martedì 7 marzo 2023


LA CARTA E IL TERRITORIO

Titolo originale: La Carte et le Territoire 
Titolo in italiano: La carta e il territorio 
Autore: Michel Houellebecq 
Lingua: Francese 
Anno: 2010 
Data di uscita: 3 settembre 2010
1a ed. italiana: 2010 
2a ed. italiana: 2022
Tipologia narrativa: Romanzo, metaromanzo  
Genere: Autobiografico, depressivo 
Editore: Bompiani (2010); La nave di Teseo (2022) 
Collana (Bompiani): Narrativa straniera 
Collana (La nave di Teseo): I delfini
Pagine: 360 pagg., brossura (1a ed.); 400 pagg. (2a ed.)
Codice ISBN-10: 8845268365 
Codice ISBN-13: 978-8845268366 
Codice EAN: 9788845265815 
Titoli in altre lingue: 
   Inglese: The Map and the Territory 
   Tedesco: Karte und Gebiet 
   Olandese: De kaart en het gebied 
   Svedese: Kartan och landskapet 
   Spagnolo: El mapa y el territorio 
   Polacco: Mapa i terytorium 
   Russo: Карта и территория 
   Ungherese: A térkép és a táj 
Traduttore: Federica Ascari (1a ed.); Fabrizio Ascari (2a ed.) 
Premi e riconoscimenti: Prix Goncourt, 2010

Sinossi (da Amazon.it): 
"Se Jed Martin, il personaggio principale di questo romanzo, vi dovesse raccontare la sua storia, probabilmente vi parlerebbe della rottura della propria caldaia, avvenuta un certo 15 dicembre. Oppure di suo padre, architetto noto e stimato, con cui era solito trascorrere solo la vigilia di Natale. Ricorderebbe certamente Olga, una russa molto carina incontrata all'inizio della sua carriera, in occasione di una mostra delle sue fotografie delle carte stradali della Michelin. Tutto questo avveniva prima che arrivasse il successo mondiale con la serie delle opere dedicate ai "mestieri", ritratti di personalità di diversi ambienti (fra cui lo scrittore Michel Houellebecq), colte nell'esercizio della loro professione. Dovrebbe dire anche come ha aiutato il commissario Jacelin a chiarire un'atroce storia criminale che ha sconvolto la polizia. Sul finire della sua vita, Jed Martin arriverà a una certa serenità ed emetterà solo dei mormorii. L'arte, il denaro, l'amore, il rapporto col padre, la morte, il lavoro sono solo alcuni dei temi di questo romanzo, decisamente classico eppure, evidentemente, contemporaneo, in cui Michel Houellebecq, con la consueta implacabilità, ritrae la condizione umana."

Trama: 
Jed Martin è un artista bizzarro che vive da solo a Parigi. Ha sempre avuto un notevole successo. La sua vita viene svelata tramite diversi flashback nel corso del romanzo, la cui struttura non è lineare. Figlio unico di un architetto fanatico del lavoro, Jed ha perso la madre, morta suicida quando era bambino. Uscito dal collegio in cui era stato messo, ha cominciato a muovere i suoi primi passi nel mondo dell'arte, presentando domanda di ammissione all'École nationale supérieure des beaux-arts de Paris. La sua documentazione di candidatura era un dossier intitolato "Trecento fotografie di oggetti del commercio del ferro"
Jed acquisisce grande notorietà nel panorama artistico francese dopo aver studiato arte con fotografie modificate al computer delle mappe stradali Michelin, confrontandole con immagini satellitari delle stesse regioni. In questo periodo inizia una storia d'amore con Olga, l'agente PR russa della Michelin. Questa relazione ha termine all'improvviso quando la Michelin ha offerto alla donna un lavoro nel suo paese d'origine. L'artista rimane "senza parole". Quando Olga torna a Parigi più avanti, rimane fredda nei confronti dell'uomo, che non riesce a connettersi emotivamente con la loro precedente relazione. Finito il suo lavoro sulle mappe stradali, Jed cambia completamente genere, iniziando un ciclo di dipinti figurativi intitolato "Serie di professioni semplici", a cui lavora per molti anni. Ritrae personaggi come la escort Aimée e il tabaccaio Claude Vorilhon. Dopo tanto lavoro, viene finalmente pianificata una mostra sul Ciclo delle Professioni, la prima dopo quella delle carte stradali. Durante i preparativi, l'impresario dell'artista ha la brillante idea di invitare lo scrittore Michel Houellebecq a scrivere la prefazione al catalogo. L'idea è eccellente: ci si aspetta che un testo di un autore controverso abbia un'influenza positiva sulla percezione delle opere esposte. Così Jed si reca in Irlanda a trovare lo scrittore estremamente solitario nella sua casa, per mostrargli le fotografie delle sue opere necessarie alla preparazione del testo richiesto; gli fa inoltre la proposta di realizzare un suo ritratto e di regalarglielo. Lo scrittore è d'accordo su tutto. Nel corso delle loro conversazioni, si instaura tra i due un rapporto quasi amichevole. Nello stesso anno, Houellebecq rientra in Francia, acquistando la sua casa natale a Souppes, un villaggio rurale a sud di Parigi, dove si trasferisce. La mostra, pianificata da tempo, viene finalmente inaugurata a dicembre ed è un grande successo, oltre ogni aspettativa. Tutte le opere vengono vendute a prezzi sorprendentemente alti. Jed, diventato il pittore più pagato di Francia, è un uomo ricchissimo e smette di dipingere. 
Il padre del pittore, in pensione dallo studio di architettura da lui fondato molti anni prima, vive da tempo in una lussuosa casa di riposo. Il cancro al colon gli sta causando notevoli problemi. A differenza degli anni scorsi, la Vigilia di Natale Jed non andrà con lui al ristorante, ma lo inviterà nella sua dimora. Sullo sfondo di un rapporto fino a quel momento molto distante tra padre e figlio, quella sera si instaura tra loro un'atmosfera inaspettatamente intima. Il padre racconta per la prima volta del suicidio della madre di Jed e della sua storia personale. 
Il primo gennaio, un mese prima del suo quarantesimo compleanno, Jed si reca da Michel Houellebecq nell'impervia provincia di Souppes per consegnargli il ritratto. Anche in questa occasione diventa chiaro che lo scrittore vive da recluso e non ha praticamente alcun contatto sociale. 
Qualche tempo dopo la consegna del ritratto, Houellebecq viene assassinato nella sua casa di campagna. I dettagli dell'omicidio sono raccapriccianti: l'assassino, che ha ucciso anche il cane, ha infierito sul cadavere facendolo a pezzi e spappolandolo. La polizia parigina incaricata delle indagini è guidata dall'ispettore capo Jasselin, che fin dall'inizio brancola nel buio. Non si trova alcun indizio utile, alcuna traccia. Al funerale di Houllebecq al cimitero di Montparnasse, Jasselin fotografa i partecipanti e quindi incontra Jed Martin. Il pittore accetta di recarsi sulla scena del crimine con l'ispettore capo. Durante il sopralluogo, constata la scomparsa del ritratto che aveva fatto, cosa che sembra spiegare l'omicidio - ma non la particolare efferatezza. 
Il caso, particolarmente intricato, viene risolto soltanto tre anni dopo, per una pura e semplice coincidenza, quando l'assassino perde la vita in un incidente stradale. Era il proprietario psicopatico di una clinica di chirurgia estetica, che aveva ucciso numerose altre persone, preparandone i corpi dopo averli profanati. Nella sua abitazione vengono trovate le prove, tra cui il dipinto di Houellebecq. 
Intanto il padre di Jed evade dalla clinica, si reca a Zurigo, dove si fa somministrare l'eutanasia nella clinica Dignitas. Al pittore, arrivato troppo tardi, la direttrice dice soltanto che "la procedura si è svolta nel modo più normale possibile". Jed si scatena e le assesta un fortissimo sganassone, poi la prende a pugni, le rifila un calcio nel plesso solare e la fa sbattere con la colonna vertebrale contro lo spigolo di un mobile. Si sente un "crac". Dopo aver appurato che la donna respira (ma forse è paralizzata e in fin di vita), l'artista se ne sgattaiola via senza che nessuno lo scopra e la fa franca. 
Col ricavato della vendita del quadro di Houellebecq, Jed si ritira nella casa dei suoi nonni a Châtelus-le-Marcheix, nella Creuse. Passerà il resto della sua vita in strani e interessantissimi esperimenti artistici, innervati da una costante riflessione nostalgica sulla fine dell'era industriale in Europa e sulla natura transitoria di tutte le cose create dall'uomo in generale. L'ultima sua opera s'intitola "La vegetazione ottiene la vittoria finale".  

Ambientazione: 
13e arrondissement de Paris (Avenue Stéphen-Pichon), 
Raincy (Seine-Saint-Denis), 
Souppes-sur-Loing (Seine-et-Marne), 
Beauvais, 
Shannon (Irlanda),  
Châtelus-le-Marcheix (Creuse).

Recensione: 
Senz'ombra di dubbio La carta e il territorio è un metaromanzo. L'autore è infatti anche un personaggio della sua stessa opera. Sono stato favorevolmente colpito da questa scelta originale, abbastanza inconsueta, che insinua nel lettore uno strano senso di irrealtà e di sfasamento, quasi un'inquietudine subliminale. Alcuni elementi di matrice ideologica che affiorano qua e là, sono invece piuttosto indigesti. Nel complesso la mia valutazione è comunque positiva. 

Peculiarità stilistiche

Il segreto del successo di Houellebecq è il suo linguaggio descrittivo, aneddotico, inframmezzato a perle di cinismo caustico. Lo scrittore francese ama le digressioni: ogni volta che ce ne propone qualcuna, ci fa sentire più rilassati. Solo per fare un esempio, può parlare a lungo delle acque minerali norvegesi, che non sono minimamente ferruginose né sulfuree, senza mai annoiare il lettore, nonostante l'apparente banalità delle constatazioni. Poi non è facile verificare le informazioni riportate, così accettiamo questa aneddotica priva di fonti, senza impazzire a frugare nel Web alla ricerca di inutili conferme. Questo stile non è privo di rischi. Infatti Houellebecq è stato accusato di plagio da un giornalista per aver incorporato proprio in questo romanzo alcuni estratti dall'edizione francese di Wikipedia senza menzionarne la fonte, violando così la licenza Creative Commons BY-SA. Per questo motivo, un blogger ha ritenuto che ciò darebbe a chiunque il diritto di distribuire gratuitamente il testo sotto la stessa licenza degli articoli di Wikipedia. L'editore Flammarion ha  quindi minacciando di sporgere denuncia contro il blogger. osservando che è costume dello scrittore utilizzare testi tratti da documentazione disponibile nel Web come materiale letterario grezzo per i suoi romanzi. Solo per fare alcuni esempi, ha estratto la descrizione di un agente di polizia dal sito ufficiale del Ministero degli Interni, mentre il testo di un depliant turistico è stato utilizzato per la descrizione umoristica dell'hotel Carpe Diem. In ogni caso, direi che ha rimediato una figura di denso pastone marrone, anche se gli hanno parato il culo! 

Le origini del titolo

Riporto un singolare aneddoto: Houellebecq in un'occasione è stato accusato di aver plagiato il libro La Carte et le Territoire di Michel Lévy. È probabile che lo scrittore sia stato a conoscenza del libro di Lévy, dal momento che i titoli sono identici. Tuttavia il contenuto dei due libri è molto diverso. Si è potuto accertare che, per il titolo, entrambi gli autori si siano ispirati a uno dei principi della semantica generale del filosofo polacco-americano Alfred Korzybski (1879 - 1950): "la mappa non è il territorio". Anni fa mi è stato detto che non esistono diritti d'autore sul mero titolo: in altre parole, può capitare che due libri dissimili di autori diversi abbiano lo stesso titolo. 

Alcuni personaggi reali

Diversi personaggi reali compaiono nella trama, oltre allo stesso Houellebecq. Sono nomi non familiari qui in Italia, ma popolarissimi oltralpe. 
1) Jean-Pierre Pernaut (Amiens, 1950 - Parigi, 2022) è un giornalista e presentatore televisivo francese. Giornalista delle emittenti del gruppo TF1 dal 1975, è noto in particolare per aver presentato il notiziario delle ore 13 (Journal de 13 heures) per ben 32 anni. Spesso descritto come un "amante delle notizie regionali", ha scelto di orientare il suo programma proponendo una linea editoriale più locale e nominando corrispondenti nativi delle regioni. 
2) Frédéric Beigbeder, nato nel 1965 a Neuilly-sur-Seine, è uno scrittore, critico letterario, sceneggiatore, conduttore televisivo e regista francese. È l'ideatore del Prix de Flore, premio letterario di cui presiede la giuria. È stato anche direttore editoriale della rivista Lui. Nel 2003 ha vinto il Prix Interallié per Windows on the World, nel 2009 il Prix Renaudot per il suo libro Un roman français e nel 2018 il Prix Rive Gauche a Parigi per il suo libro Une vie sans fin.
3) Julien Lepers, nato nel 1949 a Parigi, è un conduttore radiofonico e televisivo, nonché cantautore francese. È particolarmente noto per essere stato il presentatore del quiz televisivo Questions pour un champion su France 3, dal 1988 al 2016, ma anche per essere il compositore di due grandi successi del cantante Herbert Léonard: Pour le plaisir (1981) e Amoureux fous (1983), cantate in duetto con Julie Pietri. 
4) Claude Vorilhon, detto "Raël", nato a Vichy nel 1946 è il fondatore e guru del Movimento Raeliano, un'organizzazione caratterizzata da dottrine sull'origine extraterrestre del genere umano e sulla clonazione come mezzo per raggiungere l'immortalità fisica. Questa singolare congrega è oggetto di molte controversie e classificata come setta in Francia da un rapporto parlamentare del 1995. Houellebecq, che è particolarmente fissato col personaggio, attribuisce il suo nominativo al gestore di un bar-tabaccheria! 

Principali opere di Jed Martin 

1) Damien Hirst et Jeff Koons se partageant le marché de l'art, olio su tela (incompiuto) 
2) L'architecte Jean-Pierre Martin quittant la direction de son entreprise, olio su tela 
3) Michel Houellebecq, écrivain, olio su tela 
4) Bill Gates et Steve Jobs s’entretenant du futur de l’informatique - La conversation de Palo Alto, olio su tela
5) Aimée, escort-girl, olio su tela 
6) Maya Dubois, assistante de télémaintenance, olio su tela
7) Le journaliste Jean-Pierre Pernaut animant une conférence de rédaction, olio su tela 
8) L'introduction en Bourse de l'action Beate Uhse, olio su tela 
9) L'ingénieur Ferdinand Piëch visitant les ateliers de production de Molsheim, acquarello
10) Ferdinand Desroches, boucher chevalin, olio su tela 
11) Claude Vorilhon, gérant de bar-tabac, olio su tela 

Depressione e mancanza di igiene

La depressione è un predatore, più nero della tenebra assoluta, che si mette in agguato in attesa della sua preda. Quando pensa che sia il momento migliore, compie un balzo e morde. Trafigge la persona malcapitata con un pungiglione che inietta un potente veleno, in grado di indurre uno stato di Mors Ontologica. Nel metaromanzo si insiste molto sullo stato di prostrazione che ha colpito Houellebecq. Uno dei sintomi più tipici di chi è stato preso dal Mostro è l'incapacità di mantenere un adeguato livello di igiene. Così lo scrittore non si lava, sviluppa un'infestazione di muffe che dà al suo corpo un odore rancido di pus, di sego, di cadavere. "Puzza un po'...", questo è ciò che pensa Jed Martin quando gli si avvicina. 

Idiosincrasie alimentari 

Emerge uno strano e difficile rapporto di Houellebecq col cibo. Non è chiaro quanto di tutto questo sia realmente autobiografico. Prima lo scrittore è in preda a sensi di colpa lancinanti perché è consapevole dell'estrema intelligenza e sensibilità dei maiali. Dopo aver elencato in modo aneddotico diverse capacità mirabolanti dei pingui animali, come quella di eseguire le addizioni e in alcuni casi persino le sottrazioni, giunge alla conclusione che gli esseri umani non abbiano diritto di cibarsi di carne di porco. Poi cade in uno stato famelico e ingurgita quantità immani di salumi! Un'altra peculiarità, già emersa in Sottomissione (2015), è il fatto che lo scrittore considera ripugnante la menta.  

Un pompino negato

Una storia d'amore finisce per via dello scarso turgore dei corpi cavernosi del protagonista, che non ha capito una grande verità: l'animale più odiato dalle donne è il CAMOSCIO! A lui si rizza male, lei si rifiuta di prenderglielo in bocca, così la relazione ha termine. "Avrebbe potuto farmi un pompino", pensa lui tra sé e sé, amareggiato, annichilito. Ma lei non glielo ha voluto fare. Probabilmente ce l'aveva proprio con lui, aveva avuto un moto di ripugnanza per un odore, per una mezza parola, mentre a qualcun altro il trattamento orale lo avrebbe riservato. Tuttavia è anche possibile che abbia deciso di non farlo a nessuno, di non far godere usando la bocca e di fare sesso soltanto nel canale vaginale. Un rigurgito morale? Dovuto a cosa? Chi può sondare l'abisso senza fondo che è la mente di una donna? Chi può comprendere le sue motivazioni oscurissime? Nessuno. Una donna può trovare infiniti modi, tutti estremamente raffinati, per tagliuzzare un uomo, con infinito sadismo! 

Il poliziotto e l'oligospermia 

Il meticoloso investigatore, Jasselin, soffre di un disturbo molto imbarazzante: l'oligospermia. Nonostante l'eccitazione, riesce a produrre al massimo un volume di liquame seminale pari a quello di un cucchiaino da caffè. Così ci spiega l'autore, che se la moglie del funzionario volesse dello sperma, non riuscirebbe ad ottenerne. Tuttavia la donna, che è un'abile cuoca e una gran scopatrice, non pratica il sesso orale. Non prende lo sperma in bocca e non lo vuole neanche addosso. Si fa fare quelle scarse gocce dentro, nella vagina, senza nemmeno accorgersi del flusso esiguo. Houellebecq ci fa un dettagliato trattato sull'oligospermia, eppure sembra confondere due concetti fondamentali: il volume dell'eiaculato e la densità degli spermatozoi nel liquido espulso. In realtà non esiste connessione alcuna tra le due cose. Un uomo può benissimo eiettare una gran massa di sperma poverissimo di gameti, oppure far uscire qualche goccia di sperma che ne è ricchissimo.  

Ancora sull'eutanasia 

Quello che sembra mancare a Houellebecq è l'empatia, la capacità di immedesimarsi nelle persone sofferenti. L'idea della possibilità di porre fine alla propria esistenza quando il dolore diventa insopportabile, arreca un tale sgomento allo scrittore francese, che in lui si scatenano reazioni violente. In alcune occasioni, ha addirittura deriso coloro che vorrebbero poter far cessare le sofferenze, definendoli qualcosa come "frignoni". Incarnandosi nel personaggio di Jed Martin, egli dà libero sfogo alla sua ira funesta, assaltando la direttrice di Dignitas e spezzandole la schiena. Come potremmo definire quanto descritto, "lesioni gravissime", "tentato omicidio" oppure "omicidio"? Un tempo esistevano codici che vietavano la scrittura di romanzi in cui un colpevole riesce a scampare alla Legge. Sono da sempre contrario a questi codici, li reputo limitanti, ma devo dire che questa descrizione di un crimine, seppur soltanto letterario, mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca. Secondo l'ideologia di Houellebecq, chi sostiene l'eutanasia sarebbe parte di quel mondo di pazzia furiosa noto come Ecologia Profonda, proprio come i vegani, gli animalisti e via discorrendo - gente spesso intollerante, molesta, attivissima nel Web. La Chiesa di Roma invece utilizza contro ogni idea di eutanasia lo spauracchio di Adolf Hitler e del Reich Millenario (ricordo ancora un prete che diceva: "Poi faranno morire anche chi non vuole"). Il solito spauracchio immensamente comodo. Prendono il Caporale di Braunau e lo usano come un bastone, perché la gente ne ha terrore. L'eutanasia di cui stiamo parlando, non ha nulla a che vedere con il concetto di "selezione razziale" e neppure ha a che fare con il mondo postmoderno. È soltanto questo: permettere a chi soffre in modo insopportabile di morire senza dover strisciare nella merda e nel vomito! Nessuno può imporre la cosiddetta "imitazione di Cristo"!  

Necrofilia e nanismo funebre  

Nell'elaborata struttura del metaromanzo, Houellebecq ama mortificarsi fino all'annichilimento, spinto da un masochismo estremo. Non solo si sottopone a una terribile morte virtuale per spappolamento, ma descrive le sue improbabili esequie in un modo del tutto inaspettato: i resti del cadavere vengono messi in una bara piccolissima, di una lunghezza di un metro e venti centimetri al massimo! Le proporzioni nanesche del feretro sconvolgono i presenti, li mortificano, li mettono di fronte a un orrore indecifrabile, che sembra scaturito dai più mostruosi incubi di Lovecraft! Salta subito agli occhi un'incongruenza. Perché inscenare una simile pantomima grottesca? Anche se i resti del defunto scrittore erano scarsi, si poteva sempre usare una bara delle dimensioni adatte a un individuo normale! Chi mai avrebbe chiesto a gran voce di aprire il coperchio per poter contemplare e annusare il macabro contenuto?  

domenica 5 marzo 2023

 
ANNIENTARE 
 
Titolo originale: Anéantir 
Titolo in italiano: Annientare 
Autore: Michel Houellebecq 
Anno: 2022 
Data di uscita: 7 gennaio 2022 
Lingua originale: Francese 
Tipologia narrativa: Romanzo 
Genere: Fantapolitica
1a ed. italiana: 2022
Editore: La nave di Teseo 
Collana: Oceani 
Pagine: 752 pagg. (copertina flessibile) 
Peso articolo: 1,1 kg 
Editore francese: Flammarion 
Codice EAN: 9788834609415 
Codice ISBN: 978-2080271532
Titoli in altre lingue: 
   Tedesco: Vernichten  
   Inglese: Annihilation 
   Spagnolo: Anihilación 
   Olandese: Vernietigen 
Traduttore: Milena Zemira Ciccimarra 
 
Sinossi (da www.ibs.it): 
"Bruno Juge è un politico di lungo corso, ministro dell’Economia e uno degli uomini più potenti della scena politica francese che si avvia alle prossime elezioni presidenziali. Ma è anche un uomo solo. Sua moglie lo ha tradito ed esposto a uno scandalo pubblico. Paul Raison è uno dei più stretti consiglieri di Bruno, solo come lui, separato in casa nell’indifferenza della moglie Prudence, fervente ecologista e vegana. Quando un attacco informatico diffonde in rete una serie di violenti video che colpiscono il governo e la stessa persona di Bruno Juge, Paul viene chiamato a collaborare alle indagini della Direzione generale per la sicurezza interna, che suo padre aveva diretto. Mentre difende il paese da pericolosi terroristi digitali, Paul deve affrontare anche i nodi irrisolti della sua famiglia: la fragilità dell’anziano padre, che è disposto a proteggere fino in fondo, il rapporto intenso con la sorella Cécile, contraria a ogni forma di edonismo, la distanza dal fratello minore Aurélien, un artistoide un po’ spiantato. In questa ricerca, a sorpresa, ritrova in Prudence, oltre l’apparente freddezza e distanza, un mondo segreto che ha resistito a tutto." 
 
Trama: 
Francia. Anno del Signore 2026, mese di novembre. Paul Raison lavora per il Ministro delle Finanze, Bruno Juge, sotto la cui guida l'economia francese ha vissuto una rinascita, in particolare nell'industria automobilistica. I rapporti di lavoro sono buoni. Paul è separato dalla moglie Prudence; condividono un appartamento ma si vedono a malapena. Paul fa spesso sogni molto vividi. Messaggi misteriosi sono apparsi su Internet, accompagnati da video di alta qualità generati al computer, uno dei quali mostra la decapitazione di Bruno con una ghigliottina. Infine, viene pubblicato un video che mostra la distruzione di una nave cargo; questo si rivela reale, e minaccia il commercio globale. 
Il padre di Paul, Édouard (me lo immagino identico a Jean Raspail), è un membro in pensione della Direzione Generale della Sicurezza Interna, che ha analizzato i misteriosi messaggi. Ha avuto un ictus che lo ha lasciato incapace di parlare, ma sta recuperando la capacità di comunicare sbattendo le palpebre. 
La famiglia di Édouard si riunisce per prendersi cura di lui, inclusi la sua compagna Madeleine e i suoi figli Paul, Cécile e Aurélien. Il marito di Cécile, Hervé, è un notaio disoccupato; entrambi sono sostenitori del Fronte Nazionale. La moglie di Aurélien, la giornalista Indy, è invece un'invasata woke che ha avuto un figlio usando lo sperma di un robusto afroamericano, avendo rifiutato quello del debole marito, che pure non è sterile; è interessata soprattutto a vendere le sculture della defunta moglie di Édouard, Suzanne. Aurélien decide di chiedere il divorzio, mentre Paul inizia a ricostruire il suo rapporto con Prudence. 
I misteriosi terroristi attaccano una banca del seme in Danimarca. Bruno inizia a prepararsi per le elezioni presidenziali del 2027. 
Édouard inizia a essere trascurato dal personale ospedaliero e la sua famiglia chiede aiuto a un'associazione di attivisti di estrema destra per farlo uscire dall'ospedale. La perfida Indy, venuta a sapere i dettagli, pubblica un articolo a riguardo. Paul è costretto a prendersi un congedo non retribuito a causa del suo legame con Bruno, mentre il fragile Aurélien si suicida, incapace di sopportare il trauma e l'onta. A questo punto i terroristi attaccano una nave di migranti che attraversava il Mediterraneo, uccidendo circa cinquecento persone. Un eccidio terrificante! Di conseguenza, il partito di Bruno vince le elezioni presidenziali. I servizi di sicurezza tracciano le coordinate dei tre attacchi su un pentagramma, identificando altri due luoghi. Uno era già stato distrutto, un centro di ricerca sulle neurotecnologie in Irlanda. Il secondo, in Croazia, era la sede prevista per un'importante conferenza tecnologica.  
Non si sapranno mai gli sviluppi di questo avvincente thriller fantapolitico. All'improvviso Paul viene diagnosticato un cancro alla bocca e la narrazione subisce un drastico cambiamento di rotta: si concentra unicamente sulla malattia del protagonista, che rifiuta l'operazione, decisamente invasiva, con cui volevano asportargli la lingua. Si sottopone invece a radioterapia, chemioterapia e immunoterapia, ma le cure non riescono ad assicurargli la guarigione, dato che la situazione è troppo compromessa. Proprio ora che aveva ritrovato una perfetta intesa con la moglie, tutto si avvia verso l'annientamento, stemperandosi istante dopo istante in uno stato crepuscolare.  
 
Recensione:
Grande è l'audacia narrativa di quest'opera, che non porta in ogni caso piena soddisfazione. P
rima si sviluppa una trama originale, che tiene il lettore col fiato sospeso, poi all'improvviso viene abbandonato tutto per concentrarsi sulle umilianti peripezie del protagonista ammalato di cancro. Viene gettata via ogni cosa, senza alcun motivo discernibile. Senza dubbio c'è del genio assoluto in tutto questo. Possiamo a buon diritto ritenere che questo romanzo  sia vera sperimentazione letteraria! Ci sono però anche rischi gravi quando ci si imbarca in un oceano sconosciuto: se la navigazione non viene gestita a dovere, si arriva al fallimento ed è come spararsi una revolverata in un piede! 

Personaggi e ambientazione

Il personaggio di Bruno Juge, Ministro dell'Economia, delle Finanze e del Bilancio, si ispira probabilmente a Bruno Le Maire (Ministro dell'Economia, delle Finanze e del Risanamento all'epoca della pubblicazione del romanzo). Bruno Le Maire, che afferma di essere uno degli amici intimi di Michel Houellebecq, ha rivelato nell'ottobre 2021 alcuni elementi della trama del romanzo, che all'epoca doveva ancora essere pubblicato. 

L'autore ha commesso un errore circa l'età del padre di Paul. Prima dice che "Suo padre aveva settantasette anni, erano tanti ma non chissà che" (pag. 43, ed. italiana), ma in seguito apprendiamo che questi era nato nel 1952 (pag. 69, ed. italiana). A questo punto della narrazione, la trama è ambientata a fine dicembre 2026, quindi il padre di Paul può avere al massimo settantaquattro anni. 

Gran parte della trama si svolge nel quartiere Bercy di Parigi, dove risiede il protagonista, e talvolta include alcuni piccoli errori topografici. Così la posizione di Rue Lheureux è collocata erroneamente dall'autore nel parco di Bercy. L'altro luogo in cui si svolge la storia è la provincia storica del Beaujolais, dove si trova la casa della famiglia Raison e dove Édouard è ricoverato in ospedale.

Gli aptonimi 

L'onomastica può sembrare banale, ma è frutto di scelte ben meditate, oculate. Il nomen omen è spesso presente. Bruno ha come cognome Juge, ossia "Giudice", parola che descrive abbastanza bene le sue funzioni. Paul ha come cognome Raison, ossia "Ragione", perché è calmo e assennato. Sua moglie Prudence, ossia "Prudenza", rifugge da ogni azione dettata dall'impulso. Questi sono, per così dire, Archetipi.  

Unioni infelici e patogeni 
 
Quando la moglie è diventata una convulsionaria vegana adepta della Wicca, è iniziato l'inferno domestico del protagonista, con la surreale segregazione dei due coniugi in diversi recessi del labirinto domestico, praticamente privi di possibilità di incontrarsi e di parlare. Una situazione grottesca che è andata avanti per un decennio: nella realtà sarebbe scattato il divorzio molto prima. Soltanto quando al poveretto è venuto un cancro, qualcosa è cambiato: lei ha deciso di riavvicinarsi. La coppia si è così ricongiunta a causa di una dinamica piuttosto improbabile: nella vita reale la moglie-aguzzina non demorde quasi mai dalla sua determinazione torturatrice, capace anche di provocare l'infarto per logorio. Per quanto riguarda i dettagli sessuali, ravviso una certa incongruenza. All'inizio del romanzo, mi sono fatto l'idea di una coppia con una sessualità piatta, convenzionale, con soltanto rapporti genito-genitali. Poi quando irrompe il tumore maligno, ecco che la narrazione all'improvviso cambia. La moglie diventa per incanto un'abilissima fellatrice. Un'assurdità sesquipedale è la descrizione di un rapporto orale che dura per una giornata intera, come se un uomo ormai ridotto a un cadavere deambulante possa essere in grado di sostenere un'erezione quasi permanente, con un orgasmo che si estende per un tempo indefinito. Ho trovato tristissima la vicenda del fratello minore del protagonista, Aurélien, portato al suicidio da una moglie arpia e feroce, seguace fanatica di tutte le storture del postmodernismo politically correct, radical shit, radical-femminista, woke e autorazzista, animata dal furore della cancel culture. Anche se il marito non era sterile, lei aveva sempre rifiutato di farsi ingravidare da lui. Lo aveva martoriato e ridotto a un cencio inzuppato di sangue, scegliendo di essere inseminata artificialmente con lo sperma di un colossale MANDINGO! Infine ha esposto a un pubblico malevolo e inquisitorio tutti i dettagli più intimi della famiglia del marito-vittima, ottenendo questi frutti: disperazione e suicidio. Resto sempre allibito dalle manifestazioni di questo patogeno concettuale che pretende di scardinare tutto ciò che non può capire, come ad esempio il linguaggio umano! Questa ideologia-virus è un tumore che cerca di abradere la Storia nel suo insieme, di spazzarla via imponendosi come chiave di lettura retroattiva dell'intero Universo, dell'intera esistenza, facendo uso di una violenza psicologica inaudita, contaminando ogni struttura sociale con le sue metastasi! 

Houellebecq e l'esoterismo 

Il libro include alcune immagini, realizzate con grande perizia artistica. A un certo punto compare a pagina intera un'effigie di Bafometto, con la scritta SOLVE su un braccio e la scritta COAGULA sull'altro. Sul basamento è riportato il nome dell'esoterista Éliphas Lévi (nato Alphonse Louis Constant, 1810 - 1875), che era di bassa statura e fisico corpulento, ma di carattere gioviale. Il protagonista, cercando il bandolo della matassa, consulta lo sciatto tecnico Doutremont. I due hanno lunghe conversazioni su svariati argomenti, esposti nel tipico stile aneddotico. Questo dice Doutremont su Bafometto, facendo filtrare la notoria avversione dell'autore nei confronti dell'Islam: 

"A voler fare i pedanti, si può dire che il nome risale al Medioevo, e che probabilmente è una deformazione di Maometto. Lo si ritrova per la prima volta in una lettera di Anselmo di Ribemont, compagno di Goffredo di Buglione, risalente al 1098, in cui descrive nel dettaglio l’assedio di Antiochia. Per i cavalieri cristiani del Medioevo, i musulmani non erano altro che adoratori del diavolo, del resto ci si può chiedere se avessero poi tutti questi torti…" 

E ancora:
 
"Be’, fatto sta che Bafometto in seguito fu venerato dai Templari, questa del resto è una delle ragioni principali della distruzione dell’Ordine del Tempio, e poi ripreso dai frammassoni del rito scozzese, e attualmente è molto popolare tra i gruppi di metal estremo e death metal, soprattutto norvegesi, è una vera star in quegli ambienti. Il personaggio è abbastanza ambiguo, ha una testa di capro, è barbuto, ma allo stesso tempo ha il seno di una donna, è piuttosto curioso." 

Il collegamento tra Bafometto e l'informatica è sublime. Peccato che poi non venga sfruttato! 

Houellebecq e l'ecologia 

Nel corso dei dialoghi con Doutremont, salta fuori l'annoso caso di Unabomber. Le sintetiche informazioni riportate da Houellebecq sono molto interessanti:  

"Unabomber era il nome che gli avevano dato i media, in realtà si chiamava Theodore Kaczynski. Era un matematico molto dotato, credo che abbia fatto addirittura una scoperta algebrica, una nuova dimostrazione del teorema di Wedderburn, se ricordo bene. Inizialmente ha insegnato a Berkeley, poi si è trasferito in una capanna isolata da qualche parte nel Montana. L’incipit di Futuro primitivo, il primo libro di Zerzan, è una vera e propria ode a Unabomber: ‘Sopravviveva come un orso grizzly o un puma, rincantucciato sotto lo spesso manto di neve. In primavera usciva dalla sua tana, vagava per la foresta, si spostava lungo il corso dei fiumi. Cacciava, pescava, raccoglieva frutti, spigolava nei campi. Sempre solo. Libero, ma solo.’ Può far sorridere, ma mi creda, questo genere di lirismo può essere molto efficace con alcune persone. Zerzan ha davvero dei punti in comune con Rousseau: un’intelligenza media, ma una autentica musicalità delle frasi; è una miscela che può rivelarsi estremamente pericolosa. Kaczynski è un’altra cosa: è molto più rigoroso, più strutturato nel suo pensiero, fa pensare di più a Marx, se vuole." 

Poco oltre si parla brevemente di uno sviluppo davvero singolare e bizzarro del movimento dell'Ecologia Profonda (quella di Odum, Capra et al., tanto per intenderci):  

"Nel 1996 la Church of Euthanasia, uno dei movimenti più provocatori della deep ecology – proclamano che i quattro pilastri del loro movimento sono il suicidio, l’aborto, il cannibalismo e la sodomia – lanciò una campagna Unabomber for President alle elezioni americane; senza consultarlo naturalmente, ma ciò dimostra che ha conservato a lungo una certa aura, un po’ come Charles Manson. Non è nemmeno impossibile che abbia avuto un’influenza sotterranea in Francia." 

Certo, Houellebecq ha messo molta carne al fuoco. Molti tagli succulenti. Peccato che poi finisca tutto in fumo!

Houellebecq e l'eutanasia 

Le idee di Houellebecq sull'eutanasia sono profondamente reazionarie e almeno in apparenza intrise di morale cattolica. Penso che sia una cosa sorprendente, inattesa. Il concetto portante esposto dal controverso scrittore in un denso trattato è questo: la vita di un giovane non conta nulla, perché col passare degli anni potrà diventare qualsiasi cosa, anche un vigliacco o un traditore, mentre la vita di un vecchio è preziosa perché si identifica con le opere che ha compiuto nel corso degli anni. Però c'è un però, come diceva il carissimo amico fiorentino R., sempre irriverente e malcontento: anche i vigliacchi e i traditori invecchiano! Un uomo che ha raggiunto la decrepitezza non vanta necessariamente una vita di eroismo. Può essere anche il più spregevole dei malfattori. Quindi, come la mettiamo? Concediamo ai vegliardi una stima condizionata? Se sono "degni" li esaltiamo come divinità, se sono "indegni" li sopprimiamo? Le radici "tradizionali" dei deliri esposti da Houellebecq contraddicono in realtà i presupposti di molte civiltà antiche, che non avevano molta simpatia per la cosiddetta "sacralità della vita umana". Tra i Germani, ai tempi di Tacito, i vecchi venivano disprezzati perché non erano riusciti a morire in battaglia. Tra i tanto strombazzati Greci di Atene, i vecchi venivano presi di mira dai giovani bulli, che li esponevano ad ogni sorta di irrisione e di ludibrio. Tra i Sardi dell'epoca nuragica, i vecchi venivano addirittura soppressi. Vero è che nemmeno i bambini se la cavavano troppo bene nel mondo antico: sia a Roma che tra i Germani, i neonati potevano essere esposti, ossia lasciati alle intemperie, ai corvi e alle volpi. Ancora nel Medioevo, in piena età cristiana e nonostante la riprovazione della Chiesa Romana, le esposizioni infantili continuavano in forme raccapriccianti: molte madri si liberavano dei fardelli gettandoli nelle latrine e facendoli soffocare tra gli escrementi. Di quale "tradizione" parla dunque l'esimio scrittore francese? 

Houellebecq e la prostituzione 

Un motivo del successo di Houellebecq sono le sue fissazioni. Ne ha numerose. Una delle più evidenti è la fissazione per le escort. Quelle donne, che fino a poco fa erano chiamate semplicemente "puttane", rappresentano per lui una vera e propria ossessione, un chiodo fisso. Quando era un informatico, le escort gli erano inaccessibili: lo consideravano uno sfigato. Brutto e senza soldi da spendere, non lo salutavano nemmeno. Poi il Destino ha cambiato tutto. Lo ha innalzato, permettendogli di diventare molto ricco con i frutti del suo ingegno. Questo fatto ha modificato in modo profondo e duraturo il suo rapporto con il gentil sesso.  

Houellebecq e l'incesto 
 
Il protagonista e alter ego di Houellebecq, a un certo punto, sente il bisogno cogente di recarsi da una escort. Ne sceglie una da un'inserzione e si reca a trovarla nel suo appartamento. Lei lo riceve nella semioscurità, lo fa sedere sul divano, quindi si inginocchia, gli estrae il fallo eretto e glielo prende in bocca. Lo succhia a lungo, leccandolo sulla punta con insistenza. L'uomo sta per eiettare un torrente di sperma, quando gli viene in mente di accendere la luce: premuto il vicino interruttore di una lampada, la prostituta si rivela essere sua nipote! Imbarazzatissimo, l'uomo rinfodera l'arma, sopprimendo l'eccitazione e impedendo ai fluidi di fuoriuscire dall'uretra turgida. A parer mio è stata una decisione piuttosto stupida. Giunto a questo punto, avrebbe benissimo potuto lasciarsi andare ed eiaculare, tanto quanto aveva compiuto era già di per sé irreparabile.

I fratacchioni, come quelli di Raspail 

Una cosa mi ha molto colpito: l'ordine dei Cappuccini Neri di Morgon, che svolgevano il servizio di cappellania per il movimento Civitas, un'associazione di cattolici integralisti dediti ad azioni di terrorismo in funzione anti-eutanasia. Questi fratacchioni somigliano molto a quelli visti nel famoso romanzo di Jean Raspail, Il campo dei santi (1973): i monaci di Fontgembar, quelli che cercavano vanamente di fermare le orde di invasori giunti dalle pianure del Gange, salmodiando e innalzando un ostensorio. Entrambe le congregazioni religiose sono viste con grande sospetto dal pubblico e osteggiate: sono definiti "farisei", "sepolcri imbiancati", "porci" e "servi del Capitale". Tuttavia possono beneficiare di una certa protezione da parte delle istituzioni. I Cappuccini Neri sono trattati addirittura con omertà dal parroco, che pur non approvando il movimento Civitas e le sue azioni, si rifiuta di giudicare la congregazione religiosa. 

Tradizioni familiari velleitarie

La storia di Paul Raison e del suo parentado non è affatto la tradizione familiare di Houellebecq, come alcuni internauti hanno sostenuto (tra questi, Buttaboni, 2023). Lo scrittore, nato Tomas, è stato abbandonato dai genitori quando era ancora un moccioso frignante ed è stato cresciuto da una nonna comunista, di cui ha adottato il bizzarro cognome come nome d'arte. Piuttosto direi che la storia di Paul Raison esprime ciò che Houellebecq avrebbe voluto essere! Gli sarebbe piaciuto provenire da una famiglia nera di cattolici tradizionalisti, monarchici, controrivoluzionari e irriducibili nemici dell'Illuminismo! Una famiglia che non lo abbandonasse! Invece niente, non è andata così. Quindi si è reinventato il passato, inscenando uno spaventoso psicodramma che sa di tregenda! 

Curiosità 

Meno di tre settimane prima della sua uscita, le prime pagine del romanzo sono state distribuite illegalmente sui social network; il 21 dicembre 2021 è addirittura circolata una versione digitale completa, probabilmente realizzata a partire da una scansione del libro, nonostante fossero state inviate solo versioni cartacee a 600 giornalisti letterari, con una richiesta formale da parte dell'editore di non rivelare nulla sulla trama del romanzo prima del 30 dicembre 2021. Si stenta a capire che fidarsi dei giornalisti è una cosa piuttosto stupida. Useranno sempre ogni frammento di informazione per fare SGUBBA!  

Altre recensioni e reazioni nel Web 

Le opinioni della critica sono abbastanza contrastanti. Ne riporto alcune:  

"Annientare inizia come un thriller di quelli scritti negli anni '80, ma si impantana in un melodramma pseudo-piccolo-borghese."
(Marie-José Sirach, su L'Humanité)

"Privata del suo strato di zolfo, la macchina di Houellebecq si ritrova messa a nudo, con le sue debolezze esposte: un'architettura traballante, una sterile riproposizione, un uso eccessivo di dialoghi noiosi." 
(Elisabeth Philippe, su L'Obs)

"Si potrebbe pensare che si tratti di un Houellebecq sinistro e pessimista. Ma no. Molti personaggi sono alla ricerca del bene e il messaggio del libro potrebbe essere: L'amore salva." 
(Dimitri Pavlenko, su Europe 1)

"Un romanzo profondo sulla malattia, la sofferenza, l'agonia e la morte, che sorprenderà, persino infastidirà, molti osservatori."
(Étienne Campion, su Marianne)

"Uno scritto alla fine della sua vita, uno scrittore che divaga, con commenti odiosi in modalità crema, ma una critica entusiasta, come se Houellebecq fosse nei nostri tempi reazionari un orgoglio francese paragonabile a ciò che l'energia nucleare era per i Trente Glorieuses."
(Joseph Confavreux e Lise Wajeman, su Mediapart

"Le pagine più toccanti del suo romanzo sono quelle in cui riesce a far rivivere, tra solitudine e abbandono, gesti fugaci che fanno piangere."
(Jean Birnbaum, su Le Monde

Ho reperito un gran numero di brevissime recensioni nel Web, ma non le ritengo utili. Ci sono troppi interventi di fan, li trovo insopportabili. Si definisce "fan" un essere che è capace soltanto di disinfettare con la saliva le emorroidi del suo idolo. Encefalo rudimentale, nessun pensiero razionale e critico, nessuna opinione che vada al di là della lode incondizionata. 

venerdì 3 marzo 2023

 
IL CAMPO DEI SANTI 
 
Titolo originale: Le Camp des Saints 
Titolo in italiano: Il Campo dei Santi 
Autore: Jean Raspail 
Anno: 1973 
Lingua originale: Francese 
Tipologia narrativa: Romanzo 
Genere: Fantapolitico, distopico 
Tematiche: Immigrazione, razzismo, xenofobia, 
    declino dell'Occidente,
scontro di civiltà, 
    sovrappopolazione 
1a edizione italiana: 1998
Editore (Italia): Edizioni di Ar
Collana: Il cavallo alato
Codice EAN:
9788898672585
Codice ISBN: 8898672586 
Pagine: 420 pagg.
Formato: Rilegato
Traduzione: Fabrizio Sandrelli 
Titoli in altre lingue: 
   Inglese: The Camp of the Saints 
   Tedesco: Das Heerlager der Heiligen 
   Olandese: Het legerkamp der heiligen 
   Afrikaans: Omsingel die laer van die heiliges 
   Spagnolo: El desembarco 
   Polacco: Obóz świętych 
   Ceco: Tábor svatých
   Finlandese: Pyhien leiri 
 
Sinossi (da Ibs.it)
‟Guidata da un personaggio carismatico, soprannominato il "coprofago", una folla immensa di paria s'impadronisce di un centinaio di imbarcazioni fatiscenti all'àncora nel porto di Calcutta. Inizia così una massacrante odissea che si concluderà dopo due mesi con l'approdo dell'"armata dell'ultima chance" sulle coste della Francia. Composto nel 1973, il romanzo di Raspail prefigura, e descrive con nettezza, i fenomeni che, a ritmo sempre più incalzante, si stanno oggi verificando.ˮ 

Trama: 
A Calcutta i preti cattolici promuovono l'adozione di bambini indiani da parte di chi è rimasto in Belgio, come forma di beneficenza. Quando il governo belga si rende conto che il numero di bambini indiani cresciuti in Belgio ha raggiunto quota 40.000 in soli cinque anni, una politica di emergenza tenta di fermare la migrazione. Temendo di non poter più mandare i propri figli nella Terra dell'Abbondanza, una folla di indiani disperati si riversa nel consolato. Mentre un operatore umanitario belga si fa strada tra la folla, un intoccabile noto come Coprofago per la sua abitudine di mangiare escrementi, solleva il suo bambino mostruosamente deforme e implora di portarli in Europa. L'operatore acconsente e assieme al Coprofago guida la folla al porto, dove si trovano centinaia di navi in disarmo. Molte di queste precarie imbarcazioni vengono requisite e salpano per l'Europa; le condizioni a bordo sono spaventose, insalubri e miserabili, con molti passeggeri, compresi i bambini, che fornicano in pubblico tra fiotti di spermi e salive sodomitiche. Mentre la flotta attraversano lo stretto di Ceylon, gli elicotteri le sorvolano, catturando immagini dei migranti per pubblicarle in Europa. 
Nel frattempo la situazione politica in Francia si fa più tesa. Durante una conferenza stampa sulla crisi, un funzionario che tiene un discorso di elogio dei migranti viene affrontato da un giornalista furioso che pretende di sapere se la Francia "avrà il coraggio di opporsi" ai migranti una volta sbarcati. Il funzionario definisce la domanda moralmente offensiva e minaccia di far espellere il giornalista. I media esacerbano le tensioni tra i francesi, gli africani e gli arabi che già vivono nel paese, iniziando a scrivere che la flotta dei migranti ha la missione di "arricchire, purificare e redimere l'Occidente capitalista". Mentre i lotofagi parigini esultano, la popolazione del sud della Francia, terrorizzata dall'arrivo dei migranti, fugge in massa verso nord. 
La flotta si avvicina al Canale di Suez, le forze militari egiziane la costringono a dirigersi verso sud, doppiando il Capo di Buona Speranza. Con sorpresa degli osservatori, il Sudafrica fornisce chiatte di cibo e provviste, che i migranti gettano in mare. La stampa internazionale è entusiasta, credendo che il rifiuto delle forniture sia una dichiarazione politica contro il regime di apartheid. I leader occidentali, fiduciosi che i migranti accetteranno i rifornimenti dalle loro nazioni "più virtuose", organizzano una missione di rifornimento, finanziata da governi, enti di beneficenza, rock star e importanti Chiese, per incontrare i migranti al largo di São Tomé. Tuttavia, la flotta non si ferma nemmeno su queste chiatte, e quando un lavoratore della chiatta del Papa tenta di salire a bordo di una delle navi, viene strangolato e gettato tra le onde. La stampa cerca di limitare la copertura dell'omicidio. 
Quando i migranti attraversano lo Stretto di Gibilterra, il presidente francese ordina alle truppe di dirigersi a sud e si rivolge alla nazione con il suo piano per respingerli. Tuttavia, a metà del discorso retorico, crolla, intimando alle truppe di seguire la propria coscienza. La maggior parte dei soldati abbandona all'istante le proprie posizioni e si unisce ai civili in fuga verso nord. Il sud, sguarnito, viene rapidamente invaso dai migranti. Alcuni degli ultimi soldati rimasti resistono e si rifugiano in un piccolo villaggio, insieme a Calguès, un anziano estimatore di Lord Kitchener e del Ku Klux Klan, e Hamadura, un indiano occidentalizzato terrorizzato dai suoi connazionali "sporchi e brutali", orgoglioso di avere più cose in comune con i bianchi. Le esigue truppe asserragliate nel villaggio, circondate dal "territorio occupato", rimangono l'ultima difesa dei valori occidentali e della Francia Libera contro gli invasori. 
I migranti si dirigono verso nord, senza alcun desiderio di assimilarsi alla cultura francese, continuando a rivendicare uno standard di vita da Primo Mondo, pur violando le leggi: non producono nulla e uccidono cittadini francesi, come i capi fabbrica, i negozianti e la gente comune che non li accoglie. A loro si uniscono anche gli immigrati già residenti in Europa, oltre a vari gruppi di sinistra e anarchici. In tutto l'Occidente, sempre più migranti arrivano e hanno figli, crescendo rapidamente fino a superare in numero i bianchi. Nel giro di pochi mesi, l'Occidente crolla e vengono insediati governi pro-immigrati, mentre ai bianchi viene ordinato di condividere case e appartamenti con gli immigrati. Il villaggio che ospita le truppe viene bombardato dagli aerei del nuovo governo francese, noto solo come "Comune Multirazziale di Parigi". Nel giro di pochi anni, il mondo occidentale cambia volto. Il sindaco di New York City viene costretto a condividere Gracie Mansion con tre famiglie afroamericane di Harlem; i migranti si radunano nei porti costieri dell'Africa occidentale e dell'Asia meridionale e si riversano in massa in Europa, Australia e Nuova Zelanda; Londra viene presa d'assalto da un'organizzazione nota come "Comitato del Commonwealth non europeo", che costringe la regina britannica a far sposare suo figlio con una donna pakistana; milioni e milioni di colossali Mandingo, sciamati dall'intero Continente Nero, si radunano presso il fiume Limpopo, invadono il Sudafrica e lo devastano. 
L'epilogo rivela che la storia è stata scritta nell'ultimo baluardo del mondo occidentale, la Svizzera. Tuttavia la pressione internazionale dei nuovi governi, che la isolano come stato canaglia per non aver aperto le frontiere, insieme agli elementi pro-immigrazione interni, la costringono a capitolare. A poche ore dall'apertura delle frontiere, l'autore dedica il libro ai suoi nipoti, nella speranza che crescano in un mondo in cui non si vergogneranno di lui per averlo scritto.

Citazioni: 

‟Il tempo dei mille anni giunge alla fine. Ecco, escono le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, il cui numero eguaglia la sabbia del mare. Esse partiranno in spedizione sulla faccia della terra, assalteranno il campo dei Santi e la Città diletta.ˮ 
Apocalisse, capitolo XX 
 
Dovremmo ricercare assieme un nuovo stile di vita che renda possibile la sussistenza di quegli otto miliardi di esseri umani che, secondo alcune stime, popoleranno la terra nel 2000. Altrimenti, nessuna bomba atomica potrà arginare la marea costituita dai miliardi di esseri umani che un giorno si muoveranno dalle aree più meridionali e povere del mondo, irrompendo negli spazi relativamente aperti del ricco emisfero settentrionale per cercare di sopravvivere.ˮ
Il Presidente algerino Houari Boumedienne
(Marzo 1974) 

La domanda attuale è questa: come potremmo trovare un modo di relazione pacifico con un gruppo etnico importante che fa parte, ormai, dello Stato francese e che ha il diritto di essere ciò che è, perché questa è una situazione di fatto che abbiamo accettato e voluto? Come potremmo trovare dei modi di convivenza interna alla Francia che rendano possibile tale coabitazione, nell’amore e nel rispetto della libertà di ciascuno? Questo è uno dei compiti delle generazioni future.ˮ 
Il cardinale Lustiger 
(Aprile 1984) 


Recensione:
Questo romanzo ha una pessima fama, nonostante sia ricco di spunti di riflessione e nel complesso si possa considerare sommamente meritorio. In Italia sembra addirittura colpito dal bando e dall'interdetto, al punto che ne viene ostacolata con ogni mezzo la diffusione. Perché questa censura? La risposta è semplice: il romanzo di Raspail, accusato più volte di veicolare contenuti razzisti, xenofobi e anti-immigrazione, è stato esaltato da un'estesa galassia di movimenti neofascisti e neonazisti (primi tra tutti i cosiddetti Suprematisti Bianchi americani), fino a diventare un vero e proprio punto di riferimento di ogni specie di sostenitori del complottismo. Eppure sono dell'idea che Il Campo dei Santi vada considerato come un importante esperimento concettuale, che cerca di metterci davanti alle conseguenze di un incombente disastro apocalittico. Come reagiremmo? Sarebbe molto interessante se si facessero dibattiti costruttivi, anziché urlare al lupo politico e cercare di proibire le letture ritenute "sconvenienti"

L'origine del titolo 

Le parole di Raspail sono tratte da Apocalisse, 20:7-9, anche se non sono riportate in modo esatto: hanno subìto una sintesi e una rielaborazione non indifferente. Questo è il testo biblico (Nuova Riveduta):  

7 Quando i mille anni saranno trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua prigione 8 e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarle alla battaglia: il loro numero è come la sabbia del mare. 9 E salirono sulla superficie della terra e assediarono il campo dei santi e la città diletta; ma un fuoco dal cielo discese e le divorò. 10 E il diavolo, che le aveva sedotte, fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli. 

Si nota all'istante che nella narrazione di Raspail non esiste alcun fuoco dal cielo, nessun aiuto soprannaturale ai Santi assediati! Ogni riferimento al Diavolo è stato rimosso in modo chirurgico dalla citazione iniziale, ma in seguito salta fuori quasi per esteso, nel delirante discorso con cui il Coprofago arringa le masse. Tutto procede verso l'annientamento collettivo e non esiste speranza.  

Alcune note linguistiche 

In italiano il termine "campo" è abbastanza ambiguo: può indicare una distesa di terreno oppure un accampamento. In inglese questa ambiguità non sussiste. Mentre il termine "field" indica la distesa di terreno, "camp" indica invece l'accampamento (si notano alcuni significati obsoleti come "esercito" e "battaglia"). Anche il francese distingue tra "champ", che indica la distesa di terreno e "camp", che indica l'accampamento, la base militare o la fazione politica. Entrambe le forme, champ e camp, derivano direttamente dal latino campus "campo" (genitivo campi), seppur tramite percorsi diversi. Il titolo del romanzo di Raspail è ancora più chiaro in tedesco, dove "Heerlager" si traduce con "accampamento dell'esercito" (Heer "esercito" + Lager "accampamento"; la parola Lager significa anche "magazzino", "giaciglio" e simili). In olandese legerkamp si traduce con "campo militare", "accampamento"; in Afrikaans si ha laer, di identica etimologia. Chi ha tradotto il titolo in spagnolo si è sentito forse un po' a disagio e ha optato per qualcosa di totalmente diverso: "El desembarco", che alla lettera significa "Lo sbarco"
 
L'ispirazione 

Si dice che un giorno l'autore stesse contemplando la riviera della Costa Azzurra. A un certo punto un pensiero lo ha scosso:

‟E se dovessero venire? Non sapevo chi fossero "loro", ma mi sembrava inevitabile che gli innumerevoli diseredati del Sud, un giorno, come un'onda di marea, salpassero per questa riva opulenta, l'ampia frontiera del nostro fortunato paese.ˮ 

In un torpore allucinatorio indotto dalla luce e dal calore solare, l'autore si è sentito addosso tutte quelle masse, all'improvviso, rimanendone traumatizzato! Ha visto franare di colpo l'illusoria sicurezza su cui fondiamo le nostre esistenze. La gente crede che politica e ideologia abbiano il mirabile potere di fare sparire i dati di fatto, quando il crollo sistemico dovesse presentarsi. Temo che questo sia un gravissimo errore. 

Profezia? Ucronia? 

Il romanzo si svolge negli anni '90 del XX secolo, ossia un ventennio dopo la sua pubblicazione. Nonostante si dica spesso che è un testo profetico, chiaramente non descrive il nostro stesso corso storico: gli eventi narrati non hanno attinenza con quelli che si sono realmente verificati. Come in molti tentativi di descrivere il futuro, tutto precipita in modo troppo rapido, troppo vorticoso. Si noti che Raspail, tra le altre cose, non ha saputo prevedere i meccanismi che hanno portato alla fine dell'apartheid in Sudafrica. Il punto è che egli non profetizza davvero eventi particolari, puntuali, ma si fa annunciatore delle nubi temporalesche che si addensano all'orizzonte: l'irrompere del Caos, dell'entropia dilagante che travolgerà il mondo come un fiume in piena. Faccio piuttosto fatica a classificare l'opera come un'ucronia, dato che non si riesce a trovare un punto di divergenza. L'intera costruzione della crisi degli orfani indiani mandati in Belgio è con ogni probabilità completamente inverosimile, proprio come la concatenazione di eventi che ne sarebbero scaturiti. Sono artifici letterari. Lo scopo dell'autore non è quello di presentarci un'architettura ucronica. 

 
Ministro del Regno di Araucania e Patagonia  

Oltre ad essere un indefettibile esploratore, Jean Raspail (1925 - 2020) ricoprì anche un incarico importante nel Regno di Araucania e Patagonia, uno Stato fondato dall'avvocato e avventuriero francese Orélie-Antoine de Tounens (1825 - 1878), non riconosciuto da nessuna nazione del pianeta. Potremmo dire che si tratta di una micronazione, sconosciuta ai più ma dotata di una storia molto avvincente. Nel 1981 Jean Raspail si proclamò Console generale di Patagonia e ultimo rappresentante del Re Orélie-Antoine I. Scrisse anche un romanzo, Me, Antoine de Tounens, roi de Patagonie (1981), pubblicato da Editions Michel Albin, che vinse nello stesso anno il Grand Prix du roman de l'Académie française.  
 
Un grande provocatore 
 
Non bisogna dimenticare la portata dell'ironia caustica di Raspail, che purtroppo non viene compresa a fondo dalla massima parte del pubblico, sconvolto dalle sue dichiarazioni considerate "sovraniste" e "razziste", oltre che dalla sua opera di denigrazione degli immigrati, dipinti come mostri, come furie scatenate. Spesso le apparenze ingannano. Dopo essere stato eletto simbolo della destra identitaria ed esaltato dagli ultra-nazionalisti come eroe della lotta contro il declino dell'Occidente (Marine Le Pen si proclamava sua fan), ecco che il coriaceo esploratore ha spiazzato tutti affermando di essere un fervente sostenitore del Sarkoma di Kapozy, a cui dava regolarmente il suo voto!  
 
Mandingo soffocatori e altre amenità

Nei ghetti neri d'America, vige uno strano costume tra le gang criminali. Questi Mandingo robustissimi usano la loro terza gamba per soffocare le vittime! Capita così che un pappone si sieda sul petto del malcapitato di turno e gli infili in gola lo smisurato fallone eretto, impedendo la respirazione e provocandogli così una morte vile! Raspail ne parla senza mezzi termini, col suo abituale linguaggio ruvido, che rifugge da ogni ipocrisia. 

I gonorroici di Saint-Favier 
 
Talvolta le narrazioni raspailiane sono insensate e un po' indigeste, in quanto viziate da un'apparente assenza di comprensione della natura delle cose. In realtà è solo una trappola artatamente predisposta per catturare il pubblico ingenuo. Un esempio è la descrizione dell'epidemia di gonorrea scatenatasi a causa di una piscina pubblica nell'ameno borgo di Saint-Favier. L'infezione, che ha colpito agli occhi anche alcuni bambini, è partita da un gruppo di nordafricani dediti alla sfrenatezza venerea. Così l'autore spiega che un'indagine epidemiologica ha dimostrato l'estraneità della popolazione francese autoctona al contagio da Neisseria gonorroeae prima dell'apertura della piscina. Il batterio avrebbe infatti infettato soltanto due giovani debosciati drogati e un vecchio sporcaccione, mentre avrebbe avuto un'incidenza del 10% tra la popolazione magrebina. Tutto ciò è ben poco verosimile e sembra tradire una certa disonestà intellettuale. La gonorrea non si fa tanti problemi a infettare genti di qualsiasi etnia e provenienza. Esiste dove si fa sesso. Un uomo di mondo come Raspail lo sapeva bene: si è preso gioco dei lettori. Tra l'altro, il borgo di Saint-Favier è una sua invenzione, a dispetto del nome così verosimile! Non so se sia poi tanto improbabile la connessione con l'italiano fava, che tra le altre cose significa anche "membro virile".
 
Convulsioni sessuali 

Ed ecco un autentico pezzo di bravura della prosa di Raspail:  

"A bordo, la vita era ridotta allo stadio vegetativo: si mangiava, si dormiva, si risparmiavano le forze, si meditava sulla speranza e sul paradiso ove scorrevano il latte e il miele, ove fiumi calmi e pescosi irrigavano terre ricolme di messi spontanee. Solo i ragazzini che raccoglievano escrementi, correndo qua e là, le mani giunte a coppa, animavano questa massa colpita da paralisi, stesa sui ponti delle navi come caterva di cadaveri disseminati su di un campo di battaglia. Grazie al calore, all’inattività e al sole che agiva da droga sulla pelle e nei cervelli, alla specie di atmosfera mistica in cui era immersa questa moltitudine, grazie, sopra tutto, all’inclinazione naturale di un popolo per il quale il sesso non è mai stato sinonimo di peccato, la carne si mise a fermentare in silenzio. Quelle forme distese venivano percorse da movimenti di ogni genere. In alcuni momenti, i ponti delle navi somigliavano a quei bassorilievi dei templi così ammirati da turisti lùbrici o imbarazzati, ma di rado sensibili alla bellezza delle sculture e degli atti che queste raffigurano. Era tutto un guizzare di mani, bocche, natiche, sessi maschili. Sotto le tuniche bianche, i corpi fremevano, travolti da un’ondata di carezze. Gli adolescenti passavano di mano in mano. Giovinette dal fisico acerbo si coricavano intorpidite, la testa dell’una accanto ai piedi dell’altra, in un languido intreccio di braccia, gambe e capelli sciolti e quando si risvegliavano si leccavano in silenzio. Verghe affondavano in bocca fino alla radice, lingue appuntite si insinuavano in foderi di carne, le donne masturbavano i vicini. Lo sperma scorreva a fiotti sui corpi, in mezzo a seni, cosce, labbra e dita. Le coppie non erano più coppie, ma terzetti, quartetti, famiglie di carne in preda a una dolce estasi, uomini con donne, uomini con uomini, donne con donne, uomini con bambini, e bambini con bambini le cui mani sottili giocavano all’eterno gioco della felicità carnale. Vecchi smagriti sentivano rinascere in sé una forza perduta. Su tutti i visi, al di sotto degli occhi socchiusi, errava uno stesso sorriso calmo e sereno. Si udivano solo il vento del mare, l’ansimare dei petti e, talvolta, un grido, un gèmito, un richiamo che risvegliava altre forme distese e le invitava a congiungersi nella comunione dei corpi. 
Così, nella merda e nella lussuria, ma anche nella speranza, avanzava verso l’Occidente l’Armata dell’ultima chance." 

I fratacchioni!  

Ultimo residuo di quella costruzione culturale e ideologica nota come Cristianità, una congregazione di frati cerca di affrontare le orde giunte dal mare. L'abate regge un ostensorio d'oro e salmodia nomi di Santi, pensando che Dio non farà soccombere lui e i suoi confratelli. Anzi, è convinto che Dio non farà soccombere la Francia né le altre nazioni definite come "cristiane". Portae inferi non praevalebunt. Invece prevalgono. Non succede nulla. Non c'è intervento divino. Le orde avanzano e calpestano sotto migliaia di piedi il crocefisso, l'abate e i suoi confratelli. I corpi dei religiosi sono ridotti in poltiglia e dispersi nel Nulla. Incomprensibile è l'entusiasmo dei cattolici tradizionalisti e dei reazionari per l'opera di Raspail. Almeno, è incomprensibile se si ci si ostina a voler credere che questi elementi professino la loro religione come elemento vivo e fondante delle loro esistenze. Si comincia a capire qualcosa di più ammettendo invece che essi professino tale religione come puro e semplice calcolo politico. È come se sapessero di poter finire annientati, a dispetto delle parole di Gesù riportate in Matteo 16,18-19. 

Raspail e il mondo cattolico

Raspail esprime le seguenti opinioni sulla Chiesa di Roma. Da una parte sostiene il Cattolicesimo "di estrema destra", quello dei conservatori estremi, dell'aristocrazia nera, delle pretese di discendenza dai Merovingi, della demonizzazione dell'Illuminismo, dell'odio verso ogni forma di modernità e via discorrendo. Dall'altra stigmatizza il Cattolicesimo "di estrema sinistra", quello imperniato sull'accoglienza ai migranti, sul sostegno al Terzo e al Quarto Mondo, sul pauperismo, etc. Se ci riflettiamo, per Raspail, il Cattolicesimo "di estrema destra" e il Cattolicesimo "di estrema sinistra" non sono affatto la stessa religione: sono due religioni diverse

L'istinto di conservazione e la sua fine 

Ecco un interessante brano, che mi accingo a riportare in questa sede. In esso, Raspail esplora con grande acutezza le reazioni della popolazione di fronte alla catastrofe, ravvisando significative differenze con quanto avveniva in passato. 

"Il popolo non muoverà mai un dito, né in un senso, né nell’altro. Non siamo più nel Medioevo, quando i servi sfruttati correvano a rifugiarsi dentro le mura del castello feudale, se i rintocchi della campana del mastio annunciavano l’arrivo di bande di saccheggiatori. Se gli uomini d’arme del padrone – chiedo scusa, del signore – erano troppo pochi, i proletari – chiedo scusa, i servi – accorrevano sugli spalti delle mura, mentre le loro donne si affaccendavano attorno ai calderoni in cui bolliva la pece. Al servizio del signore si viveva male, ma si viveva, mentre dopo il passaggio dei saccheggiatori si moriva semplicemente di fame. Marcel non è più stupido del servo medievale, suo avo. Ma il Mostro gli ha succhiato il cervello senza che lui se ne sia accorto. Contro i migranti del Gange, nuovi saccheggiatori della fortezza Occidente, Marcel non accorreva sugli spalti. Gli uomini d’arme dovranno cavarsela da soli, è il loro mestiere! E se indietreggeranno o fuggiranno, non sarà certo Marcel a dar loro man forte! I castelli della nostra epoca, con le mura d’acciaio e di cemento, i sotterranei pieni di viveri, i magazzini ricolmi di merci, le officine operose, i camminamenti e i ponti levatoi dal traffico intenso, le terre fertili e le torri d’oro e d’argento, Marcel li abbandonerà al saccheggio. Non sa più riflettere. L’hanno castrato, estirpandogli l’istinto di conservazione..." 

Di fronte alle provocazioni dell'autore, immagino che ancor oggi molti borbottino come pentole di fagioli. Poi bisogna vedere cosa resterebbe della politica e del suo linguaggio quando un terribile maglio dovesse abbattersi sull'incudine. 

Altre recensioni e reazioni nel Web 

Nel 2002, l'editorialista Lionel Shriver descrisse il romanzo come "al tempo stesso lungimirante e spaventoso", certamente "razzista" ma "scritto con un'enorme energia verbale e passione". Shriver scrive che l'opera di Raspail "dà voce biliosa a un'emozione la cui espressione è sempre più tabù in Occidente, ma che non può che diventare più virulenta quando viene repressa: il feroce risentimento provato dalla maggioranza della popolazione quando tale status sembra minacciato"

William F. Buckley Jr. ha elogiato il libro nel 2004 come "un grande romanzo", avendo sollevato interrogativi su come rispondere all'immigrazione illegale di massa. Nel 2005, il conservatore Chilton Williamson ha elogiato il libro come "una delle opere di reazione letteraria più intransigenti del XX secolo"

Nel 2014, Mackubin Thomas Owens ha notato l'elogio di Buckley, osservando che "Raspail era avanti ai suoi tempi nel dimostrare che la civiltà occidentale aveva perso il suo senso di scopo e della Storia, il suo eccezionalismo." 
Alla stessa epoca risalgono ripetute dichiarazioni del notorio cospirazionista Steve Bannon, prima che diventasse consigliere strategico di Donald Trump. Eccole: 

«L’Europa centrale e poi quella occidentale e settentrionale sono quasi sottoposte a un'invasione del tipo "Campo dei Santi"»
(ottobre 2015) 

«In Europa tutta la questione ruota intorno all’immigrazione, ed è un problema mondiale ormai, questa specie di "Campo dei Santi" globale»
(gennaio 2016) 

«Quella a cui assistiamo non è una migrazione, è davvero un’invasione. Per me è il "Campo dei Santi"»
(gennaio 2016) 

Gli anni sono passati e l'Occidente non è ancora crollato, nonostante le molte criticità, segno che ad ispirare Steve Bannon in quegli anni era più che altro la paranoia. 

martedì 28 febbraio 2023


WHATEVER THAT HURTS 

Gruppo: Tiamat 
Album: Wildhoney 
Anno: 1994 
Paese: Svezia  
Lingua: Inglese 
Genere: Gothic Metal, Death Metal 
Formato: CD 
Etichetta: Century Media 
Formazione: 
  Johan Edlund - voce, chitarra
  Johnny Hagel - basso
  Lars Sköld - batteria
  Magnus Sahlgren - chitarra solista
  Waldemar Sorychta - tastiere
  Birgit Zacher - voce addizionale 
Etimologia del nome del gruppo: da Tiāmat, nome accadico della Dea degli Abissi, Madre del Cosmo (cfr. ebraico Tehōm "Abisso")
Link: 


Testo in inglese: 

Whatever that hurts

Decoction of Jimsonweed
Slimy trailing plants distil
Claustrophobia and blood mixed seed
Cursed downstairs against my will
Cobweb sticks to molten years
Cockroaches served with cream
I wipe the silver bullet tears
And with every tear a dream
With every tear a dream..
Honey tea, psilocybe larvae
Honeymoon, silver spoon
Psilocybe tea
Energy trickles with the tide
Masterminds and the suicide squad
Drink acid water by my side
Stake the saviour of their daily fraud
Overfilled toothpaste tubes
Sleepless and timeless faces
Drippety drop on sugarcubes
The one eyed's eye twinkles and gazes
Twinkles and gazes...
Honey tea, psilocybe larvae
Honeymoon, silver spoon
Psilocybe tea 

Traduzione: 

Qualsiasi cosa dia fastidio 

Decozione di stramonio 
Piante rampicanti viscide distillano
Semi di claustrofobia mista a sangue 
Maledetto piano inferiore 
Contro la mia volontà 
La ragnatela si attacca 
Agli anni fusi 
Scarafaggi serviti con panna 
Asciugo le lacrime del proiettile d'argento 
E con ogni lacrima un sogno... 
Tè al miele, larve di psilocybe  
Luna di miele, cucchiaio d'argento 
Tè alla psilocybe 
L'energia scorre con la marea
I cervelloni e la squadra suicida
Bevono acqua acida al mio fianco
Perfora col palo il salvatore della loro frode quotidiana 
Tubetti di dentifricio stracolmi
Volti insonni e senza tempo
Goccia gocciolante su zollette di zucchero
L'occhio del guercio brilla e guarda... 
Tè al miele, larve di psilocybe
Luna di miele, cucchiaio d'argento
Tè alla psilocybe 

Recensione: 
Il brano è semplicemente esaltante. Il video è uno spettacolare viaggio allucinatorio in un Inferno psichedelico. I colori sono abbacinanti, quasi esplosivi. Si scorgono forme transeunti, vorticose, in cui volti oscuri si ridefiniscono istante dopo istante, sfaldandosi, frammentandosi, ricomponendosi. Un pupazzo si contorce, il suo capo è fatto con una sigaretta mezza combusta. Si contorce, danzando come gli spettri di stelle morenti sul margine di un Orizzonte degli Eventi che annienta l'Essere! Un Buco Nero ontologico! Un burattinaio agita le dita di legno rossiccio, cercando di stringere un pupazzo che è una specie di mosca plasmata da un Demiurgo folle! Intanto dall'alto colano fiotti di un miele allucinogeno, tossico, che uccide i viventi. 

San Isidro o la carne degli Dei 

La Psilocybe cubensis (Earle) Singer, 1948 è un fungo basidiomicete della famiglia delle Strophariaceae. Ha poteri psichedelici, contenendo il principio attivo detto psilocibina. Questo fungo, noto anche con il sinonimo scientifico di Stropharia cubensis, in Messico è denominato San Isidro, che in spagnolo significa "San Isidoro". Gli Aztechi ne facevano largo uso e lo chiamavano teōnacatl, ossia "carne degli Dei" (più precisamente "fungo degli Dei", da teōtl "divinità" e nanacatl "fungo", alla lettera "quasi-carne", forma reduplicata di nacatl "carne"). Francamente non so se sia infestato da larve o se queste si siano prodotte nella mente frenetica del cantante dei Tiamat. Nemmeno so se con questo fungo ci facciano del tè, se lo mettano in infusione. Molti anni fa mi capitò di conoscere in chat un pazzoide che ci faceva delle fritture. Poi parlava di Rettiliani e delle opere di Carlos Castaneda.