domenica 9 settembre 2018


IL MANOSCRITTO VOYNICH:
UN LIBRO CHE SEMBRA DI UN ALTRO UNIVERSO

Uno dei testi più enigmatici dell'intera storia dell'umanità, se non il più misterioso in assoluto, è senza dubbio il Manoscritto Voynich. Il libro consta di 102 fogli, corrispondenti a 204 pagine, e deve il suo nome all'antiquario di origine polacca Wilfrid M. Voynich, che lo acquistò nel 1912. Comprende numerose illustrazioni e testi scritti in una lingua impenetrabile. Per impenetrabile si intende che nessuno studioso di lingue antiche e di crittografia è mai riuscito a leggere con sicurezza un solo carattere e a fornire una traduzione credibile anche di una sola parola. Si pensa che la data di stesura del manoscritto sia compresa tra il 1450 e il 1520. Nessuno ha la benché minima informazione sull'autore, sulla scrittura e sulla lingua, al punto che se anche si arrivasse un giorno a stabilire che il volume è piovuto sulla terra da un universo parallelo, non ci sarebbe nulla da eccepire. Un numero impressionante di decifratori di codici ha impiegato le proprie migliori energie nell'analisi del testo senza arrivare a nulla. Tra questi se ne annoverano anche alcuni di fama mondiale, che lavorarono per l'America e per l'Inghilterra nel corso della II Guerra Mondiale. Tutti questi fallimenti hanno avuto un duplice effetto: da una parte hanno reso mondiale la fama del manoscritto, dall'altra hanno insinuato l'idea di una complessa frode. 

Le sezioni in cui si divide il tomo criptico sono quattro, e può essere di qualche utilità descriverle per sommi capi.

La Sezione I, conosciuta come Sezione Botanica, comprende 66 fogli e riporta ben 113 disegni di piante completamente sconosciute alla Scienza (soltanto in un caso si nota una vaga somiglianza con il girasole).

La Sezione II, conosciuta come Seziona Astronomica o Astrologica, comprende solo 7 fogli e riporta 25 diagrammi di simboli astrali. Alcuni segni zodiacali sono chiaramente identificabili, altre immagini restano enigmatiche. Non si capisce di cosa possa trattare il testo.

La Sezione III, conosciuta come Sezione Biologica, comprende 12 fogli ed è piena zeppa di immagini di donne nude. Queste femmine, spesso incinte, sono immerse in parte in vasche simili a uteri tra di loro comunicanti e piene di un liquido scuro. Per questo motivo è stata applicata a questa parte la sua denominazione corrente; intuire il contenuto delle descrizioni è più difficile che non negli altri casi. Include anche un foglio aggiuntivo ripiegato in sei, che illustra nove medaglioni pieni di immagini di stelle e di oggetti enigmatici non facilmente interpretabili (c'è chi ha voluto vedervi delle cellule).

La Sezione IV, conosciuta come Sezione Farmacologica, comprende 16 fogli e contiene disegni di ampolle e di altri recipienti a forma di fiala simili a quelli utilizzati dagli antichi speziali. Oltre a questi strani alambicchi, compaiono anche disegni di radici e piante, verosimilmente intese come medicinali.

Seguono alcuni fogli che si pensa costituiscano un indice, in quanto contiene soltanto frasi con stelline poste a sinistra delle linee scritte.


Da un'analisi del testo, risulta che i caratteri che compongono il testo sono circa 250.000, mentre le parole distinguibili sono 4182. Di queste, soltanto 1284 ricorrono più di una volta. 308 sono abbastanza comuni, comparendo più di otto volte. 184 sono comuni, e si trovano più di quindici volte. 23 sono molto comuni, essendo scritte più di cento volte. Alcune di queste parole compaiono soltanto in specifiche sezioni, altre sono invece usate nell'intero volume. Qualcuno ha notato che la prima parola in ogni pagina della Sezione Botanica è unica, e che potrebbe trattarsi proprio del nome della pianta disegnata.

L'analisi statistica mostra la ricorrenza di schemi simili a quelli delle lingue naturali: non sembra che il manoscritto sia stato composto a caso. Non va però nascosto che la lingua è molto diversa da qualsiasi lingua europea. Non ci sono parole che comprendono più di dieci segni, e al contempo sono pochissime le parole composte solo da uno o due segni. La distribuzione delle lettere all'interno di ogni parola segue regole severe: alcuni caratteri ricorrono solo all'inizio, altri solo alla fine, altri ancora solo in posizione mediana. Una situazione che ricorda quella di scritture semitiche come quella ebraica e quella araba, che hanno segni consonantici diversi a seconda che siano iniziali, finali o mediani. Si potrebbe pensare a una delle lingue artificiali create nel XVII secolo, dotate di una struttura regolare e profondamente logica.

Ci sono anche alcune parole e frasi scritte in caratteri latini, distorti ma riconoscibili. Tuttavia si tratta di parole che non corrispondono a nessuna lingua nota del globo terracqueo. Qualcuno ipotizza che siano comunque state aggiunte in un secondo momento. Stranamente, non si riesce a trovare in rete alcuna trascrizione di questi passi.


Le prime documentazioni dell'esistenza del Manoscritto Voynich risalgono all'inizio del XVII secolo. Un certo Baresch, il primo proprietario documentato, chiese aiuto al gesuita Athanasius Kircher perché traducesse quell'ostica lingua e gli rivelasse i segreti di quei disegni. Personalità eclettica, il gesuita tedesco fu il primo europeo a reintrodurre lo studio della lingua copta in Occidente dopo secoli di oblio. Le sue decifrazioni dei geroglifici egizi sono prive di valore, ma vide giusto nell'identificare la lingua copta come l'ultimo erede dell'idioma dei Faraoni. Si ignora se il Kircher abbia risposto alla richiesta di Baresch. Sappiamo soltanto che quando quest'ultimo morì, il libro fu ereditato dal suo amico Jan Marek Marci, rettore di un'università di Praga. A sua volta questi inviò il libro a Kircher. La lettera di Marci è ora inclusa nel bizzarro volume.

Nei successivi duecento anni le tracce del manoscritto si perdono, ma è molto probabile che sia stato incorporato nella biblioteca del Collegio Romano in seguito alla morte di Kircher. Il Collegio Romano ora è noto come Università Pontificia Gregoriana. Quando Vittorio Emanuele II di Savoia liquidò lo Stato della Chiesa, confiscò anche la biblioteca del Collegio. Nel 1870 il libro sarebbe di certo saltato fuori di nuovo, ma poco prima della confisca, venne trasferito assieme all'intera corrispondenza del Kircher nella biblioteca privata del gesuita Beckx a Villa Mondragone. Verso il 1912, il Collegio si trovò in difficoltà finanziarie e decise di vendere alcuni dei suoi libri, e proprio allora entrò in scena Wilfrid Woynich.

Da quanto si deduce dai carteggi di Kircher, sembra che ci fu un tentativo di vendere il libro all'Imperatore Rodolfo II di Boemia (1552–1612) per la somma allora astronomica di seicento ducati. Rodolfo era convinto che l'autore del manoscritto fosse l'ingegnoso frate francescano Ruggero Bacone (1214–1294). Anche se Voynich fece di tutto per diffondere l'idea di una paternità baconiana, gli studiosi specializzati nel lavoro di quell'uomo di scienza escludono la cosa nel modo più reciso. Altro nome eccellente che è stato fatto è quello di John Dee (1527-1608), noto per i suoi studi sull'occultismo e sulla filosofia ermetica.


Le teorie atte a spiegare il manoscritto sono stravaganti e numerose, al punto che porterebbe via troppo spazio elencarle tutte. Il filologo William Newbold arrivò alla conclusione che la lingua voynichiana fosse latino camuffato, e interpretò delle sequenze arrivando alla sensazionale scoperta che già in epoca medievale erano state formulate teorie di astrofisica e biologia molecolare. In preda a un forte esaurimento si accorse alla fine di essersi spinto al punto di tradurre persino delle crepe dovute all'età della carta. Il dilettante John Stojko invece pensava che il voynichiano non fosse altro che ucraino senza vocali, e propose traduzioni singolari del tipo "il Vuoto è ciò per cui combatte l'Occhio del Piccolo Dio". Mi soffermerò un po' di più sulla teoria formulata nel 1987 dal fisico russo Leo Levitov, in quanto era sua convinzione che il manoscritto fosse un testo iniziatico dei Catari. Per prima cosa credette di aver identificato la lingua definendola un codice segreto formato da un miscuglio di lingue dell'Europa centrale, tra le quali l'antico alto tedesco. Quindi ritenne che l'enigmatica Sezione Biologica fosse un manuale per l'Endura, che a parer suo consisteva nel sezionare in modo rituale le vene degli adepti. Ancor più farneticante la sua attribuzione ai Catari dei simboli della Sezione Astrologica - da lui creduti tipici del culto di Iside. Le piante chimeriche non avrebbero dovuto essere intese come specie realmente esistenti, ma come simboli arcani, geroglifici della Fede. Levitov raccolse tutte queste nozioni in un compendio delirante a cui diede il titolo Solution of the Voynich Manuscript: A liturgical Manual for the Endura Rite of the Cathari Heresy, the Cult of Isis. Tutto questo castello di fantasie può essere smontato molto facilmente. L'Endura nella sua forma più diffusa comportava il digiuno fino alla morte, e solo in pochi casi la morte veniva facilitata con qualche sistema come l'incisione di una vena, l'ingestione di vetro tritato, il soffocamento. Non era tuttavia richiesta alcuna particolare istruzione a questo scopo, anche considerato che i Buoni Uomini erano spesso medici. La raffigurazione di donne incinte per ovvie ragioni è assolutamente estranea al Catarismo ed è impossibile che fosse associata a qualcosa di sacro e di simbolico: il feto era considerato diabolico. I Catari non veneravano Iside e neppure altre divinità pagane.

Segnalo alla fine una corrispondenza tra le lettere del Manoscritto Voynich e l'alfabeto latino ideata per giochi di ruolo ambientati nell'universo di Lovecraft. La si può trovare nel sito afternight.com, che riporta numerosi alfabeti antichi e moderni. Che sia la cosa più sensata proposta finora?

giovedì 6 settembre 2018


FURTI DI GENITALI IN AFRICA
E MALLEUS MALEFICARUM

Una coincidenza? 

Accade che in diversi paesi dell'Africa, numerosi stregoni sono accusati di nascondere magicamente il fallo degli uomini sui quali hanno lanciato i loro incantesimi. A volte le loro operazioni magiche sono più benigne, se così si può dire, in quanto si limitano a produrre una diminuzione delle dimensioni dei genitali. Un caso occorso in Congo ha destato scalpore, in quanto gli stregoni hanno addirittura condizionato la restituzione degli organi sessuali rubati a un pagamento in denaro. Ma anni fa simili eventi hanno avuto esito drammatico: interi paesi devastati da ondate di terrore, uomini urlanti che sotto shock imploravano il ritorno dei loro attributi, supposti stregoni linciati e fatti a pezzi dalla folla inferocita.

Per molti queste sono amenità e argomenti da salotto, a tal punto è giunta la tirannia della fatuità imperante: una notizia da quel nido di dolore atroce che è l'Africa raggiunge le genti mondane ipnotizzate dalla televisione solo quando contiene qualcosa di grottesco. La reazione più frequente da parte della maggior parte dei lettori è liquidare questi furti del pene come il frutto di un'atavica superstizione africana. Mi permetto di avanzare dubbi a questo proposito e di sostenere l'origine recente della psicosi, nonché la sua connessione con l'imponente processo di cristianizzazione che ha quasi sommerso gli originari culti animistici e feticisti. Si può infatti notare una stranissima e sorprendente somiglianza con quanto scritto nel Malleus Maleficarum. Questo testo, definito tra i più terribili mai scritti nella storia nota dell'umanità, è opera dei frati domenicani e inquisitori Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer. Fu redatto nel 1484 e ha conosciuto una grandissima fortuna (ben 34 edizioni). Servì all'Inquisizione come guida nella famigerata Caccia alle Streghe, che portò sul rogo innumerevoli innocenti, in gran parte donne. Quanto accade ai nostri giorni in Congo è proprio quanto accadeva nei secoli XV, XVI e XVII in Europa, dall'Italia alla Scozia, dalla Spagna alla Germania. Sarà una coincidenza? Ritorno del rimosso? Un archetipo universale legato al culto della fertilità e al terrore per l'incertezza del futuro della specie umana? Oppure bisogna credere, come fanno certi esoteristi, che tutte le culture umane siano soltanto un labirinto di confuse analogie dove tutto è l'equivalente di tutto il resto? Francamente, credo che le coincidenze non esistano e che si debba ricercare una spiegazione di questi fatti così anomali. Affinché chiunque possa giudicare, riporto alcuni brani molto interessanti.

PARTE I, DOMANDA IX. 

Se le Streghe possono operare qualche illusione di pretidigitazione in modo tale che l'organo sessuale maschile appaia essere del tutto rimosso e separato dal corpo. 

Qui si dichiara la verità sulle operazioni diaboliche che riguardano l'organo sessuale maschile. E per rendere comprensibili i fatti su questo argomento, ci si chiede se le streghe possano con l'aiuto dei demoni rimuovere realmente e di fatto il membro virile, oppure se esse fanno ciò soltanto in apparenza per mezzo di qualche incantesimo o illusione. E che esse possano davvero fare ciò lo si deduce a fortiori; poiché i demoni possono fare cose più grandi di questa, come ucciderle o traportarle da luogo a luogo - come mostrato sopra nei casi di Giobbe e di Tobia - quindi esse possono anche rimuovere davvero e di fatto i membri virili degli uomini.
Ancora una volta, un argomento è preso dalla narrazione della visitazione degli Angeli cattivi, nei Salmi:
Dio punisce per mezzo degli Angeli cattivi, siccome Egli spesso punì il Popolo di Israele con svariate malattie, davvero e di fatto fece visita ai loro corpi. Perciò il membro virile è ugualmente soggetto a tali visitazioni.
Si può dire che ciò è fatto con il permesso Divino. E in quel caso, è già stato detto che Dio permette un maggior potere della stregoneria sulle funzioni genitali, considerando la prima corruzione del peccato che venne a noi dall'atto della procreazione, così Egli permette anche maggiori poteri sugli organi genitali maschili, e persino la sua rimozione.
E, ancora, fu una cosa più grande trasformare la moglie di Lot in un pilastro di sale che non la rimozione dell'organo maschile; e (Genesi XIX) fu una vera ed effettiva, non apparente, metamorfosi (poiché è detto che il pilastro può ancora essere visto), e ciò fu fatto da un Angelo cattivo; proprio come gli Angeli cattivi colpirono gli uomini di Sodoma con la cecità, cosicché essi non furono capaci di trovare la porta delle loro case. E così fu per le altre punizioni degli uomini di Gomorra.
La narrazione, invero, afferma che la moglie di Lot era essa stessa contaminata da quel vizio, e perciò fu punita.
E ancora, chi può creare una forma naturale può anche rimuoverla. Ma i demoni hanno creato molte forme naturali, come è chiaro considerando i maghi del Faraone, che con l'aiuto dei demoni plasmarono rane e serpenti. Anche Sant'Agostino, nel Libro LXXXIII, dice che quelle cose che sono evidentemente fatte per mezzo dei poteri inferiori dell'aria non possono essere considerate mere illusioni; ma che persino gli uomini sono capaci, tramite qualche esperta incisione, di rimuovere l'organo maschile; quindi i demoni possono fare in modo invisibile ciò che gli altri fanno in modo visibile.
Al contrario, Sant'Agostino (de Ciuitate Dei, XVIII) dice: Non si deve credere che, tramite l'arte o il potere dei demoni, il corpo dell'uomo possa essere trasformato in apparenza di bestia; quindi è allo stesso modo impossibile che venga rimosso ciò che è essenziale alla verità del corpo umano. Egli dice anche (de Trinitate, III): Non si deve pensare che questa sostanza di materia visibile sia soggetta al volere degli angeli caduti, in quanto è soggetta soltanto a Dio.

RISPOSTA.  Non c'è dubbio che certe streghe possano fare cose portentose agli organi sessuali maschili, in quanto ciò è in accordo con ciò che è stato visto e utito da molti, e con la descrizione generale di ciò che è conosciuto a proposito quel membro attraverso i sensi della vista e del tatto. E a proposito di come questa cosa sia possibile, occorre dire che può essere fatta in due modi, in entrambi i casi realmente e di fatto, come è stato detto nei primi argomenti, o per mezzo di qualche manipolazione o di qualche incantesimo. Ma quando ciò è compiuto dalle streghe, si tratta sempre di incantesimo; sebbene non sia affatto un'illusione nell'opinione di chi ne soffre. Secondo la sua immaginazione, egli può credere realmente e di fatto che qualcosa non sia presente, dal momento che con nessuno dei suoi sensi esteriori, come la vista e il tatto, egli è in grado di percepire che è presente. Da questo si può dire che c'è una vera astrazione del membro virile nell'immaginazione, anche se non di fatto; e molte cose devono essere notate su come ciò accade. E per prima cosa sui due metodi attraverso cui può essere fatto. Non fa meraviglia che il diavolo possa ingannare i sensi esteriori degli umani, dal momento che, come si è detto sopra, egli può illudere i sensi interni, portando all'effettiva percezione idee che sono immagazzinate nell'immaginazione. Inoltre, egli inganna gli uomini nelle loro funzioni naturali, causando loro l'invisibilità di ciò che che è visibile, e l'intangibilità di ciò che è tangibile, e l'inudibilità di ciò che è udibile, e la stessa cosa con gli altri sensi. Ma simili cose non sono realmente vere, dato che sono causate tramite un qualche difetto introdotto nei sensi, come gli occhi o le orecchie, o il tatto, e a ragione di questo difetto il giudizio dell'uomo è ingannato.
E noi possiamo illustrare ciò servendoci di certi fenomeni naturali. Dal momento che il vino dolce sembra amaro alla lingua del febbricitante, il suo gusto è ingannato non da un fatto reale, ma dalla sua malattia.
Allo stesso modo anche nel caso che stiamo considerando, l'inganno non è dovuto a un fatto reale, dal momento che il membro virile è realmente al suo posto; ma è un'illusione dei sensi a riguardo di esso.
Ancora, come è stato detto a proposito dei poteri procreativi, il diavolo può ostacolare quell'atto imponendo qualche altro corpo dello stesso colore e della stessa apparenza, in modo tale che qualche corpo liscio del color della carne si interponga tra la vista e il tatto, e tra il vero corpo del sofferente, cosicché gli sembri che egli non possa vedere e sentire altro che un corpo liscio con la superficie non interrotta dall'organo genitale. Vedi i detti di San Tommaso (2 dist. 8. artic. 5) a proposito di incantesimi e illusioni, e anche nel secondo del secondo, 91, e nelle sue domande a proposito del Peccato: dove egli frequentemente cita quanto scritto da Sant'Agostino nel Libro LXXXIII: Questo male del diavolo striscia attraverso tutti gli approcci sensuali; egli si dà alle figure, egli si adatta ai colori, egli attende nei suoni, egli occhieggia negli odori, egli infonde se stesso nei sapori.
Inoltre, si deve considerare che una simile illusione della vista e del tatta può essere causata non solo dall'interposizione di qualche corpo liscio privo di membro, ma anche evocando la fantasia o l'immaginazione di certe forme e idee latenti nella mente, in modo tale che una cosa è immaginata come percepita allora per la prima volta.
Perché, come è stato mostrato nella precedente domanda, i demoni possono attraverso il potere loro proprio cambiare i corpi localmente; e così come la disposizione o l'umore possono essere influenzati in questo modo, così pure possono esserlo le funzioni naturali. Io parlo di cose che appaiono naturali all'immaginazione o ai sensi. Poiché Aristotele nel de Somno et Uigila dice, assegnando la causa delle apparizioni e dei sogni, che quando un animale dorme molto sangue scorre nella sua coscienza interiore, e da lì vengono le idee o le impressioni derivate da reali esperienze precedenti immagazzinate nella mente.
E' già stato definito come in questo modo certe apparenze veicolano le impressioni di nuove esperienze.
E siccome questo può accadere in modo naturale, molto di più può fare il diavolo per chiamare all'imaginazione l'apparenza di un corpo liscio sprovvisto di membro virile, in modo tale che i sensi lo credano una cosa reale.
In secondo luogo, si nota come altri metodi sono più facili da capirsi e da spiegarsi. Poiché, secondo Sant'Isidoro (Etym. VIII, 9), un incantesimo non è altro che una certa delusione dei sensi, e specialmente degli occhi. E per questa ragione è anche chiamato prestigio, da prestringo, dal momento che la vista degli occhi è così incatenata che le cose sembrano essere altro da ciò che sono. E Alessandro di Hales
, Parte 2, dice che un prestigio, compreso in modo corretto, è un'illusione del diavolo, che non è causata da nessun cambiamento nella materia, ma esiste solo nella mente di colui che è deluso, sia ai suoi sensi interni che alla sua percezione esteriore. Quindi, in altre parole, possiamo dire persino dell'arte prestidigitatoria, che può essere effettuata in tre modi. Per quanto riguarda il primo, esso può essere fatto senza i demoni, dal momento che è fatto artificialmente dall'agilità degli uomini che mostrano cose e le nascondono, come nel caso dei trucchi degli illusionisti e dei ventriloqui. Il secondo metodo è anche compiuto senza l'aiuto dei demoni; perché quando gli uomini possono usare alcune virtù naturali in corpi naturali o minerali, operano in modo tale da impartire a tali oggetti qualche altro aspetto, diverso dalla sua vera apparenza. Infatti, secondo San Tommaso (I, 114, 4), e anche molti altri, gli uomini, tramite il fumo di certe erbe aromatiche, possono far apparire delle verghe come serpenti. Il terzo metodo di delusione è effettuato con l'aiuto dei demoni, il permesso di Dio essendo garantito. Perché è chiaro che i demoni hanno, per loro natura, alcuni poteri su certe sostanza terrestri, che essi esercitano su di esse, quando Dio lo permette, in modo tale che le cose appaiano diverse da ciò che sono.
E a proposito di questo terzo metodo, si deve notare che il diavolo ha cinque modi in cui può deludere chiunque in modo tale che egli pensi che una cosa sia altro da ciò che è.
Il primo è tramite trucchi artificiali, come è stato detto; perché quello che gli uomini possono fare servendosi dell'arte, i demoni possono farlo anche meglio.
Il secondo è tramite un metodo naturale, per mezzo dell'applicazione, come è stato detto, e dell'interposizione di qualche sostanza in grado di nascondere il vero corpo, o di confondere la fantasia umana.
Il terzo modo è quando in un dato corpo egli si presenta come qualcosa che non è; come testimonia la storia nella quale San Gregorio dice che nel suo Primo Dialogo di una Suora, che mangiava una lattuga, che, tuttavia, come il diavolo ha poi confessato, non era una lattuga, ma il diavolo stesso in forma di lattuga, o celato nella medesima lattuga. O come quando apparve a Sant'Antonio in una pagliuzza d'oro che egli aveva trovato nel deserto. O come quando egli tocca un uomo reale, e lo fa apparire come una bestia bruta, come sarà spiegato in breve.
Il quarto medodo è quando egli confonde gli organi della vista, cosicché una cosa chiara sembri sfocata, o al contrario, oppure quando una donna vecchia appare come una giovane fanciulla.
Perché anche dopo aver spento la luce, appare diversa da ciò che era prima. Il suo quinto metodo è attraverso l'opera sul potere dell'immaginazione, e, attraverso un disturbo degli umori, effettuando una trasmutazione delle forme percepite dai sensi, come è stato trattato prima, in modo tale che i sensi le percepiscano allora come se fossero immagini fresche e nuove. E di conseguenza, tramite gli ultimi tre di questi metodi, e pesino tramite il secondo, il diavolo può gettare un incantesimo sui sensi degli umani.
Non sussiste quindi alcuna difficoltà nel suo occultamento del membro virile per mezzo di qualche prestigio o incantesimo. E una prova manifesta o un esempio di ciò, la quale è stata rivelata a noi nella nostra capacità di Inquisitori, sarà esposta nel seguito, dove si racconta più diffusamente di questi e di altri argomenti, nella Seconda Parte di questo Trattato.

Come una Stregoneria può essere distinta da un difetto naturale. Segue una domanda incidentale, con certe altre difficoltà. Il membro virile di Pietro è stato rimosso, ed egli non sa se ciò sia accaduto per stregoneria oppure in qualche altro modo attraverso il potere del diavolo, con il permesso di Dio. C'è qualche modo per determinare o distinguere tra queste cose? Si può rispondere come segue. Primo, che quelli ai quali queste cose più comunemente accadono sono adulteri e fornicatori. Perché quando essi mancano di rispondere alle richieste della loro signora, o se vogliono disertarla e legarsi ad altre donne, allora la loro signora, per vendicarsi, attraverso qualche potere causa la rimozione del membro virile. Secondo, si può distinguere per il fatto che non è permanente. Perché se non è dovuta a stregoneria, allora la perdita non è permanente, e il membro verrà restaurato dopo un qualche tempo.
Ma qui sorge un altro dubbio, se il fatto che non sia permanente sia dovuto alla natura della stregoneria. Si risponde che può essere permanente, e durare fino alla morte, proprio come i Canonisti e i Teologi ritengono a proposito dell'impedimento della stregoneria nel matrimonio, che ciò che è temporaneo può diventare definitivo. Perché Goffredo dice nella sua Summa: una stregoneria non può sempre essere rimosso da chi lo ha causato, sia perché è morto, o perché non sa come rimuoverla, oppure perché la formula necessaria è andata perduta.
Quindi possiamo dire nello stesso modo che la formula che ha funzionato su Pietro sarà permanente se la strega che l'ha pronunciata non può guarirlo. Perché ci sono tre gradi di streghe. Perché alcune sono in grado sia di guarire che di danneggiare; alcune danneggiano, ma non possono guarire; e alcune sembrano capaci soltanto di guarire, ossia di rimuovere i danni, come sarà mostrato in seguito. Perché così accadde a noi: Due streghe stavano litigando, e mentre esse si insultavano a vicenda, una disse: Io non sono così malvagia come te, perché io so come guarire chi danneggio. Il maleficio sarà anche permanente se, prima che sia stato risanato, la strega diparta, sia cambiando residenza che morendo. Perché San Tommaso dice anche: Ogni maleficio è permanente quando è tale perché non può avere alcun rimedio umano; o se ha un rimedio umano, non è conosciuto agli umani, o è illegale; sebbene Dio possa trovare un rimedio attraverso un santo Angelo capace di costringere il diavolo, se non la strega.
Tuttavia, il principale rimedio contro la stregoneria è il sacramento della Penitenza. Perché l'infermità fisica spesso procede dal peccato. E in che modo si possono rimuovere i malefici o le streghe sarà mostrato nella Seconda Parte di questo Trattato, e nella Seconda Domanda, capitolo VI, dove altri importanti argomenti sono trattati e spiegati.

Soluzione degli Argomenti. Per il primo, è chiaro che non ci sono dubbi, ma che, proprio come, con il permesso di Dio, esse possono uccidere gli uomini, allo stesso modo i demoni possono rubare quel membro, così pure come altri, veramente e di fatto. Ma allora i demoni non agiscono per tramite di streghe, a riguardo delle quali si è già fatta menzione. E da questo la risposta al secondo argomento è altrettanto chiara. Ma occorre dire questo: che Dio permette più potere della stregoneria sugli organi genitali perché etc.; e quindi permette persino che il membro virile sia davvero e di fatto rimosso. Ma non è valido dire che ciò accada sempre. Perché non sarebbe nelle modalità della stregoneria che ciò accada in questo modo; e persino le streghe, quando fanno questi lavori, non fingono di non avere il potere di restaurare il membro virile quando esse vogliono e sanno come fare. Da questo è chiaro che non è rimosso fisicamente, ma solo per incantesimo. Per il terzo argomento, relativo alla metamorfosi della moglie di Lot, diciamo che essa era fisica, e non un incantesimo. E per quanto riguarda il quarto, che i demoni possono creare certe forme sostanziali, e quindi possono anche rimuoverle: si deve dire ciò a proposito dei maghi del Faraone che essi produssero veri serpenti; e che i demoni possono, con l'aiuto di un altro agente, produrre certi effetti su creature imperfette più di quanto possano fare sugli uomini, che sono il principale interesse di Dio. Perché è detto: Forse che Dio si cura dei buoi? Essi possono, tuttavia, col permesso di Dio, fare agli uomini veri e reali danni, così come possono anche creare un incantesimo nocivo, e con questa risposta anche l'ultimo argomento è reso chiaro.

PARTE II, DOMANDA I 

Il modo in cui esse privano l'uomo del suo membro virile. 
Abbiamo già mostrato che esse rimuovono l'organo maschile, non privando veramente il corpo umano di esso, nel modo che già abbiamo dichiarato. E di ciò daremo alcuni esempi.
Nella città di Ratisbona, un certo giovane uomo che aveva una relazione con una ragazza, desiderando lasciarla, perse il suo membro; ovvero, qualche incantesimo fu gettato su di esso in modo tale che egli poteva vedere o toccare null'altro che il suo corpo liscio. Nella sua preoccupazione su ciò, egli andò in una taverna a bere vino; e dopo che si fu seduto là per un po', iniziò a conversare con un'altra donna che era in quel luogo, e le disse la causa della sua tristezza, spiegandole ogni cosa, e dimostrando col suo corpo che era così. La donna era astuta, e chiese se lui sospettasse di qualcuno; e quando egli ne nominò una, rivelando l'intera faccenda, lei gli disse: "Se la persuasione non è sufficiente, tu devi usare una certa violenza, per indurla a restituirti la salute."
Così di sera il giovane uomo guardò la via che la strega aveva l'abitudine di percorrere, e trovatala, la pregò di restituirgli la salute del corpo. E quando lei dichiarà di essere innocente e di non sapere nulla di tutto ciò, egli si precipitò su di lei, e stringendo un panno intorno al suo collo, la soffocò, dicendo: "Se non mi rendi la mia salute, morirai per mano mia." Allora lei, non essendo in grado di urlare, e divenendo livida, disse: "Lasciami andare, e io ti guarirò." Allora il giovane uomo lasciò andare la pressione del panno, e la strega lo toccò con la sua mano tra le cosce, dicendogli: "Ora tu hai ciò che desideri."
E il giovane uomo, come detto, poté constatare con la vista o col tatto che il suo membro virile era stato restituito a lui con il semplice tocco della strega.
Una simile esperienza è narrata da un certo venerabile Padre della Casa Domenicana di Spira, ben conosciuto nell'Ordine per l'onestà della sua vita e del suo insegnamento.
"Un giorno", egli dice, "mentre stavo sentendo le confessioni, un giovane uomo venne a me e, durante la confessione, con dolore disse che aveva perduto il pene. Essendo rimasto esterrefatto per questo, e non volendo credere ciò con facilità, siccome nell'opinione del saggio è un segno di ingenuità credere troppo facilmente, io ottenni la prova di quanto raccontato quando vidi che non c'era nulla sul corpo del giovane quando egli si tolse i suoi abiti e mi mostrò il posto. Allora, usando i più saggi consigli che potei, chiesi se sospettasse qualcuno di averlo stregato. E il giovane uomo disse che egli sospettava qualcuna, ma che lei era lontana, vivendo a Worms. Allora io dissi: "Ti consiglio di andare da lei prima possibile e di tentare di blandirla con parole gentili e promesse"; ed egli fece così. Quindi egli tornò indietro dopo alcuni giorni e mi ringraziò, dicendomi che era intero, e che aveva recuperato tutto. E io credetti alle sue parole, ma ancora una volta egli volle provarle all'evidenza dei miei occhi."

    Dal MALLEUS MALEFICARUM, testo dell'Inquisizione

Tra le altre cose, si deve notare come gli autori di questo manuale fossero finissimi psicologi, che già conoscevano il concetto di subconscio ed erano maestri nella sua manipolazione. Freud non ha inventato nulla, era già tutto noto ai Domenicani. Gli strizzacervelli sono i veri eredi di Eymerich e di Torquemada. Sorge quasi il sospetto che il padre della psicoanalisi abbia attinto a piene mani da questo genere di materiale.

martedì 4 settembre 2018


LA MATRICE SPEZZATA

Titolo originale: Schismatrix
Autore: Bruce Sterling
Anno: 1985
Paese: Stati Uniti 
Lingua: Inglese
Tipologia narrativa: Romanzo
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Space opera, fantabiologia,
     fantagenetica, cyberpunk 
Edizioni italiane:
   
1) 1986 Cosmo. Collana di Fantascienza 171, Editrice Nord
Traduzione: Giampaolo Cossato e Sandro Sandrelli
    2) 1995 Narrativa Nord 55, Editrice Nord
Traduzione: Giampaolo Cossato e Sandro Sandrelli
ISBN: 8842908622
    3) 2005 Urania Collezione 032, Arnoldo Mondadori Editore
Traduzione: Giampaolo Cossato e Sandro Sandrelli
    4) 2006 Piccola Biblioteca Oscar 458, Arnoldo Mondadori Editore
Traduzione: Giampaolo Cossato e Sandro Sandrelli
ISBN: 8804551755
Titoli tradotti:
  Cismatrix (Spagna)
  La Schismatrice (Francia)
  Схизматрица (Russia)
  Шизматриця (Ucraina) 

Trama:

La specie umana si è diffusa nell'intero sistema solare, dando origine a un grandissimo numero di colonie, in pratica micromondi simili ad isole, allignanti anche negli ambienti più estremi. Una colonia può essere una base situata su un pianeta o su un asteroide, ma anche un habitat artificiale in orbita intorno al Sole. L'insieme di tutti questi mondi-isola è conosciuto con il nome di Matrice spezzata. Una denominazione assai singolare, che si sipega in questo modo: "Matrice" perché è l'estensione del genere umano nel Cosmo, "spezzata" perché discontinua, costituita da un insieme di ambienti non direttamente comunicanti. La locuzione Matrice spezzata è una traduzione immaginifica dell'originale Schismatrix, una parola-macedonia formata a partire da schism "divisione" e da matrix "matrice". La Matrice Spezzata non si trova in condizioni di pace. Ovunque la scena politica è dominata dalla contrapposizione di due potentissime congreghe settarie: i Meccanisti (Mechanists) e i Plasmatori (Shapers). I Meccanisti hanno trovato il modo di prolungare la vita umana tramite protesi, innesti e altri ritrovati tecnologici, in pratica trasformando gli esseri umani in cyborg. Per contro, i Plasmatori hanno ottenuto lo stesso scopo manipolando il genoma e creando esseri transumani dotati di proprietà sorprendenti. Se si volesse disegnare una mappa politica della Matrice spezzata con i centri di irradiazione, gli avamposti e le zone d'influenza delle due parti contrapposte, si otterrebbe un mosaico di grande complessità. Sia i Meccanisti che i Plasmatori hanno loro basi nelle colonie della cintura asteroidale. Il protagonista del romanzo, la cui trama è troppo complessa per essere condensata in poche righe, è Abelard Lindsay, cittadino della Repubblica Corporativa Circumlunare del Mare Serenitatis. Partigiano dei Plasmatori, Lindsay tenta di opporsi ai cartelli dei Meccanisti, che hanno un'influenza sempre maggiore sull'aristocrazia della Repubblica. Assieme a Philip Constantine e a Vera Kelland, Lindsay porta avanti una dura battaglia antimeccanista. A un certo punto, Abelard Lindsay e Vera Kelland decidono di suicidarsi in una forma estrema di protesta. La donna riuscirà nel suo intento, mentre l'uomo fallirà, venendo così etichettato da Philip Constantine come traditore. Viene accusato di aver ucciso il proprio zio, il cui assassinio è in realtà opera di Constantine. Bandito dalla sua nazione, Lindsay è costretto a trovare riparo nello Zaibatsu Circumlunare del Popolo del Mare Tranquillitatis, abitato dai Cani solari, un'accozzaglia di feccia criminale composta da esuli e reietti provenienti da ogni parte della Matrice spezzata. Questo è soltanto l'inizio di una vorticosa serie di avventure, fughe e di colpi di scena. A un certo punto fa la sua irruzione nel sistema solare una specie di alieni avidi di beni materiali e avarissimi, simili a giganteschi tirannosauri rachitici con la pelle di polli spennati. Sono gli Investitori, in pratica dei Paperoni cosmici. La loro comparsa placa il conflitto tra Meccanisti e Plasmatori, che iniziano a praticare scambi economici. La pace dura poco: il perfido Constantin riesce a impadronisti del potere nell'influente Consiglio dell'Anello. Si arriverà al titanico scontro mentale tra Lindsay e Constantine. Il primo uscirà vincitore e si riconcilierà con lo sconfitto, prima che questi si suicidi. Contattato da un'enigmatica intelligenza siderale, il protagonista deciderà di seguirla, vincendo la biologia e diventando un essere incorporeo simile a vento, destinato a viaggiare in eterno negli abissi cosmici. Un destino invidiabile!  

Recensione:

Un capolavoro ricchissimo di spunti di riflessione, che ci mostra molte meraviglie difficilmente concepibili da mente umana. Molte meraviglie e molti orrori. Immergersi nella sua lettura è un'esperienza quasi mistica, che di certo non si dimentica. Il romanzo è ambientato nel futuribile universo denominato Mechanist/Shaper, plasmato dalla fantasia di Sterling in un ciclo di cinque racconti pubblicati nel biennio 1982-1984. Questi sono i titoli: 

1) Swarm
2) Spider Rose
3) La Regina Cicala (Cicada Queen)
4) Giardini sommersi (Sunken gardens)
5) Venti evocazioni (Life in the Mechanist/Shaper Era: Twenty Evocations)

Nel 1989 i racconti del ciclo Mechanist/Shaper sono stati pubblicati nell'antologia Crystal Express, la prima dello scrittore texano; nel 1996 sono stati raccolti assieme al romanzo in un unico volume intitoltto Schismatrix Plus. Sono stato particolarmente colpito da Swarm, pubblicato per la prima volta nell'aprile del 1982, in The Magazine of Fantasy & Science Fiction. Da piccolo ero molto curioso. Seguendo mio zio S. (RIP), che era un apicoltore, ho frugato nel sottotetto di un alveare, imbattendomi in alcune meraviglie. Sono stato morso su un polpastrello da un bellissimo e pingue ragno crociato, che ho avuto l'idea di accarezzare sul ventre vellutato, sensualissimo. Ho anche visto una farfalla sfinge testa di morto, e mi sono interrogato sulla natura di quel macabro disegno sul suo torace. Mio zio mi ha spegato che quella creatura arreca danni agli alveari. Ebbene, Bruce Sterling è stato ispirato dai complessi ecosistemi degli alveari e dei formicai. In Swarm descrive una colonia di una specie aliena non intelligente inseduata su un asteroide, la cui comunità funziona in modo non troppo dissimile ai nidi degli imenotteri, con i loro simbionti e i loro parassiti. Lo Sciame ospita superstiti di specie aliene degenerate che hanno perso la loro autosufficienza, vivendo in condizioni di commensalismo. Affascinante! In quest'epoca degenerata, in cui la Fantascienza può dirsi defunta, questi sublimi concetti potrebbero funzionare come le scariche elettriche del dottor Victor Frankenstein, rianimando ciò che ormai giace immobile!

Trapianto fecale 

Forse la mia conoscenza della letteratura è difettosa, ma credo proprio che Bruce Sterling sia stato il primo a porsi il problema della flora batterica intestinale dell'essere umano nello spazio. Nella vecchia fantascienza eroi ed eroine viaggiavano da un pianeta all'altro e il loro organismo funzionava sempre alla perfezione, in qualunque nuovo ambiente si recassero - come se sussistesse una perfetta compatibilità del loro microbioma con i microrganismi allignanti su mondi alieni abbastanza isolati. Nessuno si poneva domande scatologiche e l'universo somigliava a un unico gigantesco villaggio dei Puffi, privo di morbi e di inconvenienti imbarazzanti come la diarrea profusa. La procedura descritta dallo scrittore texano è concettualmente molto semplice: si uccide la flora batterica intestinale del viaggiatore e se ne immette una nuova, compatibile con il nuovo ambiente. Certo, c'è da capire se un essere umano possa in concreto sottoporsi a un gran numero di simili operazioni nel corso della propria vita, anche considerando che dovrebbe cambiare di nuovo flora al rientro sul pianeta natio.

La merda commestibile di Kitsune

La prostituta plasmatrice Kitsune, che a dispetto del nome giapponese (significa "volpe", ossia "demone") è una statuaria donna mandingo, lo dice chiaramente: "Sono più pulita di un ago nuovo di zecca, e niente che tu non possa bere come il vino o mangiare come zucchero candito lascia il mio corpo". Si aprono panorami di fantasie coprofaghe senza limiti. Cessa una delle massime barriere imposte dalla Natura: la repulsione verso le feci. Immaginate se queste scorie diventassero commestibili grazie all'ingegneria genetica, gustose e fragranti come biscotti, petali di violetta immersi in sciroppo di glucosio, o addirittura praline di cioccolato! Cessa in questo modo anche l'altro grande limite biologico: il fatto che un grammo di escrementi di un umano adulto contiene da 10 a 100 milioni di unità formanti colonia (UFC) di Escherichia coli, un batterio indice di contaminazione fecale, in grado di produrre devastanti gastroenteriti a chiunque ne ingerisca una sufficiente carica. Senza contare altri patogeni come la Salmonella, il vibrione del colera e l'Helicobacter pylori, per non parlare dell'ameba e della possibile presenza di uova di parassiti come gli ascaridi. Ebbene, la bella Kitsune non presenta nessuno di questi problemi: la sua merda è del tutto priva di contaminanti ed è sana come un dolciume. La si può masticare e ingoiare allegramente, ripulendo poi lo sfintere anale con la lingua dai residui di cioccolata. Le 120 giornate di Sodoma possono così realizzarsi senza pericoli sanitari. Il Divino Marchese non è mai arrivato a spingere la sua immaginazione così lontano. Grazie Bruce per averci fatto sognare, il tuo è un contributo letterario che meriterebbe il Nobel!

Kitsune e Lindsay all'opera

Anche se l'orina di Kitsune è gradevole e inebriante come lo spumante, anche se il suo sterco è come nutella ricca e cremosa, Abelard Lindsay fa sesso con lei in modo non troppo originale. Ecco la scena: 

- Vieni qui - lei l'invitò. - Metti la tua bocca sulla mia.
Lindsay si trascinò in avanti e le buttò le braccia al collo. Lei gl'infilò la lingua rovente nel profondo della bocca. Sapeva di spezia.
Era come un narcotico. Le ghiandole della bocca di Kitsune trasudavano droga.
Si stesero sul pavimento davanti agli occhi della vecchia con le palpebre semiabbassate.
Le braccia di lei scivolarono sotto il suo kimono allentato. - Plasmatore - disse - voglio i tuoi genetici. Tutto sopra di me.
La sua mano calda l'accarezzò. Fece quello che lei gli aveva detto.

I "genetici" di cui parla Kitsune altro non sono che la sburra, nel caso qualcuno non lo avesse capito: la plasmatrice vuole che il suo amante le spruzzi addosso fiotti impetuosi di liquame seminale. Non essendo uno scrittore pornografico, il texano evita di presentarci la scena nei minimi dettagli, descrivendo le contrazioni dei dotti seminali durante l'orgasmo del protagonista, le masse di albume maschile che sfrigolano sul corpo sensuale della fallofora. Se vogliamo, la traduzione "genetici" è imprecisa. Il testo originale ha genetics, che andrebbe tradotto con "genetica". Così "I want your genetics" significa "voglio la tua genetica", più che non "voglio i tuoi genetici". Creando il suo gergo, Sterling applica al sostantivo genetics "genetica" uno slittamento semantico, dando alla parola il significato di "sperma". Invece genetic "genetico" in inglese è un aggettivo, non un sostantivo.


Sterling usa sempre genetic come aggettivo nella sua opera. Come ben si sa, gli aggettivi in inglese sono invariabili al plurale. Le cose sono più complesse quando l'aggettivo è sostantivato. Ci sono due tipi di aggettivi sostantivati:

1) quelli che hanno solo una forma dotata di sigmatismo -s e significato collettivo. Es. news, greens, empties, finals, sweets; 2) quelli che hanno solo la forma senza sigmatismo, usata sempre con l'articolo the. Es. the dead, the English, the rich.

In genere sono forme stereotipe, consacrate dall'uso comune. Appare chiaro che non si possono sostantivare arbitrariamente aggettivi dotti. In particolare genetic non può essere sostantivato e non può rientrare nella categoria 1). L'interpretazione di genetics come a sostantivazione dell'aggettivo genetic con aggiunta del suffisso del plurale deve essere considerata un abuso del traduttore, il cui inglese è di certo scolastico. Quando una conoscenza è scolastica, di certo è legnosa, forzata, approssimativo o addirittura erronea. La piaga dei traduttori poco competenti continua a fare danni nei decenni, dato che le traduzioni non vengono riviste. Inoltre con la pubblicazione tramite file word o d'altro tipo, accade che gli stessi refusi, gli stessi errori si ritrovino in automatico propagati, senza possibilità di essere corretti.

Drenaggio di seme in un albergo sexy

La perversa fantasia dei Plasmatori sembra non conoscere limiti. A un certo punto della narrazione il protagonista e la sua allegra compagnia giungono in un ambiente abitativo in cui tutto, soffitto, pavimento e pareti, è fatto di tessuti viventi. Si tratta di una spaventosa entità chiamata Muromadre, che consiste di quattrocentomilaottocentododici tonnellate di carne ricoperta da pelle vellutata! La superficie cutanea, che emette feromoni erotici quando l'organismo è in stato di eccitazione sessuale, è cosparsa da orifici che possono essere usati come cavità copulatorie. Gli ospiti sono liberi di sfregarsi, di penetrare gli sfinteri e di emettere liberamente il loro seme, ma sono avvisati da un'accompagnatrice che esso verrà raccolto e usato per produrre nuove vite, la cui proprietà appartiene alla Muromadre. Si tratta del cosiddetto "diritto della fecondità", secondo cu "le eiaculazioni maschili diventano proprietà del ricevente", secondo un "antico principio femminile". Seguono alcune precisazioni politiche: "Qualunque bambino generato dagli uomini del vostro gruppo avrà la completa cittadinanza. Tutti i muro-figli sono ugualmente amati. Si dà il caso che io sia un clone perfetto, ma mi sono guadagnata il mio posto per i miei meriti, nell'amore della Madre." Potremmo benissimo parlare della rinascita di uno spaventoso culto neolitico della fertilità, la cui idea portante si è insinuata nei deliri dei Transumanisti chiamati Plasmatori.

La perversione di una regina aliena

La fervida mente di Sterling non si è limitata ad esplorare le vastità delle perversioni umane e delle parafilie che ne gemmano senza sosta: si è inoltrata persino nel campo delle perversioni di una specie aliena, sondandole nell'intimo! Ecco un memorabile brano in cui viene descritto il comportamento aberrante di una regina della specie rettiliana degli Investitori: 

Dopo anni di ricerche, Lindsay aveva ricostruito la verità del crimine del comandante.
Le regine inserivano le loro uova in tasche simili a uteri dei loro maschi. I maschi fecondavano queste uova e le portavano a maturazione nelle tasche. I guardiamarina neutri controllavano l'ovulazione tramite una complessa pseudoovulazione ormonale.
La regina criminale aveva ucciso il suo guardiamarina in un parossismo di passione e aveva insediato un maschio comune al suo posto. Ma senza un vero guardiamarina, i cicli della sessualità si erano distorti. La prova di Lindsay la mostrava nell'atto di distruggere una delle sue uova malformate. Per un investitore, questa era la peggiore delle perversioni, peggiore ancora dell'assassinio: danneggiava gli affari.
 

In queste poche righe sono collassati interi universi concettuali. Per farlo ci vuole una certa dose di genialità, su questo non ci possono essere dubbi. Ogni volta che poso gli occhi su questo brano mi sembra di sentire il pungente odore del tuorlo e dell'albume dell'uovo malformato distrutto!  

Le Aragoste

Innumerevoli sono le comunità e le culture che prosperano nella Matrice Spezzata. Tra gli esseri più bizzarri possiamo senz'altro menzonare le Aragoste, descritte come "creature del vuoto, post-umani senza volto". La descrizione è inquietante: "Assicurato dalle cinghie davanti al suo quadro di comando, Aragosta era un frammento d'ombra. Era ermeticamente chiuso all'interno d'una tuta spaziale permanente d'un nero opaco, imbozzolato in grumi di macchinari interni e costellato di lucidi spinotti d'oro." Se ci riuscite, immaginate un uomo fluttuante nello spazio per l'intera durata della sua esistenza, imprigionato nel suo scafandro ormai saldato ai tessuti biologici, con gli occhi e le orecchie collegati ai sensori intessuti nella tuta. Le funzioni corporali come la nutrizione e l'idratazione sono assicurate da un complesso sistema incorporato al sistema di sopravvivenza della tuta, comprensivo di un apparato per riciclare gli escrementi. Provate a pensare alle condizioni di quel corpo, macerato, sfigurato, corroso dallo smegma e dal sudore. Più che uno scafandro o una tuta, l'Aragosta ha come dimora una bara, atta a preservare il Nero Siderale dalla contaminazione, dai lezzi cadaverici e dal percolato prodotto dal corpo sofferente. L'annientamento della biologia non è lontano.  

Inglese geroglifico

Leggendo Schismatrix in lingua originale abbiamo l'impressione di trovarci di fronte a un'opera scritta nella lingua di Shakespeare, anche se il Bardo avrebbe trovato molto ardua la sua comprensione. In realtà si tratta di un'opera interamente redatta in un sistema di scrittura geroglifico. Chiunque abbia incontrato di persona Bruce Sterling e lo abbia sentito parlare, mi capirà al volo: la lingua in cui si esprime è incredibilmente evolutiva e distante persino dall'americano standard, al punto che si fa non poca fatica non soltanto a comprenderla, ma anche a distinguerne i fonemi. Possiamo dire che l'ortografia inglese abbia perso la sua capacità di codificare una scrittura alfabetica. Non commetteremmo errore nell'affermare che l'opera sia stata pensata in una lingua e scritta in un'altra! 

venerdì 31 agosto 2018


IL PROCESSO DI SAN CRISTÓBAL

Titolo originale: The Portage to San Cristóbal of A.H.  
Autore: George Steiner
Anno: 1981
Paese: Regno Unito
Lingua: Inglese
Tipologia narrativa: Romanzo
Genere: Fantapolitica, romanzo filosofico 
Editori: 
   Faber and Faber (UK)
   Simon & Schuster (USA)
Date di pubblicazione:   

  Maggio 1981 (UK)
  Aprile 1982 (USA)
Pagine: 128 (prima edizione)

Trama:

Emmanuel Lieber è un sopravvissuto all'Olocausto, che dalla sua base a Tel Aviv dirige un gruppo di cacciatori di nazisti. È un uomo spiritato, sorretto unicamente dalla sua fede incrollabile nel fatto che Adolf Hitler sia ancora in vita e si nasconda in un'impervia regione dell'Amazzonia. Questi sono i cacciatori, anche loro sopravvissuti all'Olocausto tranne uno: 

1) Simeon, comandante del gruppo e braccio destro di Lieber; 
2) Gideon Benasseraf, un uomo febbricitante, che si è unito a Lieber dopo essere stato dimesso da un sanatorio; 
3) Elie Barach, ebreo ortodosso e rabbino cabalista;
4) Isaac Amsel, un diciottenne, figlio di Isaac Amsel senior, morto in una precedente spedizione in Sudamerica; 
5) John Asher, che sotto il Reich sarebbe stato definito Mischling - ossia ebreo per metà; affascinato dalla cattura di Martin Bormann si è rivolto al cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal, venendo così presentato a Lieber.

Dopo mesi estenuanti, i cacciatori raggiungono finalmente l'uomo di Braunau am Inn, lo sorprendono in una radura e lo catturano. A questo punto cominciano le difficoltà serie. L'intenzione è quella di portare l'illustre prigioniero fino al più vicino campo aereo, Orosso, ma il gruppo perde il contatto radio con Lieber e la sola opzione possibile è un percorso massacrante attraverso la giungla e le paludi. Lieber aveva intimato ai suoi uomini di non lasciar parlare Hitler per nessun motivo, e questo per paura che potesse incantare i suoi carcerieri con le sue arti magiche, veicolate dalla parola. Invece viene deciso, contro questo imperativo, di raggiungere San Cristóbal e di istituire un tribunale per processare il Führer. A presiedere il tribunale è Simeon, mentre l'indigeno Teku funge da testimone indipendente. A questo punto Hitler pronuncia un discorso, articolando la propria difesa in quattro punti. Queste sono le tesi esposte:

i) Adolf Hitler prese le sue dottrine razziali dagli stessi Ebrei, modellandole sul concetto di Popolo Eletto e di purezza ("Il mio razzismo è una parodia del vostro");
ii) Adolf Hitler giustifica la Soluzione Finale con la necessità di porre fine al ricatto morale di un Dio che pretende dall'essere umano più di quanto questi posssa per sua natura dare ("Il virus dell'utopia deve essere fermato"); 
iii) Adolf Hitler afferma di non essere l'origine del Male, dato che Stalin ha portato il concetto di genocidio a un grado di perfezione inimmaginabile, al cui confronto i crimini del Reich rimpiccioliscono, si fanno nani;
iv)
Adolf Hitler afferma che il suo Reich ha generato lo Stato di Israele e sostiene di essere il Messia, "le cui infami azioni sono state permesse da Dio allo scopo di far tornare a casa il Suo popolo".

Teku non comprende una sola sillaba dell'arringa di Hitler, che ascolta però con grande attenzione, rimanendono molto impressionato. Alla fine salta e urla una sola parola: "Giudicato!" ("Proven!" nel testo originale). A questo punto irrompe il rumore assordante delle pale degli elicotteri e l'ombra copre ogni cosa.


Recensione:

Il romanzo è una robusta ucronia che si legge sempre volentieri, anche se non va nascosto che è scritto in un modo un po' pesante. Talvolta si fa fatica a seguire i dialoghi, ci sono repentini cambiamenti di scena, non sempre facili da comprendere. Nonostante questi limiti stilistici, le sue pagine dicono la Verità nuda e cruda. Se la narrazione può essere spigolosa e a tratti indigeribile, nondimeno ha il grandissimo pregio di osare affermare che lo Stato di Israele deve la sua esistenza soltanto a una persona: Adolf Hitler. Ha anche un altro pregio, a parer mio incommersurabile: quello di aver mostrato le spinose connessioni tra le dottrine nazionalsocialiste e l'Antico Testamento, contrastando con vigore la stoltezza di coloro che vedono Hitler come un alieno piovuto sulla Terra dal Nulla. George Steiner non è un antisemita raccattato in un social complottista: è un genuino israelita, avversato proprio perché le sue idee sono controcorrente e scomode. Si è sempre mostrato critico nei confronti delle dottrine sioniste, giungendo a considerare tirannico lo Stato di Israele e per contro ad esaltare le culture ebraiche nate dalla Diaspora, che in Medio Oriente hanno trovato la loro dissoluzione. Egli sostiene che la vera anima del popolo ebraico è proprio la sua condizione apolide. Una cultura che fiorisce quando gli Israeliti sono ospiti e vagabondi tra i Gentili, mentre appassisce sotto la dura oppressione dell'ideologia sionista, che imponendo l'uso della lingua neoebraica ha contribuito alla cancellazione dello Yiddish e di un gran numero di altre idiomi.

La materializzazione di Adolf Hitler 

L'autore ci illumina sull'esistenza di una bizzarra superstizione, a quanto pare assai diffusa tra gli Israeliti. Essi credono che Dio abbia creato il mondo attraverso il Verbo, ma che al contempo abbia creato anche un anti-Verbo, un potere maligno che è "la morte e il vomito della vita". Così come sono convinti che Dio per creare tutto ciò che esiste si sia servito di una parola, delle lettere usate per scriverla e del suo suono, allo stesso modo sono convinti che esista un'altra parola in grado, se pronunciata con odio, di mandare l'Universo in frantumi. Essi credono anche che Adolf Hitler incarnasse il potere dell'anti-Verbo e che conoscesse quella fatidica parola. Ecco perché sono pervasi dal terrore che Hitler possa materializzarsi! Ecco perché lo vedono presente sotto ogni sasso! Nata nelle comunità ebraiche, ormai questa è diventanta una superstizione che affligge l'intero Occidente. Torme di isterici e di isteriche strepitano giorno e notte, ogni istante delle loro vane vite dalla nascita alla morte, comportandosi come se Hitler fosse vivo e vegeto e dominasse ancora la Germania sommersa dalle svastiche. Il figlio di Klara Pölzl, folgorato da un proiettile nel cranio e dal cianuro, giacque cadavere nel bunker di Berlino, nel lontano 1945. Eppure in un modo misterioso egli è ritenuto immortale, come se si aggirasse ai nostri giorni per le vie del mondo, in carne ed ossa, seminando morte.  

La grammatica infernale 

Secondo Elie Barach, il rabbino che fa parte della spedizione di cacciatori, Hitler conoscerebbe l'equivalente satanico del Kaddish: una preghiera demoniaca, che recitata costantemente contribuirebbe all'annientamento della Creazione. Così come il testo del Kaddish recitato dagli ebrei loda e magnifica l'opera dell'Artefice, la formula recitata da Hitler ne maledice ogni dettaglio. È il Kaddish Nero. Il cabalista chiama questa litania distruttiva l'altro Kaddish, precisando che le sue 109 sillabe portano la morte e la Fine dei Tempi. A dire il vero il termine Kaddish non è adatto a descrivere la formula esiziale: la parola ebraica significa "santificazione" e proviene dalla stessa radice di qadosh "santo". A rigor di logica si dovrebbe usare un vocabolo del tutto diverso. Anche se la terminologia esposta da Steiner lascia a desiderare, la sola possibilità che esista qualcosa del genere mi fa sognare. Un insieme di parole in grado di insinuare nell'opera del Malvagio Creatore il germe dell'annichilimento! Fosse vero! Avrei uno scopo sacrosanto nella vita: recuperare la formula del Kaddish Nero e recitarla ogni mattina quando mi alzo e ogni sera quando mi corico!

Violenza emozionale   

Il delirante Lieber scandisce con voce salmodiante le disgrazie che si sono abbattute su ogni singolo ebreo perseguitato dal Nazionalsocialismo e annientato dall'Olocausto. Cita nomi e cognomi, riassumento gli eventi più atroci, non senza particolari grotteschi e scatologici, interrompendosi poi ogni volta prima di finire la narrazione, così, nel bel mezzo di una frase, per poi passare al successivo martire. In questo modo veniamo a sapere di Mordechai Zathsmar, il figlio più giovane di un cantore, che a Salonicco fu costretto a mangiare escrementi. La dottoressa Ruth Levin e sua figlia, trascinate in una stazione di polizia, furono costrette a pulire con i loro capelli le latrine sporche di diarrea. Nathansohn venne appeso per i piedi a Bialistok e frustato per nove ore, il sangue che sprizzava dalle sue ferite come vino novello. I Küllman vennero trascinati via dalla propria ricca dimora, e il loro cagnolino, lasciato solo a morire di fame e di sete, morse una ciabatta del padrone, finendo col deperire ed estinguersi in assoluta immobilità. Il figlio piccolo dei Küllman, che essi pensavano fosse riuscito a mettersi in salvo, fu catturato mentre tentava di fuggire e fu gettato sotto un treno, finendo maciullato: due contadini paccianeschi mangiarono proprio accanto al suo corpo devastato e a un certo punto si misero a defecare lì vicino, mossi da assoluto odio misto a disprezzo. Un ricercatore, Salomon Rheinfeld, venne prelevato mentre lavorava a una grammatica della lingua hittita. Il suo assistente Egon Schleicher, ovviamente perfido e ariano, gli rubò il lavoro ma non fu in grado di finirlo, avendo le capacità di un subnormale. Notevole la coincidenza tra il cognome dell'assistente di Rheinfeld e quello dell'indoeuropeista August Schleicher (1821-1868). Sarà casuale? Un ricco signore, Georges Walter, stava mangiando un filetto di vitella da latte, quando i nazisti irruppero nella sua casa, lo trascinarono via, lo colpirono in faccia col calcio di un fucile fino a mandargli i denti in frantumi: lui non capiva e continuò a chiedersi il perché quando la porta delle docce si chiuse e udì il sibilo del Zyklon B. A David Pollachek furono rotte le dita quando si seppe che era primo violino. Immagini allucinanti fanno irruzione tra una narrazione e l'altra. Similli fiori non sono rari nel linguaggio di Lieber, che a un certo punto ci folgora il cervello con una fila di crani rasati affioranti dal terriccio e coperti di stronzi di uccelli in un campo di sterminio. Ogni tanto, il superstite salmodia usando una parola bizzarra che non sono stato in grado di capire: Hagadio. Di certo non è dall'ebraico hagedi (haggedi) "il capretto", che non ha il vocalismo adatto, oltre a non avere alcun senso nel contesto. Non sembra connesso con haggadah "narrazione; leggenda; servizio della notte di Pasqua". Non può nemmeno essere un derivato di gad "fortuna". Non si trova da nessuna parte, nemmeno nell'ipotetica variante *haggadio, in alcun luogo di Google: infatti la ricerca di Google Books distorce e visualizza come *haggadio la forma haggadic in testi in inglese. Ricerche con i caratteri ebraici non hanno sortito risultati utili. Non ho trovato nulla sul dizionario di Eliezer Ben-Yehuda, a cui spesso ricorro in caso di dubbi. A un certo punto ho persino pensato che fosse ladino (giudeo-spagnolo) e che stesse per haga Dio, ossia "faccia Dio". Non sono riuscito a giungere a una conclusione su questo parto steineriano. 

Storia manipolata

Il Lamento di Lieber dà origine a un singolare paradosso che non ha soluzione. Se questi nomi dei perseguitati sono veri, la recita è immorale, perché rende eterno il dolore delle vittime proclamandone a gran voce i nomi - quando è cosa pietosa lasciar riposare i morti, che anelano l'oscurità e il silenzio. Senza contare il dolore dei superstiti, costretti a rivivere il martirio dei loro cari, senza sosta né remissione. Se questi nomi dei perseguitati non sono veri, la recita è ancora più immorale, perché in qualche modo manipola la Storia. Certamente il testo steineriano è in sé realistico: le persecuzioni furono qualcosa di terrificante. Però la vicenda del linguista Salomon Rheinfeld e del suo assistente Egon Schleicher non è mai esistita, come abbiamo potuto dimostrare. Gli unici riferimenti che si trovano di questi personaggi rimandano ancora al Processo di San Cristóbal. Di certo moltissime persone innocenti sono state massacrate e trattate in modo atroce, assolutamente disumano. Tuttavia i singoli segmenti evocati da Lieber nel testo sono stati assemblati da Steiner. Così mi domando: in questi casi è lecito parlare di "vero poetico" come faceva il Manzoni? Una storia verosimile i cui dettagli sono fabbricati è comunque una storia autentica? Può essere il "vero poetico" assimilato al "vero storico", cioè a quello che realmente accadde? L'aporia non dà scampo, non può essere trovata via d'uscita.

La Magia Nera di Emmanuel Lieber

Il punto è che Lieber era pienamente consapevole del Male e operava magicamente per perpetuarlo, come un negromante. Così vediamo che la recita dei nomi dei martiri aveva nelle sue intenzioni lo scopo di formare il Nome Segreto di Dio. Una cosa tremenda, che rende conto del potere maligno del Tetragrammaton, il peggore tra i Demoni. Se Dio ha come vero nome quello che è un insieme compattato di nomi di perseguitati e di assassinati, significa che la stessa essenza del suo essere è costituita dalla Persecuzione e dall'Assassinio: egli è il Boia Cosmico. Siccome poi, a rigor di logica, il Nome Segreto di Dio deve essere tale dall'Eternità e non dipendente da eventi storici accaduti nel tempo, significherebbe che le persecuzioni e gli eccidi patiti dagli Israeliti sarebbero una sorta di codice eterno con cui è scritto l'Universo. Ecco la sostanza delle dottrine di Lieber: l'accettazione della mostruosità di Dio, esaltata come costituente primo di tutto ciò che esiste. Se Dio fonda la sua essenza nella tortura e nella morte dei suoi figli, significa che elegge e predilige i loro carnefici, creati dall'Eternità per annientare le vittime sacrificali di Moloch! Perché Dio È Moloch.

Yehuda Bauer riconobbe il Manicheismo

Yehuda Bauer disse che Dio o è Satana o è un Nebbish, ossia una nullità. Ebbene, tutto è chiaro. Il Dio che ha creato questo Universo, il Signore dei Corpi, è Satana, è il Primo Omicida, è un aguzzino efferatissimo che si nutre del dolore dei Viventi. Maledetta è ogni opera che proviene da lui, la cui essenza è il Male Assoluto. Il Creatore Malvagio ha scelto le vittime e ha esaltato i loro macellai, a cui ha attribuito poteri sacerdotali. Ogni potere diverso e antagonista a Satana è estraneo a questo Universo, quindi nel nostro mondo è soltanto un Nebbish, una vana ombra, perché non può arrivare a fare nulla. Yehuda Bauer, che fu un grande sapiente, affermò una verità di cui i sistemi scolastici delle nazioni europee non parlano di certo: "In quanto ebreo, devo convivere con il fatto che la cultura che ho ereditato comprende il concetto di genocidio nei suoi canoni". Parole immortali e solide come il diamante, che in nessuna scuola si sentiranno mai pronunciare.

Il singolare ruolo dell'indio Teku

Nell'opera di Steiner nulla è affidato al caso o alla mera improvvisazione. Ogni nome ha il suo significato occulto. Così apprendiamo che la guida indigena porta un nome densissimo di suggestioni esoteriche: Teku. Sarebbe vano cercare il bandolo della matassa nella molteplicità delle lingue amazzoniche, e questo per un motivo molto semplice. Il nome Teku è una parola ebraica moderna assai singolare, che appartiene al vocabolario basilare talmudico e può essere tradotta come "domanda non risposta" o "la domanda rimane senza risposta". Varianti ortografiche: teiku, teyku, taiku. In caratteri ebraici non vocalizzati si scrive תיקו. Il vocabolo ha origine aramaica e si trova anche in Yiddish. La usano coloro che si definiscono Ortodossi e osservano la halacha (legge ebraica).


Vediamo così che il nome Teku attribuito a una guida autoctona è uno dei tanti segnali in codice che Steiner ha disseminato nel suo libro. La parola pronunciata dall'indio al termine dell'intervento di Adolf Hitler vuol dire tutto e non vuol dire niente. Significa che l'anziano Führer è stato giudicato colpevole? Significa invece che è stato giudicato innocente? Ecco, lo vedete? L'autore ci dice che queste domande sono intrinsecamente... teku! Senza risposta per l'Eternità. 

George Steiner e le origini di Adolf Hitler

Gideon Benasseraf in preda alle febbri malariche parla di continuo delle origini ebraiche di Hitler, facendo tremare nel midollo il rabbino Barach. Questo è un argomento assai controverso che dà un profondo fastidio alle masse lobotomizzate dal sistema scolastico e dalla sua propaganda deleteria. Per ovvie ragioni, dà anche fastidio a coloro che si illudono di poter resuscitare il Nazionalsocialismo. Eppure, nonostante tutto, la voce è insistente, non si estingue e continua a saltare fuori. Nel romanzo di Steiner l'ipotesi disturbante viene lasciata cadere: lo stesso Hitler spiega nel finale di aver conoscuto un ebreo durante i tempi di sofferenza a Vienna, che l'avrebbe profondamente influenzato e ispirato. In questo modo l'autore nasconde la mano dopo aver tirato il sasso. Una mossa che non convince affatto. Sapete perché l'ipotesi delle origini israelitiche dell'uomo di Braunau è un tale pungolo avversativo e agita gli animi? Perché corrisponde al vero! La dimostrazione è estremamente semplice. Anche se il Volk del Reich lo ignorava, il nonno paterno di Hitler non si chiamava Hitler. A dire il vero, nemmeno suo padre era nato col cognome Hitler. Il suo vero cognome era infatti Schicklgruber. L'etimologia non è difficile. Significa "Sotterratore di Sicli". Il siclo era la moneta d'argento dell'antica Israele. La forma ebraica è sheqel, e questa è precisamente l'origine della prima parte del cognome del padre di Adolf, Alois. Sappiamo che Schicklgruber era un cognome attribuito di frequente agli ebrei convertiti dell'Austria. Ovviamente qualcuno dirà che si è ebrei da parte di madre e che la discendenza paterna non conta nulla. Invece contava per le Leggi di Norimberga, che definivano la condizione degli Israeliti nel Reich. Intanto Schicklgruber era in realtà il vero cognome... della madre di Alois (a quanto pare registrato come Aloys). Infatti questa era una contadina nata Maria Anna Schicklgruber, che ebbe il figlio fuori dal matrimonio e lo fece così registrare col proprio cognome. Valgono queste proposizioni inconfutabili:

1) La nonna paterna di Adolf Hitler portava un cognome ebraico;
2) Il padre di Alois Schicklgruber era sconosciuto e avrebbe potuto benissimo essere stato un ebreo.

Conseguenze:

Adolf Hitler non poté mai produrre un certificato di pura origine ariana. Secondo le Leggi di Norimberga (Nürnberger Gesetze), per definire qualcuno ebreo, questi doveva avere tre o quattro nonni ebrei. Se ne aveva uno o due era considerato mezzo ebreo o meticcio (Mischling). Da lungo tempo si ipotizza che il vero padre di Alois Schicklgruber fosse un possidente di nome Leopold Frankenberger, presso la cui dimora signorile a Graz sua madre aveva lavorato per un periodo come domestica, o addirittura un Barone Rothschild. Quindi Alois avrebbe potuto avere tre nonni ebrei ed essere considerato ebreo. La madre di Maria Anna Schicklgruber si chiamava Theresia Pfeisinger, un cognome non ebraico. Ma il padre della donna avrebbe potuto avere tre o quattro nonni ebrei ed essere quindi ebreo, cosa di cui è forte indizio il cognome. Tre nonni ebrei per Alois Schicklgruber: egli era dunque ebreo. Adolf Hitler, già senza considerare il ramo materno, sarebbe stato catalogato come Mischling. L'arianità di Adolf Hitler è tremendamente precaria!

N.B.
Vana è l'obiezione di chi sostiene che nel 1937, quando Alois nacque, non era permessa la stabile residenza di ebrei in Stiria. Non è detto che la legge, risalente alla fine del XV secolo e abolita nel 1848, fosse applicata rigidamente. I convertiti erano considerati cattolici a tutti gli effetti. Vani sono gli argomenti di chi dice che non si è trovato alcun Frankenberger a Graz o altrove in Stiria. Il Reich ha avuto tutto il tempo per far sparire ogni traccia compromettente! Ovviamente fu fabbricata una genealogia in cui il padre illegittimo di Alois Schicklgruber era proprio Johann Georg Hiedler: anche Google ci rimanda a questa nozione falsa. Johann Georg Hiedler era il padre adottivo di Alois: il suo cognome sarebbe poi stato adottato dal figliastro e scritto Hitler. Un padre adottivo non dovrebbe mai essere chiamato "padre".

Adattamenti teatrali e polemiche

Nel 1982 Il processo di San Cristóbal è stato adattato per il teatro dal drammaturgo inglese Christopher Hampton. È stato portato sulle scene nell'aprile dello stesso anno nel Mermaid Theatre di Londra sotto la direzione di John Dexter, con Alec McCowen nella parte di  Adolf Hitler. McCowen ha vinto l'edizione del 1982 dell'Evening Standard Theatre Award per il migliore attore. Subito si sono scatenate immani tempeste di merda. Si sono levati cori di giornalisti isterici, sputacchianti, dagli occhi iniettati di sangue, che hanno inveito come se avessero visto lo statista austriaco ancora vivo, proprio lì sul palco. Strappandosi i capelli e facendo arrivare i loro strilli fino al cielo hanno accusato Hampton di aver concesso al Führer 25 minuti per presentare le proprie ragioni, facendolo vincere e immanentizzando così il Reich Millenario sulla Terra. Una certa Bettina Knapp ha detto qualcosa di sconcertante, che lo spettatore viene messo di fronte a un angosciante quesito: "Cosa fareste se Hitler riemergesse oggi?" Sono proprio curioso di saperlo, mi piacerebbe vederlo con i miei occhi.    

Altre recensioni e reazioni nel Web

Riporto il link a una recensione, comparsa nel 2014 sul blog Monteverdelegge, ospitato sulla piattaforma Blogger aka Blogspot: 


Il blogger Vlad Tepes (nick sommamente meritorio) scrive cose di estremo interesse che invito tutti a leggere. In particolare riporto la testimonianza della censura imperante che ha colpito il libro. 

"Nonostante George Steiner sia uno dei maggiori intellettuali viventi e accolga in sé, umanamente, qualsiasi obiezione all'antisemitismo (ebreo francese, fu costretto all'esilio nel 1940, dopo la presa nazista di Parigi), il romanzo (e la versione teatrale d'esso) fu attaccato minuziosamente e ferocemente, sin alla tacitazione." 

E ancora: 

"In Italia la cosa si risolse senza troppa canea: il libro scomparve quasi subito e non fu mai più ristampato.
Nella regione Lazio, presso biblioteche pubbliche, ne esistono quattro copie, di cui solo due consultabili."

Nel sistema bibliotecario della Brianza ne esiste una copia, che ho potuto prendere in prestito e leggere con attenzione. Ad oggi, nel 2018, non esiste una pagina nella Wikipedia in italiano dedicata al romanzo di Steiner: c'è soltanto nelle versioni in inglese e in francese. 

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