SOGNI
Titolo originale: Yume (夢)
Titolo in inglese: Dreams
Lingua originale: Giapponese, Francese, Inglese
Paese di produzione: Giappone
Anno: 1990
Durata: 119 min
Rapporto: 1,85:1
Genere: Surreale, drammatico, biografico
Titolo in inglese: Dreams
Lingua originale: Giapponese, Francese, Inglese
Paese di produzione: Giappone
Anno: 1990
Durata: 119 min
Rapporto: 1,85:1
Genere: Surreale, drammatico, biografico
Tipologia: Film a segmenti
Regia: Akira Kurosawa
Regia: Akira Kurosawa
Collaborazione alla regia: Ishirō Honda (non accreditato)
Soggetto: Akira Kurosawa
Sceneggiatura: Akira Kurosawa
Produttore: Seikichi Iizumi, Yasuo "Mike" Inoue,
Hisao Kurosawa, Allan H. Liebert
Soggetto: Akira Kurosawa
Sceneggiatura: Akira Kurosawa
Produttore: Seikichi Iizumi, Yasuo "Mike" Inoue,
Hisao Kurosawa, Allan H. Liebert
Produttore esecutivo: Steven Spielberg
Casa di produzione: Warner Bros. Pictures,
Akira Kurosawa USA
Casa di produzione: Warner Bros. Pictures,
Akira Kurosawa USA
Distribuzione in italiano: Warner Bros. Italia,
Warner Home Video
Warner Home Video
Fotografia: Kazutami Hara, Takao Saitō, Masaharu Ueda
Montaggio: Tome Minami
Effetti speciali: Mark Sullivan, Peter Takeuchi,
Michael Meier
Musiche: Shinichirô Ikebe
Scenografia: Yoshirō Muraki, Akira Sakuragi
Costumi: Emi Wada
Trucco: Tameyuki Aimi, Yumiko Fujii, Yamada Katsura,
Montaggio: Tome Minami
Effetti speciali: Mark Sullivan, Peter Takeuchi,
Michael Meier
Musiche: Shinichirô Ikebe
Scenografia: Yoshirō Muraki, Akira Sakuragi
Costumi: Emi Wada
Trucco: Tameyuki Aimi, Yumiko Fujii, Yamada Katsura,
Sakai Nakao, Norio Sano, Shoshichiro Ueda
Interpreti e personaggi:
Akira Terao: "Io" *
Mitsuko Baishō: La madre
Toshie Negishi: Madre con bambino
Mieko Harada: La Donna della Neve
Misato Tate: La Fata del Pesco
Mitsunori Isaki: "Io" adolescente
Toshihiko Nakano: "Io" bambino
Yoshitaka Zushi: Soldato Noguchi
Hisashi Igawa: Ingegnere nucleare
Chōsuke Ikariya: Il demone piangente
Chishū Ryū: Vecchio uomo
Martin Scorsese: Vincent van Gogh
Mieko Suzuki: Sorella di "Io"
Masayuki Yui: Scalatore
Sakae Kimura: Scalatore
Shu Nakajima: Scalatore
Interpreti e personaggi:
Akira Terao: "Io" *
Mitsuko Baishō: La madre
Toshie Negishi: Madre con bambino
Mieko Harada: La Donna della Neve
Misato Tate: La Fata del Pesco
Mitsunori Isaki: "Io" adolescente
Toshihiko Nakano: "Io" bambino
Yoshitaka Zushi: Soldato Noguchi
Hisashi Igawa: Ingegnere nucleare
Chōsuke Ikariya: Il demone piangente
Chishū Ryū: Vecchio uomo
Martin Scorsese: Vincent van Gogh
Mieko Suzuki: Sorella di "Io"
Masayuki Yui: Scalatore
Sakae Kimura: Scalatore
Shu Nakajima: Scalatore
Tessho Yamashita: Secondo luogotenente
Catherine Cadou: Donna nei campi
* Nella versione inglese è "I": è proprio il pronome
di prima persona singolare, che si riferisce al regista.
Doppiatori italiani:
Luca Biagini: "Io"
Franco Zucca: Ingegnere nucleare
Gianni Musy: Il demone piangente
Sandro Sardone: Vecchio uomo
Dario Penne: Vincent van Gogh
Catherine Cadou: Donna nei campi
* Nella versione inglese è "I": è proprio il pronome
di prima persona singolare, che si riferisce al regista.
Doppiatori italiani:
Luca Biagini: "Io"
Franco Zucca: Ingegnere nucleare
Gianni Musy: Il demone piangente
Sandro Sardone: Vecchio uomo
Dario Penne: Vincent van Gogh
Titoli in altre lingue:
Tedesco: Akira Kurosawas Träume
Francese: Rêves
Tedesco: Akira Kurosawas Träume
Francese: Rêves
Spagnolo: Los sueños de Akira Kurosawa
Portoghese: Sonhos de Akira Kurosawa
Svedese: Akira Kurosawas drömmar
Russo: Сны Акиры Куросавы
Polacco: Sny
Sloveno: Sanje
Serbo: Snovi
Ucraino: Сни
Lituano: Akiros Kurosavos sapnai
Ungherese: Álmok
Portoghese: Sonhos de Akira Kurosawa
Svedese: Akira Kurosawas drömmar
Russo: Сны Акиры Куросавы
Polacco: Sny
Sloveno: Sanje
Serbo: Snovi
Ucraino: Сни
Lituano: Akiros Kurosavos sapnai
Ungherese: Álmok
Finnico: Kurosawan unet
Greco (moderno): Όνειρα
Rumeno: Vise
Turco: Düşler
Cinese (Mandarino): 梦
Greco (moderno): Όνειρα
Rumeno: Vise
Turco: Düşler
Cinese (Mandarino): 梦
Data di uscita: 10 maggio 1990 (Festival di Cannes)
Budget: 12 milioni di dollari US
Box office: 3 milioni di dollari US
Elenco degli segmenti:
Box office: 3 milioni di dollari US
Elenco degli segmenti:
1) Raggi di sole nella pioggia (日照り Hideri)
2) Il pescheto (桃畑 Momobata)
3) La tormenta (雪あらし Yuki Arashi)
4) Il tunnel (トンネル Tonneru)
5) Corvi (鴉 Karasu)
6) Fuji in rosso (赤富士 Akafuji)
7) Il demone che piange (地獄 Jigoku)
8) Il villaggio dei mulini (水車のある村 Suisha no aru mura)
Nota:
Il sesto segmento è intitolato Fujiama in rosso nell'edizione italiana in VHS della Warner.
Il sesto segmento è intitolato Fujiama in rosso nell'edizione italiana in VHS della Warner.
Titoli in inglese:
1) Sunshine Throug the Rain
2) The Peach Orchard
3) The Blizzard
4) The Tunnel
5) Crows
6) Mount Fuji in Red
7) The Weeping Demon
8) The Village of the Water Mills
Descrizione dei segmenti:
1) Raggi di sole nella pioggia
Una madre ordina al figlio di rimanere a casa durante un giorno in cui il sole splende attraverso la pioggia. Lo avverte che le Volpi (Kitsune) celebrano i loro matrimoni quando ci sono queste condizioni atmosferiche e non amano essere viste. Il ragazzino sfida la volontà materna: vaga in una foresta e assiste al lento corteo nuziale delle Volpi. Viene visto da loro e corre via, verso casa. Sua madre lo incontra sulla porta d'ingresso. Gli sbarra la strada e gli dice che una volpe adirata è passata di lì, lasciando dietro di sé un coltello (tantō). Gli consegna quindi l'arma, dicendogli che deve andare a implorare il perdono delle Volpi. Si rifiuterà di lasciarlo tornare a casa se non le obbedirà, aggiungendo che qualora la richiesta di perdono non verrà accolta, sarà tenuto a suicidarsi. Prendendo il coltello, il ragazzino si dirige verso le montagne, in cerca del luogo sotto l'arcobaleno dove si dice che si trovi la casa delle Volpi.
2) Il pescheto
Nel giorno primaverile della la Festa delle Bambole (雛祭り Hinamatsuri), un ragazzo vede in casa sua una bambina vestita di rosa. La segue fuori, dove un tempo sorgeva il frutteto di pesche della sua famiglia. Alcune bambole viventi gli appaiono sui pendii, rivelando di essere gli spiriti dei peschi. Poiché la famiglia del ragazzo ha abbattuto gli alberi del frutteto, le bambole lo rimproverano. Tuttavia, dopo aver capito che il ragazzo amava i fiori e non voleva che gli alberi venissero abbattuti, accettano di fargli dare un'ultima occhiata al frutteto com'era un tempo. Eseguono una danza melodica (越天楽 Etenraku), che fa riapparire gli i peschi in fiore. Il ragazzo vede la misteriosa bambina camminare nel frutteto-fantasma e le corre dietro, ma lei e gli alberi scompaiono improvvisamente. Il ragazzo cammina tristemente dove un tempo c'era i frutteto e alla fine scorge un singolo ramo in piena fioritura che spunta da un ceppo.
3) La tormenta
Un gruppo di quattro alpinisti si arrampica su un sentiero di montagna durante una terribile bufera di neve. Nevica da tre giorni, senza sosta. Gli uomini ormai sono scoraggiati e pronti ad arrendersi. Uno dopo l'altro si fermano, cedendo alla neve e alla morte certa. Il capo si sforza di proseguire, ma anche lui si blocca nella neve. La Donna delle Nevi (雪女 Yuki-onna) appare dal nulla e cerca di convincere l'ultimo uomo cosciente ad abbandonarsi alla morte per ipotermia. Lui resiste, scrollandosi di dosso il torpore e non ascoltando le suppliche del demone femminile: scopre che la tempesta si è placata e che il loro accampamento è a pochi metri di distanza.
4) Il tunnel
Il comandante di una compagnia militare giapponese in congedo sta camminando lungo una strada deserta al tramonto, reduce dai combattimenti della Seconda Guerra Mondiale. Giunge fino a un grande tunnel pedonale in cemento, da cui emerge un cane anticarro che abbaia e ringhia. L'animale ha il ventre insanguinato. Il comandante procede per la sua strada, attraversa il tunnel buio e ne esce dall'altra parte. A questo punto si accorge di essere seguito dal fantasma (幽霊 yūrei) di uno dei suoi commilitoni, il soldato semplice Noguchi, morto tra le sue braccia per le gravi ferite riportate. Il volto di Noguchi appare bluastro e con gli occhi anneriti. Noguchi non sembra credere di essere morto. Indica una luce che emana da una casa su una montagna vicina, che identifica come la dimora dei suoi genitori. È affranto, sapendo di non poterli rivedere mai più, pur continuando a mostrare rispetto al comandante. Seguendo il desiderio del comandante di accettare il suo destino, Noguchi torna nel tunnel.
L'intero plotone, guidato da un giovane tenente che brandisce la spada di un ufficiale, esce a passo di marcia dal tunnel, si ferma e presenta le armi, salutando il comandante. Tutti hanno il volto livido. Il comandante si sforza di dire loro che sono morti, uccisi in combattimento. Afferma di essere lui stesso il responsabile, per averli mandati in una battaglia inutile. I soldati rimangono in silenzio. Il comandante ordina loro di voltarsi e li saluta in segno di addio mentre rientrano nel tunnel. Crollando per il dolore, il comandante balza subito in piedi quando ricompare il cane anticarro, che è Garmr!
5) Corvi
Uno studente d'arte si ritrova immerso nel mondo delle opere di Vincent van Gogh, dove incontra l'artista in un campo e conversa con lui. Il pittore olandese racconta che il suo orecchio sinistro gli aveva causato problemi durante un autoritratto, così se lo era tagliato. Lo studente perde le tracce dell'artista e viaggia attraverso diverse sue opere cercando di trovarlo, concludendo col famoso Campo di grano con corvi.
6) Fuji in rosso
Una grande centrale nucleare vicino al Monte Fuji è in criticità, ha iniziato a fondere. Il cielo è pieno di fumi rossi e milioni di cittadini giapponesi fuggono terrorizzati verso l'oceano. Alla fine, due uomini, una donna e i suoi due bambini piccoli vengono visti soli in riva al mare. L'uomo più anziano, in giacca e cravatta, spiega al più giovane che il resto della popolazione si è annegato nell'oceano. Poi afferma che i diversi colori delle nuvole sul paesaggio disseminato di rifiuti indicano diversi isotopi radioattivi: il rosso indica il Plutonio-239, che causa il cancro ("ne basta un decimilionesimo di grammo"); il giallo indica lo Stronzio-90, che causa la leucemia ("ti entra nelle ossa"); e il viola indica il Cesio-137, che causa malformazioni congenite ("le creature che nasceranno saranno tutte mostruose"). Poi sottolinea l'assurda futilità di codificare a colori gas così pericolosi. La donna, sentendo queste atroci descrizioni, indietreggia inorridita prima di maledire con rabbia i responsabili e le rassicurazioni sulla sicurezza che avevano dato prima del disastro. L'uomo in giacca e cravatta si mostra contrito, dicendo di essere in parte responsabile del disastro. L'altro uomo, vestito casual, osserva le nubi radioattive multicolori avanzare verso di loro. Quando si gira, vede la donna piangere: l'uomo in giacca e cravatta si è lanciato verso la morte. La folla non c'è più, ha scelto il suicidio tra le onde, come la credenza popolare vuole che facciano i lemming. Una nuvola di polvere rossa la coppia superstite, facendo indietreggiare la madre terrorizzata. L'uomo rimasto cerca di proteggere la donna e i suoi figli usando la giacca nel futile tentativo di allontanare le nubi radioattive.
7) Il demone che piange
Un uomo si ritrova a vagare in un oscuro territorio montuoso, avvolto nella nebbia e desolato. Incontra una specie di demone (鬼 oni), che in realtà è un umano mutato con un solo corno in testa. Questo essere mostruoso spiega che un olocausto nucleare ha causato la scomparsa di piante e animali; dopo la catastrofe sono spuntati imponenti denti di leone più alti degli umani. Si sono diffusi animali deformi e alle persone sono cresciute le corna. Al tramonto, le corna causano i dolori del cancro; tuttavia, i mutanti non possono morire, quindi si limitano a urlare in agonia durante la notte. Molti di questi dannati erano miliardari e funzionari governativi, che ricoprivano ruoli apicali nella società, ma ora stanno soffrendo l'Inferno degno dei loro peccati, per tutta l'Eternità. Il demone intima all'uomo di fuggire. Quando l'uomo gli chiede dove dovrebbe andare, il demone chiede se vuole diventare come lui. L'uomo, inorridito, fugge dalla scena con il demone che lo insegue per dilaniarlo.
8) Il villaggio dei mulini
Un uomo entra in un tranquillo villaggio attraversato da un ruscello, dove vede dei bambini deporre fiori su una grande pietra. Incontra un anziano saggio che sta riparando una ruota rotta di un mulino ad acqua. L'anziano informa il più giovane che gli abitanti chiamano semplicemente quel luogo "il villaggio", mentre gli stranieri lo chiamano "il villaggio dei mulini ad acqua". Quando il più giovane chiede spiegazioni sulla mancanza di elettricità, l'anziano spiega che gli abitanti del villaggio hanno deciso molto tempo fa di abbandonare la tecnologia moderna; si lamenta poi delle comodità moderne e dell'inquinamento che contamina la Natura.
Il giovane chiede all'anziano informazioni sulla pietra su cui i bambini stavano deponendo dei fiori. L'anziano gli racconta che, molto tempo fa, un viaggiatore malato morì in quel luogo. Gli abitanti del villaggio lo seppellirono lì e vi posero la pietra come lapide. Da allora, è diventata consuetudine nel villaggio portarvi fiori. I due sentono i suoni di un corteo funebre per un'anziana donna. Invece di piangere la sua morte, i partecipanti celebrano con gioia la fine serena della sua lunga vita. L'anziano si unisce al corteo e il giovane lascia dei fiori sulla pietra prima di andarsene dal villaggio.
Recensione:
Ho particolarmente apprezzato la natura surreale e apocalittica di questa pellicola dai colori psichedelici, che ho avuto occasione di vedere quando è stata trasmessa alla televisione (non ricordo su quale canale), poi noleggiando diverse volte la videocassetta. Adesso tutto è a portata di click e questi problemi non ci sono più.
Fortissimo è il messaggio ecologista veicolato in modo efficace. In particolare, questo è uno dei tre film del geniale Kurosawa che mettono in guardia dai tremendi pericoli insiti nell'uso dell'energia nucleare. Gli altri due sono Testimonianza di un essere vivente (生きものの記録 Ikimono no kiroku, 1955) e Rapsodia in agosto (八月の狂詩曲 Hachigatsu no kyōshikyoku, 1991). I segmenti "Fuji in rosso" e "Il demone che piange" possono essere considerati veementi manifesti contro il Potere dell'Atomo, simili a schegge ardenti il cui scopo è quello di traumatizzare, ferendo i neuroni e le sinapsi: sono concreti come il ferro, perché sbattono davanti agli occhi dello spettatore l'Inferno che si prepara, senza ricorrere a vani mezzi retorici. Contro la realtà dei fatti, le ideologie non possono nulla.
La tecnofobia del regista giapponese è particolarmente evidente nel segmento "Il villaggio dei mulini", imperniato su un idilliaco rapporto tra una minuscola comunità e la Natura. Nemmeno un singolo meccanismo perturba la loro vita. Il mondo opprimente delle megalopoli è lontano anni luce, come se non appartenesse nemmeno allo stesso pianeta. Sembra di respirare un'atmosfera taoista, in cui il moribondo si abbandona, si prepara a dissolversi nell'Energia del Cosmo, perdendo per sempre la propria individualità. Il piccolo abitato ha l'aspetto di un estremo rifugio, eppure il visitatore alla fine lo rifugge, pensa che sia il caso di non turbarlo con la propria presenza. Queste sono le parole fortemente antimoderne e antiscientifiche che l'anziano gli aveva rivolto:
Fortissimo è il messaggio ecologista veicolato in modo efficace. In particolare, questo è uno dei tre film del geniale Kurosawa che mettono in guardia dai tremendi pericoli insiti nell'uso dell'energia nucleare. Gli altri due sono Testimonianza di un essere vivente (生きものの記録 Ikimono no kiroku, 1955) e Rapsodia in agosto (八月の狂詩曲 Hachigatsu no kyōshikyoku, 1991). I segmenti "Fuji in rosso" e "Il demone che piange" possono essere considerati veementi manifesti contro il Potere dell'Atomo, simili a schegge ardenti il cui scopo è quello di traumatizzare, ferendo i neuroni e le sinapsi: sono concreti come il ferro, perché sbattono davanti agli occhi dello spettatore l'Inferno che si prepara, senza ricorrere a vani mezzi retorici. Contro la realtà dei fatti, le ideologie non possono nulla.
La tecnofobia del regista giapponese è particolarmente evidente nel segmento "Il villaggio dei mulini", imperniato su un idilliaco rapporto tra una minuscola comunità e la Natura. Nemmeno un singolo meccanismo perturba la loro vita. Il mondo opprimente delle megalopoli è lontano anni luce, come se non appartenesse nemmeno allo stesso pianeta. Sembra di respirare un'atmosfera taoista, in cui il moribondo si abbandona, si prepara a dissolversi nell'Energia del Cosmo, perdendo per sempre la propria individualità. Il piccolo abitato ha l'aspetto di un estremo rifugio, eppure il visitatore alla fine lo rifugge, pensa che sia il caso di non turbarlo con la propria presenza. Queste sono le parole fortemente antimoderne e antiscientifiche che l'anziano gli aveva rivolto:
"Quello che cerchiamo di fare è vivere in modo naturale, come del resto aveva sempre vissuto prima la gente. Oggi la gente si sta scordando il fatto che anche loro fanno parte della Natura come tutto il resto. Gli esseri umani devono la loro vita alla Natura, però la trattano senza nessuna considerazione: sono convinti di poter creare qualcosa di meglio, loro! Specialmente i signori scienziati: magari hanno delle intelligenze superiori, ma il male è che ignorano completamente quello che c'è nel profondo del cuore della Natura, e inventano solo cose che alla fine rendono la gente infelice, e sono orgogliosi delle loro invenzioni. E quello che è peggio è che la maggior parte della gente da grande valore a quelle invenzioni: e le considerano come se fossero dei miracoli, e adorano quelli che le hanno fatte, e non si rendono conto che quelle cose guastano la natura e di conseguenza anche loro alla fine saranno distrutti. Non occorrono gli scienziati per dirci che le cose più necessarie alla nostra vita son l'aria e l'acqua pulite, che producono per noi gli alberi e il verde. Però la gente continua ad avvelenare tutto, e a perdere tutto allegramente."
Nel segmento "Il demone che piange", è denunciata la mostruosità del capitalismo, che in nome del profitto contamina e distrugge ogni cosa, lasciando solo terra bruciata. Questo dice il dannato, torturato da un rimorso perenne quanto vano:
"Quando ero un essere umano, avevo un'azienda di prodotti agricoli. Ricordo, quando i prezzi calavano, che facevo scaricare tonnellate di latte dentro il fiume. Facevo spiaccicare cipolle, patate, cavoli e frutta con i bulldozer. Che cosa insensata!"
Contenuti profetici
Il segmento "Fuji in rosso" ha preconizzato il disastro nucleare di Fukushima Dai-ichi, avvenuto nel 2011, ben 21 anni dopo l'uscita del visionario film di Kurosawa.
Il Monte Fuji (富士山 Fuji-san), chiamato impropriamente Fujiyama, è un enorme vulcano alto 3.776 m, situato sull'isola di Honshū. Essendo tuttora attivo e capace di imponenti eruzioni, è temutissimo dalla popolazione nipponica - oltre che oggetto di un devoto culto Shintō. La decisione degli scienziati materialisti di costruire un'imponente centrale nucleare sulle sue pendici è doppiamente colpevole:
1) Non tiene in alcun conto i problemi di sicurezza;
2) Viola la sacralità del luogo.
Quindi, secondo i dettami della religione ancestrale Shintō, l'opera è un sacrilegio e coloro che lo hanno reso possibile sono contaminati dalla Colpa Ontologica (穢れ kegare). Quello che accade è colpa loro e ricade su tutta la popolazione dell'Arcipelago, che ha accettato un simile abominio.
Le stesse cose si possono dire a proposito di coloro che hanno costruito l'impianto di Fukushima Dai-ichi in una posizione estremamente fragile e critica, proprio in riva all'Oceano. In un Paese in cui i maremoti sono molto comuni, questa è stata la più sciagurata tra le scelte possibili! Il Giappone è piccolo, dice l'ingegnere nei momenti più allucinati del segmento "Fuji in rosso": non esiste un luogo in cui fuggire, in cui trovare un sicuro riparo, l'unica via che resta è affogare nelle acque marine. Questo può essere detto anche della Terra, un pianeta che è come un minuscolo grumo di polvere alla deriva nello spazio interstellare. Il genere umano si è riprodotto a dismisura, ha soffocato ogni cosa col suo brulicare e non c'è più speranza alcuna. Ora cosa si farà?
L'Estremo Transito
L'idea taoista e indifferenziata del segmento "Il villaggio dei mulini" è in nettissima contraddizione con l'angosciante realtà narrata nel segmento "Il tunnel", che si ispira alla cupissima visione dell'Oltretomba tipica dell'Occidente precristiano. Sequenza dopo sequenza ci immergiamo in quello che i Greci chiamavano Ade e che per i Vichinghi era Hel. Gli elementi ci sono tutti. I Morti sono autentiche larve, spettri che conservano soltanto una vaga forma di ciò che sono stati in vita, quando erano fatti di carne, ossa e sangue. Un predatore mostruoso dall'aspetto di cane feroce ha il compito di impedire alle ombre dei trapassati di ritornare nel mondo dei vivi. Non è possibile sfuggirgli. Si capisce che il soldato Noguchi voleva abbandonare gli Inferi, allucinando il vago lucore della sua casa natale. Segue l'eruzione del plotone, che viene rimandata da dove è venuta, con difficoltà. Tuttavia alla fine è proprio il comandante a rendersi conto di dover seguire lo stesso cammino dei suoi uomini! Non può essere ammesso alcun Ritornante nella Terra dei Vivi! Kurosawa ha trovato in Occidente ciò che gli serviva per fabbricare questo potentissimo flusso di immagini contro la guerra. Ne espongono in modo radicale l'insensatezza!
La Colpa Ontologica
I primi due segmenti, "Raggi di sole nella pioggia" e "Il pescheto", non sono stati capiti dalla critica occidentale, superficialissima e portata per natura a trascurare tutto ciò che non è interpretabile in chiave politica. Così tutto ciò che non è banale metafora o litigiosa partigianeria viene liquidato come "folklore", senza alcuna possibilità di approfondimento. La Volpi (Kitsune) non sono ovviamente canidi fulvi come ci immaginiamo: sono Demoni. Il ragazzino che ha la sventura di vederle assume su di sé un peccato che non è connesso in modo lineare alla sua volontà e alla fantomatica proprietà del libero arbitrio (la disobbedienza consapevole). Egli vede le Volpi e questo atto gli trasmette la colpa; le Volpi, a causa di questa trasmissione, si adirano. La colpa sarebbe stata trasmessa anche a un viandante casuale, privo di qualunque intenzione. Così, nel segmento "Il pescheto", il bambino riesce tramite percorsi tortuosi ad espiare la colpa che ha ereditato in quanto figlio degli abbattitori del pescheto. Anche nel segmento "La tormenta" compare questo concetto ostico per un abitante del Bel Paese: la Donna delle Nevi è un demone che compare per colpa di chi la vede. Per il solo fatto di vederla e di udire le sue parole, lo scalatore commette qualcosa di male. Eppure riesce a liberarsi dalla maledizione, in un modo oscuro. Se ne accorge soltanto quando la neve sparisce ed avvista il campo. Non si sa bene perché questo succede.
Produzione
Kurosawa ebbe notevoli difficoltà a ottenere finanziamenti dagli studi cinematografici giapponesi, tra cui quello con cui lavorava di solito, Toho. Il regista attribuiva gran parte della colpa alla sua critica politica al programma nazionale di energia nucleare, che caratterizzava il suo film ed era considerata antipatriottica. Per fortuna non si diede per vinto e cercò aiuto negli States: inviò una copia della sua sceneggiatura a Steven Spielberg, che la apprezzò e contribuì a fargli ottenere un contratto tramite la Warner Bros, mentre George Lucas (già finanziatore di Kagemusha - L'ombra del guerriero), fece in modo che la sua società Industrial Light & Magic (ILM) fornisse gli effetti speciali al prezzo di costo. Il film è stato coprodotto dal figlio di Kurosawa, Hisao, e da suo nipote, Yasuo "Mike" Inoue. La costumista Emi Wada è stata aiutata dalla figlia di Kurosawa, Kazuko.
Ishirō Honda è stato consulente creativo per il film. Negli anni si è diffusa l'idea infondata che Honda abbia diretto "Il tunnel" e per alcuni anche "Il demone che piange". In realtà, a quanto appare accertato, Kurosawa gli ha chiesto di istruire gli attori nel segmento "Il tunnel" su come marciare e tenere le loro pistole. Gli sembrava la persona più qualificata per farlo, data della sua esperienza nell'esercito.
Van Gogh, Scorsese e i corvi
Martin Scorsese si prese una pausa dalle riprese di Quei bravi ragazzi (Goodfellas, 1990) per partecipare a Sogni, interpretando il ruolo di Vincent Van Gogh. Le sue scene furono girate in un solo giorno. A detta di Teruyo Nogami, il cineasta americano era estremamente nervoso per le troppe battute che gli erano state attribuite. In seguito, lo stesso Scorsese affermò di aver ricevuto molte istruzioni meticolose e di averle imparate a memoria anche se di solito faceva affidamento sulle sue capacità di recitazione. Akira Kurosawa era un fan di Vincent van Gogh; sia lui che sua moglie apprezzavano Le lettere a Theo dell'artista olandese e ritoccarono personalmente molte delle riproduzioni delle sue opere viste nella scena della mostra. Un anno prima delle riprese, la troupe aveva ripiantato un campo d'orzo con del grano per riprodurre "Campo di grano con corvi". Circa 100 corvi catturati dagli abitanti di Hokkaido furono tenuti in gabbie nascoste nel campo ai lati dell'inquadratura e liberati su comando di Scorsese. Secondo l'assistente alla regia Takashi Koizumi, la musica che notoriamente gli uccelli detestano veniva suonata per farli volare all'interno dell'inquadratura. Sono anche stati aggiunti digitalmente alcuni corvi fittizi. Tutto ciò è notevole, anche se ritengo che sia necessario evitare di infastidire i corvi, animali intelligentissimi, dotati di prodigiosa memoria e molto vendicativi.
Nota:
Nota:
Spinto da una specie di precognizione, Kurosawa aveva immaginato che il ruolo di Vincent van Gogh sarebbe stato interpretato da Martin Scorsese quando scrisse il film per la prima volta, basandosi sul suo primo incontro con lui sette anni prima.
L'influsso atnoferico
Kurosawa dichiarò in un'occasione: "I tipi di tempo in ogni segmento creano l'atmosfera o hanno un significato simbolico, che si tratti della pioggia-arcobaleno in "Sole attraverso la pioggia" e del suo significato tradizionale basato sul folklore, oppure della tempesta di neve in "La tormenta" che rappresenta i momenti difficili della vita in cui bisogna perseverare per raggiungere il proprio obiettivo, delle raffiche di vento in "Fuji in rosso" che danno al segmento il tono del caos e della turbolenza, e infine del contrasto tra le pesanti nuvole di "Il demone che piange" e il sereno clima soleggiato di "Il villaggio dei mulini". A prima vista parrebbe che il cineasta nipponico, conoscendo la natura futile dei suoi intervistatori, abbia volutamente evitato di fare riflessioni troppo filosofiche e impegnate. Tuttavia, è risaputo che le genti del Sol Levante hanno una cura maniacale dei particolari paesaggistici: vivono in un mondo tutto loro, fatto di equilibri e di armonie sottilissime che noi facciamo molta fatica a cogliere.
Segmenti cancellati
In origine, il film di Kurosawa doveva essere composto da 11 segmenti, ridotti a 9 prima che le riprese iniziassero. Circa tre mesi dopo, anche il nono segmento fu abbandonato. Secondo la direttrice di produzione Teruyo Nogami, le ragioni di questa scelta sarebbero state di natura economica: si stimava che il nono segmento e le riprese in esterni negli Stati Uniti avrebbero avuto un costo di circa 3 milioni di dollari sui 14 milioni di dollari del budget del film (di cui ne sono stati usati 12). Una spesa giudicata insostenibile. Con buona pace della Nogami, penso che sia più plausibile una diversa spiegazione: siccome il film dura due ore già con otto episodi, la sua lunghezza sarebbe stata eccessiva realizzandone anche soltanto uno in più.
Ecco la sommaria descrizione dei tre segmenti cancellati:
1) Il protagonista vola assieme a un angelo, sfrecciando attraverso il cielo e lo spazio. La realizzazione delle scene di volo, troppo difficile con i mezzi tecnologici dell'epoca, avrebbe avuto costi proibitivi.
2) Una divinità del Buddhismo giapponese punisce i bonzi di un importante tempio di Kyoto a causa della loro protesta per le tasse troppo alte. La tematica dei bonzi avidi e corrotti ritornerà in Madadayo - Il compleanno (1993), facendomi sospettare che il regista fosse un discendente dei Kirishitan, i cristiani perseguitati durante l'Epoca Edo. A quanto pare, il regista fu convinto a non realizzare il segmenti perché gli fu detto che al mondo non interessava nulla della situazione dei templi di Kyoto e delle rogne dei bonzi!
3) Mentre "Io" fa colazione in un hotel straniero, una trasmissione televisiva annuncia la fine di tutte le guerre. Il genere umano è riuscito a scongiurare la catastrofe nucleare. Irrompe la Pace e tutti gettano via le armi, urlando di gioia. Il titolo in inglese doveva essere "A Wonderful Dream". In una mossa simile alla scena della rottura della quarta parete di un altro film del regista, Una meravigliosa domenica (素晴らしき日曜日 Subarashiki nichiyobi, 1947), il pubblico nel finale doveva essere invitato a unirsi agli applausi.
Un sorprendente caso di effetto Dunning-Kruger
Con mio grande stupore, mi sono imbattuto in un blog che rinomina quasi tutti i segmenti del film di Kurosawa in un modo completamente arbitrario, di pura invenzione; soltanto due sono uguali all'originale. Ecco l'elenco:
1) Le nozze delle volpi
2) Il pescheto
3) La tormenta e la speranza
4) La follia della guerra
5) La sindrome di Stendhal
6) Premonizioni
7) Demoni
8) Il villaggio dei mulini.
Poi il blogger, che non nominerò, afferma candidamente: "Per comodità ho titolato i vari sogni: sono piuttosto diversi da quelli che ho trovato nomenclati da alcuni critici."
No! Non si possono nominare ad mentulam canis i segmenti come si vuole, pensando che i titoli originali siano un'invenzione dei critici! Questo è un esempio lampante di effetto Dunning-Kruger: chi sa poco crede di sapere tutto e nega che si possa sapere di più di ciò che sa; può anche diventare aggressivo.
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