(un lettore dell'Écho du Vaucluse, 1828)
(La Gazette du Midi, 1833)
(Le Messager, 24 settembre 1840)
A volte la gente non vuole ascoltare la verità perché non vuole vedere le proprie illusioni distrutte. Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità.
(Friedrich Wilhelm Nietzsche)
Non abbiamo diritti propriamente detti. Questa è la dura realtà dei fatti. Se infatti un diritto non può essere esercitato immediatamente, non si può in alcun modo considerare tale. Prendiamo ad esempio il voto. Non è un vero diritto, perché per esercitarlo serve il documento elettorale, che è gigantesco: uno non se lo porta certo dietro quando va in giro. Chi lo smarrisce se lo deve far rifare e deve sopportare la coda in anagrafe, spiegare la rava e la fava al funzionario di turno e via discorrendo: si frappongono ostacoli non indifferenti tra la volontà di ottenere il documento e il suo rilascio. Un tempo, quando bastava la carta di identità per votare, il voto poteva ancora essere considerato qualcosa di simile a un diritto. Una definizione fondamentale è cambiata in modo irreversibile e nessuno sembra essersene accorto. I governi non sono nemmeno più eletti dal popolo, ma tutti si concentrano sul culo della bellona di turno, aspettandosi che ne escano praline di cioccolato. In questo regime orwelliano non si respira. Per ottenere qualsiasi cosa è necessario produrre montagne di scartoffie. Dicono di voler semplificare, e risolvono la cosa complicando tutto in modo insostenibile, chiamando però "semplificazione" il proliferare di procedure burocratiche più incomprensibili di una fitta serie di geroglifici alieni. Dicono di voler tagliare le spese, e moltiplicano senza sosta il numero dei tecnocrati parassitari. Qualcuno poi afferma che avere giustizia è un diritto. Bene, facciamo qualche rapido ragionamento. Subisci un'ingiustizia? Ti manganellano a morte? Muori di cancro per l'Eternit? Se hai parenti che strillano e portano il tuo caso all'attenzione dei media, le folle si uniranno alla protesta e strepiteranno. Le immagini del tuo corpo tumefatto gireranno per Facebook. Su di te faranno informazione e disinformazione. I giornalisti sciacalli trarranno da tutto ciò vantaggio, quindi di te e del tuo caso si parlerà per anni. Non sempre però è così. Sei solo al mondo? Non hai nessuno che urli e picchi pugni sul tavolo per farti avere giustizia? Nessuno parlerà nel Web dell'ingiustizia che hai dovuto subire, sarai soltanto una nullità dimenticata nel fango di un angiporto. Sarai inghiottito dall'Oblio. Anche nell'iniquità ci sono figli e figliastri! Quindi la si smetta di parlare di "diritti", è il concetto stesso che non è definito bene. Una cosa dovrebbe a questo punto essere ben chiara a tutti: questo organismo statuale vessatorio macina i cittadini-servi e rende loro la vita impossibile senza dare nulla in cambio.