martedì 22 settembre 2015


EL TOPO

Titolo originale: El Topo
Lingua originale: spagnolo
Paese di produzione: Messico
Anno: 1970
Durata: 125 minuti
Colore: colore
Audio: sonoro
Genere: western
Regia: Alejandro Jodorowsky
Soggetto: Alejandro Jodorowsky
Sceneggiatura: Alejandro Jodorowsky
Produttore: Juan López Moctezuma,
     Moshe Rosemberg, Roberto Viskin
Fotografia: Rafael Corkidi
Montaggio: Federico Landeros
Musiche: Alejandro Jodorowsky, Nacho Méndez
Scenografia: Alejandro Jodorowsky
Costumi: Alejandro Jodorowsky

Interpreti e personaggi:  
 Alejandro Jodorowsky: El Topo
 Brontis Jodorowsky: Miguel, il figlio di El Topo
     (da piccolo)
 Mara Lorenzio: Mara
 Jacqueline Luis: la nana
 Robert John: Miguel, il figlio di El Topo
     (da grande)
 Paula Romo: la donna in nero
 David Silva: il colonnello
 Alf Junco: bandito del colonnello
 Gerardo Zapeda: bandito del colonnello
 Alfonso Arau: bandito del colonnello
 Federico Gonzales: bandito del colonnello
 Vincente Laura: bandito del colonnello
 Héctor Martínez: il Primo Maestro
 Juan José Gurrola: il Secondo Maestro
 Víctor Fosado: il Terzo Maestro
 Agustín Isunza: il Quarto Maestro
 Bertha Lomelí: la madre del Secondo Maestro

Premi:
 Ariel Awards, Mexico 1972
 Avoriaz Fantastic Film Festival 1974

Trama e recensione:

Un film western allegorico, bizzarro, ultraviolento e onirico. In spagnolo El Topo è la Talpa. Come si dice nella presentazione, la Talpa è un animale che scava le sue gallerie nel buio e quando arriva alla luce diventa cieco. Il film è diviso in due parti che sono spesso interpretate come complesse metafore dell'Antico e del Nuovo Testamento.

Nella prima metà, El Topo, un violento pistolero in abiti neri interpretato dallo stesso Jodorowsky, vaga nel deserto accompagnato dal suo figlio nudo. El Topo e il figlio giungono in un villaggio messicano la cui popolazione è stata sterminata: la strada è un fiume di sangue che scorre tra i cadaveri. A compiere l'eccidio sono stati gli uomini del Colonnello, un bandito megalomane che si è insediato in una missione francescana. I frati, ridotti in schiavitù, vengono abusati in modo atroce e sodomizzati dai malviventi. El Topo sconfigge il Colonnello e servendosi del coltello lo evira. Il Colonnello, nudo e castrato, per l'umiliazione si suicida sparandosi un colpo in bocca. Il viaggio di El Topo prosegue solitario: egli pensa bene di lasciare il figlio alle cure dei frati. Dopo aver a lungo vagabondato nel deserto con una donna salvata da un abietto rapporto col Colonnello, El Topo viene da lei istigato a sfida a duello quattro Maestri Zen. Li uccide uno dopo l'altro, ma per farlo ricorre ogni volta all'inganno e al tradimento. Quando si rende conto di ciò che ha fatto, il dolore è talmente lacerante che si innesca in lui una terribile crisi. Distrugge la sua pistola. Intanto la sua amata lo lascia per andare con un'altra donna, una dominatrice che l'ha sedotta sferzandola e leccandole il sangue colante dalle ferite. Gli eventi precipitano: El Topo viene colpito dalla sua ex, che gli scarica il revolver nello stomaco. Tuttavia si accorge di essere incapace di morire.   

Nella seconda metà del film, El Topo si risveglia dopo un lunghissimo sonno rigeneratore nelle viscere di una montagna cava. In quelle spelonche vive una comunità ctonia di emarginati resi deformi da generazioni di incesti. Sono persone spesso affette da nanismo e da rachitismo, che si nutrono di insetti ed anelano ad uscire alla luce del sole. El Topo si accorge presto di essere rinato con un nuovo aspetto: le sue chiome e la sua barba, un tempo corvine, sono ora di un color fulvo splendente. Purtroppo si fa radere completamente in una sorta di rito di passaggio, giungendo ad essere pelato come un bonzo. La sua nuova compagna è una nana che si è presa di lui durante il suo lungo sonno. Pensa di aver trovato la pace e si dà molto da fare per scavare un tunnel che permetta alla popolazione di giungere in superficie. Non riuscirà tuttavia ad eludere nuove terribili prove. Insieme alla sua compagna esce dalla montagna cava. I due si ritrovano in una città di gringos governata da una terribile setta massonica che ha fatto tappezzare ogni edificio con il suo emblema: la Piramide con l'Occhio Onniveggente. Questi settari, che per certi versi ricordano il Ku Klux Klan, commettono crimini spaventosi. Fanno marchiare gli schiavi con ferri roventi e sparano nella schiena dei fuggiaschi. Sotto una patina di ipocrisia nascondono ogni sorta di aberrazione. El Topo e la nana per vivere sono costretti ad elemosinare e a fare lavori umilianti. Arrivano persino a copulare in un bordello clandestino, e in questa occasione lei rimane gravida. Volendosi sposare, vanno in chiesa, ed è allora che El Topo si trova davanti suo figlio, che è un frate francescano. Gli eventi precipitano e finiranno in una spaventosa carneficina.   

I simbolismi sono talmente intricati da costituire una selva geroglifica. Si potrebbe parlarne per mesi. Le tombe dei Quattro Maestri; la religione superstiziosa degli adepti della Massoneria-KKK; il frate figlio di El Topo che preso dalla disperazione toglie l'enorme simbolo dell'Occhio Onniveggente dalla parete della chiesa dietro l'altare, scoprendo la Croce; il bambino che prende la pistola di un uomo durante una roulette russa collettiva e si spara finendo col cranio scoperchiato: tutte queste cose non si dimenticano facilmente. Potrei continuare, ma sarebbe inutile. Consiglio a tutti la visione di questo capolavoro assoluto. 

Trailer: 

Pubblichiamo il link al trailer del film su Youtube: 


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