FULMINI BLU
Sono di ritorno da Milano, in treno. C’è uno sciopero e il treno su cui viaggio è uno dei pochi garantiti. Si vedono dei bagliori blu fuoriuscire dai cavi della tensione, forse per qualche guasto su tutta la linea. Giunto in periferia dell’agglomerato urbano, proprio a Sesto San Giovanni, ho un’atroce allucinazione sensoria: sulla distesa di rotaie arrugginite ci sono alcuni flagellanti lebbrosi la cui testa è ricoperta di bruchi. Li vedo chiaramente. Marciano in processione su una pianura coperta di escrementi, di masse di vomito e di gigantesche larve semitrasparenti, grasse e microcefale, simili a quelle che gli aborigeni d’Australia reputano una leccornia, ma grandi più del doppio di un uomo. Gli invertebrati mollicci fanno fatica a muoversi, come se fossero piovuti dal cielo in un ambiente a loro del tutto estraneo, già in agonia. A guidare la processione spettrale è la Bambola Vedova, una donna parzialmente avvolta in un sudario nero lacerato in più punti. È senza piedi, non cammina, galleggia nell’aria. I suoi veli si muovono lentamente, mentre un agghiacciante urlo silenzioso giunge dal suo volto senza bocca e senz’occhi. I suoi capelli sono intrisi di sangue nero e ondeggiano nel vento statico. La pianura stercorale è piena delle rovine dei binari e delle ferrovie del nostro Universo, ma questa visione si sovrappone solo in parte alla realtà. Poi fisso i grigi palazzi, e ho la certezza assoluta che siano sede di un abominio non descrivibile a parole, come se migliaia di vecchi eternamente moribondi vi consumassero la loro dannazione immanente nella demenza e nel cancro, in modo simile alle larve semitrasparenti cadute dal Cielo del Nulla.
Marco "Antares666" Moretti
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