domenica 5 novembre 2017


V PER VENDETTA

Titolo originale: V for Vendetta
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America, Regno
     Unito, Germania
Anno: 2005
Date di rilascio: 
   11 dic. 2005 (BNAT)
   16 mar. 2006 (Germania)
   17 mar. 2006 (USA)
Durata: 132 min
Colore: Colore
Rapporto: 2,35:1
Genere: Azione, thriller, drammatico, fantascienza,
     avventura 
Sottogeneri: Fantapolitica, propaganda anarchica,
    propaganda liberal, distopia
Regia: James McTeigue
Soggetto: Alan Moore (non accreditato) e David
    Lloyd (graphic novel)
Sceneggiatura: The Wachowski Brothers
Produttore: Larry Wachowski, Andy Wachowski,
     Grant Hill, Joel Silver
Produttore esecutivo: Benjamin Waisbren
Distribuzione (Italia): Warner Bros. Pictures
Fotografia: Adrian Biddle
Montaggio: Martin Walsh
Effetti speciali: Till Hertrich, Michael Luppino, Uli
     Nefzer, Paul Corbould, Herbert Blank, Norman
     Ernst, Wolfgang Higler
Musiche: Dario Marianelli
Scenografia: Owen Paterson
Costumi: Sammy Sheldon
Interpreti e personaggi   
    Hugo Weaving: V
    Natalie Portman: Evey Hammond
    Stephen Rea: Eric Finch
    Tim Pigott-Smith: Peter Creedy
    John Hurt: Adam Sutler
    Stephen Fry: Gordon Deitrich
    Rupert Graves: Dominic Stone
    Roger Allam: Lewis Prothero
    Ben Miles: Roger Dascombe
    Sinéad Cusack: Delia Surridge
    Natasha Wightman: Valerie Page
    Imogen Poots: Valerie Page (giovane)
    John Standing: Il vescovo pedofilo Anthony
         James Lilliman
    Eddie Marsan: Brian Etheridge
    Clive Ashborn: Guy Fawkes
Doppiatori italiani   
    Gabriele Lavia: V
    Connie Bismuto: Evey Hammond
    Marco Mete: Eric Finch
    Stefano De Sando: Gordon Deitrich
    Omero Antonutti: Adam Sutler
    Luciano De Ambrosis: Peter Creedy
    Massimo Lodolo: Dominic Stone
    Oreste Rizzini: Lewis Prothero
    Christian Iansante: Roger Dascombe
    Maria Pia Di Meo: Delia Surridge
    Chiara Muti: Valerie Page
    Bruno Alessandro: Il vescovo pedofilo Anthony
        James Lilliman
    Franco Mannella: Brian Etheridge
    Tonino Accolla: Sosia di Adam Sutler/Generale
Budget: 54 milioni di $
Incassi al botteghino (USA): 70,5 milioni di $
Incassi al botteghino (mondo): 132,5 milioni di $

Trama:

La notte del 4 novembre 2027. Un'epoca non troppo lontana alla nostra, ma in un mondo molto diverso che ha conosciuto una serie di catastrofi. Siamo in un'Inghilterra incubica e perennemente notturna, su cui regna con pugno di ferro il dittatore Adam Sutler, una via di mezzo tra una grottesca caricatura di Hitler e il Grande Fratello di orwelliana memoria. La giovane Evey Hammond esce sfidando il coprifuoco e in un angiporto si imbatte in tre trucibaldi appartenenti alla polizia religiosa, che vogliono abusare di lei e costringerla a inghiottire lo sperma. All'improvviso fa la sua comparsa V, un vendicatore mascherato da Guy Fawkes, che affronta i malfattori e li uccide. Poco dopo aver tratto in salvo la ragazza, allo scoccare del 5 novembre, V attiva una serie di cariche esplosive e fa esplodere l'Old Bailey, il vecchio tribunale penale di Londra, ormai fatiscente. Mentre avviene la deflagrazione, gli altoparlanti cittadini diffondono la musica: si tratta dell'Overture 1812 di Čajkovskij. Poche ore dopo, l'emittente televisiva governativa BTN (British Television Network) cerca di far passare l'attentato per una "demolizione d'emergenza". A questo punto V fa irruzione nella sede della BTN e prende il controllo delle trasmissioni, parlando in diretta all'intero popolo britannico e invitandolo a insorgere contro il regime. Subito scatta l'allarme terrorismo. Evey, che lavora alla BTN, rimane ferita durante l'irruzione della polizia, così viene portata da V nel suo nascondiglio: è la Galleria delle Ombre (Shadow Gallery), un sotterraneo pieno di opere d'arte e di altri cimeli di tempi più felici. La ragazza apprende che dovrà restare insieme al suo ospite nel covo per un anno, senza mai poter uscire, per non comprometterne la sicurezza. Nel frattempo l'ispettore capo Eric Finch viene incaricato di catturare il rivoluzionario mascherato, che si fa sempre più audace, arrivando a uccidere il propagandista Lewis Prothero. La successiva vittima di V è un vescovo pedofilo, Lilliman, che viene intrappolato usando come esca Evey truccata in modo da sembrare più giovane. Durante l'irruzione dell'eroe mascherato, la ragazza fugge e si rifugia da Gordon Deitrich, che era il suo capo alla BTN. Il conduttore televisivo la accoglie in casa propria e le mostra una stanza nascosta piena di matriale proibito, rivelandogli cose che potrebbero costargli la vita solo per il fatto di sussistere. Intanto V raggiunge la dottoressa Delia Surridge, che ha condotto raccapriccianti esperimenti su di lui quando era imprigionato nel campo di concentramento di Larkhill. Rendendosi conto del pentimento della donna, la uccide in modo indolore con un'iniezione. Quando Gordon Deitrich ha l'audace idea di mandare in onda uno spettacolo non censurato, in cui Adam Sutler viene messo alla berlina e satirizzato nel modo più feroce, il braccio armato del regime lo annienta. Evey viene catturata, gettata nelle segrete e sottoposta a tortura affinché riveli l'identità di V. L'ispettore Eric Finch, pur leale membro del partito di Sutler, nel corso delle sue indagini scopre cose terribili su Larkhill e sui mezzi utilizzati dal dittatore per prendere il potere. In un vortice di colpi di scena e di sequenze adrenaliniche, tutto precipita come in un densissimo sogno in cui diverse realtà si sovrappongono, procedendo come un dardo di balestra verso l'esplosiva rivelazione finale...

Recensione:   

Ho visto per la prima volta in vita mia questo film nelle prime ore del 5 novembre 2017, avendo solo una vaga idea del suo soggetto. L'ho scelto come se una forza misteriosa mi spingesse e sono rimasto molto sorpreso quando la mattina, dopo un sonno tormentato, mi sono reso conto che era proprio il 5 novembre! Dato che non credo affatto nelle coincidenze, devo ammettere che la cosa mi ha sorpreso non poco. I temi trattati da quest'opera distopica sono di grande attualità: lo stato di sorveglianza generalizzata che trasforma la vita dei cittadini in una dimora di vetro trasparente; l'ipocrisia e la corruzione delle istituzioni religiose; i problemi legati alle minoranze, alla convivenza tra religioni diverse, all'odio e alle tensioni sociali, con sempre più marcata diffusione di forme di estremismo. Spesso si fa riferimento a fatti concreti e a fenomeni ben identificabili: il Patriot Act e la limitazione della libertà in nome della sicurezza, l'uso della tortura nel carcere di Abu Ghraib, la pandemia di influenza aviaria, i timori dell'uso di armi biologiche da parte di terroristi, la crescita esponenziale degli scandali provocati dalla pedofilia dei preti. Il film risulta comprensibile soltanto alla luce degli schemi ideologici e politici contemporanei, innervati dall'inquietudine e dalla paura di nuovi totalitarismi

Il problema della datazione

I siti in lingua italiana sembrano quasi tutti dell'idea che l'incontro tra V e Evey sia datato 4 novembre 2019. I siti in lingua inglese propendono invece per il 4 novembre 2027. Qual è la causa di questa discrepanza? Lo ignoro. In ogni caso, in un punto del film è menzionato l'attacco terroristico virale alla scuola St. Mary come un fatto accaduto 14 anni prima. Subito dopo, gli investigatori discutono di due agenti in incognito che sono morti il giorno dopo l'attacco, e sullo schermo del computer si legge la data 06 maggio 2014. Quindi il film è ambientato nel 2027: la datazione alternativa al 2019 non è sostenuta da prove altrettanto valide e pare soltanto un'inconsistente invenzione nata da un equivoco.   


Le origini di Adam Sutler

Quando mi sono imbattuto nel personaggio dell'Alto Cancelliere, ho subito capito che si trattava di un'alterazione di Adolf Hitler. Il creatore della storia doveva aver agito dapprima scomponendo in sillabe Adolf Hitler: 

Ad-olf Hit-ler

Quindi ha rimpiazzato la seconda sillaba del nome e la prima sillaba del cognome:

Ad-am Sut-ler

Facendo ricerche in Google, ho scoperto che la vera procedura di taglia e incolla è stata in realtà molto diversa, passando attraverso il meccanismo di formazione delle parole macedonia. Infatti il personaggio originale della graphic novel si chiamava Adam Susan. Essendo il suo cognome ben poco virile, anzi, pienamente femmineo, ecco che nella trasposizione in film si prese l'originale Adam Susan e si procedette a ibridarlo con Hitler:

Adam Susan + Hitler => Adam Sutler 

Si converrà che un dittatore il cui cognome è Susanna non può essere granché convincente. In realtà la sua identificazione con Hitler proviene dalla diffusa costumanza di astrarre il Cancelliere di Germania dalla sua epoca storica per farne una categoria metafisica a cui ridurre di riffa o di raffa qualsiasi malvagio dei tempi presenti e futuri. L'Alto Cancelliere d'Inghilterra per quasi tutto il film appare come un gigantesco faccione che urla e sbraita da uno schermo immane, come un incombente Mago di Oz che spia ventiquattr'ore su ventiquattro i suoi servitori e li terrorizza con la sua voce tonante. Soltanto sul finire della narrazione, egli viene mostrato come uomo in carne ed ossa, proprio quando incontra la sua nemesi. I mezzi della tecnologia lo hanno reso simile al Grande Fratello descritto da George Orwell in 1984, ma ha un pathos che manca al leader dell'Ingsoc, figura impersonale costruita a tavolino dal Partito e del tutto priva di realtà fisica. Mentre Hitler mantenne il potere arringando le folle ipnotizzate che gli tributavano un culto divino, Sutler sembra ridotto a un gallinaccio che teme sopra ogni cosa il contatto diretto con qualsiasi essere umano: i suoi tonanti e isterici discorsi al pubblico compaiono come flashback del passato, più che altro per spiegare la sua ascesa. Quando il dittatore si ritrova tremante davanti a V, ha perso tutto il suo posticcio gigantismo per mostrarsi come un assoluto pigmeo morale. 


Fuoco Norreno 

Il partito di Adam Sutler porta un nome ben singolare: Fuoco Norreno, che nell'originale inglese suona Norsefire. La traduzione è immaginifica, per quanto ambigua. Si noterà che in italiano il termine "norreno" (da norrœnn "nordico") dovrebbe essere usato soprattutto per riferirsi all'antica lingua nordica e alla connessa cultura vichinga che fiorì in Scandinavia e quindi in Islanda, anche se non mancano casi in cui è usato per indicare l'etnia. Non è comunque un generico sinonimo di "bianco", di "germanico", né tantomeno un equivalente di "ariano". In inglese questa problema assume sfumature diverse, in quanto Norse significa "norvegese": la lingua norrena è chiamata Old Norse. Il punto è che un partito ultranazionalista britannico che si dà nome di "Fuoco Norvegese" è come minimo una stranezza storica e un gran paradosso. Tuttavia, siccome Fuoco Norreno suona bene, si accoglierà senz'altro la locuzione, che pure è formata in modo perfetto: di certo in italiano essa ha una sonorità e una capacità evocativa che manca alla forma inglese. Dall'analisi delle dottrine e della Weltanschauung di Fuoco Norreno, si capisce subito che è un'evoluzione dell'Unione Britannica dei Fascisti (British Union of Fascists, BUF). Sua caratteristica è l'odio verso chiunque non sia bianco, cristiano ed eterosessuale, come ci si può aspettare. Si scopre però che c'è dell'altro: Fuoco Norreno è giunto al punto di provocare la morte di quasi 100.000 persone innocenti, attribuendola ai terroristi e creando così il marasma necessario per assumere il potere. Trovo insidioso ridurre a un pugno di parole stereotipate ogni manifestazione di un complesso fenomeno che affonda le sue radici nelle dottrine hegeliane. Una semplificazione che piace molto alle masse, ma che equivale a confondere i sintomi di una patologia con la sua causa, ossia il patogeno.


Un linguaggio molto creativo

Quando Evey incontra gli agenti della polizia religiosa che si presentano come Castigatori, uno di loro afferma di necessitare cure per una "pallite turgida", ossia per uno stato di furiosa erezione e di surplus spermatico che gli ha congestionato i testicoli. Il propagandista Lewis Prothero, detto The Voice of London, è un veemente oratore antiamericano che si scaglia a più riprese contro quello che chiama Ulcerato Sfintere d'Amerdica. Nella versione originale in inglese il termine usato è invece un meno assonante Arse-erica (Ass-erica), derivato da arse "culo, ano" (variante ass): del resto, l'assenza nel vocabolario anglosassone di un derivato di merda è un dato di fatto a cui difficilmente si può pensare di porre rimedio.


L'abolizione della monarchia

Nella serie a fumetti il Regno Unito rimaneva almeno formalmente una cariatide dell'antica monarchia, retta da una regina-fantoccio chiamata Zara. Nel film invece si mostra una Gran Bretagna che non è più una monarchia: la massima carica è l'Alto Cancelliere e non si fa menzione di alcuna figura regale, per quanto ridotta a una mera ombra. Nelle case dei britannici c'è il ritratto di Adam Sutler, proprio come nelle case dei tedeschi c'era il ritratto di Adolf Hitler. Se la monarchia fosse sopravvissuta, per quanto in forma di istituzione posticcia e residuale, ci sarebbe stato anche un ritratto della regina (o del re). Quando Gordon Deitrich manda in onda una trasmissione satirica che schernisce ferocemente Adam Sutler, non appena l'uomo truccato come il dittatore fa il suo ingresso, viene accolto dalle note di God Save the Queen (o God Save the King), cosa che può essere interpretata in due modi. Primo: Adam Sutler si è impadronito dell'inno britannico, trasferendolo alla sua figura essendo la monarchia ormai decaduta ed estinta. Secondo: Gordon Deitrich ha utilizzato l'ex-inno britannico come scherno. Quando lo stesso Deitrich accoglie Evey nella sua dimora, le mostra un recesso segreto in cui si trovano molte cose interessanti, per quanto eterogenee e tra loro difficilmente compatibili: materiale omosessuale, un'antica copia del Corano, una bandiera anglo-americana con lo Hakenkreuz in mezzo e soprattutto una caricatura di Adam Sutler nei panni della regina d'Inghilterra, con sotto scritto God Save the Queen. Sembra una prova del fatto che la monarchia fosse già decaduta quando il presentatore ha tesaurizzato quel materiale compromettente, con ogni probabilità agli inizi dell'epoca del Caos.

Natura onirica della narrazione 

Sul sito Filmtv.it, l'utente mm40 scrive una recensione e fa notare la presenza di alcune interessanti inconsistenze: "rimangono domande irrisolte ed irrisolvibili come il dubbio su chi si sia preso la briga di stampare centomila maschere e parrucche per conto di mr. V, ma le falle logiche sono di ordinanza nel fumetto e nel genere fantasy, percui, chiudendo un occhio, tutto si può sopportare". Già. Chi ha prodotto le maschere e le parrucche? Chi ha messo in piedi, in un regime come quello di Sutler, la catena logistica necessaria alla loro distribuzione? Queste cose sono del tutto normali... nei sogni! Accadono soltanto nei meandri labirintici dell'universo onirico.

   

Guy Fawkes:
metamorfosi e paradossi

La memoria del 5 novembre è molto presente nel Regno Unito, ma non per celebrare Guy Fawkes. Piuttosto l'idea è quella di festeggiarne l'esecuzione e di gioire per il fallimento della Congiura delle Polveri, che avrebbe dovuto far saltare in aria la Camera dei Lord in occasione della cerimonia di apertura del Parlamento, il 5 novembre 1605, uccidendo il re Giacomo I e tutti i suoi ministri. In netto contrasto con la tradizione britannica, in questo film si introduce al grande pubblico la memoria del 5 novembre come trionfo della Libertà, affermando l'immortalità delle idee, che in quanto immateriali non possono essere distrutte dalla tirannia. Ma chi era in realtà Guy "Guido" Fawkes? Che cosa si prefiggeva progettando l'esplosione del Parlamento? La risposta non è difficile. Il famoso cospiratore e i suoi compagni si proponevano di instaurare in Inghilterra una monarchia assoluta cattolica sul modello della Spagna. Quindi non si può dire che questo personaggio fosse un mentore della Libertà: se il suo piano avesse avuto successo l'Inghilterra sarebbe diventata una tirannia sanguinaria, con nuovi persecutori generati dalle fila dei precedenti perseguitati. È soltanto in epoca moderna, nella seconda metà del XX secolo, che Guy Fawkes è stato associato al pensiero dei liberali e degli anarchici, in quanto aveva pagato con la vita per le idee che professava. Il passaggio doveva essersi compiuto all'epoca in cui la Thatcher governava con pugno di ferro, ed è proprio verso gli inizi degli anni '80 che V fa la sua comparsa. A parer mio, è ben possibile che il tramite di questa mutazione antropologica sia stato un cattolico. Non c'è molto materiale a disposizione sul modo in cui i cattolici hanno vissuto il Guy Fawkes Day nel corso dei secoli: è chiaro comunque che molti di loro dovettero dissimulare i propri veri sentimenti e considerare un eroe quello che per la maggioranza protestante era ed è tuttora un criminale.     

Una nuova parola del lessico di base 

Nell'inglese d'America è diffusissimo il termine guy "uomo, persona, tipo", di solito glossato con "man, person, fellow" nei dizionari e attestato con questa semantica nel corso del XIX secolo. Specialmente al plurale guys vale "persone, individui", senza distinzione di sesso. Nel linguaggio colloquiale questa parola è addirittura giunta a significare "cosa" (glossato con "thing", "unit") o "creatura" (glossato con "creature"). Ebbene, il vocabolo in questione è deonomastico e deriva proprio dal nome di Guy Fawkes. Lo slittamento semantico è stato semplice: "fantoccio di Guy Fawkes" > "fantoccio" > "persona, tipo". Tanta è la popolarità del vocabolo "guy", che ormai fa concorrenza a termini ben più antichi come "man" e "person": comunque la si voglia mettere, è una parola del lessico di base. È proprio vero: in qualche modo misterioso Guy Fawkes è riuscito a entrare molto in profondità nell'anima delle genti anglosassoni, lasciando un segno indelebile, mentre il re Giacomo I e tutta la sua genia sono destinati a scomparire nel Nulla. Il film ha perfettamente ragione, nonostante la sostanziale ambiguità del personaggio: egli è diventato immortale. 


Impatto antropologico di un meme

Oltre ad essere utilizzato in svariate occasioni dalla propaganda politica, il film ha esercitato un'influenza profonda sul mondo degli attivisti hacker. Tutti abbiamo visto le maschere di V indossate dai membri di Anonymous. Le stesse maschere sono state utilizzate anche dal movimento di protesta Occupy Wall Street, che esplose nel 2011. Questo ebbe a dire David Lloyd, illustratore del fumetto: "La maschera di Guy Fawkes ora è diventata un marchio collettivo e un'espressione conveniente da usare nelle proteste contro la tirannia - ed io sono felice che le persone la usino, sembra abbastanza unico che un'icona della cultura popolare sia usata in questa maniera". Cosa notevole, V per Vendetta è stato trasmesso in Cina il 16 dicembre 2012 senza alcun taglio. Non si tratta certo di un caso: è possibile che questa trasmissione del tutto inattesa debba interpretarsi come un significativo segnale di indebolimento della tradizionale censura dei film in quella nazione, ben nota per il suo rigore.

Curiosità

Hugo Waving, che ha interpretato il ruolo di V, era l'agente Smith in The Matrix (1999), diretto dai fratelli Wachowski, poi diventati "sorelle". John Hurt, che ha interpretato il ruolo di Sutler, era Winston Smith in Orwell 1984 (1984), adattamento di 1984 di George Orwell. 
 
Il motto di V, scritto sulla cornice di uno specchio, è Vi Veri Veniversum Vivus Vici, ossia "Con la forza della verità, da vivo ho conquistato l'Universo". Il punto è che Veniversum è una grafia erronea per Universum: questa inconsistenza è dovuta a una persona che ignorava l'uso del carattere V come vocale col valore fonetico di /u/, pensando così di vocalizzare un nesso consonantico improbo inserendo una -e-. La paternità di questa frase, attribuita a torto a Christopher Marlowe, è in realtà di Aleister Crowley.    

Alcune citazioni: 

"Gli uomini muoiono, le idee no. Io non sento la mancanza dell'idea... sento la mancanza dell'uomo."
(Evey)

"I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero avere paura dei popoli"
(V)

"Siamo spesso da biasimare in questo: è ben provato che con un'aria devota e un'azione pia inzuccheriamo lo stesso diavolo."
(V)

"Gli artisti usano le bugie per dire la verità mentre i politici per coprire la verità."
(Evey)

"C'è molto più della carne dietro questa maschera. C'è un'idea, e le idee sono a prova di proiettile."
(V)

"E così ricopro la mia muta perfidia con antiche espressioni a me estranee rubate ai sacri testi e sembro un santo quando faccio la parte del diavolo!"
(V)

"Il distruttore e il costruttore sono le due facce dell'anarchia."
(V)

"Perché mai amare la legge? Lo sanno tutti che è una puttana... le persone virtuose la schivano, i malvagi se la fottono e poi la ignorano."
(V)

"Il palazzo è un simbolo, come lo è l'atto di distruggerlo, sono gli uomini che conferiscono potere ai simboli, ma con un bel numero di persone alle spalle far saltare un palazzo può cambiare il mondo."
(V)

"Il nostro compito è riferire le notizie, non fabbricarle. Quello è compito del governo."
(Dascombe)

"È una cosa che riguarda tutti i governi: i documenti più affidabili sono i documenti delle tasse."
(Finch)

"Se il nostro governo fosse responsabile della morte di quasi 100.000 persone… Davvero vorresti saperlo?"
(Finch)

"Ecco! All'inizio anche io pensavo fosse odio, l'odio era l'unica cosa che conoscevo, l'odio aveva costituito il mio mondo, mi aveva imprigionato, mi aveva insegnato a mangiare, bere, respirare. Pensavo che l'odio che mi scorreva nelle vene mi avrebbe ucciso. Ma poi è successo qualcosa... a me, come è successo a te."
(V)

"Io sono il frutto di quello che mi è stato fatto. È il principio fondamentale dell'universo: a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria."
(V)

giovedì 2 novembre 2017

NOTE SUL LAVORO DI PETERSON-SILBERSTEIN

Daniel Peterson (University of Michigan) e Michael Silberstein (University of Maryland) sono gli autori dell'articolo Relativity of Simultaneity and Eternalism: In Defense of the Block Universe (2009, per la prima volta online nel 2010). 


Questo è l'abstract in lingua italiana (traduzione del sottoscritto):

Fin dai commenti del 1908, ora notori*, di Hermann Minkowski sul modo corretto di vedere lo spaziotempo, è infuriato il dibattito se l'universo debba o meno essere considerato un tutt'uno quadridimensionale in cui passato, presente e futuro sono ugualmente reali o se siano più accurate le visuali sposate da possibilisti, storicisti e presentisti riguardo all'irrealtà del futuro (e, per i presentisti, del passato). Ora, un secolo dopo che l'universo a blocchi proposto da Minkowski ha acceso il dibattito, presentiamo un nuovo e più conclusivo argomento a favore dell'eternismo. Utilizzando un argomento basato sulla relatività della simultaneità nella tradizione di Putnam e di Rietdijk e nuove ma ragionevoli assunzioni se la natura della "realtà", mostriamo che il passato, il presente e il futuro dovrebbero essere trattati come egualmente reali, stabilendo che il presentismo e le altre teorie del tempo che attribuiscono speciale statuto ontologico al passato, al presente o al futuro, sono insostenibili.
Infine risponderemo ai nostri critici che suggeriscono che: 1) non c'è differenza metafisica tra le posizioni dell'eternismo e del presentismo, 2) il presente deve essere definito come il "qui" così come l'"ora", o 3) il presentismo è corretto e la nostra comprensione della relatività è incompleta perché non incorpora una struttura preferenziale.
Chiamiamo le risposta 1 deflazionaria perché pretende di dissolvere o di decostruire l'annoso dibattito tra le due visioni, e la risposta 2 compatibilista perché non fa nulla per alterare la relatività speciale, argomentando che la semplice relatività speciale ha le risorse per salvare il presentismo. La risposta 3 la chiamiamo incompatibilismo perché in qualche modo abbellisce la relatività speciale allo scopo di salvare il presentismo in qualche tipo di sistema preferenziale. Mostriamo che né 1 né 2 possono salvare il presentismo in qualche modo e che 3 non è ben motivata in questa situazione tranne che come un meccanismo ad hoc per rifiutare l'eternismo.

*Il testo inglese ha infamous, alla lettera "infame, vigliacco", ma con una semantica non sempre interamente funesta: spesso nella lingua colloquiale degli anglosassoni, veri e propri alieni sulla Terra, l'aggettivo significa invece "famoso", "notorio" e addirittura "leggendario".

Critica:

A sentire gli eternisti non tensionali, tutti gli eventi, anche quelli futuri, sono perfettamente definiti, egualmente reali e simultanei rispetto al presente che viviamo. Nessun B-eternista può tuttavia spiegare perché gli eventi passati sono a noi inaccessibili e gli eventi futuri sono oltre che inaccessibili anche inconoscibili.

Pochi fatti certi

i) Il Caos che domina i sistemi fisici contraddice l'eternismo. Essendo i sistemi caotici estremamente sensibili alle condizioni iniziali, non si vede come sia possibile in un dato istante avere una definizione certa e sempiterna di eventi lontanissimi nel tempo futuro. Per ammettere l'eternismo che nega il flusso temporale, dovremmo stabilire un quadro dei fatti deterministico e quindi conoscibile a partire dalle variabili del sistema in un dato istante, tale che dallo stato del sistema stesso in quell'istante possiamo ricostruire l'intero corso storico. Tuttavia a questo punto sorge una difficoltà insormontabile: questa conoscenza non ci è possibile.

ii) Il principio di intederminazione di Heisenberg contraddice l'eternismo non tensionale. Non è infatti possibile conoscere contemporaneamente velocità e posizione di una particella in un dato istante, il che vieta di conoscere a priori le forze interagenti e di determinare il futuro a partire dal presente o da un qualsiasi istante del passato. Questa impossibilità è ontologica, non empirica: in altre parole non è connessa alla sensibilità degli strumenti di misura utilizzati.

iii) I B-eternisti trattano lo spaziotempo di Minkowski come uno spazio a quattro dimensioni reali e si dimenticano del fatto che il tempo è descritto da numeri immaginari. Un numero immaginario è dato dal prodotto di un numero reale per l'unità "immaginaria" i, ossia il numero tale che i2 = -1. Le coordinate spaziotemporali di un punto dello spaziotempo di Minkowski sono infatti x, y, z (che descrivono lo spazio) e t (che descrive il tempo), ma t entra nelle formule come ict, essendo i l'unità immaginaria e c la velocità della luce nel vuoto. Così la distanza tra due eventi x, y, z, t e x', y', z', t' è data da d2 = -c2(t - t')2 + (x - x')2 + (y - y')2 + (z - z')2. Nella natura degli eventi che coinvolge una parte immaginaria e la velocità della luce nel vuoto, sta proprio la nostra incapacità di sondare con i nostri sensi il tempo.

Propendo per la soluzione 3 menzionata da Peterson-Silberstein: "il presentismo è corretto e la nostra comprensione della relatività è incompleta perché non incorpora una struttura preferenziale". Il fatto stesso che la relatività è finora irriducibile alla fisica quantistica dimostra che ci sono possibilità. 

Il diagramma fornito da Peterson-Silberstein, detto diagramma di prova della relatività della simultaneità (RoS), è addotto come prova contro il presentismo, a mio avviso senza fondamento alcuno. Vediamo di spiegare in dettaglio questa singolare quanto paradossale costruzione.


Si prendano due individui, che chiameremo Giovanni e Giusy. Chiamiamo A il seguente evento: Giovanni urta un piede contro uno spigolo. Chiamiamo B il seguente evento: Giusy urta un piede contro uno spigolo. Entrambi urlano di dolore per il colpo ricevuto. L'evento corrispondente all'urlo di Giovanni lo chiamiamo A', mentre l'evento corrispondente all'urlo di Giusy lo chiamiamo B'. Nel mio sistema di riferimento, da cui osservo, gli eventi A e B sono simultanei e avvengono nell'istante t1

Immaginiamo adesso che un po' di tempo prima di questi eventi, gli incrociatori alieni P e D passino proprio sopra le nostre teste. I piloti di questi incrociatori vedranno le cose diversamente da come le vediamo noi. Per l'incrociatore P, gli eventi B e A' sono simultanei, ossia il pilota di P vede Giusy urtare il piede e Giovanni urlare di dolore. Per l'incrociatore D, gli eventi A e B' sono simultanei, ossia il pilota di D vede Giovanni urtare il piede e Giusy urlare di dolore. Così dal mio sistema di riferimento, gli eventi A e B sono ugualmente reali. Dal sistema di riferimento dell'incrociatore P, gli eventi B e A' sono ugualmente reali. Dal sistema di riferimento dell'incrociatore D, gli eventi B' e A sono ugualmente reali. Siccome per me A' e B' sono eventi successivi ad A e a B, gli alieni vedrebbero come contemporanei un evento per me presente e un evento per me futuro.

Il baco: in questa costruzione ci si dimentica che l'istante in cui gli alieni dell'incrociatore P e dell'incrociatore D osservano gli eventi sulla Terra, deve per necessità essere successivo agli eventi in questione. Non può esistere contemporaneità tra A, B' e l'osservazione da P. Non può esistere contemporaneità tra B, A' e l'osservazione da D. In altre parole, esiste uno sfasamento temporale tra A e l'incrociatore che osserva l'evento A, e via discorrendo, calcolabile con precisione micrometrica a partire dalle distanze e dal valore della velocità della luce nel vuoto, che è finito e ben noto. Il lavoro di Peterson-Silberstein pecca gravemente ritenendo che sia possibile avere l'osservazione di A - B' e di B - A' contemporanee agli eventi suddetti per i due incrociatori alieni. Questo perché dagli eventi sulla Terra alle osservazioni dagli incrociatori c'è il tempo che impiega la luce ad arrivare dagli eventi stessi (Giovanni urtante e Giusy urlante, etc.) ai piloti!

Inoltre nessun alieno all'interno dei coni di luce degli osservatori terrestri potrà mai vedere A' in un istante precedente ad A, o B' in un istante precedente B. Né dall'incrociatore P né dall'incrociatore D, né da nessun altro mezzo nei paraggi della Terra, potrà mai risultare invertito il nesso causa-effetto, con Giusy e Giovanni che urlano prima di urtare i loro piedi!

Il  passato visto dagli incrociatori alieni è soltanto una collezione di immagini fossili, e non basta masturbarle per dimostrare che sono simili al presente in cui uno sperimentatore urta un piede contro uno spigolo o al presente in cui urla. Tali immagini del passato non possono nemmeno avere lo stesso status ontologico dell'istante in cui un alieno le osserva. Disputare sulla posizione reciproca dei fantasmi fotografati con un'apposita macchina non li rende reali.  

Da una parte Peterson e Silberstein applicano correttamente le teorie di Einstein. Dall'altra parte ammettono al contempo la simultaneità newtoniana, contraddicendo le proprie premesse e agendo in modo selettivo quando fa loro comodo. Il baco di Penrose-Putnam-Rietdijk è destinato a propagarsi nel mondo accademico, senza che nessuno sembri accorgersene.  

Conclusioni: la prova del diagramma di relatività della simultaneità riportato da Peterson-Silberstein è senz'altro da rigettarsi.

L'INCONSISTENZA DEL PARADOSSO DI ANDROMEDA


Roger Penrose (Oxford University) nel suo libro The Emperor's New Mind: Concerning Computers, Minds, and the Laws of Physics (Oxford University Press, 1989) enuncia il famoso Paradosso di Andromeda. Questa è una mia traduzione del passo (pagg. 392–393):

"Due persone transitano su una strada; secondo una di queste persone, una flotta spaziale di Andromedea si è già messa in viaggio, mentre per l'altra la decisione se il viaggio avrà realmente luogo o no non è stata ancora presa. Come può esserci ancora qualche incertezza sull'esito di tale decisione? Se per entrambe le persone la decisione è già stata presa, allora di sicuro non può esistere alcuna incertezza. Il lancio della flotta spaziale è un fatto inevitabile. Infatti nessuna delle due persone può ancora sapere del lancio della flotta spaziale. Esse potranno sapere solo più tardi, quando le osservazioni al telescopio dalla Terra riveleranno che la flotta è davvero in viaggio. Allora esse potranno tornare indietro a quell'incontro casuale e giungere alla conclusione che in quel momento, secondo uno di loro, la decisione giaceva nell'incerto futuro, mentre per l'altro essa giaceva nel passato certo. C'era dunque allora qualche incertezza sul futuro? Oppure il futuro era per entrambe le persone già "fissato"?"

Riformuliamo l'enunciato in termini più schematici e più chiari ai lettori: 

"Una macchina in moto sorpassa una persona ferma: la persona alla guida e il pedone vedranno come simultanei due insiemi differenti di cose. Alla distanza di Andromeda, l'istante presente per la persona ferma contiene una riunione in cui un ammiraglio spaziale sta decidendo se invadere la Terra. Nell'istante presente per la persona sull'auto la flotta spaziale di Andromeda è già partita!"  

Il "paradosso" consiste nel fatto che i due osservatori si trovano nello stesso posto e nello stesso istante, ma hanno diversi insiemi di eventi nel loro "momento presente".

Il paradosso di Andromeda è stato formulato a partire dai lavori di Hilary Putnam (University of Pennsylvania, Harvard University, UCLA) e di C.W. Rietdijk (Vrije Universiteit Amsterdam). Il contributo di Putnam è Time and Physical Geometry (1967), apparso sul Journal of Philosophy, 64, mentre quello di Rietdijk è A Rigorous Proof of Determinism Derived from the Special Theory of Relativity (1966), apparso su Philosophy of Science, 33. Per questo motivo il paradosso in questione è noto anche come argomento di Penrose-Putnam-Rietdijk. Non è rimasto un asettico rompicapo concettuale: è stato utilizzato come prova del B-eternismo, la teoria del tempo che conferisce identico statuto agli eventi presenti, passati e futuri, negando alla radice l'esistenza del flusso temporale.  

Ora veniamo al dunque. L'argomento di Penrose-Putnam-Rietdijk ha qualcosa che non va. In altre parole, è bacato. Questo accade nonostante i notevoli contributi dati alla Scienza da questi luminari. Si potrebbe dire questo: "Chi di relatività ferisce, di relatività perisce". Gli accademici Penrose, Putnam e Rietdijk non possono certo essere ignoranti come Polifemo e non voglio credere che abbiano inalato quantità industriali di polvere colombiana, concependo l'argomento in stato di alterazione. Tuttavia essi non tengono affatto conto del fatto che la velocità della luce è finita e costante per tutti gli osservatori. Non tengono conto quindi del fatto che la luce impiegherà milioni di anni per viaggiare dalla Terra ad Andromeda, e lo stesso vale per il percorso inverso, da Andromeda alla Terra. Usano correttamente le trasformazioni di Lorentz, ma postulano al contempo la simultaneità newtoniana. Questo nonostante su Wikipedia e altrove si affermi il contrario.

Questo è l'avvertimento dato dalla Wikipedia in inglese (11/2017):

"Notice that neither observer can actually "see" what is happening in Andromeda, because light from Andromeda (and the hypothetical alien fleet) will take 2.5 million years to reach Earth. The argument is not about what can be "seen"; it is purely about what events different observers consider to occur in the present moment." 

Traduco per i non anglofoni: 

"Si noti che nessuno degli osservatori può realmente "vedere" ciò che sta accadendo in Andromeda, perché la luce da Andromeda (e dall'ipotetica flotta aliena) impiegherà 2,5 milioni di anni a raggiungere la Terra. L'argomento non riguarda ciò che può essere "visto", ma soltanto quali eventi i diversi osservatori ritengano avvenire nel momento presente."

Ebbene, Penrose non ci ha affatto pensato. Se lo avesse fatto, avrebbe dovuto sapere che sia la la decisione degli alieni che il lancio della flotta risalgono a 2,5 milioni di anni prima del presente degli osserevatori terrestri e che quindi nessuno di questi eventi appartiene al futuro degli stessi osservatori! 

1) Andromeda è tanto distante che eventuali suoi abitanti vedrebbero oggi la Terra com'era molto prima della comparsa di una civiltà tecnologica umana. A maggior ragione, eventuali andromediani di 2,5 milioni di anni fa (quelli che noi osserveremmo oggi) avrebbero vito la Terra in condizioni ancor più lontane dal sorgere di una civiltà tecnologica. In entrambi i casi non avrebbe senso una loro decisione di far partire una flotta bellica.
2) La distanza in anni luce dalla Terra ad Andromeda è tale che qualsiasi evento definibile come "attuale" si colloca al di là del cono di luce dei relativi osservatori, sia terrestri che andromediani, che quindi non potrebbero in alcun modo influenzarsi a vicenda. Questo incrina la narrazione di Penrose, che evoca una specie di verifica dell'invio della flotta da parte dei terrestri. 
3) Non sussiste alcun nesso causale tra gli eventi accaduti su Andromeda alla partenza dei relativi fotoni e gli eventi che coinvolgono gli osservatori che ricevono tali fotoni sulla Terra. In altre parole, il "cielo fossile" che possiamo vedere è un mero fantasma che non ha lo statuto ontologico del nostro presente, vissuto da chi scruta tali immagini. Qualsiasi eventuale osservazione paradossale è al di fuori del campo dell'esistenza e non possiamo trarre da essa la conclusione che il passato documentabile possa essere qualcosa di più di un'ombra spettrale.

Conclusioni logiche: L'enunciato del paradosso di Andromeda formulato da Penrose è inconsistente e non può essere usato come prova contro il presentismo.

Anche Riedtijk sembra ignorare selettivamente la relatività di Einstein, ponendo così il nucleo degli errori di Penrose, fondati sull'equiparazione tra le osservazioni dei terrestri e degli andromediani a dispetto delle distanze, come se valesse la simultaneità newtoniana: 

"A proof is given that there does not exist an event, that is not already in the past for some possible distant observer at the (our) moment that the latter is "now" for us. Such event is as "legally" past for that distant observer as is the moment five minutes ago on the sun for us (irrespective of the circumstance that the light of the sun cannot reach us in a period of five minutes). Only an extreme positivism: "that which cannot yet be observed does not yet exist", can possibly withstand the conclusion concerned. Therefore, there is determinism, also in micro-physics." 

Traduzione: 

"Si dà prova del fatto che non esiste un evento, che non sia già nel passato per qualche possibile osservatore distante al (nostro) momento in cui quest'ultimo è il nostro "adesso". Questo evento è "legalmente" passato per l'osservatore distante allo stesso modo in cui lo è il momento che per noi è cinque minuti fa sul sole (senza contare la circostanza che la luce del sole non può raggiungerci in un periodo di cinque minuti). Solo un estremo positivismo: "che ciò che non può essere ancora osservato non esiste ancora", può opporsi alla conclusione in questione. Quindi c'è determinismo anche nella microfisica.

Il possibile osservatore per cui un evento per noi futuro è già nel passato, è per necessità a una distanza talmente immane da porsi al di fuori del nostro cono di luce. Se un evento è al di fuori del cono di luce di un osservatore, non può in alcun modo influenzarlo. Portiamo l'argomento alle estreme conseguenze.

Il paradosso del brontosauro e di Cicciolina

Immaginiamo che all'istante T sulla Terra camminino i dinosauri. Un colossale brontosauro barcolla scorreggiando, avendo consumato incredibili quantità di vegetali indigesti che gli fermentano nelle budella. Lo spaventoso ano della bestia eietta colonne di gas asfissianti. Immaginiamo ora che all'istante T' sulla Terra ci sia Cicciolina che prende in bocca gli uccelli. La distanza tra T e T' è di circa 150 milioni di anni. Ora immaginiamo due osservatori A e B posti a una sufficiente distanza dalla Terra, di molti miliardi di anni luce. Immaginiamo di trovarci in un istante T'' e che questa distanza sia tale che se A va in macchina e B è fermo, allora A vede Cicciolina che succhia e B vede il brontosauro flatulento. La costruzione di questo paradosso si basa sugli stessi principi del paradosso di Andromeda ed è con esso compatibile, soltanto che è più estremo. Questo dimostra forse che al tempo T in cui il brontosauro camminava sulla Terra, Cicciolina esisteva già ed apparteneva al passato per qualche osservatore? Diabole no! Quando A e B notano il paradosso, sia il brontosauro che Cicciolina sono eventi passati. Così T viene prima di T' e sia T che T' sono passati e precedenti a T'', quale che sia l'ordine degli eventi osservati da A e da B.

lunedì 30 ottobre 2017

CONTRO L'ARGOMENTO DEL FINE-TUNING

Secondo i sostenitori del fine-tuning o "regolazione fine" dell'Universo, la vita sarebbe possibile soltanto entro un range estremamente limitato dei valori delle costanti cosmologiche. Questi studiosi deducono quindi che questi valori delicatissimi di suddette costanti avrebbero probabilità bassissime, praticamente nulle, di ricorrere in assenza di un Fine Tuner (in italiano sarebbe "Regolatore Fine", ma suona molto male), ossia di un Artefice, di un Progettista, che è prontamente definito "benevolo" in quanto avrebbe agito allo scopo precipuo di rendere possibile l'esistenza della vita. Una definizione inevitabile, stante la coglioneria imperante da secoli negli ambienti accademici.

Ecco una sintesi dei "ragionamenti" in questione:
1) Se la gravità fosse diversa, non ci sarebbe formazione di pianeti, quindi non ci sarebbe la vita.
2) Se la forza elettromagnetica fosse diversa, ci sarebbero diversi legami atomici e non si potrebbero formare le molecole complesse necessarie per la vita. Inoltre se non ci fosse la luce, la vita non potrebbe esistere.
3) Se la forza nucleare forte fosse diversa, i nuclei si disgregherebbero. Se fosse più potente, non potrebbe sussistere l'idrogeno, indispensabile alla vita. Se fosse più meno potente, ci sarebbe soltanto idrogeno.
4) Se la forza nucleare debole fosse diversa, sarebbe diversa la distribuzione degli elementi nel Cosmo. Se fosse più potente, ci sarebbe troppo poco elio per generare elementi più pesanti nelle stelle. Se fosse più meno potente, le stelle arderebbero troppo rapidamente e non ci sarebbe disseminazione di elementi pesanti nell'Universo.
5) Se il principio di quantizzazione fosse diverso, gli elettroni sarebbero risucchiati all'interno dei nuclei e gli atomi che conosciamo non potrebbero sussistere. Se il principio di esclusione di Pauli fosse diverso, tutti gli elettroni collasserebbero nell'orbita a livello energetico più basse. Non ci sarbbe chimica complessa e quindi la vita sarebbe impossibile. 

Quanto visto in questi cinque punti sopra elencati può ben essere vero, ma da questo non ne consegue affatto che l'Universo pulluli di vita, che sia un luogo il cui fine è la vita e che valga il principio antropico. In altre parole, coloro che propongono il fine-tuning ricadono nella fallacia logica denominata non sequitur. Ogni conclusione indebita tratta dall'analisi delle leggi della fisica ricade nell'ambito della pseudoscienza.

Questi sono i principali luminari che sostengono a spada tratta le becere stronzate del fine-tuning come prova del principio antropico: Robin Collins, Jay Richards, Guillermo Gonzalez, William Lane Craig, William Dembsky, Bruce Gordon e James Sinclair. Per contro, i luminari maggiormente scettici sono Stephen Hawking, Victor Stenger, Max Tegmark, Lawrence Krauss e Richard Dawkins. 

Sono state proposte molteplici obiezioni all'argomento del fine-tuning, come quella di Stenger sulla possibilità di esistenza della vita biologica secondo una chimica e una fisica dissimile dalla nostra. Una gran fatica sostanzialmente inutile, che tra l'altro fa comunque il gioco dei sostenitori della "regolazione fine" dell'Universo. Non è necessario fare approfonditi discorsi sulle costanti della fisica o sui modi alternativi di definizione della vita in universi alternativi che non conosciamo e che non potremo mai esperire. L'argomento del fine-tuning è confutato dalla semplice osservazione dell'universo stesso che ci ospita, regolato dalle leggi fisiche a noi note. Si cominciano a capire molte cose sull'origine dei raggi cosmici ad altissima energia e sull'impatto dei fenomeni violenti connessi con tali tremende emissioni.

"Alcune galassie hanno al centro un buco nero esplosivo e massiccio e secondo alcune teorie questi oggetti cosmici accelerano i flussi di particelle ad altissima energia che raggiungono la Terra".
Gregory Snow, Osservatorio Pierre Auger (Argentina)

Per approfondimenti rimando a questo articolo scientifico:


Numerosi articoli divulgativi sull'argomento sono comparsi nei media mainstream. Riporto i link ai seguenti: 



Anche se la percentuale di galassie attive è soltanto l'1% circa, il loro impatto è catastrofico per le galassie vicine. Questo senza contare i casi di fenomeni violenti di diverso tipo come le collisioni galattiche, che comportano sconvolgimenti nei sistemi planetari. Proprio lo studio della natura violenta dell'Universo porta a raccogliere informazioni cruciali che ci permettono la dimostrazione di un enunciato dotato del potere di confutare le tesi dei nostri avversari.

Teorema:
Esiste un gran numero di galassie sterili, in cui non può sussistere alcun mondo abitabile.

Dim.:
Si è appurato che i raggi cosmici che possiamo osservare sono stati prodotti da spaventose sorgenti lontane, extragalattiche. Quindi procedendo verso la direzione caratterizzata da gradiente positivo, dobbiamo giungere in regioni in cui queste radiazioni sono talmente intense da rendere impossbile la sussistenza della vita su ogni pianeta potenzialmente in grado di ospitarla. Quindi a un certo punto si incontreranno per necessità regioni completamente sterilizzate, in cui non può aggregarsi alcuna molecola organica complessa, perché il flusso di radiazioni è talmente forte da non poter essere assorbito dall'atmosfera planetaria. Siccome si è appurato che l'origine di queste emissioni elettromagnetiche sono i quasar lontani e gli immani buchi neri nel centro di galassie attive, si deduce che un grandissimo numero di galassie, più numerose dei granelli di sabbia di tutte le spiagge del nostro pianeta, devono essere del tutto inabitabili, completamente sterili.
Q.E.D.

Corollario: Se esistono così tante galassie sterili, significa che noi siamo in vita soltanto perché abitiamo una regione relativamente tranquilla, che nel cosmo è eccezione e non regola.

Già soltanto alla luce di quanto esposto, l'argomento del fine-tuning è fallace e può ritenersi confutato. Anche se la vita sorgesse spontaneamente da basi chimiche in ogni contesto che non la impedisse, sarebbe certo che questo universo non è stato disegnato per la sua esistenza. Men che meno per l'esistenza di esseri senzienti. In altre parole, si dimostra che la vita non rappresenta il fine dell'Universo, ma ne è una mostruosa anomalia. Supporre l'esistenza di un progettista benevolo è a sua volta una fallacia logica, popolare soltanto per via della posizione politica dominante delle religioni monoteiste e biolatriche. 

venerdì 27 ottobre 2017

NOTE SUL LAVORO DI BUIDE DEL REAL

Francisco Javier Buide del Real (Pontificia Università Gregoriana) è l'autore della tesi La evangelización de la Gallaecia sueva. Entre paganismo y cristianismo (ss. IV-VI). Un consistente estratto è consultabile e scaricabile al seguente url:


Questo è l'indice dell'opera (in lingua spagnola):

Introducción
Planteamiento de estudio . 5
Contenido de esta publicación . 8
1. Evangelización y conversión en un ambiente pagano . 10
1. Introducción: misión y conversión cristiana . 10
2. Algunos aspectos de la evangelización de Occidente y su aplicación a la Gallaecia . 33
2.1. Evangelización rural, villas y aristocracias . 33
2.2. Primeras comunidades, ascetismo y monacato . 49
2.3. Evangelización y grupos sociales . 54
3. El caso del priscilianismo . 57
2. Paganismo y cristianismo en la Gallaecia sueva y Martín de Braga . 69
1. El paganismo del siglo VI . 70
2. La evangelización de Braga: del estudio precedente a las obras de san Martín . 79
Conclusiones . 87
Siglas y abreviaturas . 93
Bibliografía:
Autores antiguos (fuentes) . 95
Autores modernos (estudios) . 99
Índice de la tesis . 111

Per essere un lavoro di un centinaio di pagine sulla cristianizzazione degli Svevi nella Galizia, si distingue per una peculiarità davvero degna di nota: non cita nemmeno il nome di un singolo svevo e non discute nemmeno di striscio la natura del paganesimo da cui questo popolo sarebbe stato convertito al cristianesimo. A dispetto del titolo, questo non è nella buona sostanza un lavoro sugli Svevi di Galizia e non aiuta per nulla a comprendere gli eventi storici di cui l'autore afferma di voler trattare. A quanto pare Buide del Real non ha fatto il minatore di dati, non ha scandagliato le fonti a disposizione cercando di mettere assieme qualcosa di convincente sul popolo germanico migrato nella penisola iberica. O forse la sua prospettiva è diversa dalla mia, non gli interessa minimamente quanto interessa a me, dato che è in buona sostanza un romanista: per lui tutto è centrato sulla latinità e sul mondo classico, mentre i cosiddetti "barbari" sono ridotti a un nulla senz'anima e senza nome. Fatto sta che mancano dati importanti. Si conferma il principale difetto della Scienza moderna, ammalata di articolite acuta e incapace di sintetizzare lo scibile - specie su argomenti negletti e sprofondati nell'Oblio come quello della presente tesi.

In realtà non è così difficile recuperare qualche informazione e dedurre qualcosa di utile.
Questa è una lista di sovrani degli Svevi di Galizia:

Hermeric, c. 409–438
Heremigarius, 427–429, capo in Lusitania
Rechila, 438–448
Rechiar, 448–456
Aioulf, 456–457, straniero, forse designato dai Visigoti
Maldras, 456–460, in opposizione a Framta dopo il 457
Framta, 457, in opposizione a Maldras
Richimund, 457–464, successore di Framta
Frumar, 460–464, successore di Maldras
Remismund, 464–469, riunificatore degli Svevi
Hermeneric fl. c. 485 (periodo di oscurità)
Veremund fl. 535 (periodo di oscurità)
Theodemund fl. VI secolo (periodo di oscurità)
Chararic, dopo c. 550–558/559, alcuni dubitano della sua esistenza
Ariamir, 558/559–561/566
Theodemar, 561/566–570
Miro, 570–583
Eboric, 583–584, deposto e messo in un monastero da Andeca.
Andeca, 584–585, deposto e messo in un monastero da Leovigildo.
Malaric, 585, si oppose a Leovigildo e fu sconfitto.

Si possono fare alcune utili considerazioni su questo materiale onomastico. Questi Svevi, pur mantenendo la loro lingua, tendevano a parlare anche quella dei Visigoti.  

L'etimologia di Aioulf è chiara: corrisponde al gotico *Agjawulfs "Lupo del Filo di Spada". Si trova un identico antroponimo nella tradizione anglosassone: Eggwulf, Ecgwulf. Ci è noto un vescovo di Londra che portava questo nome e che visse nell'VIII secolo. Alcuni identificano Aioulf con un certo Agiulf, che però è un antroponimo diverso: si tratta del gotico *Agiwulfs, formato a partire da agei, agis "paura". Non mi convince affatto l'ipotesi che Aioulf possa essere spurio e dovuto a una trascrizione difettosa.

Notiamo la coesistenza di -mir (gotico) con -mar (genuinamente svevo).
Il nome Ariamir ha un aspetto gotico ben chiaro: possiamo ricostruire la sua forma originale come *Harjamers, con regolare mutamento da /e:/ a /i:/.
Allo stesso modo Miro "Il Famoso" corrisponde al gotico *Merja, che mostra le stesse caratteristiche germaniche orientali, in netto contrasto con il trattamento occidentale della vocale proto-germanica /æ:/, che la ha trasformata in /a:/ già in epoca precoce, come mostrato dall'antroponimo marcomanno Ballomar (II sec.).

Il fatto che il primo concilio di Braga (561) vietasse ai membri del clero di portare i capelli raccolti nel caratteristico nodo suebo, denominato "granos" (gotico granos "trecce", nome pl. di genere femminile), è la prova che il paganesimo e i suoi costumi sopravvissero molto a lungo.

giovedì 26 ottobre 2017

NOTE SUL LAVORO DI AIKIO

Ante Aikio (Sámi University of Applied Sciences) è l'autore di diversi lavori sulla preistoria della lingua dei Saami, più noti come Lapponi. Il più notevole è a mio parere An Essay on Substrate Studies and the Origin of Saami (2004), scaricabile e consultabile al seguente url: 


Trovo che sia un ottimo articolo per la mole dei dati che riporta, peccato che difetti un po' di struttura sistematica nell'elencare e discutere i lemmi del sostrato pre-uralico nella lingua dei Saami. Sull'account dello stesso Aikio su Academia.edu si trovano anche altri suoi articoli molto utili, come ad esempio An Essay on Saami Ethnolinguistic Prehistory (2012): 


Esistono numerosi vocaboli che non hanno corrispondenza alcuna in altre lingue uraliche, o che hanno corrispondenze limitate soltanto nelle lingue uraliche finitime (finnico, carelio). Spesso cambiano da una varietà all'altra della lingua dei Saami, mostrando caratteristiche fonetiche che non si trovano affatto nel materiale uralico ereditato. I lemmi in questione sono i resti di una o più lingue pre-agricole del Paleolitico, sopravvissute fino in epoca storica e poi gradualmente scomparse.

Riporto un elenco dei lemmi Saami pre-uralici per area semantica, in prevalenza tratti dai lavori di Aikio. Dove non specificato, si tratta delle forme del Saami settentrionale. 

1) Uccelli

állat, állap- "zigolo delle nevi"
biehkan "poiana calzata"
bovttáš "pulcinella di mare"
bupmálas "fulmaro nordico"
cagan "beccaccia di mare"
čielkkis "alca dal becco nero"
fiehta, fiehttag- "anatra tuffatrice"
giron "pernice bianca delle rocce" < *kierun
goalsi "smergo maggiore" (Mergus merganser)
guovssat "ghiandaia siberiana"
hávda "edredone"
jiesmi "giovane cigno"
láfol "piviere eurasiatico"
lidnu "gufo reale"
loađgu "gufo dalle orecchie corte"
skuolfi "gufo", spec. "gufo delle nevi"
sopmir "gabbiano" (forse Larus fuscus)

2) Pesci

beahcet "coda di pesce"
cuohppa "carne di pesce"
dápmot "trota bruna"
golis "luccio gigante"
guvža "trota di mare"
sálga "pezzo di carne di pesce" (in una zuppa)
šuorja "squalo gigante"
veaksi "pinna"
valas "salmerino rosso" (che vive nell'oceano)

3) Mammiferi marini

áidni "foca barbuta"
buovjja, buovjjag- "beluga"
deavut "foca grigia"
jeagis, jiegis "foca barbuta"
jiepma "giovane foca"
morša "tricheco"
noarvi "foca"
njuorju, njuorjju "foca"
oaidu, oaiddu "foca dagli anelli"
riehkku "foca screziata di media taglia"
roahkka "foca comune"
skávdu "foca vitulina di due o tre anni"
vieksi "giovane foca comune"

4) Mammiferi terrestri e d'acqua dolce

čearpmat "renna di un anno"
čeavrris "lontra"
čoavččis "renna femmina che ha perso il cucciolo"
čora "piccolo gregge di renne"
fuo
đ'đu "animale selvatico"
gabba "renna albina"
gákšu "lupa, orsa"
geatki "ghiottone"
gumpe "lupo"
guoksi "castoro di un anno"
guovža
"orso" (stessa radice del finnico dial. kontio)
luohpet "renna di un anno che ha figliato"
miessi "vitello di renna o di alce"
njálla "volpe artica"
nulpu "maschio della renna che ha perso le corna"
o
đgi "giovane volpe"
rotnu "renna sterile" (presente in finnico runo, forse
     passato in norreno)
ruomas "lupo"
sáhpán "topo"
vuobirs "maschio di renna di tre anni"

5) Altri animali

cuoppu "rana" (cfr. finnico sammakko)
heavdni "ragno"

6) Paesaggio e natura

ája, ádjag- "sorgente"
ádju "brughiera, landa"
á
đga "terreno erboso lungo un fiume"
balsa "mucchio di torba ghiacciata"
bákti "scoglio, roccia"
bárši "montagna isolata"
beaski "passo (tra le montagne)"
biedju "covo"
bovccis "canale laterale di un fiume"
bovdna
"collinetta in una palude"
cahca, čahca "passo stretto" (tra montagne o stagni)
ceavnnit (pl. tantum) "terreno impercorribile"
coagis "secca"
čavil, čavilg- "distesa selvaggia"
čára- "lago elevato" (conservato solo nei toponimi)
čiegar
"pascolo invernale"
čier'ri "terreno ghiaioso"
čiest- "scogliera" (conservato solo nei toponimi)
čoardá
"guado; percorso carsico"
čunu, čudno- "sabbia fine"
dievvá "collina"
fielbmá, vielmmis
"fiume piccolo ma profondo"
fieski "pascolo invernale"
gea
đgi "pietra, roccia"
geavŋŋis "grandi rapide, cascata"
giezzi "corto fiume tra due laghi"
inč- "isola esterna" (conservato solo nei toponimi)
-ir "montagna" (suffisso toponimico)
itku
"luogo ombroso"
jalvi "tratto di acqua calma tra due rapide"
jargŋa "acqua aperta di un lago"
jassa
"chiazza di neve perenne che non si scioglie in
    estate"
jeahkk- "montagna isolata" (conservato solo nei
    toponimi)
jiertá, jierta
"montagna grande e rotonda"
juggi
"depressione nel terreno"
juovva "ghiaione"
liessu "tana di una volpe"
luohkká "pendio"
lusmi, luspi "sorgente di un fiume"
maras "foresta di betulle circondata da paludi"
njárga
"promontorio, capo"
njearri "piccole rapide"
nussir
"vetta, cima di montagna in una catena
     montuosa" (conservato solo nei toponimi)
ráktu "roccia piatta" 
ráš'ša "montagna alta e sterile"
riehppi "valle impervia"
roahpi "montagna rocciosa" (in Saami settentrionale
    conservata solo nei toponimi)
roavvi
"luogo dove c'è stato un incendio boschivo"
roggi "buco, cavità; valle fluviale"
ruovddáš
"restringimento in una gola"
s
áđgá, sáđgi "brughiera"
sáll- "isola maggiore nel mare" (conservato solo nei
    toponimi)
sátku
"luogo di sbarco"
skiehč(č)- "spartiacque, displuvio" (conservato solo
    nei toponimi)
suotnju "acquitrino pianeggiante"
suovdnji "buco scavato da una renna nella neve"
    (per cercare licheni)
suovka "boschetto denso"
uffir "mucchio di rocce", "pendio roccioso"
vielti "fianco di una collina"
vuotna "fiordo"

7) Neve, ghiaccio e clima  

addjo- "coprirsi di neve"
biegga
"vento"
bihci "brina"
bul
ži "copertura di ghiaccio"
ceavvi "neve dura, compatta"
ciehka, ciehki "nuvole di tempesta"
cuokca
"ponte naturale di ghiaccio e neve" 
časttas
"piccolo cumulo di neve dura"
dálki "tempo"
dierpmis "tuono; Thor"
duollu
"brina sul suolo"
goalki "tempo calmo"
jáldu "clima fresco in estate"
liehmu
"tempo mite" (in inverno) 
muovla, muovhla "neve profonda"
njáhcu "disgelo" (in inverno)
njea
đga- "infuriare" (detto di tempesta di neve)
oakti "acquazzone"
raššu "pioggia fredda e pesante"
roavru "ghiaccio con una cavità in mezzo"
ruokŋa "mancanza di neve"
rusta "nebbia gelata"
seaŋás "neve granulare"
seavdnjat "oscurità, tenebra"
sievla- "affondare nella neve soffice"
suobbat "ponte di neve" (in Saami settentrionale
     conservata solo nei toponimi)

suonjar
"raggio di luce"
suovvi "neve umida e appiccicosa"

vahca
"neve nuova"
va
ššu "vento brinoso"
váhčči "calma doppo la tempesta"
vuožži
"acqua sul ghiaccio"

8) Flora

gálva "betulla morta"
lageš "betulla montana rachitica"
lahppu "lichene"
skier'ri "betulla nana"
sie
đga "salice" (cfr. finnico sietki)
sie
đgavaššu "boschetto di salici" 
soahki "betulla" 
suostu "albero marcio"

9) Parti del corpo (umano e animale)

alesgahcin "una piccola ramificazione posteriore
    delle corna della renna"
bákša "ghiandola aromatica" (del castoro o
     dell'ermellino)
bea
đbi "scapola"
cabbi "osso pieno di midollo della zampa anteriore
    inferiore della renna"
čagar "pene"
čoamoahas "spalla" (come taglio di carne)
čuossi "pelle sulla fronte"
čeaska "omaso"
dábba "femore"
dieigu "radio" (osso)
doggi "abomaso"
fáhkká "polpaccio" (come taglio di carne)
feavli "buco della gamba in una pelle" (dove la pelle
    della gamba è stata tagliata)
gátnis "osso sacro"
giegir "trachea"
giehppi "cavità sotto la mandibola della renna"
gieldagas "tendine d'Achille" (della renna)
ginal "pezzo di mento" (su una pelle di renna)
guoccat "pene"
morči "grande vena"
muošmi "pelle tra la coscia e le costole"
námmi "pelle sulle corna della renna"
njiehcahas "osso pieno di midollo della zampa
    posteriore inferiore della renna"
noras "osso pieno di midollo della zampa superiore
    della renna"
ohca "seno, petto"
sáhppasat "intestino tenue
seahkku "lunghi peli sullo zoccolo"
siekkis "dito soprannumerario e rudimentale del
    cane"
skuogga "fanone"
skuoggir, skuoggun, skuoggum-
"osso etmoide"
urkádeahkki
"bicipite"
válká "grasso sul collo"
vuossa "grembo, ventre materno"

10) Strumenti e tecnologia  

beađŋŋis "posto per il piede sullo sci" (radice
    presente in finnico e in carelio)
bielbi "freccia"
fierbmi
"rete da pesca"
joddu "fila di reti da pesca" (radice presente in
    finnico, in carelio e in Veps)
lávvu "tenda"
liehkku "tavola superiore sul retro di uno scivolo"
njuor
šu "fuoco campale" (cfr. finnico nuotio)
puornâ
"cassa per le provviste di cibo" (solo in Inari
    Saami)
sabet "sci" (presente anche in finnico: sivakka)
sáibma "rete per pesci piccoli"
sátnja "rete da pesca smagliata"

11) Società

nisu "donna"
olmmoš "uomo, persona"
sássa "futura sposa, sposina, nuora"
šiehttat "fare un accordo"

12) Altro

alit "blu, azzurro"
allat
"alto, elevato"
atnit "usare"
bálgat "muoversi senza requie" (detto di renne)
bivvat "scaldare"
boahtit
"venire"
čáhppat
"nero"
čiekčat "dare un calcio"

čuovga
"luce"; "senso della vista" 

dielku "macchia"
fápmu "forza"
láhppit "perdere"
livvut "giacere, riposarsi" (detto di renne)
nagir "sonno"
njolgi "trotto di renna"
nuorra "giovane" (cfr. finnico nuori)
ravgat "cadere, collassare"
uhcci
"piccolo"
viske "giallo" (proto-Saami) 

Per completare il lavoro e renderlo davvero sistematico, bisogna scandagliare a fondo un utilissimo vocabolario Saami, basato sul lavoro di Lehtiranta, che si trova online al seguente indirizzo: 


Sono fornite le variazioni in tutte le forme regionali della lingua, con i parenti nelle altre lingue uraliche, dove ci sono. Quando si trovano forme di origine non indoeuropea presenti solo in Saami, si è identificato un lemma del sostrato - con buona pace dei chierici traditori denominati "antisostratisti".

Le parole pre-uraliche sono state prese a prestito nello stesso periodo in cui sono avvenuti i prestiti dal proto-scandinavo (si è ipotizzato dall'inizio dell'Era Volgare fino al 500 d.C.). Hanno infatti subìto successive mutazioni fonetiche che sono ben identificabili. Le forme originali avevano quindi un suono molto diverso. Solo per fare un esempio il Saami guovža "orso" e il carelio kontie "orso" risalgono entrambi alla protoforma ricostruita *kuomče: (resta da capire l'origine del dittongo, che non pare essersi originato da una vocale). In molti casi i mutamenti /a/ < /e:/ e /uo/ < /a:/ sono ben ricostruibili in quanto si trovano anche in parole di origine proto-germanica e norrena, cosa che permette di compiere la datazione dei vocaboli. Ad esempio il proto-germanico *langan- "uno degli stomaci dei bovini" (norreno langi) è stato preso a prestito in Saami, divenendo luogge "intestino retto".

Mi sembra che le informazioni raccolte siano cospicue. A questo punto il compito più arduo è capire quali siano le parentele più prossime di questo materiale paleolitico.