La città venezuelana di Maracaibo è nota in Italia soprattutto per via di un brano musicale di Lu Colombo. Questa canzone, intitolata per l'appunto Maracaibo, fu scritta nel 1975 dalla stessa Colombo e da David Riondino, ma venne pubblicata come singolo soltanto nel 1981, dopo una serie di rifiuti da parte di svariate case discografiche. Spesso è attribuita apocrifamente a Raffaella Carrà, a Giuni Russo o addirittura a Jerry Calà. Lo strano motivetto è stato considerato scomodo: parla di una prostituta resa pingue da insane abitudini voluttuarie. Rum e cocaina, bordelli, gangbang e simili. Zazà ballava nuda tra gli uomini (nudi anch'essi). Cocaetilene a mille nel sangue, con annesso rischio di arresto cardiaco. Anche grazie a questa turpe melodia, in Italia si crede fermamente che si debba pronunciare Maracaìbo, con l'accento sulla -i-. Infatti il ritornello fa MA-RA-CA-Ì-BO, con uno stridente iato, proprio come quello che ricorre nella parola "cocaina". Invece la pronuncia corretta è Maracàibo, con un dittongo discendente -ai- come quello della parola "zaino". La trascrizione fonologica della pronuncia spagnola è /mara'kaibo/, mentre la trascrizione fonetica è [mara'kai̯βo]. Una variante ortografica antica è Maracaybo.
Sorge dunque una domanda. Da dove deriva il toponimo Maracaibo? Una leggenda vernacolare parla di un cacicco, ossia un capotribù, forse dei terribili Motilones, che dava il tormento ai coloni tedeschi e spagnoli stanziatisi nell'area. Il nome di questo irriducibile nemico dei nuovi arrivati sarebbe stato Mara. Si racconta che durante un assedio, dopo una lunga ed estenuante battaglia, il cacicco Mara sarebbe stramazzato a terra, ucciso da un colpo di archibugio. Gli spagnoli dell'avamposto si sarebbero messi a giubilare, urlando: "Mara cayó!", ovvero "Mara è caduto!" Da questa liberatoria frase di gioia sarebbe derivato presto il nome Maracaibo, forse grazie alla pronuncia dei Lanzichenecchi di Ambrosio Alfinger (Ambrose von Ehinger), che avevano scarsa dimestichezza col castigliano. Ormai pochi ricordano che il primo nome dato allo stanziamento era Neu Nürnberg, ossia Nuova Norimberga. Certo, è vero che in molti tuttora credono alla reale esistenza del fierissimo Mara, eppure non sembrano esistere documenti attendibili in grado di comprovarla. In tempi più recenti ci si è messa anche la politica, facendo di questa figura un simbolo della lotta per la libertà e delle rivendicazioni dei nativi. La domanda che ci poniamo è la seguente: Mara è davvero esistito? Oppure è stato costruito ex post per dare un'etimologia credibile al toponimo Maracaibo?
Ovviamente ci appare ridicolo pensare che Maracaibo sia davvero derivato dalla deformazione della frase in spagnolo "Mara cayó". Sarebbe qualcosa di surreale e di grottesco, come spesso accade con questo genere di false etimologie. Il buonsenso ci dice che le alternative devono essere ricercate nelle lingue indigene, idea che possiamo soltanto sostenere fino alle estreme conseguenze. Va detto che a questo punto sorgono subito grandi difficoltà, per gli ostacoli quasi insuperabili incontrati nel tentativo di reperire materiale utile per la ricerca. Le proposte al momento disponibili sono tre:
1) Maracaibo deriva da MAARA-IWO, che significa "Luogo dove abbondano i serpenti".
2) Maracaibo deriva da MARACAYAR-MBO, che significa "Zampa di giaguaro" (ma alcuni traducono "Fiume dei pappagalli").
3) Maracaibo deriva da MAARE KAYE, che significa "Luogo davanti al mare".
Cosa significa cosa? E in che lingua? Non si sa. Un utente di Quora, scoraggiato, afferma che Maracaibo in soldoni non significa un cazzo. Nessun documento in tutto il vasto Web ci permette di appurare a quale lingua farebbero riferimento le etimologie sopra riportate, che sono tra loro incompatibili. Si parla dovunque soltanto di "lingua nativa" o "lingua degli indigeni" (come se ce ne fosse una sola), in modo generico, senza precisare nulla di più. Il nome di questa lingua non è però menzionato. L'unica volta che qualcuno tenta un'attribuzione, se ne esce con una baggianata "ad mentulam canis" (MARACAYAR-MBO per un webmaster sarebbe Guaraní). Non è riportato da nessuna parte nemmeno il nome dell'autore di ciascuna delle proposte menzionate. Non uno straccio di bibliografia. Si converrà che la cosa è fortemente sospetta. Le tre "etimologie" proposte hanno tutta l'aria di essere semplici pacchetti memetici senza la benché minima realtà storica.
Dopo una lunga e infruttuosa ricerca tramite Google, la cui onniscienza è millanteria, i risultati sulle prime sono stati sconfortanti. Alla fine però sono riuscito per purissimo caso a reperire un'informazione interessante in un file pdf scaricato molto tempo fa. Si tratta di un vocabolario comparativo delle lingue native della Colombia, compilato da Randall Q. Huber e Robert B. Reed. Il titolo dell'opera è Vocabulario comparativo. Palabras Selectas de Lenguas Indígenas de Colombia (Asociación Instituto lingüístico de Verano, 1992). Tra le lingue trattate, divise per famiglia di appartenenza, figura anche quella degli Yukpa, che appartengono al ceppo Caribe e sono denominati Motilones. Tale popolo è diffuso anche nel vicino Venezuela, proprio nella regione di Maracaibo. In lingua Yukpa il serpente a sonagli è chiamato tu-máraka, trascritto foneticamente dagli autori come tɨ-máraka. Si tratta di una parola composta, dove *máraka doveva essere proprio un antico nome del serpente. Questa deve essere la radice da cui è stato ricavato il toponimo Maracaibo, anche tenendo conto del fatto che una comune glossa spagnola è "Tierra de cascabeles" (cascabel è il serpente a sonagli). Se poi ammettiamo che la terminazione -ka sia un suffisso fossilizzato e che la radice della parola sia *mara-, possiamo pensare che il nome del capotribù Mara dovesse significare "Serpente". Così potremmo dedurre questo:
1) sia Mara che Maracaibo hanno la loro comune origine in un nome Caribe del serpente - e forse specificamente del serpente a sonagli;
2) la storiella della caduta di Mara è stata inventata ex post in modo del tutto indipendente, nel tentativo di spiegare questa assonanza; ovviamente i responsabili non conoscevano alcuna lingua nativa.
3) Resta il fatto che tutto è molto debole e che la forma esatta MAARA-IWO non l'abbiamo potuta trovare da nessuna parte (non è chiara la funzione del suffisso -IWO: locativo o plurale/collettivo?).
Altre parole Caribe per indicare tipi di serpente sono molto diverse e non portano alcun aiuto:
Carijona: aka'i "serpente"
Yukpa: samámu "anaconda"
Carijona: ʔa'kaima "anaconda"
Yukpa: takújemo, takújemu "serpente corallo"
(-j- trascrive la semiconsonante, come -y- in spagnolo)
A complicare le cose, anche i Barí sono chiamati Motilones come gli Yukpa, ma la loro lingua appartiene invece alla famiglia Chibchá. Nella loro lingua non ho trovato parole adatte a sostenere una traduzione di Maracaibo come "Luogo dei serpenti" o simili. Sono riuscito a trovare un'unica parola per indicare un ofide:
Barí: tʃiduurə "serpente"
Altre parole di lingue Chibcha per indicare il serpente sono molto diverse tra loro, al punto che non si riesce a ricostruire una protoforma.
Ika: gwi.ómɨ "serpente"
Kogui: tákbi "serpente"
Dimina: guma "serpente"
Chimila: mannuʔ "serpente"
Tunebo Centrale: kumoroá "serpente"
Ika: makúku "anaconda"
Kogui: kámawaldi "anaconda"
Dimina: mɨnta "anaconda"
Ika: áku "serpente a sonagli"
geiróta "serpente corallo"
Kogui: guíjuba "serpente a sonagli"
ge-takbé "serpente corallo"
Dimina: guma teʒaku "serpente a sonagli"
Chimila: síŋ "serpente a sonagli",
mbuwaʔ "serpente a sonagli; serpente corallo"
Forse il Chimila mannuʔ "serpente" potrebbe venire da *mar-nu-? Tutto è molto labile. Non c'è null'altro di utile nel documento. Invitiamo l'eventuale lettore a verificare di persona.
Anche ammettendo che l'etimologia giusta sia quella che postula MARACAYAR-MBO "zampa di giaguaro", non troveremmo niente per poterlo provare. Non siamo riusciti a trovare una lingua in cui il nome del giaguaro si avvicinasse al supposto MARACAYAR-. In una singola lingua Caribe, tra l'altro parlata in una regione del Brasile distante anni luce da Maracaibo, abbiamo evidenza di una voce KAMARA "guaguaro", ma dovremmo supporre una metatesi in *MARAKA, che non avrebbe una chiara giustificazione. Questa è una lista di parole col significato di "giaguaro; cane" in varie lingue Caribe:
Yukpa: eʃo "giaguaro; cane"
Tiriyó: kaikui "giaguaro; cane"
Hixkaryana: kamara "giaguaro; cane"
Makushi: kaikusi "giaguaro; cane"
Panare: akərə "giaguaro; cane"
Bakairi: udodo "giaguaro; cane"
Ikpeng: akari "giaguaro; cane"
Kuikuro: ekeγe "giaguaro; cane"
Tutto questo l'abbiamo riportato per dare un'idea della marasmica complessità del problema. Non dobbiamo infine trascurare la possibilità che all'epoca dell'arrivo dei Conquistadores si parlassero in Venezuela e in Colombia lingue oggi estinte senza lasciare traccia e non appartenenti a ceppi noti - il che vanificherebbe ogni sforzo. Riportiamo un fatto singolare. Prima che si cominciasse a parlare del cacicco Mara e della sua caduta, la regione di Maracaibo era chiamata Coquibacao.
Il Web: diffusore di peste memetica
Non soltanto Google non ci è stato di aiuto, ma ci ha dato serissimi problemi. Il motore di ricerca diffonde i pacchetti memetici costituiti da tre proposte etimologiche difficilmente valutabili, mettendo in evidenza centinaia di siti che le riportano acriticamente, spesso copiando e incollando da fonti ormai non più identificabili. Come conseguenza, se anche ci fosse da qualche parte un documento significativo, sprofonderebbe sotto tonnellate di spazzatura in una vera e propria discarica virtuale.