - è riuscito nella fenomenale impresa di scrivere centinaia e centinaia di pagine senza dire un accidente di niente."

SELENE V.:
"Allora cerchiamo cose diverse. Ok il sense of wonder, ma il sense of wonder senza nient'altro te lo può dare anche il fantasy, che bisogno c'è della fantascienza? Per me la fantascienza è prima di tutto politica. Bradbury diceva "Non sto cercando di prevedere il futuro, sto facendo del mio meglio per prevenirlo". Poi, sfortunatamente, invece l'ha previsto. Ma per me è questa la fantascienza: studiare i germi del futuro nel presente, o proporre presenti alternativi, "altri mondi possibili". Marge Piercy, ad esempio. Ginnastica per la mente.
Sì, andare "oltre", ma oltre nel senso del vedere al di là della nostra piccola realtà individuale, e scoprire i meccanismi dell'universo. Un'operazione di smontaggio e rimontaggio, d'ingegneria umana, filosofica, politica, storica. Umanesimo, sì, perché no? Che male c'è, a cercare di capire quello che siamo, inclusi i nostri, di abissi."

IVO T.:
"La fantasy non mi trasmette alcun Sense of Wonder perché è una camera di risonanza delle fantasie umana, e le fantasie umane sono veramente poca cosa davanti alle sconfinate possibilità del reale. Il reale mi interessa, le fantasie umane (parlino di elfi o di stratificazione sociale) meno. Citi Bradbury, un autore che grondava Sense of Wonder: il problema è che oggi si fa soprattutto politica, sociologia, "prevenzione del futuro" senza Sense of Wonder. Come ho detto altrove la fs è in crisi proprio perché insegue questo modello didattico, platealmente antropocentrico e del tutto arido sul piano dei contenuti "weird". Sfruttare le potenzialità della fs solo per fare politica è riduttivo, perché si rinuncia a quella vitale esplorazione del reale che tante sorprese ci riserva - sorprese spesso più rivoluzionarie di qualsiasi ideologia; senza contare che la politica nella fs presenta numerosi rischi: in primis quello di scadere nella parabola, farsi pistolotto. Non amo nemmeno l'effetto "cavallo di Troia", giacché ci sono lettori - come me - che guardano con sommo sospetto qualsiasi insegnamento politico (specie se basato su delle previsioni, ovvero su delle considerazioni opinabili raramente suffragate dalla complessità dei fatti) e si sono trovati spesso a gettare dalla finestra romanzoni di pseudofantascienza urlandovi dietro "se volevo leggere Marx o il Mein Kampf, compravo gli originali"."

SELENE V.:
"be', certo, se mi parli di fantascienza che vuole "insegnare", che vuole dare risposte, inevitabilmente si cade nel pistolotto. A me piace la fantascienza che solleva domande. In questo Bradbury era un maestro. Ma il sense of wonder, in Fahrenheit 451, onestamente, ce lo vedo poco. Immagino tu ti riferisca soprattutto alle Cronache marziane.
Forse hai ragione sulla riduttività dei contenuti politici, ma in questa fase la politica è quel che mi interessa personalmente, ho sete di libri che dicano cose intelligenti sulla catastrofe che stiamo vivendo, che aprano strade verso il futuro, o avvertano che potremmo andare a sbattere contro un muro oltre il quale c'è un futuro che non vedremo mai. Tutto questo, ripeto, senza pistolotti alla Orwell (che pure adoro, ma andava evidentemente bene allora, oggi quel modo di scrivere non funziona più). Penso che ci sia molto spazio per tutto questo, e non è detto che "far politica" debba escludere il sense of wonder, al contrario."

IVO T.:
"Infatti! Ci sono libri - Cronache Marziane è un ottimo esempio, oltre che uno dei dieci romanzi con cui vorrei essere sepolto - che sollevano dilemmi ANCHE politici (in quanto etici, per me l'etica è imprescindibile dalla politica). Porre domande è effettivamente una delle caratteristiche che amo, nella fantascienza. E' l'offrire risposte mi lascia sempre perplesso. Le risposte dovremmo trovarle altrove, perché una risposta valida in un romanzo - per quanto ben scritto - rimane sempre e comunque l'epilogo di una storia inventata, la conclusione di un gioco di specchi che può essere facilmente "dopato" da un uso sapiente di climax ed emozioni. Troppi scrittori hanno usato la fantascienza per scopi "altri", specie nel nostro paese, un po' con la speranza di sdoganarsi presso le varie Accademie di Serie A, un po' per mascherare il proprio analfabetismo scientifico. Potrei farti nomi e cognomi, ma preferisco vivere... ;)"

MICHELE T.:
"Il tuo problema, Ivo, è che sei evidentemente (come me) un lovecraftiano, probabilmente, se mi consenti un paragone magari banalotto, più portato per Spazio 1999 (prima serie, che terminava sempre con una domanda senza risposta) che per Star Trek (che terminava sempre con una risposta), più per la SF inglese che quella americana, più per 2001 e Solaris che per Matrix o Terminator. Il che ti renderebbe uguale a me... e decisamente fuori posto con il resto dell'attuale universo (umano)."

IVO T.:
"Direi che mi hai fotografato bene... ;)"

MICHELE T.:
"Ci vediamo sulla Stazione Solaris, il monolito nero portalo tu..."

IVO T.:
"Okay. ;)"

SELENE V.:
"e a me che vanno bene tutte le cose che avete detto (Spazio 1999 e Star Trek, SF GB e USA, 2001, Solaris, Matrix... e... be', no, Terminator onestamente non ce la faccio proprio :D), come mi inquadrate? ;-)"

IVO T.:
"Tu non sei inquadrabile. Ti va bene come inquadramento? ;)"

MARCO M. (ANTARES666):
A parer mio, Philip K. Dick se ne fregava della fattibilità o della verosimiglianza degli androidi e degli altri gingilli tecnologici. Il nucleo delle sue opere non è questo. Eppure ci sono ancora moltissime persone che leggono Dick senza capire che è un autore gnostico. Per lui la fantascienza era soltanto un artificio per dare una veste esteriore accattivante al messaggio che voleva comunicare. Le sue domande ontologiche sono sempre due: "Cos'è reale?", "Cos'è umano?".
Per quanto riguarda Gibson e Sterling, concordo nel definire vacue molte loro opere. Forse sarei ritenuto un folle perché affermo che il Gibson migliore è quello di racconti come "La razza giusta" o "Hinterland". Le opere tecnocratiche che l'hanno reso famoso mi hanno invece saturato, così sono passato da un iniziale entusiasmo a un'acuta insofferenza. In particolare la trilogia "Luce Virtuale", "Aidoru" e "American Acropolis" è inconsistente e contiene diverse contraddizioni strutturali (sull'ultimo volume ho anche scritto una recensione impietosa). "L'accademia dei sogni" secondo me non è neanche opera sua, ma della moglie, perché è scritta in modo troppo "femmineo" per risultare credibile come prodotto gibsoniano. Il problema è l'ingenuità della fede nell'Intelligenza Artificiale per come la intende il feticismo tecnocratico: nasce dal presupposto americano di scorgere intelligenza in ogni cosa che articoli suoni e risposte, non importa se automatiche e programmate. Per molti anglosassoni, il pappagallo e il magnetofono sono intelligenti, perché capaci di pronunciare verbo. La realtà è ben più dura. Di Intelligenze Artificali non ne sono state prodotte e sarebbe ora di ammetterlo senza mezzi termini: finora sono riusciti a produrre soltanto Idiozia Artificiale.

SANDRO D. F.:
"Totalmente d'accordo con Marco :))"

IVO T.:
"Il mio ragionamento iniziale però resta in piedi: c'è bisogno di una nuova generazione di scrittori di fs che sappiano rinnovare il genere attraverso il superamento dei feticci della fantascienza cyberpunk e postcyberpunk. Vorrei fantamedicina, fantageologia, fantastronomia, fantageometria, fantabotanica, fantapsichiatria. Vorrei un po' di Sense of Wonder: di meraviglia ANCHE davanti alle prospettive "disumane" dell'universo. Sembrerà anche un vaneggiamento fine a se stesso, una prospettiva di fuga, ma dal mio punto di vista non lo è: i soli abissi del tempo profondo di cui si parla in geologia e paleontologia sono una prospettiva da vertigini e febbre, uno shock mentale e filosofico, e una miniera di idee e spunti per chi scrive.
Qualcosa langue nella fs - me ne accorgo leggendo qua e là interventi, interviste, recensioni - ma le idee ci sono... a milioni... basta togliere quel dannato tappo tecnofeticista, tecnothriller, tecnopulp, cyberp-pop, avantpop, molto cool, molto pelle nera e occhiali scuri, molto bullet time, molto donnine manga mezzo nude, molto pubblicità di un televisore al plasma, molto occhialini 3D... e tornare ai libri di scienza. Lì c'è il paradiso, gente. Aria fresca, idee nuove e brividi in quantità."

SELENE V.:
"Be', detto così, ha tutto un altro appeal :) (bella, la fantageometria!)"

MARCO M. (ANTARES666):
"Certo, il ragionamento resta in piedi, in tutta la sua drammaticità. Purtroppo il tecnofeticismo è imperante e paghiamo le nostre scelte con la ghettizzazione all'interno di un ghetto. Il problema è che finché saranno gli autori a dover pagare per essere pubblicati anziché l'inverso, o a pubblicare "ad maiorem dei gloriam", non si arriverà da nessuna parte."

IVO T.:
"Sad but true.

...però che palle... chiudo sempre così questo tipo di conversazioni.

domenica 27 aprile 2014

 

I CAMPI DI INUMAZIONE DELLA BLOGOSFERA 

Nonostante la piattaforma blogosferica Splinder sia andata distrutta all'inizio del 2012, il motore di ricerca Splogspot.com continua ad etichettare come splog numerosi portali da lungo tempo distrutti. Riporto qui un breve elenco di reperti di archeologia blogosferica composto nel 2010, pubblicato a suo tempo nel mio vecchio blog Esilio a Mordor - a sua volta estinto. Agli indirizzi più significativi avevo aggiunto una sommaria descrizione dei contenuti che all'epoca erano ancora accessibili. Ripropongo tutto ciò a pubblica edificazione, affinché eventuali lettori possano meditare sulla caducità di ogni cosa. Ovviamente i link splinderiani presenti in Splogspot sono ora meri fantasmi che portano tutti identicamente in Peeplo.  

Amo le api
(amoleapi.splinder.com)
Blog di un apicoltore friulano, ingiustamente catalogato come splog. Ricordo di averlo incrociato in home e di esserci entrato qualche anno fa. Avevo pensato di chiedergli se producesse idromele, ma poi vi ho rinunciato.  


An awful ribbon against bird flu
(theawfulribbon.splinder.com)
Un titolo che incuriosisce, ma è il portale è stato cancellato. 


Antea
(antea.splinder.com)

Il blog della mia amica Antea, bella e bionda. Abbandonato nel settembre 2007. Posso garantire che non è uno splog. Ultime parole: "Chiuso momentaneamente per stufisia. Si. Sono stufa. Sono stufa dei tanti personaggi che girano qui attorno. Gente che non si degna mai di venirti a trovare e tu sei sempre sopra al blog degli altri per salutare. Sono stufa di dover aggiornare qualcosa che non porta a niente se non a distribuire delle immagini che in pochi apprezzano." Ho inviato una notifica per avvertire Splogspot che Antea non è uno splog; tuttavia permane nella lista nonostante i miei sforzi. 


Babbuini di ceramica enormi 
(babbuinidiceramicaenormi.splinder.com)
È stato reso privato e non ho la più pallida idea del suo contenuto. 


Bloggers contro la guerra 
(bloggerscontroguerra.splinder.com)
Agonizzante nel 2007, estinto con un post discontinuo nell'ottobre 2008. Era un blog spesso in home che ha goduto di una certa fama ai tempi in cui impreversava Bush. La sua inclusione tra gli splog mi appare incomprensibile. 


Blog habbo
(violetta4.splinder.com)
Abbandonato nel maggio 2006. Ricordo che a quell'epoca questa setta chiamata "Habbo" subì feroci persecuzioni. Qualcuno scrisse sulla schermata di un portale annientato: "Questo sito è pieno di habbomani e merita il rogo". Non ho mai capito, se devo essere sincero, quale sia l'etimologia di questo singolare nome e di cosa si occupi la setta in questione. Guardando i blog "Habbo", si direbbe che siano innocui portali di grafica dedicati a un qualche tipo di realtà virtuale.  


BLOG - IL FLUIDO CHE UCCIDE!!!! 
(hystaspes.splinder.com)
Purtroppo è stato reso privato, mi sarebbe piaciuto visitarlo.  


Covo di bestemmie e scatarrate
(fioreselvaggio.splinder.com)
Si è spento (ultimo post aprile 2009). Una perla: "..prima o poi tutti finiremo i nostri giorni al bar". L'autore si presentava "No, non è Dawsone"; pubblicava post di Beppe Grillo e video di Marco Travaglio. Il suo capolavoro si intitola "Bradipo smarrito"


Defenestrazione virtuale 
(defenestrazionevirtuale.splinder.com)
Abbandonato ad aprile 2010, è un semplice diario online come tanti altri e non è certamente uno splog. "Esternazione di pensieri scomodi, difettosi, importanti... espulsione corporea di sensazioni, sentimenti... desideri e immaginazioni... Un cestino insomma, raffinato e sottile, ma pur sempre un cestino. E Caliel è l'angelo custode di questo luogo..."  


Deliri di un Demone
(abraxs.splinder.com)
Abbandonato nel settembre 2006. "Appena scopro chi e cosa sono ve lo fò sapere..." Alcuni deliri sono particolarmente bizzarri: "L'amica lesbica naturalmente non prova interesse al mondo maschile... ma cari omini...lesbiche non lo siamo un pò tutti???" 


Delle Bislacche Ombre
(aronar.splinder.com)
Abbandonato nel febbraio 2008. Include un banner "Scemo-Pride" ormai invisibile. Non sembra essere uno splog. 


Demografia Online
(demography.splinder.com)
Spento nel 2006, completo di annuario statistico degli aborti. 


Ergon
(ergon.splinder.com):
Abbandonato nel novembre 2008. Era interessante, pieno di storie fantasiose su un pianeta alieno chiamato per l'appunto Ergon, davvero ben studiato. Notevoli i nomi e le parole nella lingua locale. Peccato che abbia interrotto le pubblicazioni. 


Exoteric Sex Electronics 
(exoteric.splinder.com)
Un blog davvero caotico ma ricco di spunti, scritto in un denso slang inglese. Tratta di argomenti eterogenei e quasi incomprensibili, qualcosa che ha a che fare con discografia underground, fantasmi, corpi astrali e pornografia retro. Si è spento nel novembre 2009, lasciando il link a Nil By Mouth (www.exoteric- zine.com/nilbymouth/), il nuovo quartier generale. La prima volta che ho sentito la locuzione Nil By Mouth, ho pensato ingenuamente all'invenzione di una subcultura punk avversa alla fellatio, mentre in realtà si riferisce a qualcosa di ben più drammatico. 


HEI SONO TUTTA NUDA, GUARDAMI !
(pinkpanik.splinder.com)
Abbandonato nell'ottobre 2009. Voleva assomigliare a una lucertola al sole. 


In Absentia Lucis Tenebrae Vincunt 
(eternalgraveyard.splinder.com
Lo ricordo dall'epoca dei vagabondaggi blogosferici di qualche anno fa. Lo si vedeva spesso in home, tra i pochi dal titolo latino con le desinenze corrette. In genere viene usato il "latino dei metallari", con capolavori tipo "Dominus Tenebra" e simili. 


Interfaccia col Nulla  
(interfacciacolnulla.splinder.com)
Titolo promettente, contenuti deludenti. "PERLE DI SAGGEZZA: C'è un gruppo di lupi mannari che è immune alle pallottole d'argento. L'unico materiale che li può uccidere è... IL TITANIO!"; "I PROPOSITI IRRINUCIABILI: raggiungere nuove vette di stupidità". In pratica il blog di Harry Crumb. 


Kiss my Fucking Soul  
(kissmyfuckingsoul.splinder.com)
Cancellato, l'url non corrisponde più ad alcuno spazio virtuale. 


La Torre di Babele di Pino Scaccia
(pinoscaccia.splinder.com)
Non ho parole. Ogni ulteriore commento mi pare superfluo. 


Le Ragazze Arrapanti  
(leragazzearrapanti.splinder.com)
Abbandonato nel gennaio 2006. Chi vi cercasse un sito hard rimarrebbe deluso nel visitarlo.  


Le scimmie ti guardano
(adesivisland.splinder.com)
Abbandonato nel febbraio 2008. Era tra i produttori di template, una pratica un tempo molto diffusa nella blogosfera splinderiana, oggi praticamente estinta. 


MANIFESTO TAMPAX 
(manifestotampax.splinder.com)
È stato annientato, prima che Carlo d'Inghilterra potesse infilarci dentro il naso.  


Mille Calci Negli Zebedei  
(facciadicazzo.splinder.com)
Abbandonato nel giugno 2008. 


Naturale processo di eliminazione
(inoculailmiogerme.splinder.com)
È stato reso privato. Peccato. Almeno a giudicare dal nome prometteva bene. 


NaziBoy - Ragazzo nazista
(naziboy.splinder.com)
Abbandonato nel novembre 2005. Il diario di un sedicente nazionalsocialista. Ho curiosato nel suo contatore Shinystat, scoprendo che i rarissimi visitatori arrivano con chiavi di ricerca stravaganti, come "nazisti handicappati" e "donne ingravidate da anonimo negro"


NO AL BLOG MODERNO 
(noalblogmoderno.splinder.com)
Abbandonato nell'aprile 2008. Mi ricorda tanto un amico che cercava dvd dell'epoca vittoriana. 


Occhi Astigmatici  
(occhiastigmatici.splinder.com)
Abbandonato nel dicembre 2005. "Un luogo dove l'asimmetria può regnare a fianco del lineare e del coerente. Uno spazio dove il triangolo scaleno va a braccetto con l'equilatero." 


Orbite Eccentriche
(caosritmici.splinder.com)

Uno dei tanti tentativi abortiti, un blog aperto per noia e subito interrotto. 


Puffomynkja, Il figlio di LapsusMagazine  
(puffomynkja.splinder.com)
Abbandonato nel novembre 2009. "Ecco cinque buone ragioni per leggere questo blog: 1)contiene più latte e meno cacao; 2)tiene lontani i pidocchi; 3)porta fortuna: un mio amico l'ha letto, ed oggi scopa come un facocero; 4) migliora la memoria; 5)porta fortuna: un mio amico l'ha letto, ed oggi scopa come un facocero".  Permane qualche incertezza sulla pronuncia. Si pensa che la -j- stia per la semivocale e che si legga "Puffominchia". Se fosse invece il suono palatale espresso dalla lettera inglese, il nome risulterebbe quasi impronunciabile.  


Regno del Crepuscolo 
(regnodelcrepuscolo.splinder.com)
Abbandonato nel novembre 2009, parla di contatti con alieni, catastrofi lisergiche e altre amenità.  


Schiavi della libertà, liberi da Windows 
(giorgix.splinder.com)
Abbandonato nel novembre 2005. "Uno spazio di unione per la libertà e contro la dittatura Microsoft". Intento lodevole, ma pubblicazione discontinua, assenza di disciplina, linguaggio poco incisivo. Il ciclo vitale di questo blog è compreso nell'arco di soli 10 giorni, fiorendo il 21 di novembre per essere già decomposto il 30. 


Sito Forno 
(sitoforno.splinder.com)
Abbandonato nel luglio 2008. Ovviamente "Forno" sta per "Phorno", alterazione goliardica di "Porno". Ricordo bene questo blog. Adesso sono rimasti sono pochissimi post insignificanti, ma un tempo era ben diverso. L'autore aveva la peculiarità di parlare scambiando tra loro "f" e "p", e se ne usciva con trovate esilaranti, tipo "fornodiva in Fakistan", "non lo safevo", etc. L'ultimo messaggio ancora visibile recita: "Fensa allora se safessero di Flatinette!" 


Sputi di anfetamina
(loststar.splinder.com

La schermata azzurra ha una raccomandazione interessante (Join Unhappines) e rimanda a un altro portale, a sua volta privato e con solo la scritta bah. Senso dell'umorismo bacato. 

The Human Condition
(dreamsandtragedies.splinder.com

Certo non sembra essere uno splog, ma solo un normalissimo diario online, quali se ne vedono centinaia e centinaia ogni giorno. 

The Land of Sadness
(kelom.splinder.com)
Estinto, cancellato. Mi incuriosisce per il suo nome antico, KELOM, difficilmente compatibile con quelle migliaia di blog adolescenziali che uniscono titoli suggestivi a testi assolutamente vacui. Ormai però è troppo tardi per stabilire qualcosa. 


Tutte le donne che mi sono scopato 
(10ragazzeperme.splinder.com).
Che dire? Buona sifilide! 


Un criceto tra le uvette è un terrorista 
(nanocattivo.splinder.com)
Abbandonato nel settembre 2009. "c'era una volta Gengis Gangillo, che il tempo s'è portato via lasciando il posto a personaggi di dubbia fama. Qui sono racchiusi racconti di gloriose battaglie perse, d'eroi passati senza lasciare il segno e di piccole banlieue impertinenti, romanticamente e fieramente arretrate. Romanticismo e volgarità, d'altronde, aspettano solo che sia buio per trombare come criceti." 


Vampirismo Animale
(gattavampira.splinder.com)
Abbandonato nel giugno 2008. 


Vertigine di Piombo  
(vertiginedipiombo.splinder.com)
Abbandonato nel luglio 2006. "Impossibile visualizzare il suo pensiero". Dal titolo sembrerebbe un pezzo da collezione della Biblioteca di Babele di Borges.

sabato 26 aprile 2014

LA LINGUA DEI TAIFALI

Tra i popoli più misteriosi e singolari della tarda antichità si possono citare senza dubbio i Taifali. Si tratta di una popolazione le cui sedi originarie erano in quella che attualmente sono le regioni orientali della Germania. L'etnonimo è noto con numerose varianti: Taiphali, Taifalae, Theifali, Tafili, Thaphili, Tayfali. Migrati a meridione, i Taifali sono giunti in Oltenia, nel territorio della Dacia che trae il suo nome dal fiume Olt (antico Alutus). La loro storia, assai tormentata, li porta ad associare per molto tempo le loro sorti a quelle dei Goti, pur essendo a mio avviso chiara la loro origine dissimile.

Se alcuni si dicono tanto certi dell'origine germanica dei Taifali da ritenerli un ramo dei Goti, non tutti sono d'accordo con quest'idea semplicistica. Esiste una radicata tradizione sull'origine sarmatica di queste genti, ma non esiste alcuna prova convincente in favore di tale ipotesi. I Sarmati erano popolazioni nomadi di linqua iranica, che abitavano nelle steppe orientali. Discendenti degli Sciti, il loro ultimo residuo è il popolo degli Osseti, che abita tuttora nel Caucaso. In passato gli Alani (etnonimo corradicale di sanscrito arya- "signore"), di stirpe sarmatica, sono giunti in Occidente, dando origine a numerosi stanziamenti in Italia, nelle Gallie e in Iberia. A far propendere diversi autori per la tesi della natura sarmatica dei Taifali stanno principalmente alcuni fatti di valore tuttavia scarso:

1) I Taifali erano nomadi e bellicosi come i Sarmati
2) I Taifali erano cavalieri eccellenti
3) I Taifali avevano vicini Sarmati

Da ciò è stato dedotto che tutto ciò che non è chiaramente germanico debba essere ritenuto sarmatico. Difficilmente argomenti simili sarebbero presi in considerazione in un altro campo dello scibile umano. A quanto pare soltanto in linguistica vige una tale faciloneria. Le fallacie logiche sono evidenti. I costumi e la cultura materiale possono essere presi a prestito; se si hanno prove dell'esistenza di Germani e di Sarmati nelle regioni orientali d'Europa, questo non implica che non esistessero altre genti di ceppo diverso (non sequitur; dall'assenza di prove non segue la prova dell'assenza). Va precisato che sia le lingue germaniche che quelle iraniche non sono di alcun aiuto nello spiegare l'etnonimo. Mi è capitato persino di imbattermi in una soluzione di compromesso che parla di "un'etnia di origine vandalica fortemente sarmatizzata". Da respingersi senza indugio l'idea di chi deriva Taifali dal vocabolo arabo taifa "tribù", che è un evidente anacronismo.  

L'emblema dei Taifali era un drago blu con due perle su sfondo bianco. La perla centrale era circondata da un bordo rosso, ed è un elemento difficilmente compatibile con un'origine nelle steppe asiatiche: implica per necessità che i lontani antenati di questo popolo vivessero in prossimità del mare. Questo emblema ci è ben conosciuto in quanto compariva sugli scudi dell'unità degli Equites Honoriani Taifali seniores, stanziata in Britannia, e dell'unità degli Equites Honoriani Taifali iuniores, stanziata in Gallia. 

A proposito dei Taifali, Ammiano Marcellino (IV secolo) riporta che erano sessualmente depravati e animati da una fortissima lussuria che li spingeva ad indulgere in tutta una serie di atti sessuali definiti ripugnanti. In particolare destava scandalo l'uso dei Taifali di nominare un tutore per ogni loro figlio maschio, con diritto di abusare del suo corpo tramite coito sodomitico e di imporgli ogni umiliazione sessuale. L'unico modo che un rampollo di queste genti aveva per liberarsi da tale vincolo innaturale era superare una prova virile che consisteva nell'uccidere un orso o un un grosso cinghiale. Colui che dimostrava così il proprio valore era esentato all'istante dal subire sodomia e dal dover fellare.  
Si noti che Ammiano Marcellino era un autore pagano: la repulsione per i costumi taifalici non gli veniva dal Cristianesimo.

"Taifalorum gentem turpem obscenae vitae flagitiis ita accepimus mersam, ut apud eos nefandi concubitus foedere copulentur maribus puberes, aetatis viriditatem in eorum pollutis usibus consumpturi. Porro si qui iam adultus aprum exceperit solus vel interemerit ursum immanem, conluvione liberatur incesti."
(Res gestae a fine Corneli Taciti, Liber XXXI, IX, 5.)

Questi costumi non erano tipici dei Germani, anche se qualcuno riporta che tra gli Eruli i ragazzi dovevano subire pederastia nel corso di rituali di iniziazione guerriera. Anzi, in genere i Germani erano piuttosto puritani e avevano la tendenza ad attribuire il coito anale passivo ai necromanti, odiatissimi per la loro supposta capacità di provocare disgrazie, sconfitte in battaglia e carestie. I costumi dei Taifali sono invece simili a quelli dei Celti, che erano veri e propri fanatici della penetrazione anale. Si dice che tra i Galli i giovani dovessero giacersi con i guerrieri più anziani e li dovessero soddisfare, potendo condurre la loro vita in modo indipendente solo dopo aver superato una prova di valore. Di per sé queste usanze non escludono però una vicinanza all'area sarmatica, dal momento che Diodoro Siculo riporta che i costumi dei Celti erano simili a quelli degli Sciti in materia di omosessualità e di coito anale.

Cosa sappiamo in concreto sull'appartenenza etnica dei Taifali e sulla loro lingua? Non sarò reticente: la risposta è che non si sa nulla di certo. Sono tuttavia dell'avviso che qualcosa in più si possa dedurre da un'attenta analisi degli scarsi dati a nostra disposizione.  

Innanzitutto i Taifali sono ritenuti della stessa stirpe dei Victofali, altro popolo misterioso della Germania Orientale, il cui nome presenta numerose varianti come Victovali, Victufali, Victohali, Victuali. La terminazione -fali è la stessa nei due casi. Se ipotizziamo che la forma originaria fosse Victovali, ecco che il nome si dimostra essere senza dubbio celtico. La radice *wiχto- significa "battaglia" (irlandese antico fecht "spedizione militare"), e la radice *walo- significa "potente" (antico irlandese faln- "dominare", antico gallese gwaladr "signore supremo"). Così l'etnonimo significa "potenti in battaglia". Ora, cos'è accaduto al nome dei Victovali per diventare prima Victofali, poi Victufali, Victohali, Victuali? Semplice: l'originario suono /w/ è diventato /β/ all'inizio della parola e /f/ all'interno. Quindi /f/ si è indebolito in /h/, con tendenza a scomparire. Questi mutamenti non sono tipici delle lingue germaniche. Sono invece compatibili con l'ipotesi che la lingua in questione fosse celtica.
Possiamo a questo punto formulare una proposta etimologica per Taifali. L'etnonimo deriverebbe da *deiwo-walo-, ossia "divinamente potente" o "potente come gli Dei". La radice *deiwo- "dio", che in gallico ha dato de:wo- (scritto devo-), di:wo- (scritto divo-), evolvendosi in neogallico in di:o (attestato come dio a Lione), ha dato invece in lingua taifalica *taif-, *theif-. Il dittongo /ei/ si è conservato, mostrando una tendenza a divenire /ai/. Non sappiamo se fosse una lingua celtica con /kw/ conservato (celtico Q) o labializzato in /p/ (celtico P). Si potrebbe ipotizzare una rotazione consonantica, con i seguenti mutamenti: 

1) /t/ /k/ diventate /th/ /x/ (scritte come th, ch) - tranne che in alcuni contesti postconsonantici (es. se precedute da /s/)
2) /b/ /d/ /g/ diventate /p/ /t/ /k/ e quindi /ph/ /th/ /kh/ (scritte p, t, c ma anche ph, th, ch).

Un altro dato determinante è il nome di Senoch, un monaco della stirpe dei Taifali vissuto nelle Gallie all'epoca dei Merovingi (VI secolo). Si deve infatti sapere che i Taifali si sono stanziati soprattutto in due regioni: quella che ora è l'Emilia-Romagna, in particolare a Modena, Reggio e Parma, e nella regione francese del Poitou, dove il toponimo vandeano Tiffauges ancora ricorda il loro nome. Evidentemente in seguito alla migrazione e al cambiamento delle loro abitudini (da razziatori sono diventati agricoltori), le costumanze pederastiche che li caratterizzavano sono venute meno, così come sono stati anche cristianizzati. Tuttavia, hanno mantenuto molto a lungo la loro identità, almeno fino al VI secolo.
Ora, il nome Senoch è di chiarissima origine celtica e significa "vecchio". È possibile che l'austero abate avesse i capelli bianchi dalla nascita e che per questo abbia ricevuto un simile nome.
La radice celtica *seno-, attestata in antroponimi gallici come Seno-carus, Seno-condus, Seno-uirus (la desinenza -us è adattamento latino del gallico -os), alternava con *senoko-. Esiste una glossa gallica senoca che indicava la febbre malarica, e che più anticamente designava il tremore della vecchiaia. In irlandese antico senchae "storico" deriva da *senokios, e senchas "antichità, storia antica" deriva da *senokađđu-. L'antroponimo taifalico doveva pronunciarsi con una fricativa velare o uvulare finale, /senoχ/, che conferma quanto da me in precedenza dedotto. Purtroppo non sono riuscito a recuperare altri antroponimi di questo popolo. Sarò sempre grato a chi mi permetterà di colmare questa lacuna, ammesso che le informazioni che vado cercando esistano da qualche parte.

I Taifali sarebbero stati quindi l'estrema sopravvivenza di un antico popolamento celtico rimasto per molto tempo isolato e lontano dalle genti dello stesso ceppo.

Com'è immaginabile, la lingua taifalica doveva avere nel suo lessico numerosi prestiti dal germanico. Così la città di Taphaleschat (Corrèze) deriva il suo nome da *Taifale-skatt, ove la radice skatt- in germanico indica il tesoro o il tributo (gotico skatts "moneta", norreno skattr "tesoro").

Potremmo addirittura azzardarci a comporre un breve vocabolarietto di lingua taifalica dei secoli V-VI d.C.: al momento si può catalogare la lingua da me ricostruita come una conlang, e per questo non appongo l'asterico alle voci ipotizzate. Chiedo scusa in anticipo se nuove consistenti scoperte dovessero smentire quanto da me dedotto.

amm, nome
ampacht, servo
arcanth, argento
arth, orso
athir, padre
aucar, freddo
auchsel, alto
aucht, gelo
cais, lancia
caistal, ostaggio
calar, malattia
caran, gru 
chacht, schiavo
chail, portento
chanth, cento
chanthal, canzone
chara, amico
charf, cervo
chath, battaglia
clan, puro
clast, verde, blu
cnath, figlio
kelf, giallo
keneth, ragazza
lapar, linguaggio
lauch, splendente
lauthar, bagno
mar, grande
march, cavallo
marf, morto
mathir, madre
naim, bellezza 
naip, vigore
nama, nemico
nanth, battaglia
nanth, valle
nathrich, serpenti
nem, cielo
nemeth, bosco sacro
nerth, forza
oman, terrore
paith, cibo
panf, porcello
path, morte
pif, vivo
pith, mondo
plath, fiore
prathir, fratello
pricht, magia
prif, ponte
raut, rosso
recht, legge
ri, re
saithal, età, vita umana
sachar, brutto
scachsal, demone
scaith, scudo
scath, tenebra
senoch, vecchio
senth, sentiero
sfat, dolce
sfesur, sorella
tac, buono
tacfir, buon uomo
taif, dio
terf, quercia
tharf, toro
thauth, tribù 
thir, terra
truch, cattivo
truchfir, uomo cattivo
trufit, sapienti
tuchtir, figlia
tup, nero
vicht, -ficht, battaglia
vint, -fint, bianco
vir, -fir, uomo

Per chiarire una volta per tutte l'origine dei Taifali potrebbero essere utili indagini genetiche. La proposta è quella di raccogliere campioni genetici delle genti di Parma, Modena e Reggio alla ricerca di aplogruppi comuni a campioni prelevati nel Poitou e in altre regioni in cui è storicamente accertata la presenza di Taifali. Ovviamente non c'è garanzia di successo, ma sono convinto che si potrebbero trovare riscontri interessanti. Essendo le regioni padane state spopolate più volte da peste e altre calamità in tempi antichi, non è improbabile che gli abitanti attuali dell'Emilia siano in maggioranza discendenti diretti di Taifali. Stando a quello che posso ipotizzare i Taifali fossero genti di grande bellezza: alti, slanciati, con capelli biondi o castani, occhi chiari e carattere passionale.

martedì 22 aprile 2014

UN VOCABOLO VANDALICO NEL SARDO CAMPIDANESE: MARTSU 'MARTORA'

Un vocabolo di origine vandalica si trova nel sardo campidanese del Sulcis: martsu "martora", attestato con le varianti mártsiu, marču, mraču. La forma d'origine è il gotico *marþus, che trova perfetta corrispondenza nel norreno mǫrðr e nell'anglosassone mearþ, permettendo la ricostruzione di una forma proto-germanica *marθuz (le lettere þ e θ indicano la fricativa interdentale sorda, che si ritrova in parole inglesi come thin, thing, both). L'alto tedesco continua invece una variante proto-germanica *marθraz: antico alto tedesco mardar, tedesco moderno Marder. Dalla stessa protoforma deriva in ultima istanza anche l'italiano martora. Come dimostrato da Wagner, la voce campidanese non è un prestito dal genovese martiu id. - che in ogni caso deriva dalla stessa parola della lingua gotica - ma di una forma genuinamente sorta in loco. Le varianti palatalizzate sono dovute a un fenomeno locale.