CHE VITA DA CANI!
Titolo originale: Life Stinks
Traduzione letterale: La vita puzza
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1991
Durata: 92 min
Genere: Commedia, drammatico
Regia: Mel Brooks
Soggetto: Mel Brooks, Ron Clark, Rudy De Luca,
Steve Haberman
Sceneggiatura: Mel Brooks, Rudy De Luca, Steve
Haberman
Produttore: Mel Brooks
Fotografia: Steven B. Poster
Montaggio: Michael Mulconery, David Rawlins,
Anthony Redman
Musiche: John Morris
Scenografia: Peter S. Larkin
Costumi: Mary Malin
Interpreti e personaggi:
Mel Brooks: Goddard "Pepto" Bolt
Lesley Ann Warren: Molly
Jeffrey Tambor: Vance Crasswell
Stuart Pankin: Pritchard
Howard Morris: Àncora (Sailor)
Rudy De Luca: Paul Getty Junior
Teddy Wilson: Scarico (Fumes)
Michael Ensign: Knowles
Raymond O'Connor: Yo
Matthew Faison: Stevens
Billy Barty: Willy
Brian Thompson: Mean Victor
Carmine Caridi: Proprietario della topaia
Sammy Shore: Reverendo al matrimonio
Frank Roman: Interprete spagnolo
Marvin Braverman: Dott. Krahahn
Robert Ridgely: Fergueson
John Welsh: Dodd
Doppiatori italiani:
Gianni Bonagura: Goddard "Pepto" Bolt
Ada Maria Serra Zanetti: Molly
Tonino Accolla: Mean Victor
Manfredi Aliquò: Yo
Budget: $13 milioni di dollari US
Box office: $4,1 milioni di dollari US
Trama:
Goddard Bolt è l'insensibile Amministratore Delegato della Bolt Enterprises. Ogni sua azione è una disgustosa ostentazione di plutocratica sicumera - per usare le parole che un rabbioso Paperino rivolse a Zio Paperone. Il plutocrate non mostra alcuna considerazione per i bisogni degli altri esseri umani, men che meno per l'ambiente. Vorrebbe deportare una morente tribù dell'Amazzonia che ostacola un suo progetto faraonico, scaraventandola in una bidonville. Non mostra maggior sensibilità per gli anziani e i malati terminali: non demorde dal suo intento di smantellare un gerontocomio, anche a costo di espellere chi vi sta passando gli ultimi giorni di vita. Tra le altre cose, vuole radere al suolo un immenso slum di Los Angeles, allo scopo di farne un'area residenziale di stralusso. A un certo punto fa una scommessa con il suo più grande rivale, il calvo e balbuzien te Vance Crasswell, anche lui interessato alla proprietà. Crasswell sfida Bolt a sopravvivere per strada nello slum, come se fosse un senzatetto, per la durata di 30 giorni senza poter accedere a nessuna delle proprie risorse. Se Bolt perdesse la scommessa, Crasswell acquisirebbe la proprietà, ma se a vincere fosse invece Bolt, Crasswell gli venderebbe l'intera area per una cifra irrisoria.
Le condizioni dettate sono tre:
1) Bolt sarà completamente privo di soldi;
2) dovrà indossare una cavigliera elettronica che si attiverà se esce dai limiti, perdendo la scommessa se supera i 30 secondi fuori limite;
3) in nessun momento può rivelare a nessuno dei residenti della zona dei bassifondi di essere Goddard Bolt.
Per adattarsi meglio all'ambiente, Bolt si fa rasare i baffi, poi Crasswell gli confisca il parrucchino e gli strappa la tasca sul petto della giacca. Bolt viene quindi portato nei bassifondi e buttato fuori dalla limousine. All'insaputa di Bolt, Crasswell progetta di rendergli particolarmente dura e sgradevole la permanenza per strada. Il multimilionario, senza casa, affamato e sporco, fa amicizia con alcuni abitanti di bassifondi come Àncora e Scarico. Gli viene dato il soprannome di "Pepto" dopo essersi addormentato in una cassa di Pepto-Bismol su un lato, avendo usato il cartone per urinare pochi istanti prima dell'arrivo di Àncora: il logo del prodotto gli è rimasto impresso sulla fronte. Bolt incontra la bella Molly, una senzatetto molto espressiva che un tempo era una ballerina a Broadway. Durante una rissa con due rapinatori cocainomani, incluso un inseguimento in una squallida cucina cinese, Bolt viene spinto fuori dal limite e la sua cavigliera si attiva. Per evitare la "confisca di 30 secondi", Bolt rientra di corsa anche a costo di essere massacrato: Molly interpreta la cosa come una manifestazione di coraggio estremo. I rapinatori finiscono ustionati da un getto di brodo bollente e sono costretti a ritirarsi. Nel corso della sua disavventura tra i derelitti, Bolt apprende una serie di lezioni importanti e anche dure, passando per la perdita dell'amico Àncora. Impara così che la vita non riguarda i risultati o il successo materiale, bensì l'integrità dello spirito umano. Non sa però che Crasswell non ha alcuna intenzione di onorare la scommessa. Quando si rende conto di essere sul punto di perdere, il perfido Crasswell corrompe gli avvocati del rivale. Questi architettano una storia secondo cui Bolt sarebbe diventato insano di mente, facendo così sequestrare i suoi beni. Quando Bolt rientra a casa propria, trova che vi si sta svolgendo una festa sontuosa, organizzata da Crasswell. Scopre anche che questi sembra essersi completamente "dimenticato" della scommessa.
Costretto a vivere per strada e ricoverato per errore in una clinica pubblica, Bolt viene pesantemente drogato e mormora che la vita fa schifo. Molly lo implora di ricordare le piccole cose che rendono la vita vivibile, come loro due che ballano il valzer. Crasswell, nel frattempo si accinge a demolire i bassifondi. Bolt incita i senzatetto a insorgere, facendo loro invadere la festa per la cerimonia televisiva. Rendendosi conto che tutto sta precipitando, il perfido Crasswell tenta di fermare Bolt con un escavatore idraulico, finendo però con l'avere la peggio, appeso al rampino della macchina e costretto ad ammettere la verità davanti a tutti. Bolt ha il controllo dell'area e progetta di trasformarla nel Bolt Center, dando lavoro ai residenti degli slum, trasformando i caseggiati in case vivibili, finanziando di tasca propria una scuola privata per i bambini. Il notiziario termina dicendo che Bolt ha sposato Molly. La stampa si aspetta un evento esclusivo e stravagante; il matrimonio invece avviene in una squallida cappella evangelica nella zona dei bassifondi. Dopo la cerimonia, gli sposi si allontanano in un limousine con targa "PEPTO", disturbati da una vecchia conoscenza, un pazzo furioso che afferma di essere Paul Getty Jr., l'uomo più ricco del mondo.
Sequenze memorabili:
Il funerale di Àncora, con Goddard "Pepto", Molly e Scarico che cercano di disperdere le ceneri di cremazione in un rigagnolo; il vento le getta loro addosso. Questo accadde realmente a Howard Morris, che ha interpretato il defunto, al funerale di suo padre!
In una fabbrica di stracci abbandonata, Goddard "Pepto" inebria Molly con lo spumante, balla a lungo con lei e poi impiega una buona mezz'ora per spogliarla. Quindi i due consumano il loro amore.
Il surreale scontro tra gli escavatori, con tanto di ruggiti e sangue che esce dai tubi.
I senzatetto che si ingozzano di leccornie alla festa inaugurale; uno di loro sembra uno zombie e corteggia un'oscena carampana!
Il pastore evangelico che cerca di moralizzare i fedeli, pretendendo addirittura di obbligarli ad essere astemi, mentre il suo interprete traduce in spagnolo inscenando un teatrino osceno con tanto di gesti sessuali.
Recensione:
Il titolo originale del film colpisce profondamente. Life Stinks! Parole sacrosante, Signor Kaminsky! La vita puzza! Sì, per l'esattezza puzza di merda mista a formaggio andato a male, proprio come i cadaveri putrefatti! Purtroppo le amare meditazioni esistenziali di Mel Brooks non sono state capite né apprezzate dal pubblico. Anzi, sono state etichettate come "banalità sociali tanto scontate da far venire il latte ai ginocchi" (cit.). Il ritornello che è salito da molte migliaia di gole, non soltanto in America, è stato il seguente: "Non fa ridere". È stato addirittura accusato di essere "politically correct"! Questa è forse la pellicola più sottovalutata del regista ashkenazita. Dato che non è mai stato uno sprovveduto o un ingenuo, direi che non aveva certo l'intento di guadagnarci, o avrebbe fatto qualcosa di molto diverso. Doveva già sapere fin dall'inizio che il riscontro al botteghino sarebbe stato scarso. E allora perché si è imbarcato in questa impresa? Per avere un palco da cui urlare al mondo intero il suo messaggio: "La vita fa schifo!" Se anche un solo spettatore avesse avesse riflettuto sull'argomento e fosse giunto alle dovute conclusioni, il film sarebbe da considerarsi un grande successo. Giustamente, Mel Brooks ritiene Life Stinks! il suo miglior lavoro come attore. Concordo appieno con il suo giudizio.
Questo film si discosta dal resto delle opere di Mel Brooks anche per un fatto davvero singolare: non si fa la benché minima menzione all'identità ebraica e agli stereotipi connessi. Non compare nemmeno l'umorismo del ghetto, così tipico degli Ashkenaziti americani. Non si parla di rabbini ansiosi di tagliare prepuzi (come in Robin Hood - Un uomo in calzamaglia, 1993), non si parla di nasoni colossali e gibbosi (come in Balle spaziali, 1987) e via discorrendo. Il protagonista Goddard Bolt è cristiano e più precisamente protestante (aderisce alla Chiesa Evangelica). Cosa ancor più strana e degna di nota, questo è uno dei pochi film di Mel Brooks in cui i personaggi non fanno alcun riferimento al fatto di essere in un film.
Lesley Ann Warren è perfetta nel ruolo della bella e simpatica Molly. Come l'ho vista, ho subito pensato che fosse di origine irlandese e discendente dalla mitica Molly Malone, The Tart with the Cart. Invece scopro che è una ashkenazita, che di cognome fa Woronoff. Il padre era un agente immobiliare e la madre era una cantante. Molto prolifica, ha iniziato come attrice nel film Sessualità (The Chapman Report, 1962), diretto da George Cukor, per finire nel 2015 con I am Michael, diretto da Justin Kelly.
Dove, se non in America?
L'odiosissimo Crasswell, quando apre la cerimonia inaugurale della demolizione dello slum, pronuncia queste parole: "Signori e signori, questo è sicuramente il più bel giorno della mia vita. Questo è il giorno che ho sognato da quando ho cominciato a crescere in queste miserabili strade da povero bambino affamato. Sono felice. Dove, se non in America, un povero bambino nullatenente può avere la fortuna di tornare un giorno nello stesso quartiere... per distruggerlo?" E gli avvocati-squali sorridono malignamente, gongolando.
La propaganda afferma a gran voce che una persona è buona soltanto se produce e se vende qualcosa. Lo schiavista diventa un filantropo, perché dà agli schiavi la possibilità di guadagnare qualcosa. Poi dicono che tutti hanno la possibilità di emergere, come il vecchio Rockefeller, che aveva cominciato come un ragioniere che girava con la borsa da mane a sera, finché col duro lavoro e con l'iniziativa è diventato una specie di semidio.
Domanda: "E se uno non ce la fa? E se uno non ha le forze?"
Risposta: "Viene gettato nella spazzatura e non ci pensa più anima viva."
Nessuno parla degli uomini-ratto. Nessuno parla del rovescio della medaglia ostentata dal detestabile Crasswell.
Così il regista ha il coraggio eroico di dire: "Dove, se non in America, un uomo si riduce a cibarsi di spazzatura perché i suoi sogni sono stati distrutti?"
La genesi della Plutocrazia americana
Ora vediamo di capire come si sia arrivati alla situazione assurda descritta da Mel Brooks. Senza alcuna pretesa di scrivere un trattato storico rigoroso e completo, riportiamo l'idea fondante, essenziale, in grado di spiegare l'arcano.
Le diseguaglianze sociali
si sono formate nel Neolitico
Nel Paleolitico i capi erano soltanto primi inter pares. Poi le cose sono cambiate: è nata l'agricoltura e con essa la civiltà. Assieme ai primi agglomerati urbani sono nate anche le differenze tra i signori e i servi. Secondo la Bibbia, fu Caino a fondare la prima città. C'è del vero in questo insegnamento!
Dialogo tra un Ugonotto e il Re Sole
Ugonotto: "Sto 20 ore al giorno sugli orologi. Non ho spazio per null'altro nella vita. Per questo i miei orologi sono i migliori. Sua Maestà i miei orologi li paga uno sfracello."
Re Sole: "Discendo dai Merovingi. Regno per Diritto di Dio. Lo Stato sono io. Gli orologi te li pago due spiccioli."
Ugonotto: "A queste condizioni, Sua Maestà non li avrà."
Re Sole: "Revoco l'Editto di Nantes, anche se è irrevocabile. Metto fine alla tolleranza religiosa in Francia."
Ugonotto: "Allora io migro in un'altra nazione, che il mio lavoro lo paga il giusto. E come me faranno moltissimi altri miei correligionari. Sua Maestà avrà soltanto orologi di merda, fatti da cattolici incompetenti."
Re Sole: "Vi mando i Dragoni ad occuparvi la casa! Vi rendo la vita impossibile!"
Ugonotto: "Sua Maestà non fa che accelerare la fine del Suo Regno. Cosa crede, che siamo disposti a restar qui a farci dare mazzate sulle gengive? Della nostra Scienza e del nostro lavoro saranno altri a beneficiare!"
Così nacque l'America con il suo immenso predominio mercantilistico. L'Ugonotto aveva di certo ragione a far valere i suoi diritti e a rifiutare la tirannia del Re Sole, ma la catena di eventi innescata da questo dialogo si è ingigantita fino ad arrivare a conseguenze estreme quanto paradossali.
L'etica calvinista del lavoro
L'intera società americana dominante, costituita dai cosiddetti WASP (White, Anglo-saxon, Protestant), è stata fondata dall'etica di Giovanni Calvino (Jehan Cauvin), nato a Noyon nel 1509 e morto a Ginevra nel 1564. Egli riteneva abominevole la povertà e la interpretava come un segno dello sfavore di Dio nei confronti di un essere umano, sicuramente destinato alla Dannazione Eterna. Amava invece la ricchezza generata dall'imprenditoria intelligente e dal duro lavoro, proprio come Silvio Berlusconi. Amava anche il potere politico e i suoi rappresentanti, come i plutocrati, gli avvocati-squali e quant'altro. Avere un'immensa quantità di soldi e di influenza politica, per Calvino era un inequivocabile segno del favore di Dio, quasi una tromba che dal Paradiso annunciava la Salvezza dei ricchi Farisei e la dannazione dei poveri - senza badare troppo a ciò che disse Cristo. L'epulone viene esaltato in Cielo, mentre Lazzaro è dannato: Calvino ha invertito le Parabole e ha dato origine al potere leviatanico che è tuttora detenuto dagli WASP asserviti alla plutocrazia! Sicuramente Calvino sostenne molte cose vere e sacrosante, come ad esempio che la messa "è sacrilegio e abominio" e che non ci si può prostrare "di fronte a un idolo, con l'intenzione che chiunque capisca che si mostra devozione a una cosa malvagia". Tuttavia disse anche molte cose di cui non riuscì a comprendere le gravissime conseguenze - infatti abbiamo proprio il tremendo potere economico-politico degli Stati Uniti d'America a dimostrare quanto affermo.
Conseguenze: un esempio concreto
Ancora sul finire del XIX secolo, negli States le aragoste erano considerate un cibo da pezzenti. Esistevano moltissime comunità rivierasche che vivevano di questi ghiotti crostacei, satollandosi delle loro candide carni e lasciando fuori dalle proprie case grandi cumuli di gusci vuoti. Le aragoste erano così abbondanti che le eccedenze erano usate come fertilizzante. Poi arrivò a Boston, o in qualche altro centro urbano, un ricchissimo e stravagante signore proveniente dalla Francia, che iniziò ad insegnare alla buona società degli Snob quanto fosse pregiata la polpa dell'aragosta. Così il crostaceo divenne all'improvviso una ghiottoneria, i ristoratori ne fecero incetta e i prezzi levitarono fino all'impossibile. Molti pescatori, che gettavano le nasse e raccoglievano queste creature, divennero ricchissimi. Le comunità rivierasche, costituite dal cosiddetto "White Trash" (bianchi poveri), furono di colpo private di una fondamentale fonte di sostentamento. Da pezzenti con lo stomaco pieno, divennero pezzenti con lo stomaco vuoto, costretti a cibarsi di immondizie, come il terriccio grasso pieno zeppo di parassiti. Il commento degli chef fu questo: "Che ce ne frega?"
Curiosità
Mel Brooks voleva intitolare il film life sucks, ossia "La vita fa schifo". La produzione glielo ha proibito perché sarebbe stato troppo "negativo". Il pessimismo cosmico non è molto amato dai performantisti abilisti che investono capitali nella Settima Arte!
Sembra che questo film sia piaciuto particolarmente a Bernie Sanders, quello dei polli!
Il film è stato proiettato fuori concorso al Festival di Cannes nel 1991 con una "proiezione a sorpresa". La Francia, patria di grandi scrittori esistenzialisti e fenomenologici, come Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir, ha contribuito a far conoscere questo film, definito una "commedia esistenziale".
Il film è nato da un vecchio progetto di Mel Brooks, chiamato "Money, Money, Money" e subito disfatto per uno sfortunato corso degli eventi. È stato segnalato in fase di sviluppo nel 1989 alla MGM con anche il suo copro-tagonista di Balle spaziali (1987), Rick Moranis, che aveva interpretato il rachitico Casco Nero ed era allegato al progetto. Si diceva che fosse una parodia di Wall Street (1987), diretto da Oliver Stone. Il progetto non è stato realizzato per ragioni sconosciute, forse legati a profondi scazzi. Quando si è conosciuto con due numeri, quello dei figli e quello dei nipoti, come accade tra gli Ashkenaziti, si può immaginare che qualche rogna grama salti fuori in qualsiasi momento.
I suoni degli escavatori idraulici sono i ruggiti riutilizzati del personaggio titolare del film di mostri del 1976, King Kong (1976), diretto da John Guillermin.
Il pepto-bismolo è un composto del bismuto - per l'esattezza il subsalicilato di busmuto - che è usato per combattere la nausea, il vomito e la diarrea. Spesso colora temporaneamente di nero la lingua di chi lo assume, ma a parte questo non sembra presentare gravi problemi.
Una distorsione percettiva
Ovviamente il pazzo che dice di essere Paul Getty Jr. allude al filantropo britannico, terzo figlio di Jean Paul Getty Sr., che era uno degli uomini più ricchi della sua epoca. Suo figlio John Paul Getty III fu infelicissimo nonostante le sue origini altolocate. Frequentava manifestazioni di estrema sinistra, con somma incoerenza. Ancora sedicenne fu rapito dalla 'ndrangheta e rilasciato in seguito al pagamento di un riscatto; anni dopo ebbe un terribile ictus che lo ridusse a malpartito. Mel Brooks dipinge così un senzatetto instabile mentalmente che ha di sé un'opinione esagerata a dispetto di ogni evidenza, negando in modo pervicace le squallide condizioni in cui sopravvive. Anziché Paul Getty Jr., ho udito distintamente Borghetti Jr., come se il pazzo si fosse dato un cognome italiano fatto e finito. Sono irrecuperabile.