Un pezzo forte della propaganda complottista è il famoso cronovisore di Padre Pellegrino Ernetti, che merita di essere discusso in dettaglio per le sue profonde implicazioni filosofiche. Trattasi di un ipotetico macchinario in grado di captare immagini e suoni del passato, traducendo i segnali in immagini simili a quelle di un comune televisore. A detta dei sostenitori della teoria cospirazionista, il cronovisore sarebbe stato consegnato alle autorità ecclesiastiche, che lo avrebbero smontato e nascosto nei sotterranei del Vaticano.
Gli antefatti
Isaac Asimov in un suo racconto abbastanza datato, Il cronoscopio (The Dead Past, 1956), descrive una macchina che rende possibile visualizzare eventi passati. Questo dispositivo immaginario, inventato dal fisico dei neutrini Sterbinski, è controllato dal Governo, che per ovvi motivi non ne permette l'uso e proibisce la ricerca in quel campo. Per questo il protagonista del racconto, che vorrebbe vedere con i suoi occhi i fasti, gli splendori e le miserie della città di Cartagine, prende la risoluzione di costruirsi in clandestinità un proprio cronoscopio. Constaterà presto che l'apparecchio non è in grado di andare nel passato oltre un periodo di poco più di un secolo: l'osservazione delle gesta della potente famiglia dei Barca gli resterà preclusa.
L'annuncio di una fantomatica scoperta
Il monaco benedettino Padre Pellegrino Maria Ernetti (1925-1994), filosofo, musicologo, fisico ed esorcista, era di certo un gran lettore di fantascienza e amava in particolare gli scritti di Asimov. Negli anni cinquanta dello scorso secolo fu impegnato in studi sulla natura del tempo e fu così che decise di sfruttare le idee contenute nel racconto asimoviano Il cronoscopio, pubblicato per la prima volta sulla rivista Astounding proprio nell'aprile del 1956. A sua detta, alle ricerche avrebbe partecipato Padre Agostino Gemelli (1878-1959) assieme a un gruppo di dodici eminenti scienziati la cui identità fu tenuta nascosta (in seguito trapelarono i nomi di Enrico Fermi e di Wernher von Braun). Nel 1972 fu dato l'annuncio della costruzione dell'apparecchio chiamato cronovisore o macchina del tempo: sul diciottesimo numero de La Domenica del Corriere comparve un'intervista a Padre Ernetti in cui si illustravano per sommi capi i principi di funzionamento del congegno e le sue mirabolanti proprietà. Tuttavia una cosa salta all'occhio leggendo le tonnellate di materiale reperibile nel Web: l'anno di inaugurazione del cronovisore sarebbe stato il 1956. Una coincidenza?
La censura del Vaticano e il nuovo interesse
Dopo l'intervista pubblicata su La Domenica del Corriere, le gerarchie del Vaticano hanno dato forti segni di irritazione, imponendo all'ecclesiastico troppo esuberante una ferrea censura: del cronovisore non si doveva parlare più. Detto, fatto. Non se ne parlò più per oltre un decennio, finché nel 1989 il fisico Padre Luigi Borello pubblicò un libro, "Le pietre raccontano", in cui attaccava vigorosamente le ricerche sul cronovisore, nella cui reale esistenza affermava di non credere affatto. In risposta agli attacchi del Borello, Padre Ernetti scrisse una lettera, ribadendo i risultati ottenuti tramite la sua "macchina del tempo". Pochi anni dopo, siamo nel marzo 2000, comparve negli Stati Uniti un libro di Peter Krassa, "Il cronovisore di Padre Ernetti - la costruzione e la scomparsa della prima macchina del tempo del mondo", che conteneva testimonianze critiche. Nel 2002 fu il turno di un amico dell'Ernetti, il teologo e parapsicologo Padre François Brune, autore di un altro libro sull'argomento, "Le nouveau mystère du Vatican", in cui si ventilava l'ipotesi cospirazionista. Fu un successo clamoroso. Da allora gli ambienti dei complottisti sono in fermento e ne parlano senza sosta.
La propagazione del suono
non è di natura elettromagnetica
Per essere un fisico, Padre Ernetti doveva avere per la verità una preparazione non troppo sinottica. In particolare doveva ignorare anche i più rudimentali fondamenti dell'acustica. Questo è quanto dichiarò nell'intervista comparsa su La Domenica del Corriere n. 18: «L'intera elaborazione si basa su un principio di fisica accettato da tutti, secondo il quale le onde sonore e visive, una volta emesse, non si distruggono ma si trasformano e restano eterne e onnipotenti, quindi possono essere ricostruite come ogni energia, in quanto esse stesse energia.» Altri sconcertanti farfugliamenti, sempre dalla stessa fonte: «La procedura di funzionamento della macchina è la stessa utilizzata dagli astronomi che, calcolando gli anni-luce, riescono a ricostruire l’aspetto di una stella spentasi da migliaia di anni.» Ecco i componenti del cronovisore:
1) Un certo numero di antenne e di transduttori in una non meglio specificata quanto fantomatica lega metallica, con la funzione di rilevare le onde sonore e visive legate agli eventi passati;
2) Un modulo capace di orientarsi automaticamente in funzione delle onde sonore e visive captate;
3) Numerosi dispositivi in grado di decodificare le onde, registrando le immagini e i suoni risultanti.
Sull'aspetto del macchinario c'è poco accordo: per alcuni era simile a un grosso tostapane, per altri aveva l'aspetto di un batiscafo. Quello che sfuggiva all'inventore del cronovisore è che le onde visive e le onde sonore di cui parlava non hanno la stessa origine. La propagazione delle onde elettromagnetiche è descritta dalle equazioni di Maxwell, mentre la propagazione del suono in un mezzo è un fenomeno meccanico. Eppure Padre Ernetti affermò il seguente sproposito: «Il suono e la luce sono energie. La luce può trasformarsi in suono e viceversa.» E ancora: «Il suono, una volta emesso, inizia un processo di disgregazione in altri tipi di onde sonore che l’orecchio umano non è in grado di udire. Dal suono disgregato si può tornare al suono originario, così come dalla materia disgregata si può ricostruire la sua forma originaria, secondo i principi della teoria atomica.» Assurdità sesquipedali che dimostrano l'assoluta e colpevole ignoranza delle nozioni basilari della fisica. Le conseguenze di tutto ciò sono gravi e smontano già da sole la favoletta.
Non esistono in Natura le onde televisive
Ernetti è partito dall'idea che ogni evento emetta onde analoghe a quelle che codificano i programmi televisivi, con la parte video modulata in ampiezza e la parte audio modulata in frequenza ed entrambe le informazioni contenute nello stesso canale. Questa però è una pura e semplice assurdità. Essendo le onde sonore di natura totalmente diversa dalle onde elettromagnetiche, non esiste alcuna connessione possibile tra le ipotetiche tracce visive e le altrettanto ipotetiche tracce acustiche lasciate da un dato evento in un etere immaginario, che usando un vocabolo ben poco scientifico il monaco volpone chiamava "sfera astrale". Usare l'aggettivo immaginario è ancora generoso, visto che è stata dimostrata l'inesistenza di un mezzo speciale in cui la radiazione elettromagnetica si propaga (vedi interferometro di Michelson).
L'energia di Ernetti è una baggianata New Age
Incapace di afferrare semplici concetti della fisica, il costruttore del tostapane cronovisivo andò a schiantarsi contro il più ingannevole scoglio: quello dell'energia. La Scienza ci insegna che "l'energia è la grandezza fisica che misura la capacità di un corpo o di un sistema fisico di compiere lavoro, a prescindere dal fatto che tale lavoro sia o possa essere effettivamente svolto." (Fonte: Vocabolario Treccani). Questa definizione scientifica per il religioso era un tabù: non solo la ignorava bellamente, ma si inoltrò in un profluvio di cazzate che affondano le loro radici nello squallido supermarket del misticismo orientale. Questo è l'assunto di base di tutte le scempiaggini, il dogma energetico che si legge su centinaia di siti farlocchi e di blog: "Tutto è energia, inclusi i nostri pensieri, la nostra intenzione e le nostre emozioni. La nostra mente può davvero modificare la materia e la realtà". All'origine di questo meme c'è stato di certo un drogato che ha equivocato l'equazione di Einstein E = mc2. Ormai il contagio è tanto esteso che nemmeno l'Ordalia di una revolverata nel cranio riuscirebbe a rimuovere queste assurde credenze.
Il problema dell'iconografia di Cristo
Padre Ernetti affermò molte altre cose assolutamente inverosimili. Disse ad esempio che grazie al suo marchingegno aveva assistito alla Passione di Cristo. Non solo: a sua detta aveva filmato le sequenze dall'inizio alla fine. Invitato a produrre le prove di quanto asserito, l'ecclesiastico rilasciò una foto che mostra il volto di Gesù. Non passò molto tempo che si scoprì l'origine di tale immagine. Il volto di Cristo era stato tratto dalla foto di una scultura che si trova nel Santuario dell'Amore Misericordioso di Collevalenza, una frazione di Todi. Pressato, il callido Ernetti, che potrebbe figurare in una versione miniata del Roman de Renart come la Volpe, disse serafico che tali immagini si ispiravano alle indicazioni di una mistica visionaria che a sua detta aveva assistito alla Passione. Circola anche un'altra foto in cui Cristo cammina assieme ad alcuni apostoli: uno è verosimilmente Pietro e - incredibile dictu - nella versione completa dietro il gruppetto si vede un discepolo che fa fumo con la motocicletta! L'immagine è stata prodotta manipolando la foto da una crosta di proprietà del fratacchione. Qual è il problema? Semplice. Cristo siamo abituati a immaginarlo come un uomo alto e robusto, con capelli lunghi e barba. All'origine di tutto ciò sta la cosiddetta iconografia siriaca, che si impose soltanto a partire dal IV secolo. Nelle comunità paleocristiane, Cristo era invece raffigurato come un giovane imberbe. La più antica immagine di Cristo nota è quella del Buon Pastore, molto distante da tutto ciò che ci è familiare. Alcuni rappresentavano Cristo come l'Orfeo della tradizione classica o come un filosofo, per altri doveva invece essere un uomo brutto (es. San Giustino) o addirittura dal viso deforme (es. Clemente Alessandrino, Eusebio di Cesarea). Inutile dire che i primi Cristiani erano più vicini all'epoca in cui Gesù visse rispetto a tutti i ciarlatani e i visionari dei nostri tempi.
Cristo non ebbe la fisionomia di un franco
o di un burgundo
All'iconografia siriaca si sovrappose poi un nuovo modo di concepire la figura di Gesù. A seguito delle invasioni delle popolazoni germaniche sul finire dell'Impero Romano d'Occidente, si formò nei cosiddetti Regni Romano-barbarici una classe dominante di origine nordica. L'aristocrazia germanica nei regni di Franchi, Burgundi, Visigoti, Longobardi, Svevi, lasciò una traccia profondissima anche dopo che le corrispondenti popolazioni avevano cessato di essere entità etniche distinte. I nobili nel Medioevo discendevano proprio da quella aristocrazia, che diede origine alle caratteristiche stereotipate con cui ancora oggi si immagina il sovrano tipo. Ad esempio il Re Gambrinus nelle insegne di così tante birrerie e ristoranti: un uomo alto, slanciato, con volto allungato, barba e capelli lunghi di color castano chiaro. Proprio come Gesù, che è ritratto precisamente nello stesso modo. Alto, slanciato, volto allungato, barba e capelli lunghi che possono essere castani, in genere di una tonalità chiara, ma anche biondi o addirittura rossicci. Come un Re dei Franchi o dei Burgundi. La Sindone di Torino è certamente un falso, perché non mostra un uomo di fisionomia mediorientale, ma un nobile franco o burgundo. Per difendere l'iconografia tradizionale fu tentato di tutto. Gli esoteristi tedeschi e lo stesso Adolf Hitler giunsero a credere che Cristo fosse figlio di un legionario romano di sangue germanico chiamato Panthera. Stranamente i Nazisti condividevano proprio l'idea espressa nel Talmud, che faceva risalire la nascita di Gesù proprio a una relazione adulterina di Maria con un legionario. Ho sempre sostenuto l'esistenza di profonde relazioni tra il Nazismo e l'oggetto del suo odio, gli Ebrei - e questo fatto è una prova ulteriore. Questo però ci porta lontano e approfondiremo il discorso in altra sede. Tornando a noi, il Cristo di Ernetti ha anche le vesti tipiche dell'iconografia tradizionale. Sembra uscito da una rappresentazione artistica, per il semplice fatto che è uscito da una rappresentazione artistica.
Altre pretese informazioni recuperate
Stando a Padre Ernetti, il cronovisore avrebbe permesso a lui e agli altri sperimentatori di indagare numerose epoche, evocando per prima cosa un discorso di Benito Mussolini, per procedere a ritroso giungendo a Napoleone, immortalato nell'atto di abolire la Serenissima Repubblica di Venezia. Avrebbero fatto seguito tre esplorazioni del mondo romano con cattura di queste meraviglie: 1) scene di un mercato dell'epoca dell'Imperatore Traiano; 2) la Prima Catilinaria declamata da Cicerone (le cui doti oratorie avrebbero impressionato profondamente gli astanti); 3) la rappresentazione del Thyestes di Quinto Ennio, avvenuta a Roma nel tempio di Apollo il 169 a.C. Il Thyestes è una tragedia andata in gran parte perduta (si pensa che sia giunto a noi solo un decimo del testo), di cui l'Ernetti avrebbe trascritto interamente il testo. Il risultato, a quanto pare deludente, comprenderebbe soltanto una piccola aggiunta originale al materiale già noto. La sua pretesa di autenticità è stata confutata sulla base di argomenti linguistici dalla Professoressa Katherine Owen Eldred di Princeton. In ogni caso il testo prodotto dall'ecclesiastico non si trova da nessuna parte e non mi è possibile analizzare meglio la questione. Si dice che l'inventore del cronovisore fosse un fine latinista, cosa che mi lascia piuttosto scettico. Se la sua conoscenza della lingua di Roma fosse stata paragonabile a quella che aveva della fisica, allora un illetterato avrebbe potuto produrre un testo dotato di maggior senso.
Conseguenze luttuose dell'eventuale divulgazione
Questo è quanto affermato da Renzo Allegri nel corso della sua intervista a Don Borello:
«Il Papa, i cardinali, gli scienziati, gli uomini politici che videro il cronovisore in funzione si resero subito conto della grande pericolosità di quello strumento. Se quella macchina fosse stata divulgata avrebbe sconvolto l’esistenza dell’intera umanità. Il cronovisore capta tutto ciò che è avvenuto, senza distinzione, senza poter selezionare. Non ci potrebbero più essere quindi segreti di Stato, segreti scientifici, industriali, commerciali, diplomatici, segreti personali. Non ci potrebbe più essere vita privata. Quella macchina in mano a governanti senza scrupoli avrebbe potuto instaurare la più feroce delle dittature. Furono perciò tutti concordi, compreso Padre Ernetti, a non divulgarla. Venne smontata e consegnata alle autorità ecclesiastiche».
Ecco il punto. Se il miracoloso tostapane in grado di catturare il passato fosse entrato in tutte le case, sarebbero fiorite tonnellate e tonnellate di sequenze pornografiche generate dalle corna! Milioni di mariti avrebbero potuto catturare le sequenze delle loro consorti intente a succhiare i bischeri e a farsi penetrare. Pensate, i padri e le madri avrebbero scoperto le loro figlie con l'uccello in bocca. Anche i figli e le figlie dandosi da fare avrebbero trovato prove delle scelleratezze dei loro genitori. Tutti sarebbero rimasti sconvolti e la società umana sarebbe finita! A meno che non si fosse subito imposto un "nuovo paradigma": quello enunciato da Valentina Nappi, che preconizza una società in cui "fare pompini è naturale come respirare".
Il giocattolo immaginario
Quando ero piccolo condividevo con alcuni miei compagni di scuola una fantasia ingenua quanto assurda, quella dell'esistenza di un'automobile chiamata Zimparpai, che sarebbe stata in grado di compiere molti prodigi, tra cui quello di viaggiare nel tempo. Ecco, il cronovisore non è poi molto lontano dalla mitica Zimparpai.
Nel libro di Padre Brune si riporta infine che Padre Ernetti in punto di morte avrebbe rivelato senza mezzi termini a un suo nipote che il cronovisore non è mai esistito. La sua era una pia frode per spingere gli scienziati a compiere ricerche per poter giungere alla costruzione di un vero sistema per catturare immagini e suoni dal passato. Questo progetto gli stava così a cuore perché sperava di poter dimostrare una volta per tutte la realtà storica del Cristianesimo. Niente da fare, i complottisti non desistono e non tengono in benché minimo conto la possibilità di un inganno. Spuntano come funghi i siti che delirano di connessioni esoteriche assurde, facendo saltare fuori gli immancabili Templari, l'inesistente Priorato di Sion, le colossali stronzate su Rennes-le-Château, i Rosacroce, gli Illuminati, i Rettiliani, i Rothschild e quant'altro.
Link e altre risorse
Per approfondimenti riporto una serie di link a siti trovati nel Web sull'argomento. Per prima cosa riporto siti che sono opera di sostenitori dell'autenticità del cronovisore e che nella migliore delle ipotesi scarsamente attendibili. Vi sono tuttavia riportate informazioni di una certa utilità.
Nel seguito riporto i link ad alcuni video:
Infine aggiungo i link ad alcuni siti che sono opera di persone apertamente scettiche sull'esistenza del cronovisore. Peccato che si tratti di pagine un po' scarne.