lunedì 14 gennaio 2019


1994 LA NUDITÀ E LA SPADA

Autore: Ferruccio Parazzoli
Anno: 1990
Genere: Romanzo
Sottogenere: Ucronia, distopia, fantareligione, fantapolitica
Argomenti: Religione cattolica, integralismo, guerra santa

Ambientazione: Italia, 1994-95, 2015
Lingua originale:
Italiano
Editore: Mondadori
Collana: Omnibus italiani
Codice ISBN-10: 8804333227
Codice ISBN-13: 978-8804333227
Codice EAN: 5000000403320
Pagine: 275

Panoplia satyrica 

Personaggi "reali":
    Monsignor Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano in un periodo particolarmente difficile. Fa di tutto per mediare le varie anime cattoliche presenti nella sua diocesi e per far sì che la situazione non diventi troppo incandescente. Nonostante il suo grande impegno, fallisce. Il suo destino è la fucilazione.
    Don Luigi Giussani, fondatore della setta neopelagiana dei Mammoniti (più nota come Comunione e Lottizz... pardon... Liberazione). Ridotto alla clandestinità, finirà fucilato assieme a Martini, che lo aveva nascosto nella sede arcivescovile.  
     Don Roberto Busti, descritto come un prete-manager dai capelli fulvi; ora Google lo mostra come un attempato vescovo. Gli tocca una patata bollente: gestire il videomessaggio dell'arcivescovo sull'epidemia di AIDS. 
    Cesare Cavalleri, scrittore e giornalista, dirige la rivista Studi cattolici. Descritto come aspro e intrattabile, ma dotato di sprito profetico. Adepto della setta dell'Opus Dei - quella che esalta come dono il dolore... degli altri. Il suo dramma Cristo, il Grande Terrorista fa precipitare la situazione, gettando Milano nell'anarchia, con conseguente repressione. 
   Vittorio Messori, scrittore e giornalista cattolico, presente alla cena di Don Busti. Noto per essere un amante dei tortellini alla carne, che a sua detta giustificherebbero lo sterminio dei Catari.
     Ferruccio Parazzoli, scrittore presente alla cena di Don Busti. Autore di opere non immuni da una vena di ispirazione mefistofelica. 
     Roberto Formigoni, un celebre capo della setta mammonita (vedi sopra). Presidente del Movimento Popolare, al Meeting riminese intona geremiadi a causa della sempre maggior lontananza delle autorità ecclesiastiche.
     Giulio Andreotti, politico democristiano, considerato un tappo dal volgo italiano, in realtà era gigantesco e non aveva nemmeno la gobba. 
     Giovanni Spadolini, corpulento politico repubblicano, calato sul palco al Meeting di Rimini per un'improbabile crociata neo-illuministica, quasi linciato da folle di mammoniti urlanti.
   Ciriaco De Mita, politico democristiano, proprio quello che alcuni soprannominano Re Mida. Presidente del Consiglio dei Ministri dal 1945 al 1995.
     Eugenio Scalfari, un giornalista-scrittore e politico, direttore de La Repubblica. Si salva per il rotto della cuffia dall'attentato in cui perde la vita Giampaolo Pansa.
    Gaspare Barbiellini Amidei, arriva trafelato alla cena di Don Busti, annunciando che Giovanni Paolo II ha deciso di trasferire la Santa Sede a Manila. 
  Giampaolo Pansa, un giornalista-scrittore-saggista, vicedirettore de La Repubblica. Viene ucciso in un attentato.
    Giuliano Ferrara, un giornalista, conduttore televisivo e politico, fautore dell'idea del cosiddetto "ateismo devoto" e dotato di barba rossiccia, poi in parte incanutita. Nel romanzo non viene citato per nome, bensì con l'evocativo soprannome Bretelle Rosse.  

Personaggi immaginari: 
    Tommaso Vegas, il protagonista, un professore universitario di Storia del Cristianesimo alla Cattolica; è di incerte convinzioni, in ogni caso incline al nicodemismo.
    Mara, la milf amante di Tommaso, ninfomane, perennemente scolvolta da flussi ormonali, stravagante e imprevedibile. È una tipica radical chic milanese sconvolta da immani quantità di droga.
    Claudia Vigevani, studentessa del corso di Tommaso e infine sua amante. La sua famiglia è di origine ebraica. Avvicinatasi alla setta di Comunione e Liberazione, durante le rivolte finirà imprigionata, torturata e uccisa.
    Marco Vigevani, il padre di Claudia, docente ebreo convertito in gioventù al cattolicesimo, ancora traumatizzato dalle leggi razziali del '38, a cui assimila la presente repressione anticattolica. La sua passione è la fanta-paleontologia.
   Antonio Mattalia, un militante mammonita, che seduce e radicalizza Claudia, condividendone il triste destino in uno stadio uso campo di concentramento di pinochetiana memoria. 
   Leone Besana, un amico di Mara, cultore delle arti marziali nonché omosessuale confesso, ma aperto ad assumere ruoli di assoluta passività con Mara, improvvisatasi dominatrice armata di fallo di gomma.
   Don Giacomo Carnevali, parroco di San Babila e amico di vecchia data di Tommaso; persa la fiducia nei suoi parrocchiani e nel mondo intero, deciderà per l'abiura. Non sopportando un'esistenza divenuta senza significato, si darà fuoco come un bonzo.
     Don Luigi Crivelli, parroco di San Simpliciano e studioso delle dottrine gnostiche, per cui sembra quasi provare un'occulta simpatia. Consultato dall'arcivescovo Martini per un cruciale videomessaggio sull'AIDS, gli raccomanda di non discostarsi dal magistero della Chiesa - ovviamente senza menzionare in modo esplicito l'idea fondante dell'epidemia come punizione divina per i peccati umani.

Trama: 
Il romanzo parazzoliano, che è assai denso e di straordinaria complessità, è incentrato su un drammatico tema: la fine violenta e improvvisa della religione cristiana in Italia e più in generale nell'intera civiltà occidentale. La narrazione, troppo articolata per essere ridotta a una stringata sinossi, si divide in più parti.

Parte prima: 2015 
In Italia l'esercizio del culto cattolico è proibito con leggi draconiane. Il narratore va con la mente ai fatti che hanno portato a simili sviluppi, risalenti a un decennio prima. Mentre rimugina, viene avvicinato da un giovane che lo invita a una celebrazione della Veglia pasquale nel segreto di un appartamento privato. Non essendoci più sacerdoti, il rito clandestino viene officiato da un diacono. Finita la cerimonia, il narratore torna a casa e decide di mettere per iscritto la storia degli eventi di cui è stato testimone, utilizzando i confusi appunti lasciati da Tommaso Vegas.

Parte seconda: 1994 
Tommaso Vegas, docente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, convive con la sua amante Mara: la loro dimora è frequentata da un vasto assortimento larve umane. Una studentessa che segue il corso di Storia del Cristianesimo, Claudia Vigevani, rimane coinvolta in uno scontro tra militanti di Comunione e Liberazione e anticlericali. Tommaso accompagna la ragazza a casa e fa la conoscenza del padre, un pensionato ex insegnante di scienze naturali che passa il suo tempo a costruire fantasiosi modelli di dinosauri ucronici.
Febbraio 1994: Tommaso è invitato in Arcivescovado per un incontro presieduto dall'arcivescovo Martini, il cui argomento è la difficile situazione della Diocesi di Milano. Martini cerca di affermare l'autonomia della Chiesa ambrosiana da tutte le parti in causa: Comunione e Liberazione,
il Papato wojtyliano e la Massoneria. A distanza di pochi giorni, Tommaso è invitato a una cena a casa di don Busti, ove trova i rappresentanti dell'intellighenzia cattolica milanese. Un corrucciato Cavalleri profetizza l'imminente avvento di feroci persecuzioni anticristiane. Nessuno lo ascolta: tutti hanno come unico orizzonte i tortellini! A questo punto fa la sua irruzione il direttore di Avvenire, che gela tutti con la notizia della traslazione della corte pontificia a Manila. Il papa polacco, interessato solo al supposto risveglio cristiano dell'Est e all'evangelizzazione del Terzo Mondo, ha abbandonato la Chiesa italiana a se stessa. 
Agosto 1994: Tommaso riceve l'invito al Meeting di CL a Rimini. Si reca quindi nella città romagnola con l'amante più giovane, Claudia. Durante una visita al Tempio Malatestiano, incontra Cavalleri, che profetizza nuovamente, vaticinando un fosco futuro. Il Meeting è teatro di eventi convulsi. Il rapporto tra Tommaso e Claudia si rovina in modo subitaneo: lei mostra segni di fanatismo e non vuole più avere rapporti. Al ritorno del professore a Milano, anche il rapporto con Mara è ormai in crisi.
Autunno 1994:
Gli eventi precipitano a causa dei tumulti scatenati a Milano dalla rappresentazione del dramma incendiario di Cesare Cavalleri, Cristo, il Grande Terrorista. La devastante epidemia di AIDS non fa che esacerbare gli animi. I cattolici sono accusati di questo disastro, a causa della loro pervicace opposizione all'uso del profilattico. L'arcivescovo Martini - ormai papa de facto - in un messaggio televisivo sul contagio, pavidamente non affronta la questione del condom. 
23 dicembre 1994: Uccisione di Giampaolo Pansa in un attentato. Eugenio Scalfari riesce invece invece a sfuggre al Tristo Mietitore. L'accaduto, visto come un attacco alla stessa laicità del Paese, porta a un nuovo giro di vite contro i cattolici. 

Parte terza: 1995
Il potere, dopo mesi di crisi di governo, passa alla Giunta di Unificazione Nazionale, che subito applica leggi restrittive contro i cattolici, secondo l'autore su modello delle leggi razziali del '38, ma direi piuttosto simili a quelle emanate dal presidente Plutarco Elías Calles in Messico nel '26. Ai cattolici praticanti, messi sotto stretto controllo, è assegnato un tesserino giallo, necessario per poter assistere alle funzioni. L'Università Cattolica viene chiusa: Tommaso perde quindi la sua cattedra. Per mantenersi si vede costretto a curare un'edizione dei frammenti di Eraclito per la Mondadori. Risale a questo periodo la sua frequentazione di Marco Vigevani, con cui visita il Museo di Storia Naturale. 

La congravescenza dell'epidemia di AIDS è incessante, i casi si moltiplicano senza sosta. Comincia a diffondersi un'infamante accusa rivolta ai volontari cattolici che assistono i malati: quella di essere untori e di diffondere il morbo per sterminare i peccatori. Agli estremisti cattolici viene attribuito anche un attentato alle Ferrovie Nord, con morti e feriti. La folla insorge e devasta le Librerie Paoline a Milano. L'Arcivescovado viene posto sotto assedio. Claudia, entrata a far parte di un movimento oltranzista, viene arrestata e fucilata assieme ad alcuni compagni. I loro corpi vengono esposti al pubblico ludibrio, mentre l'esercito interviene coi carri armati.
6 dicembre 2015: Fucilazione dell'arcivescovo Martini e di don Giussani. Il cattolicesmo italiano, privato del clero, in pratica cessa di esistere. I superstiti, che vegetano in stato catacombale, si confonderanno sempre più in una galassia di conventicole settarie.


Epilogo: 2015
A questo punto si viene a sapere che il narratore della storia è proprio Tommaso Vegas. Nuove elezioni sono state indette per pacificare gli animi degli italiani, dopo anni di dittatura militare. In un'ultima pagina si introduce un ulteriore livello di ucronia: l'intero romanzo sarebbe l'invenzione di uno scrittore in un'Italia teocratica in cui Martini siede sul soglio pontificio! 


Recensione: 

Mi è molto piaciuta quest'opera, senza dubbio una pietra miliare della narrativa ucronica, il cui titolo rimanda al 1984 di George Orwell e all'Apostolo delle Genti. Ne raccomando a tutti la lettura: è come ossigeno per la mente. Come penso debba essere ovvio, accolgo il principio cardinale della sospensione dell'incredulità ogni volta che mi immergo nei meandri di una trama fantascientifica o fantastica. Se però dobbiamo passare all'analisi dettagliata dei contenuti, siamo costretti ad evidenziare le nostre perplessità.

Fantasia e realtà 

Una scena di vivida violenza. Una rivolta anticattolica è in atto. In un bar alcuni adepti di Comunione e Liberazione vengono aggrediti, trascinati in strada e percossi selvaggiamente. A uno di loro vengono assestati poderosi calci nel ventre, che gli provocano l'eruzione di getti di vomito. Una volante giunge a sirene spiegate e carica gli attivisti di Comunione e Liberazione, senza badare nemmeno per un attimo a chi li ha massacrati di botte. Non posso fare a meno di confrontare questo pezzo di bravura del Parazzoli con quanto da me vissuto all'università, quando frequentavo il corso di laurea in Fisica, in Via Celoria a Milano, proprio nei tardi anni '80 e primi anni '90. Il braccio politico della setta neopelagiana dei Mammoniti era noto come movimento dei Cattolici Popolari, il cui nome era abbreviato in CP; in pratica avevano il potere incontrastato nell'ateneo. Non c'era alcuno che si opponesse loro. I Comitati Leninisti erano ridicoli e patetici, si limitavano a distribuire il loro fogli di carta igienica con baggianate incomprensibili scritte a caratteri fittissimi. Intanto i Cattolici Popolari invadevano interi corridoi e si mettevano a pregare, senza nessun rispetto per chi non voleva sentire le loro lagne. Il punto è che in un corridoio c'erano tavoli e sedie, con molti studenti che studiavano. Verso chi voleva studiare in pace non c'era rispetto di sorta. Arrivavano i CP e tutti dovevano sgomberare immantinente per lasciar posto alla folla orante. Si aveva l'impressione di vivere in una teocrazia. Dei militanti laicisti e di sinistra evocati come picchiatori dal romanzo parazzoliano non c'era traccia alcuna. Solo fievole segno di insofferenza verso i teocrati ciellini: una scritta in un cesso, il cui testo era il seguente: "Odiare i negri è razzismo. Odiare i CP è intelligenza!"  Non ho scritto io quella sentenza - non mi abbasso a scrivere nei cessi - ma in un'occasione ho reagito con tali parole alla provocazione di un gran numero di ciellini, che avevano ostruito il corridoio con i posti per gli studenti, rifiutando di farmi passare. Un amico mi ha trascinato via prima che lo scontro degenerasse: all'epoca ero temerario e non mi era chiaro che sarei finito pestato come un sacco di patate. Più tardi avrei ideato una forma di scherno nei confronti dei CP, il cui nome ha subìto una magica trasformazione in CIPPIRIMERLO. Il trucchetto funziona ancora, con la metamorfosi del PD in PIDDIRIMERLO.

Alcune note antropologiche 

La facilità con cui Tommaso Vegas riesce a farsi delle amanti è tale da non avere precedenti nemmeno nella storia del paese di Sodoma e Gomorra. Al docente universitario nicodemita basta una breve conversazione casuale sul treno per convincere Mara, la milfona divorziata, a concedersi e a iniziare una convivenza. E che dire dell'invereconda, morbosissima seduzione messa in atto dalla giovane Claudia, che si mette nuda nella sua stanza permettendo al professore di sbirciarla? Il Parazzoli evita di evocare l'atmosfera plumbea che regnava ai tempi in cui il romanzo stesso fu scritto, regnante Karol Wojtyła. Il tonitruante pontefice polacco rivolgeva incessantemente alle nazioni del mondo i suoi anatemi e i suoi tentativi di moralizzazione sessuale, il cui testo poteva sintetizzarsi grossomodo così: E BUBÙBU BUBÙBU!! Convinto seguace delle dottrine dell'homunculus spermatico, Wojtyła riteneva che ogni eiaculazione fosse un genocidio, così cercava di imporre alle genti, con determinazione tirannica, che lo sperma fosse trattenuto nei testicoli. I fatti paiono mostrare che, almeno implicitamente, ammettesse un'unica possibile valvola di sfogo: la pedofilia ecclesiastica (vedi i casi Groër e Maciel Degollado, etc.). Di tutto questo non troviamo la benché minima traccia in 1994 La nudità e la spada. Com'è possibile? Parazzoli si limita a menzionare qualcosa di sfuggita sull'esaltazione wojtyliana dei popoli del Terzo Mondo, che "rifiutano la contraccezione e credono nei valori". Si tace sul fatto che secondo il pontefice cracoviese, agendo così, questi popoli contribuivano a far battezzare il maggior numero possibile di homunculi prodotti dalle gonadi, altrimenti destinati alla dannazione eterna. 

Ucronia oppure onirostoria? 

Una domanda pressante. Dove possiamo collocare il punto di divergenza tra il nostro corso storico e quello del romanzo? Non è poi così facile dare una risposta sensata. La narrazione parazzoliana potrebbe anche essere onirostorica, relativa a eventi che non si sarebbero mai potuti verificare nell'universo in cui siamo costretti a vivere. Le fosche profezie che lo scrittore romano naturalizzato milanese mette in bocca all'intellettuale dell'Opus Dei, Cesare Cavalleri, lasciano piuttosto perplessi, soprattutto se si pensa al contesto dei primi anni '90 dello scorso secolo, quando la teocrazia wojtyliana rasentava il totalitarismo. Posso contare sulla punta delle dita le manifestazioni di dissidenza antiwojtyliana di cui sono stato testimone nel corso degli anni di pontificato del tiranno polacco. Eccole:

1) A Seregno comparve sul muro di un palazzo la scritta: "IL PAPA E' PEGGIO DELLA PESTE".
2) Su un banco di un'auletta di Via Celoria, nell'edificio di Fisica, uno sconosciuto ha scritto in pennarello: "WOYTILA = HITLER DELLE COSCIENZE".
3) Nei primi anni del XXI secolo, io e il fraterno amico P., esasperati dai continui "BUBÙBU BUBÙBU!", definivamo il pontefice di Cracovia "DEMENTE BAVOSO". In un'occasione un medico cattolico è rimasto raggelato nell'udire queste parole dalla bocca di P., ricordo le labbra che gli tremavano come per un tic. Come se nell'Antico Egitto qualcuno avesse inveito contro il Faraone.
4) Mentre eravamo sul treno, io e l'amico P. udimmo le proteste di una milf e di due suoi amici, che seppur timidamente protestavano contro l'invadenza dei media papisti. Come intervenimmo e facemmo sapere che eravamo d'accordo, la milf e gli altri furono sinceramente rincuorati.

5) Possiamo aggiungere una protesta politica, ma senza dubbio antiwojtyliana. Sui muri cittadini di Seregno comparve una scritta in rosso: "SOLIDARNOŚĆ FUORI DALLE PRIGIONI... NEI FORNI!" (ricordo che i diacritici del nome del movimento polacco erano corretti). Immagino lo sdegno del pubblico per il fatto che riporto queste memorie nella loro durezza. Pochi poi parlano del fatto che Lech Wałęsa proponeva la castrazione degli omosessuali. 

E poi? E poi basta. I media erano nelle salde mani dei Mammoniti, che imponevano una cappa di censura e di oppressione senza precedenti. Una situazione quasi iraniana!
Si noterà che il teologo dissidente Hans Küng ha pubblicato la requisitoria Wojtyła, il Papa che ha fallito soltanto quando l'interessato era da poco spirato, nell'Anno del Signore 2005.
Approfitto dell'occasione per scagliare vergogna sulla barba di F., un convinto anticlericale che disse di sostenere Wojtyła e di apprezarlo per via del suo impegno contro la guerra! 


Possiamo giungere a una conclusione forse lapalissiana: il punto di divergenza tra il nostro cosmo e quello del romanzo si deve per necessità collocare dopo l'insediamento di Giovanni Paolo II sul soglio pontificio, il 16 ottobre 1978 e prima dei fatti narrati. Quello che temo è che un così breve lasso di tempo sia insufficiente a giustificare la prodigiosa accelerazione degli eventi descritta da Parazzoli, così come il diffuso clima anticlericale. Un'impetuosa ondata di anticlericalismo si è verificata soltanto con l'elezione di Benedetto XVI, il 19 aprile 2005, in parte a causa dell'origine etnica del nuovo pontefice - essendo molto diffuso in Italia l'antigermanismo - in parte a causa della reazione eruttiva alla pervasiva oppressione di 26 anni di dominio wojtyliano.

Il mito della Chiesa del Silenzio

Parazzoli descrive con maestria e dovizia di particolari il commovente rito della Veglia pasquale, celebrato da un ingegnere elettronico che faceva del suo meglio per mimare il sacerdozio cattolico, ormai soppresso. Leggendo le pagine in questione, una lampadina si è accesa nella mia mente. Ricordo quando il mitissimo don F. ci parlava della repressione della religione cattolica in Cecoslovacchia, con preti che venivano torturati, rinchiusi in cubicoli in cui non potevano nemmeno muoversi, privati del sonno. Così ci disse don F., che a quei poveri testimoni di Cristo veniva applicata la corrente ai testicoli eppure essi non cedevano. "Un prete non può abiurare", precisava, come se fosse un'impossibilità fisica o concettuale, un autentico adynaton - dimenticando ovviamente la stessa esistenza di Cristóvão Ferreira e l'efficacia estrema dei feroci sistemi dei Tokugawa. Poi dovetti sorbirmi ore di geremiadi sulle comunità cristiane cecoslovacche e polacche, costrette a incontri clandestini in case di montagna e in scantinati. In netto contrasto con l'opulenza di noi brutti e cattivi cresciuti nella bambagia di un futile consumismo, quegli slavi vivevano in condizioni paleocristiane, come i perseguitati sotto l'Impero di Decio e di Diocleziano! Una mattina, mente con fatica mi levavo e mi preparavo per la quotidiana razione di tortura scolastica, mio padre ascoltava la radio. Usciva da quella macchinetta una vocina stridula, con ogni probabilità di un mammonita di CL, proclamava: "In Russia ogni giorno milioni di giovani si convertono a Dio!" Su un giornalaccio, non ricordo se fosse Famiglia Crisitana o qualche immondizia similare, un prete faceva un altro proclama: "Mentre in Occidente ci sia affanna a negare Dio, in Russia ci si sta accorgendo che senza Dio non si può vivere!" Ecco, di queste pornografie concettuali si nutriva e si accresceva giorno dopo giorno lo sconcio mito della Chiesa del Silenzio. Poi, caduto quello che il mitico Giurato chiamava Mudo li Merlino, ecco svelata la realtà. La Chiesa del Silenzio non è mai esistita! Era tutta una baggianata, un imbroglio inverecondo! Sapete quali sono i frutti del fantomatico risveglio cristiano dell'Est? Ve lo dico io. Mafia, mafiosi, gangster, assassini, papponi, puttane, pornografi, pedofili, cannibali, carnefici, produttori di snuff videos, oligarchi, policanti iniqui, tiranni, pingui popi orgiasti e corrotti col crocefisso pieghevole sul sontuoso copricapo! Schifo assoluto e nemmeno un uomo di Dio! 

Cristianesimo e asfissia

Così dice il Cavalleri a Tommaso Vegas: 

«È la conclusione di una lotta mortale. È il progetto di asfissia del cristianesimo e di ogni altra forza che si opponga in nome di una fede ad un potere che si è venuto ad identificare con lo Stato, ad una democrazia che è stata di mano in mano, subdolamente o apertamente, sostituita da una tecnocrazia manovrata da oscure oligarchie economiche che, attraverso alcuni ingenui e ambiziosi intellettuali, si sono impadronite degli strumenti di comunicazione, sotto la mascherata di un'élite laicista.» 

Tutto molto condivisibile. C'è solo un piccolo dettaglio. Cosa asfissierebbe un Cristianesimo trionfante? Ecco che ci risponde Emil Cioran: verrebbe il tempo del Carnefice della Croce. Sostengo la Rivoluzione quando mi han tolto le sostanze e son ridotto a un povero tra i poveri. Poi riconquisto le sostanze e divento un tiranno spietato. Il bello sta tutto qui. 

Curiosità 

A quanto ho letto, pare che il vescovo Roberto Busti sia stato molto sorpreso e infastidito dal trovarsi descritto nel romanzo di Parazzoli. Per contro, il Cavalleri sarebbe stato lusingato dal ruolo attribuitogli. Già mi sento il consueto urlo stridulo: "Fonti?!" Eccole: 

Ecco l'estratto, con un uso massiccio della paratassi e separazioni moleste tra l'apostrofo e la parola successiva: 

"Minaccioso eppure divertente, 1994, la nudità e la spada (e la scelta dell' anno è ovviamente un riferimento ad Orwell) intreccia pochi personaggi inventati alle tante figure reali del presente, da Giuliano Ferrara a Ida Magli, da Miriam Mafai a Eugenio Scalfari, da Giampaolo Pansa che, toccando ferro, muore in un attentato, a Barbiellini Amidei (diventato direttore dell' Avvenire), da Berlusconi a De Benedetti, dando spazio soprattutto a figure di credenti come Cesare Cavalleri, elegante ed enigmatico direttore della rivista Studi Cattolici e membro dell' Opus Dei, autore di un celebre articolo sull' Avvenire di qualche anno fa, intitolato le Mimosanti, con il quale aveva attaccato il movimento femminista. Si sono divertiti anche i personaggi da lui così disinvoltamente usati, per esempio il fucilato cardinal Martini e lo stesso Cavalleri? Quest' ultimi certamente sì: dalla Curia non ho avuto reazioni ufficiali, ma soffiate mi dicono che soprattutto Don Busti è rimasto sconcertato e arrabbiato. L' Avvenire non sa come reagire: aspetto Il sabato, per vedere come se la cavano."

Che altro aggiungere? Davvero divertente!

Altre recensioni e reazioni nel Web 

Come per altri capolavori parazzoliani, esiguo è purtroppo lo spazio dedicato sul Web. Oltre all'estesa descrizione su Wikipedia (gennaio 2019), che mi è anche servita da canovaccio per costruire questa recensione, troviamo ben poco di significativo. C'è una stringata descrizione sul sito di fantascienza wwww.delosstore.it

Sul mitico Anobii.com si trovano al momenti ben poche recensioni. Questo è il link: 

Illuminante il breve commento di Marco Cobianchi: 

"Letto molti anni fa. Bello, anche se non amo i romanzi."

Più estesa la recensione eulogistica di Lucia, che sospetto essere una simpatizzante di Comunione e Liberazione. Ne riporto il nucleo:

"Non avevo mai letto altre opere di fantastoria; e soprattutto, non avevo mai letto un’opera di fantastoria in cui il cattolicesimo è stato dichiarato fuori legge, qui, in Italia. Magari, gli abituè del genere conoscono anche dei titoli migliori: però, questo mi è piaciuto un sacco, per l’originalità della trama.
Scritto nel 1990, il romanzo è particolarmente affascinante perché ambientato in un posto che conosciamo benissimo (Milano), con protagonisti che sono in gran parte esistiti realmente (es. Don Giussani; Messori; Carlo Maria Martini). È un romanzo assolutamente realistico, nel senso che la persecuzione anticattolica comincia in sordina, poi diventa un po’ più seria, poi cresce ancora… ma in maniera del tutto graduale. E quindi, potenzialmente verosimile. Non c’è nessuna forzatura.
Anche i “capi d’accusa” alla Chiesa sono quelli che i cattolici si son sentiti ripetere millemila volte in queste anni: rifiuto del preservativo, ingerenze temporali, e bla bla bla. Nelle note, ho inserito tre citazioni che sono tratte dal romanzo, ma potrebbero campeggiare su qualsiasi quotidiano d’oggi: verosimiglianza al massimo. Da brividi."


Bizzarra è anche la recensione di Nick:

"allucinato? irrisolto?
premetto che questo libro è rimasto non letto sugli scaffali per troppo tempo, e non riesco a capire perchè...
non è il primo libro di questo filone apocalittico che leggo, e probabilmente non sarà l'ultimo. ma questo mi ha stupito, proprio come mi stupisce il motivo per cui l'ho riposto senza leggerlo per così tanto tempo...
il protagonista è uno storico, e narrando in prima persona narra da storico, è giusto... e infatti alla fine ti resta in bocca proprio lo stesso sapore come di aver letto un libro di storia, senza suspance (spero si scriva così...), senza introspezioni e retrospezioni...
eppure la lettura ti prende come un romanzo, vuoi arrivare fino in fondo anche se il finale ti è stato già raccontato nelle prime dieci pagine e il resto è tutto un racconto al passato...
boh... in ogni caso, da leggere."


Mi auguro che molti altri contributi si aggiungeranno in futuro e che di 1994 si continuerò a parlare a lungo!

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