sabato 28 dicembre 2019

VISIONI DEGLI ULTIMI GIORNI

Martedì 25 settembre 2018: un giorno che definire infernale è ancor poco: se potessi lo depennerei dalle liste del tempo. Dopo una riunione lunga e defatigante a Torino, svoltasi in ambiente anossico, ho passato due ore in treno per tornare a Milano. Ormai le tenebre erano calate. Giunto alla stazione di Porta Garibaldi, subito si è profilata nel mio campo visivo la sagoma di un vagabondo che esibiva le chiappe merdose. Stava fumando tranquillamente, incurante dello stato dei suoi vestiti ridotti a brandelli. Gli mancava la parte posteriore dei pantaloni cenciosi: tutti potevano vedere la pelle sudicia delle sue natiche e delle sue gambe. Mi sono affrettato a raggiungere il treno che mi avrebbe portato a Seregno. Non appena mi sono seduto, una donna bionda in divisa di controllore mi ha detto di procedere verso le vetture di testa, perché avrebbe chiuso la maggior parte del treno, che altrimenti sarebbe stato ingestibile. Così i passeggeri si sono concentrati in due vetture e sono riuscito a stento a trovare un posto a sedere. Una situazione insostenibile e penosa. Il treno era appena partito, quando il controllore donna (nemmeno la Boldrina è riuscita a imporre la forma “controllora”) ha chiuso lo scompartimento. Subito si sono levate urla inumane dal vicino cesso: un gigantesco mandingo era nel loculo a pisciare e si era trovato bloccato nella vettura appena chiusa. La donna si è affrettata ad aprire la porta bloccata, ma il colosso africano le si è subito scagliato contro inveendo, in preda a un’ira belluina. Lei ha cercato di difendersi, senza scomporsi, facendo notare che quando il treno è in stazione non bisogna usare i servizi igienici. Il mandingo, nerboruto e più alto di me, continuava ad apostrofarla: “Modéri le parole! Lei deve moderare le parole e non si deve rivolgere così a me! Modéri le parole!” A parte qualche accento, parlava in un italiano corretto. A un certo punto, come la donna ha osato dire qualcosa, lui è scoppiato, urlando a squarciagola: “IO LE DONNE LE MANDO TUTTE AFFANCULO!” Poi dopo una breve pausa ha ripreso: “LA PROSSIMA VOLTA PISCIO DAVANTI A TUTTI!” Il treno a questo punto si è fermato alla stazione di Milano Greco Pirello e il mandingo è sceso, facendo perdere le sue tracce. La donna era visibilmente scossa. Per un po' il viaggio è proceduto senza incidenti, a parte i continui rallentamenti, che hanno fatto accumulare circa un quarto d’ora di ritardo. Passata la stazione di Desio, ecco che il controllore donna ha avuto la pessima idea di cominciare a chiedere i biglietti ai passeggeri. Le ho mostrato prontamente l’abbonamento. I problemi sono cominciati di lì a poco. Un giovane saraceno in tenuta estiva ha esclamato con grande arroganza: “Io il biglietto non lo pago perché i treni sono sempre in ritardo!” Lei ha cercato di ribattere e lui a un certo punto ha urlato: “SE VUOLE HO QUI IL CAZZO!” E subito dopo: “GLIELO METTO IN BOCCA!” A questo punto il treno si è fermato nella stazione di Seregno e sono sceso, procedendo rapido verso casa. Una giornata apocalittica si era appena conclusa. 

Marco "Antares666" Moretti, settembre 2018

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