8mm - DELITTO A LUCI ROSSE
Titolo originale: 8mm
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1999
Durata: 123 min
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 2.35:1
Genere: thriller, drammatico
Regia: Joel Schumacher
Soggetto: Andrew Kevin Walker
Sceneggiatura: Andrew Kevin Walker
Fotografia: Robert Elswit
Montaggio: Mark Stevens
Musiche: Mychael Danna
Scenografia: Gary Wissner
Interpreti e personaggi:
Nicolas Cage: Tom Welles
Joaquin Phoenix: Max California
James Gandolfini: Eddie Poole
Peter Stormare: Dino Velvet
Anthony Heald: Daniel Longdale
Christopher Bauer: George Higgins/Macina
Catherine Keener: Amy Welles
Fran Bennett: suora
Jack Betts: maggiordomo
Myra Carter: signora Christian
Don Creech: signor Anderson
Anne Gee Byrd: senatore Michaelson
Amy Morton: signora Mathews
Luisa Oropeza: responsabile dell'archivio
Jenny Powell: Mary Anne Mathews
Norman Reedus: Warren Anderson
Rachel Singer: vicino
Doppiatori italiani:
Sandro Acerbo: Tom Welles
Francesco Pannofino: Max California
Nino Prester: Eddie Poole
Dario Penne: Dino Velvet
Sandro Iovino: Daniel Longdale
Massimo De Ambrosis: George Higgins/Machine
Isabella Pasanisi: Amy Welles
Manlio De Angelis: maggiordomo
Alina Moradei: signora Christian
Pinella Dragani: signora Mathews
Eleonora De Angelis: Mary Anne Mathews
Simone Mori: Warren Anderson
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1999
Durata: 123 min
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 2.35:1
Genere: thriller, drammatico
Regia: Joel Schumacher
Soggetto: Andrew Kevin Walker
Sceneggiatura: Andrew Kevin Walker
Fotografia: Robert Elswit
Montaggio: Mark Stevens
Musiche: Mychael Danna
Scenografia: Gary Wissner
Interpreti e personaggi:
Nicolas Cage: Tom Welles
Joaquin Phoenix: Max California
James Gandolfini: Eddie Poole
Peter Stormare: Dino Velvet
Anthony Heald: Daniel Longdale
Christopher Bauer: George Higgins/Macina
Catherine Keener: Amy Welles
Fran Bennett: suora
Jack Betts: maggiordomo
Myra Carter: signora Christian
Don Creech: signor Anderson
Anne Gee Byrd: senatore Michaelson
Amy Morton: signora Mathews
Luisa Oropeza: responsabile dell'archivio
Jenny Powell: Mary Anne Mathews
Norman Reedus: Warren Anderson
Rachel Singer: vicino
Doppiatori italiani:
Sandro Acerbo: Tom Welles
Francesco Pannofino: Max California
Nino Prester: Eddie Poole
Dario Penne: Dino Velvet
Sandro Iovino: Daniel Longdale
Massimo De Ambrosis: George Higgins/Machine
Isabella Pasanisi: Amy Welles
Manlio De Angelis: maggiordomo
Alina Moradei: signora Christian
Pinella Dragani: signora Mathews
Eleonora De Angelis: Mary Anne Mathews
Simone Mori: Warren Anderson
Trama (da filmtv.it):
Tom Welles è un investigatore privato affidabile ed efficiente, specialista nel pedinamento di mogli e mariti fedifraghi, in attesa della grande occasione che faccia decollare la sua carriera. Gli capita in mano un innocua (sic) bobina che gli farà scoprire gli aspetti più oscuri e terrificanti della realtà che lo circonda. Il video mostra una ragazza ripresa in uno "snuff movie", ovvero un film porno in cui si riprende l'uccisione dell'inconsapevole protagonista.
Tom Welles è un investigatore privato affidabile ed efficiente, specialista nel pedinamento di mogli e mariti fedifraghi, in attesa della grande occasione che faccia decollare la sua carriera. Gli capita in mano un innocua (sic) bobina che gli farà scoprire gli aspetti più oscuri e terrificanti della realtà che lo circonda. Il video mostra una ragazza ripresa in uno "snuff movie", ovvero un film porno in cui si riprende l'uccisione dell'inconsapevole protagonista.
Citazioni:
Se danzi col diavolo, il diavolo non cambia. È il diavolo che cambia te.
(Max California)
Max California: "Nella vita ci sono tre regole: 1. C'è sempre una vittima. 2. L'importante è che non sia tu."
Tom Welles: "E la terza?"
Max California: "Me la sono dimenticata."
Janet Matthews: "Ci penso continuamente. Ogni volta che suona il telefono, dico ogni volta, penso che sia lei. Non faccio che pensare a lei."
Tom Welles: "Posso chiedere: se dovesse scegliere, se fosse costretta a scegliere tra immaginare che sua figlia è lontana, da qualche parte, che ha fatto fortuna ed è viva e felice, ma non saperlo, non poterlo mai sapere. E l’ipotesi peggiore: che è morta, ma saperlo. Sapere finalmente cosa le è successo..."
Janet Matthews: "Che cosa sceglierei?"
Tom Welles: "Sì."
Janet Matthews: "Sceglierei di sapere. Io voglio sapere."
Tom Welles: "Perché voleva un film dove una ragazzina viene massacrata?"
Daniel Longdale: "Perché poteva, Welles. Lo voleva perché poteva."
Recensione:
Raramente si trova un film con recensioni più negative nel Web. Alcuni lo accusano addirittura di essere grottesco e di buttare in burletta un argomento orribile, ma in diversi casi si capisce fin troppo bene che a dare fastidio è piuttosto il fatto di credere nella reale esistenza degli snuff movies. Esiste una netta maggioranza di persone che etichettano il concetto stesso come "leggenda metropolitana". Il fatto che una vittima possa essere torturata e uccisa per il piacere di una cerchia di pervertiti diabolici è qualcosa di talmente inquietante che il miglior modo per evitare di fare i conti con una simile realtà è urlare a gran voce che si tratta di una messa in scena. La cosa non deve stupire più di tanto. In fondo viviamo in giorni in cui una forma contagiosa di demenza spinge sempre più persone a credere che qualsiasi pericolo sia irreale. Solo per fare un esempio, il terrorismo viene ridotto a "false flag", gli attentati sono ritenuti scene di film girati da attori professionisti allo scopo di ingannare le masse. Si tratta forse di una forma di autodifesa? La realtà è giunta a un tale livello di orrore che è necessario nascondere la testa sotto la sabbia come tanti struzzi (o stronzi)? A quanto pare è proprio così. Pensare di poter essere fatti a brandelli, crivellati da una mitraglietta o ridotti a un mucchietto di cenci sanguinolenti è una cosa che non piace a nessuno. Ecco perché interviene un processo di rimozione del pericolo che fa il gioco dei complottisti e di altri folli. "Non può capitare. A me non può capitare", ecco il mantra più in voga, una magia che rimuove il babau. Lo stesso meccanismo scatta quando si parla di carnefici che fanno sparire la gente nel nulla. Credo che non piacerebbe a nessuno sapere che la probabilità di essere rapiti e di finire uccisi di torture in uno snuff è comunque più alta di quella di essere coinvolti in un attentato jihadista. Persino chi dovrebbe combattere il fenomeno e vigilare sulla sicurezza del cittadino spesso si lascia prendere da dubbi esistenziali. La vulgata corrente, sostenuta da psicologi e sociologi, è che gli snuff movies non possano e non debbano esistere, perché altrimenti si dovrebbero trarre conseguenze pessimistiche sulla natura umana. Alla luce di tutto questo, senza dubbio l'opera di Joel Schumacher è estremamente meritoria. Trovo semplicemente assurdo bollarla di "stupidità" e di "moralismo", come pure è stato fatto da un commentatore su Filmtv.it. Ogni sequenza del film è un viaggio in una terra sconosciuta da cui esiste ritorno, un abisso divorante oscuro come l'Erebo e terrificante come il Maelström. La figura del politico fruitore di video di morte, Satanas ex machina, fornisce un valido spunto per riflessioni mortificanti sulla natura intrinsecamente maligna dei Poteri del Mondo. La verità è lampante: quelle cerchie di depravati che tanto dolore provocano non sono da cercarsi tra i disadattati e tra i miserabili, ma proprio tra coloro che questo mondo muovono e governano. Sia onore a Nicolas Cage, nella cui interpretazione non vedo proprio nulla di "ridicolo"!
Raramente si trova un film con recensioni più negative nel Web. Alcuni lo accusano addirittura di essere grottesco e di buttare in burletta un argomento orribile, ma in diversi casi si capisce fin troppo bene che a dare fastidio è piuttosto il fatto di credere nella reale esistenza degli snuff movies. Esiste una netta maggioranza di persone che etichettano il concetto stesso come "leggenda metropolitana". Il fatto che una vittima possa essere torturata e uccisa per il piacere di una cerchia di pervertiti diabolici è qualcosa di talmente inquietante che il miglior modo per evitare di fare i conti con una simile realtà è urlare a gran voce che si tratta di una messa in scena. La cosa non deve stupire più di tanto. In fondo viviamo in giorni in cui una forma contagiosa di demenza spinge sempre più persone a credere che qualsiasi pericolo sia irreale. Solo per fare un esempio, il terrorismo viene ridotto a "false flag", gli attentati sono ritenuti scene di film girati da attori professionisti allo scopo di ingannare le masse. Si tratta forse di una forma di autodifesa? La realtà è giunta a un tale livello di orrore che è necessario nascondere la testa sotto la sabbia come tanti struzzi (o stronzi)? A quanto pare è proprio così. Pensare di poter essere fatti a brandelli, crivellati da una mitraglietta o ridotti a un mucchietto di cenci sanguinolenti è una cosa che non piace a nessuno. Ecco perché interviene un processo di rimozione del pericolo che fa il gioco dei complottisti e di altri folli. "Non può capitare. A me non può capitare", ecco il mantra più in voga, una magia che rimuove il babau. Lo stesso meccanismo scatta quando si parla di carnefici che fanno sparire la gente nel nulla. Credo che non piacerebbe a nessuno sapere che la probabilità di essere rapiti e di finire uccisi di torture in uno snuff è comunque più alta di quella di essere coinvolti in un attentato jihadista. Persino chi dovrebbe combattere il fenomeno e vigilare sulla sicurezza del cittadino spesso si lascia prendere da dubbi esistenziali. La vulgata corrente, sostenuta da psicologi e sociologi, è che gli snuff movies non possano e non debbano esistere, perché altrimenti si dovrebbero trarre conseguenze pessimistiche sulla natura umana. Alla luce di tutto questo, senza dubbio l'opera di Joel Schumacher è estremamente meritoria. Trovo semplicemente assurdo bollarla di "stupidità" e di "moralismo", come pure è stato fatto da un commentatore su Filmtv.it. Ogni sequenza del film è un viaggio in una terra sconosciuta da cui esiste ritorno, un abisso divorante oscuro come l'Erebo e terrificante come il Maelström. La figura del politico fruitore di video di morte, Satanas ex machina, fornisce un valido spunto per riflessioni mortificanti sulla natura intrinsecamente maligna dei Poteri del Mondo. La verità è lampante: quelle cerchie di depravati che tanto dolore provocano non sono da cercarsi tra i disadattati e tra i miserabili, ma proprio tra coloro che questo mondo muovono e governano. Sia onore a Nicolas Cage, nella cui interpretazione non vedo proprio nulla di "ridicolo"!
Riporto l'intervento di Pietro Ferrari:
8mm di Joel Schumacher (1999) è un film con parecchi difetti e alcuni pregi non trascurabili. Fra questi ultimi, citerei un passaggio del dialogo che si svolge tra il segretario del magnaschèi che ha commissionato lo snuff e l'investigatore privato, interpretato da Nicolas Cage. Allorché questi domanda, sconvolto: "Perché? Perché lo ha fatto?", il segretario risponde: "Perché poteva". Questa è precisamente la ragione - ed è un'amara verità che dovrebbe far rabbrividire chiunque abbia un briciolo di senno. Chi può commettere determinate azioni, foss'anche le più turpi, potendo contare sull'impunità, le commette proprio perché è in suo potere farlo.
8mm di Joel Schumacher (1999) è un film con parecchi difetti e alcuni pregi non trascurabili. Fra questi ultimi, citerei un passaggio del dialogo che si svolge tra il segretario del magnaschèi che ha commissionato lo snuff e l'investigatore privato, interpretato da Nicolas Cage. Allorché questi domanda, sconvolto: "Perché? Perché lo ha fatto?", il segretario risponde: "Perché poteva". Questa è precisamente la ragione - ed è un'amara verità che dovrebbe far rabbrividire chiunque abbia un briciolo di senno. Chi può commettere determinate azioni, foss'anche le più turpi, potendo contare sull'impunità, le commette proprio perché è in suo potere farlo.
Altre recensioni e reazioni nel Web
vanessatalanta ha scritto su Mymovies.it:
"Non sono una fan di Nicholas Cage, dopo gli ottimi inizi la fama lo ha portato ad eccedere negli atteggiamenti gigioneschi e nell'autocompiacimento , come altri bravi atttori, Hopkins per primo. Ma l'ho trovato veramente notevole in questa pellicola in cui appare in scena dall'inizio alla fine, una difficile prova per qualunque interprete. Sobrio ma intenso nei gesti e nelle espressioni. Regia e fotografia senza difetti nè colpi di genio. La forza d'impatto del film è tutta nella lenta discesa all'inferno di Cage, quasi un viaggio dantesco con Joaquin Phoenix (bravo) al posto di Virgilio, un viaggio però in cui il protagonista cammina in mezzo ai dannati, la cui malvagità lo contamina lentamente avvolgendolo come una appiccicosa bava tossica."
Maria da Motta di Livenza ha scritto su Filmup.com:
"E' un grande film di introspezione psicologica; l'argomento è crudo e davvero si ha l'impressione di essere scesi all'inferno, come dice bene ad un certo punto il ragazzo che aiuta il protagonista a rintracciare i responsabili dell'omicidio sul quale l'investigatore privato sta svolgendo le proprie ricerche. Colpisce la profonda tristezza e l'assenza di speranza che il film trasmette; l'essere umano è davvero così banalmente brutale e illogico e constatarlo non può che annientare coloro che nutrono ingenue illusioni sulla bontà della natura umana di rousseauiana memoria. La conclusione è logica, irrinunciabile, l'investigatore riafferma il valore della vita, di quella vita in particolare, sopprimendo coloro che lo negano. Incredibile e tragica contraddizione! Io sono assolutamente contraria alla pena di morte ma questa è un'altra cosa; al posto del protagonista credo che avrei avuto la stessa reazione, salvo poi passare il resto della mia esistenza a tormentarmi la coscienza."
Questi interventi sono comparsi sul Davinotti:
Pinhead80 ha scritto:
"Film a mio parere ben riuscito grazie alle ambientazioni molto lugubri e ad interpretazioni molto solide (Cage e Phoenix su tutti). Il film parte subito in quarta e continua così sino al finale adrenalitico. Il caso assegnato a Cage diventa, poco alla volta, un'ossessione che lo spinge negli abissi della perdizione, dove il degrado fisico e morale non ha limiti. Il personaggio di Macina è difficile da dimenticare."
Cangaceiro ha scritto:
"Meno scabroso di quanto si possa immaginare. Lo snuff aleggia senza invadenza durante il film, sembra più che altro il pretesto che dà il la all'escursione del protagonista nei bassifondi della depravazione sessuale. Evitando improbabili trattatati sociologici Schumacher dipinge un torbido spaccato di realtà, mettendo l'accento sullo spaesamento di un uomo per bene e normale di fronte a tanto marciume. Cage azzecca l'interpretazione con una prova misurata e sentita. Confezione di alto livello, nel momento di spannung si resta davvero col fiato sospeso."
MEMORABILE: Cage entra in casa di Macina e inizia la caccia...
Lythops ha scritto:
"Un tema interessante come quello degli snuff movie è l'occasione per portare in scena una storia dedicata a un pubblico molto, molto generalista che possa accontentarsi di ciò che vede senza interrogarsi troppo sull'impianto strutturale del film. Peccato perché non mancano punti forti come la descrizione del sottobosco che ruota attorno al porn estremo, la figura di Macina, alcune scenografie e, perché no, la ricca vedova coi suoi dubbi. Cage davvero inconsistente come (quasi) sempre, film sterile."