A volte la gente non vuole ascoltare la verità perché non vuole vedere le proprie illusioni distrutte. Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità.
(Friedrich Wilhelm Nietzsche)
lunedì 30 dicembre 2019
UNA STRANA RIMOZIONE
sabato 28 dicembre 2019
VISIONI DEGLI ULTIMI GIORNI
Martedì 25 settembre 2018: un giorno che definire infernale è ancor poco: se potessi lo depennerei dalle liste del tempo. Dopo una riunione lunga e defatigante a Torino, svoltasi in ambiente anossico, ho passato due ore in treno per tornare a Milano. Ormai le tenebre erano calate. Giunto alla stazione di Porta Garibaldi, subito si è profilata nel mio campo visivo la sagoma di un vagabondo che esibiva le chiappe merdose. Stava fumando tranquillamente, incurante dello stato dei suoi vestiti ridotti a brandelli. Gli mancava la parte posteriore dei pantaloni cenciosi: tutti potevano vedere la pelle sudicia delle sue natiche e delle sue gambe. Mi sono affrettato a raggiungere il treno che mi avrebbe portato a Seregno. Non appena mi sono seduto, una donna bionda in divisa di controllore mi ha detto di procedere verso le vetture di testa, perché avrebbe chiuso la maggior parte del treno, che altrimenti sarebbe stato ingestibile. Così i passeggeri si sono concentrati in due vetture e sono riuscito a stento a trovare un posto a sedere. Una situazione insostenibile e penosa. Il treno era appena partito, quando il controllore donna (nemmeno la Boldrina è riuscita a imporre la forma “controllora”) ha chiuso lo scompartimento. Subito si sono levate urla inumane dal vicino cesso: un gigantesco mandingo era nel loculo a pisciare e si era trovato bloccato nella vettura appena chiusa. La donna si è affrettata ad aprire la porta bloccata, ma il colosso africano le si è subito scagliato contro inveendo, in preda a un’ira belluina. Lei ha cercato di difendersi, senza scomporsi, facendo notare che quando il treno è in stazione non bisogna usare i servizi igienici. Il mandingo, nerboruto e più alto di me, continuava ad apostrofarla: “Modéri le parole! Lei deve moderare le parole e non si deve rivolgere così a me! Modéri le parole!” A parte qualche accento, parlava in un italiano corretto. A un certo punto, come la donna ha osato dire qualcosa, lui è scoppiato, urlando a squarciagola: “IO LE DONNE LE MANDO TUTTE AFFANCULO!” Poi dopo una breve pausa ha ripreso: “LA PROSSIMA VOLTA PISCIO DAVANTI A TUTTI!” Il treno a questo punto si è fermato alla stazione di Milano Greco Pirello e il mandingo è sceso, facendo perdere le sue tracce. La donna era visibilmente scossa. Per un po' il viaggio è proceduto senza incidenti, a parte i continui rallentamenti, che hanno fatto accumulare circa un quarto d’ora di ritardo. Passata la stazione di Desio, ecco che il controllore donna ha avuto la pessima idea di cominciare a chiedere i biglietti ai passeggeri. Le ho mostrato prontamente l’abbonamento. I problemi sono cominciati di lì a poco. Un giovane saraceno in tenuta estiva ha esclamato con grande arroganza: “Io il biglietto non lo pago perché i treni sono sempre in ritardo!” Lei ha cercato di ribattere e lui a un certo punto ha urlato: “SE VUOLE HO QUI IL CAZZO!” E subito dopo: “GLIELO METTO IN BOCCA!” A questo punto il treno si è fermato nella stazione di Seregno e sono sceso, procedendo rapido verso casa. Una giornata apocalittica si era appena conclusa.
Marco "Antares666" Moretti, settembre 2018
giovedì 26 dicembre 2019
RIGURGITI DI UN'UMANITÀ TERMINALE
lunedì 23 dicembre 2019
UN GIORNO DI ORDINARIO SFACELO
venerdì 20 dicembre 2019
HAITI, L'ISOLA MALEDETTA
mercoledì 18 dicembre 2019
AKA: L'orribile segreto del dr. Hichcock; L'orribile segreto
del dott. Hichcock
Titolo inglese: The Horrible Dr. Hichcock
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Italia
Anno: 1962
Durata: 88 min
Rapporto: 2,35:1
Genere: Orrore
Regia: Riccardo Freda (con lo pseudonimo di Robert
Hampton)
Aiuto regista: John M. Farquhar
Soggetto: Ernesto Gastaldi (come Julian Berry)
Sceneggiatura: Ernesto Gastaldi
Produttore: Luigi Carpentieri, Ermanno Donati (per Panda
Cinematografica)
Distribuzione in italiano: Warner Bros.
Fotografia: Raffaele Masciocchi (come Donald Green)
Montaggio: Ornella Micheli (come Donna Christie)
Musiche: Roman Vlad
Scenografia: Franco Fumagalli (come Frank Smokecocks)
Fonico: Jackson McGregor
Trucco: Bud Steiner, Annette Winter
Costumi: Inoa Starly
Interpreti e personaggi:
Barbara Steele: Cynthia Hichcock
Robert Flemyng (come Robert Fleming): dott. Bernard
Hichcock
Harriet White: Martha, la domestica
Silvano Tranquilli (come Montgomery Glenn): dott. Kurt
Lowe
Maria Teresa Vianello (come Teresa Fitzgerald):
Margaretha Hichcock
Evaristo Signorini (come Evar Simpson): Ispettore Scott
Neil Robinson (non accredato): assistente del dott.
Hichcock
Spencer Williams
Al Christianson
Doppiatori originali:
Maria Pia Di Meo: Cynthia Hichcock
Gualtiero De Angelis: Bernard Hichcock
Micaela Giustiniani: Martha
Wanda Tettoni: Margaretha Hichcock
Distribuzione della pellicola:
Uscita in Italia Italia: 30 giugno 1962
Uscita negli Stati Uniti Stati Uniti: 2 dicembre 1964
Uscita in Francia Francia: 9 dicembre 1964
Incassi (botteghino italiano): 142 milioni di lire
MEMORABILE: La discesa nella cripta; viva nella bara."
MEMORABILE: I piedi visti dal buco della serratura."
domenica 15 dicembre 2019
Lingua: Italiano
Anno: 1965
Durata: 105 min
Colore: B/N
Genere: Orrore, thriller
Sottogenere: Horror soprannaturale
Regia: Mario Caiano (come Allen Grünewald)
Soggetto: Mario Caiano, Fabio De Agostini
Sceneggiatura: Mario Caiano, Fabio De Agostini
Produttore: Carlo Caiano
Produttore esecutivo: Mario Cotone
Produttore supervisore: Pietro Nofri
Casa di produzione: Emmeci
Fotografia: Enzo Barboni
Montaggio: Renato Cinquini
Musiche: Ennio Morricone
Scenografia: Mario Giorsi
Costumi: Mario Giorsi
Trucco: Duilio Giustini
Interpreti e personaggi:
Barbara Steele: Muriel/Jenny
Paul Müller: Dottor Stephen Arrowsmith
Helga Liné: Solange
Marino Masè (come Lawrence Clift): Dottor Derek Joyce
Giuseppe Addobbati (come John McDouglas):
Maggiordomo
Rik Battaglia: David
Doppiatori italiani:
Noemi Gifuni: Muriel
Luisella Visconti: Jenny
Nino Dal Fabbro: dottor Stephen Arrowsmith
Francese: Les Amants d'outre-tombe
Olandese: De griezel minnaar
Il bianco e nero opprimente e plumbeo è stato una manna per questa pellicola, che altrimenti avrebbe rischiato la damnatio memoriae come tanti altri prodotti degli anni '60. Ottima la colonna sonora composta da Ennio Morricone. Mentre le sequenze si avviano alla conclusione, ci si aspetterebbe uno splendido incendio, sola forza purificatrice in grado di spazzare via ogni maledizione e ogni impurità. Questo purtroppo non avviene, dato che per malaugurata scelta del regista piove a dirotto e le fiamme non potrebbero attecchire. Nascondendo in me l'essenza di un piromane simile a Nerone, non posso tacere la mia delusione per questo finale mancato. Ci sono soltanto i due cuori degli amanti, trafitti da uno stiletto, che ardono una volta gettati nel camino. L'elemento sovrannaturale degli spettri sanguinanti è a parer mio un po' troppo invadente, stride quasi con il razionalismo illuministico del sadico dottor Arrowsmith. Questo personaggio, per certi versi squallido, è il vero elemento innovatore della pellicola. Introduce qualcosa di originale, del tutto inaspettato ai tempi in cui il film fu girato: l'uso voluttuario della tortura. Al giorno d'oggi non si potrebbero mai girare scene simili. Le femministe e i buonisti politically correct insorgerebbero, tuonando contro la rappresentazione di atti di violenza su una donna (costoro riterrebbero il giardiniere irrilevante in quanto di sesso maschile). Poi si leverebbe qualche altra Erinni ad accusare a destra e a manca di apologia della tortura, etc. etc. Ne nascerebbe un caso mediatico, un casino inenarrabile. Poi ci si stupisce, Diabole Domine, se la Settima Arte è fottutamente morta, affogata in un lago di liquame fatto di remake fecali. Poi ci si stupisce se in fondo in fondo si rivorrebbero i vecchi trash.
(Fantafilm)
Lo stesso Paul Müller ha dichiarato: «Per me questo era un ottimo film ma non ha avuto successo forse perché era troppo fatto bene e diverso per il genere del film dell'orrore".»
"Horror melodrammatico o melodramma macabro - comunque folle - dove, come in un fumetto horror all'italiana di quelli che verranno (il pensiero va, non a caso, al rinomato "Oltretomba"), può accadere di tutto infischiandosene della logica; lasciando che il clima e il tono - cupi, morbosi, lugubri, erotici, squisitamente fuori controllo - giochino tutta la partita. Barbara Steele imprescindibile, languida e spiritata; notevole Helga Liné; paul Muller ha l'essenziale fisico del ruolo. Caiano, in cabina di regia, fa il burattinaio magico."
giovedì 12 dicembre 2019
AKA: La figlia di Frankenstein, Daughter of Frankenstein,
Madame Frankenstein
Lingua originale: Inglese, italiano
Paese di produzione: Italia, Stati Uniti d'America
Anno: 1971
Durata: 96 min
Rapporto: 1,85:1
Genere: Orrore, protofantascienza
Regia: Mel Welles (come Ernst R. von Theumer);
Soggetto: Dick Randall, Edward Di Lorenzo, Mary Shelley
(romanzo, non accreditata)
Sceneggiatura: Mel Welles, Edward Di Lorenzo
Produttori: Umberto Borsato, Hurbert Case, Gioele
Centanni, Harry Cushing (come Harry C. Cushing),
Egidio Gelso, Jules Kenton, Mel Welles
Casa di produzione: Condor International Productions
Fotografia: Riccardo Pallottini (come Richard Pallotin)
Montaggio: Cleofe Conversi (come Cleo Converse)
Effetti speciali: Carlo Rambaldi (come Charles Ramboldt)
(animazione)
Musiche: Alessandro Alessandroni
Costumi: Maurice Nichols
Trucco: Timothy Parson
Interpreti e personaggi:
Joseph Cotten: Barone Frankenstein
Rosalba Neri (come Sara Bay): Tania Frankenstein
Paul Müller: Dottor Charles Marshall
Peter Whiteman: La Creatura
Herbert Fux: Tom Lynch, il tombarolo ashkenazita
Renate Kasché (come Renata Cash): Julia Stack
Lorenzo Terzon (come Lawrence Tilden): L'assistente di
Harris
Ada Pometti (come Ada Pomeroy): La moglie di Atkins
Andrea Aureli (come Andrew Ray): Jim Turner
Joshua Sinclair (come Johnny Loffrey): John
Richard Beardley: Simon Burke
Petar Martinovitch (come Peter Martinov): Jack Morgan
Adam Welles: Un bambino
Mickey Hargitay: Capitano Harris
Herb Andress (non accreditato): Il gobbo
Marino Masè (non accreditato): Thomas Stack
Doppiatori originali:
Linda Gary (non accreditata): Tania Frankenstein
Mel Welles (non accreditato): Tom Lynch, il tombarolo
ashkenazita
Titoli tradotti:
Francese: Lady Frankenstein, cette obsédée sexuelle
Il Barone Frankenstein è impegnato in sacrileghi esperimenti nel suo castello. Assieme al suo aiutante, il dottor Marshall, usa le scariche elettriche per infondere la vita al cadavere di un uomo in cui ha provveduto a trapiantare il cuore e il cervello di un assassino. La mostruosa creatura, che non ha affatto gradito di esser stata suscitata dalle Tenebre, si vendica e uccide il suo creatore spezzandogli la schiena, quindi fugge nella notte. La figlia del Barone, Tania, approfitta dell'amore che il dottor Marshall prova per lei, mettendo in atto un piano diabolico per vendicarsi. Viene creato un secondo mostro dal robusto corpo di Thomas, un giovane mezzadro con gravi ritardi mentali, sedotto dalla donna e ucciso dal suo complice con un cuscino mentre è scosso dall'orgasmo. Il cervello e il cuore trapiantati nel cadavere di Thomas sono quelli del dottor Marshall: la creatura così ottenuta ha una forza sovrumana e una grande intelligenza, doti che Tania spera possano bastare a sconfiggere l'assassino di suo padre. Tutto sembra procedere come previsto: il mostro con il cervello del dottor Marshall e il corpo di Thomas affronta e uccide il suo avversario, che nel frattempo ha sparso terrore e morte nel contado. Poi qualcosa va storto, senza preavviso. Mentre la libidinosa figlia del Barone Frankenstein viene posseduta carnalmente dall'ibrido Marshall/Thomas, sorge in questi un impulso violento e incoercibile: le mani possenti come tenaglie si stringono sul collo di lei e la strangolano. Un incendio catartico consuma l'intero castello mentre Tania spira tra le convulsioni del soffocamento.
(Fantafilm, riportato in diversi siti)
"L'originale idea di continuare al femminile il mito di Frankenstein con una donna-demiurgo che anela a creare un amante perfetto sia come intelligenza che come virilità non va lontano, essendo subito rovinata dalla sciattissima regia di Mel Welles e da una sexploitation d'infima lega, cui si aggiungono il ridicolo makeup della Creatura e l'insulso finale. Nonostante simile contesto, Cotten si comporta sempre da immenso professionista del cinema e la Neri vanta un volto e un fisico perfetti per queste figure muliebri perverse e malefiche."